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martedì 3 marzo 2009

Nobel Yunus (oggi in Italia) MICROCREDITO




Sale, di rigore, oggi, Muhammad Yunus, il banchiere dei poveri, inventore del microcredito e premio Nobel per la pace. E' in Italia per una serie di incontri e conferenze, ospite di quei banchieri italiani che i poveri li guardano con il binocolo. Anzi, sebbene si dichiarino in maggioranza di sinistra (alcuni hanno votato alle primarie del Pd), si proclamino fervidi sostenitori della responsabilità sociale d'impresa e si sbraccino in convegni, pubblicazioni e iniziative sponsorizzate nel proclamare l'attenzione al sociale, in realtà sono incastrati nei salotti e in quella economia di relazione che fa sì che diano i soldi a chi li ha già, inciucino con le imprese, controllino i giornali, brighino in manovre di potere, operino solo per la trimestrale e la performance di borsa (magari con stock option). Dimenticando ovviamente la loro funzione primaria, che è l'erogazione equilibrata del credito con relativa assunzione di responsabilità nella gestione del rischio. Com'era una volta. E trascurando i soggetti principali del tessuto economico italiano, la piccola e media impresa, che lamenta di essere strozzata e vessata dalle banche.


Corrado Passera

Yunus ha incontrato Corrado Passera, ad di Banca Intesa, e la finanza milanese. Stamane sarà ospite del presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, che ha organizzato un incontro pubblico da tutto esaurito. Poi volerà a Roma ospite di Profumo per un'iniziativa organizzata da Unicredit. Mobilitazione, insomma, dei nostri banchieri per l'uomo che ha fondato la Grameen Bank nel 1977 per sostenere con piccoli prestiti a fondo perduto le donne povere nel Bangadesh. Ha funzionato, creando ricchezza diffusa e dando una chance a migliaia di diseredati. Oggi la banca del microcredito rappresenta un modello ed è presente in 57 Paesi (e forse aprirà una sede anche in Italia). La sua lezione diviene particolarmente attuale in momenti come questi di credit crunch e di banche nell'occhio del ciclone.

Sarà dunque molto utile ai nostri banchieri sentire direttamente da Yunus cosa significhi la diffusione del "business sociale", ossia l'iniziativa privata che non guarda alla massimizzazione dei profitti ma a obiettivi sociali e a un mondo più giusto.


Cesare Geronzi

Passera, Profumo, Geronzi, Guzzetti, Mazzotta e via dicendo avranno di che riflettere dunque ascoltando l'uomo che non chiede l'elemosina per i poveri, nè aiuti pubblici a pioggia, bensì una forma di iniziativa economica capace di attivare le dinamiche migliori del libero mercato conciliandole con l'aspirazione a un mondo più umano, più giusto, più pulito.

Sembra un sogno a occhi aperti quel "Mondo senza povertà" che ha dato il titolo al suo ultimo libro (Feltrineli Editore). Ma - vi si spiega - è un sogno che comincia a coinvolgere multinazionali, fondazioni, banche, singoli imprenditori, organizzazioni no profit in ogni parte del mondo. Una rivoluzione sociale ed economica ancora silenziosa, ma che può rappresentare una speranza concreta di risolvere finalmente il problema più grave che affligge il mondo d'oggi. Restituendo alle banche onore, trasparenza e mission.

di Angelo Maria Perrino

Meditate, banchieri, meditate.
.

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