Le Carte Parlanti

Le Carte Parlanti
Mundimago

sabato 3 ottobre 2009

L'insostenibile libertà dell'informazione

L'insostenibile libertà dell'informazione


di Istituto "Alcide Cervi"


Nei giorni in cui, nel nostro Paese, si discute così animatamente di libertà di stampa e di espressione,
vale la pena tornare al senso di questa fondamentale acquisizione democratica. E’ un esercizio sempre difficile,
per le generazioni venute dopo le grandi stagioni ideali, vivere all’altezza dei propri diritti. Specialmente se
conquistati in una temperie civile come la Resistenza. A Casa Cervi, uno dei luoghi dove la storia
dell’antifascismo e della Repubblica trova espressione compiuta, la prima missione pedagogica è proprio
questa: fornire gli strumenti di conoscenza e di consapevolezza ai cittadini di oggi e di domani.
Nel cuore del Museo dei sette fratelli Cervi, che racconta una vicenda di scelta e di responsabilità
nell'Italia fascista e in guerra, c’è una grande macchina per la stampa clandestina. Non c’è reperto migliore
oggi che questo, per spiegare cosa fosse la negazione della libertà di sapere, capire, pensare, scegliere ( in una
parola l’informazione) ai tempi del regime. Perché non si può comprendere la dedizione di tanti resistenti,
senza cogliere la portata delle privazioni (materiali e immateriali) causate dal fascismo. Nei regimi del secolo
breve (sarà poi così breve?), la cultura di massa è addomesticata con la lenta asfissia della mente, che
assopisce togliendo l’ossigeno al pensiero. Nell’era della comunicazione, a noi modesti divulgatori di memoria,
è sembrato il memento più moderno e attuale che una storia di ribellione culturale potesse insegnare. Ecco
perché da qui (dai giornali e dai libri) parte la nostra narrazione sull’antifascismo di questi liberi contadini.
Quel messaggio, e quell’urgenza, non sono cambiati. La necessità di vigilare sul nostro libero pensare
non è mutata. Specie in un’epoca in cui le innumerevoli opportunità di conoscere sono almeno pari a quelle di
ignorare. E’ un'allerta che va mantenuta in ogni direzione: verso il potere, nella formazione della “opinione
pubblica”. Verso ognuno di noi, “consumatori di cittadinanza” non sempre consapevole, portati a sottovalutare
la responsabilità di essere informati. E verso i “produttori di opinione”, la classe di mezzo dei professionisti
della comunicazione, a cui è chiesto di non essere proni all'omologazione, all’acquiescenza con la voce
dominante, alla informazione precotta.
Visto dalla casa dei Cervi, da un luogo di divulgazione democratica (per chi in fondo non fa un mestiere
così diverso nel proprio piccolo), esiste un problema di “cultura della libertà di informazione” in Italia; un
paese forse poco avvezzo a cimentarsi con uno dei capisaldi della civiltà occidentale. La vivacità della pubblica
opinione, il bilanciamento tra le “agenzie morali” (la classe dirigente, il sistema dell’informazione, il pubblico):
tutti anticorpi inseriti non a caso nel prontuario civile della Costituzione. E tutti indicatori di una società che
non solo dispone della libertà di comunicare, ma la esercita consapevolmente. Nella volontà collettiva di
conoscere, capire, scegliere (non proprio la stessa cosa di “credere, obbedire, combattere”).
Ogni segnale di risveglio, ogni occasione di coscienza su questo tema è un passo in più verso una
democrazia compiuta. Per questo sono positive le mobilitazioni pubbliche, e ogni riflettore acceso su questo
tema. A questo coro di rinnovata coscienza (più che di indignazione) vogliamo unirci. Ma se davvero ci
interessa vivere il senso compiuto delle conquiste civili, costate così care a chi le ha strappate alla storia,
ciascuno deve essere cosciente della propria parte. Ogni libertà ha con sé un fardello di responsabilità
individuale, se non “di categoria”, che è parte integrante del patto sociale. Costa fatica rimanere desti, non
fermarsi alla superficie delle notizie, andare oltre la velina confezionata.
E’ di questo esercizio che dobbiamo esser degni, pagando un prezzo assai inferiore a quello che in ben
altri tempi, e in ben altre circostanze, noi stessi Italiani abbiamo saputo scontare. A schiena dritta è più
semplice tenere gli occhi aperti.
.

Nessun commento:

Posta un commento

Aiutiamoci e Facciamo Rete, per contatto ...
postmaster(at)mundimago.org

CONDIVIDI

Share
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

FEED

Subscribe

MI PIACE

Share

popolarita del tuo sito

widgets

members.internetdefenseleague

Member of The Internet Defense League

Add

disattiva AD BLOCK

Questo blog è autogestito Sostienici

Visualizzazioni totali

seoguru