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venerdì 9 luglio 2010

Il giorno del blackout contro la legge bavaglio RaiSet dà il meglio di sé stessa


Il giorno del blackout contro la legge bavaglio RaiSet dà il meglio di sé stessa
ASCOLTA L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 8 LUGLIO 2010
ASCOLTA L'ANALISI DEI TG DEL 8 LUGLIO 2010
ASCOLTA IL COMMENTO DEI TG DEL 8 LUGLIO 2010
LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 8 LUGLIO 2010


I TITOLI DELL'8 LUGLIO 2010 - Ci risiamo: alla vigilia dello sciopero dell'informazione contro la "legge bavaglio", il presidente del Consiglio campeggia in apertura su Tg1, Tg5, Tg 4, Tg2 e Studio Aperto, insomma RaiSet. Una sinergia editoriale che ripropone su diverse testate con la stessa impaginazione, ovvero in apertura, sempre le stesse dichiarazioni di Berlusconi raccolte da Studio Aperto e già andate in onda in alcuni Tg della mattina. Dunque, non è un furto ma un accordo che coinvolge cinque testate su sette. Non solo le stesse immagini e perché la cosa non sia mal interpretata il logo di “Studio Aperto” è ben visibile sul tg1 della Rai. Berlusconi ha parlato di manovra, di intercettazioni e dei terremotati strumentalizzati.

Una difesa a tutto campo quella di Berlusconi su una legge “sacrosanta”, così la definisce il Premier. Nessuno, afferma il Premier, ha parlato di legge Bavaglio quando a presentarlo fu il centro sinistra  nel 2007. Questo schieramento della flotta Rai Set si materializza, lo abbiamo detto, il giorno prima di quello che la Federazione Nazionale della Stampa ha definito “il rumoroso silenzio dell’informazione”. In aggiunta il Direttore del Tg5 Clemente Mimun, ha dichiarato attraverso un editoriale che non condivide lo sciopero che anche il suo CdR ha proclamato, e che costringerà, per una logica di corporazione, il suo Tg al silenzio. Del senso della giornata di domani parliamo nel commento con il Presidente della FNSI, Roberto Natale.
Ma tornando ai cinque Tg che abbiamo analizzato, c’è da dire che solo il tg3 e La 7 si sottraggono a questo schema obbligato. Per tutte e due impaginazione diversa con apertura sulla vicenda Carboni e le accuse di influenzare la Consulta sul Lodo Alfano. E poi, sempre in copertina il Tg3, la stessa sorte degli aquilani di ieri a Roma, è toccata oggi agli operai a rischio licenziamento di Milano. Il Tg1 ha dato una diversa analisi degli incidenti alla manifestazione di ieri a Roma, con un lungo servizio su provocatori estranei  ai terremotati.
Ma in una giornata di grande tensione c’è chi sta peggio di noi. Il Tg1 per tirarci su di morale mette in copertina la vicenda di due turisti italiani che pensavano di sbarcare a Sydney e invece erano in Canada. Chissà se dopo domani i Tg della flotta non diranno che abbiamo scioperato per una casetta in Canadà.



http://www.articolo21.org/1446/notizia/il-giorno-del-blackout-contro-la-legge-bavaglio.html



Il Commento di Roberto Natale, Presidente FNSI
(Intervista di Alberto Baldazzi)

La flotta RaiSet ha lasciato gli ormeggi. Cinque TG su sette aprono con lo stesso titolo, le stesse immagini e le stesse argomentazioni del Premier che , tra l’altro, se la prende molto con l’iniziativa FNSI di domani e difeso la legge sulle intercettazioni. Cosa dire?
Vedere i telegiornali di questa sera sembra dire che ormai stia passando una logica da mattinale. Il mattinale , per spiegarlo ai nostri ascoltatori, è la pubblicazione ad uso interno di una stretta cerchia Berlusconiana che viene mandata in giro ogni mattina per dare la linea. Sembra davvero che i telegiornali, cinque su sette, siano stati indottrinati: perché non è possibile, non è statisticamente possibile che tal numero di TG , facendo una libera scelta giornalistica come i direttori sarebbero tenuti a fare, scelgono esattamente lo stesso servizio e gli stessi temi

I servizi di questi 5 TG attraverso servizi dall’esterno o attraverso le stesse dichiarazioni di Berlusconi o facendone i commenti, segnalano come tutto questo can can contro la legge bavaglio non ci fu nel 2007 quando un analogo provvedimento fu presentato dal centrosinistra.. anzi questo provvedimento sarebbe passato con maggioranza bulgara. Che fece allora la FNSI?
Esattamente quella che ha fatto oggi. Esattamente il 30 giugno del 2007, voglio essere preciso cosi chi vuole può verificare, i giornalisti italiani scioperarono , anzi scioperammo per una giornata contro il disegno di legge Mastella: all’epoca c’era Prodi al posto di Berlusconi e Mastella al posto di Alfano. Chi oggi dimentica questo fa, come spesso accade, disinformazione. Lo fa il Presidente del Consiglio con questa dichiarazione falsa prima che faziosa: ma evidentemente il fatto che in questi cinque TG non sia stata riportata da nessuno una corretta informazione dice quale spaventoso grado di asservimento ci sia nell’informazione.

Roberto Natale, una risposta all’editoriale del direttore del Tg2 Clemente Mimun, che ha detto che sarà costretto domani al silenzio da una logica corporativa…
Mai come in questa occasione, si è trattato di uno sciopero che non ha i tratti del corporativismo, peggio della casta. E’ uno sciopero che facciamo in nome del diritto dei cittadini ad essere informati. Le caste o le cricche fanno i loro affari; noi non stiamo difendendo i nostri affari e molto meglio avrebbe fatto il direttore Mimun a usare un linguaggio più rispettoso della verità dei fatti. Peraltro non l’ha obbligato nessuno a scioperare; anche nella sua redazione, la grandissima parte dei colleghi e delle colleghe ha scelto liberamente di aderire ad uno sciopero del quale onestamente andiamo orgogliosi perché fatto in nome della Costituzione.

Cosa si aspetta il sindacato dei giornalisti dalla giornata di domani: una adesione totale, qualche eccezione, il senso rofondo, anche per quel che riguarda la partecipazione della rete che con sue modalità darà il suo apporto….
Nella carta stampata, abbiamo saputo oggi, ci sono le consuete eccezioni allo sciopero… vale a dire domani in edicola ci saranno Il Giornale, Libero, il Foglio, La Padania, Il Riformista. Il Secolo, il Tempo. I giornali che solitamente non scioperano, non sciopereranno nemmeno domani, anzi c’è qualche positiva novità anche su questo versante perché non saranno in edicola i quotidiani del gruppo Riffeser: Nazione, Resto del Carlino, Giorno, Quotidiano Nazionale, che invece tradizionalmente negli ultimi anni non avevano partecipato agli scioperi; non sarà in edicola Il Manifesto, che ha deciso di scioperare pur essendo cooperativa stante le ragioni importanti che sono alla base di questo sciopero. E poi c’è un’altra importante novità in questa giornata: siti e blog decidono di partecipare allo sciopero… anche l’informazione, diciamo così, non strutturata in forma redazionale classica, l’informazione della rete che assolve a una funzione importante, talora importantissima, decide di dare lo stesso segno che dà l’informazione più tradizionale. A riprova del fatto che davvero, stavolta, la protesta non ha le ragioni di una categoria, ma dà voce a quella parte grande della società italiana che non ci sta più a vedersi scippare il diritto ad essere informata.


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