lunedì 30 agosto 2010
I TOPI E IL COLONNELLO Gheddafi
Gheddafi ha vasti interessi in Europa, non solo in Italia, eppure il nostro Paese è l’unico che si presti anima e corpo alle sceneggiate del colonnello libico: per la seconda volta nel giro di un anno, Roma sarà praticamente bloccata dal caravanserraglio del despota, dalle sue tende, dai suoi cavalli, dai suoi capricci. Il cavaliere, autocrate assoluto con i suoi servi, davanti alla chioma unta e nerastra di Gheddafi si fa ronzino e arriva persino al baciamano come abbiamo potuto vedere.
Tutto questo per mantenere quattro atroci campi di concentramento in Libia che fra l’ altro non servono assolutamente a niente, nemmeno a fermare gli sbarchi che comunque sono una quota marginale dell’immigrazione?
Certamente no, questo è solo un pretesto per i babbei a cui ormai si può far ingollare di tutto. In realtà si tratta di affari personali del premier che con il colonnello ha interessi una tv interaraba e di affari del suo entourage affaristico, Impregilo, Marcegaglia e via dicendo. Quindi se il colonnello viene a Roma come se fosse una sua colonia, niente da obiettare: il cliente ha sempre ragione.
Naturalmente parliamo degli interessi che conosciamo: il fatto stesso che essi vengano citati solo sommessamente dai media di regime, lascia spazio al cattivo pensiero che ne esistano altri i cui file sono nascosti. Tanto più che poi gli affari veramente grossi e strategici come quello dell’estrazione del petrolio nel golfo della Sirte, vengono affidati ad altri, agli inglesi della BP gli stessi del disastro al largo della Louisiana.
Tutto questo mondo verminoso e sotterraneo lo possiamo immaginare. Ma credo che ci sia anche un ‘altra ragione per questo servilismo senza vergogna che probabilmente disgusta persino l’elettorato di Silvio. Il fatto che il nostro sistema produttivo, dopo un decennio di berlusconismo, è messo così male da doversi attaccare agli spazi lasciati liberi da altri anche a costo di fare i buffoni. La nostra è ormai un’economia che vive di interstizi tra i muri maestri di quelle più grandi. Un’economia da topi.
Fatto sta che mentre gli inglesi hanno conquistato il petrolio libico liberando Al Megrabi, l’organizzatore della strage di Lockerbie, il nostro governo e l’apparato economico che lo sostiene, conquisteranno le nostre briciole facendo incarcerare, deportare e torturare migliaia di persone. I topi hanno un muso, non una faccia.
Fonte : Il Simplicissimus2
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