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sabato 20 novembre 2010

SAVIANO non ha detto tutta la verita' su Bossi e Berlusconi



SAVIANO non ha detto tutta la verita'...


La LEGA NORD non e' in associazione solo con la NDRANGHETA...ha dimenticato di dire che la LEGA NORD campa da anni con l'estorsione rimborsi elettorali che campano da pappone sulle spalle di noi cittadini che da anni paghiamo mesate vergogna ai parlamentari della LEGA NORD...la LEGA NORD e' in associazione con la MAFIA come loro stessi hanno ammesso anni fa...oggi la LEGA NORD e' la migliore partner della MAFIA...

Ecco cosa diceva Bossi di Berlusconi tra il 94 e il 99.


L'Uomo di Arcore mostra le stesse caratteristiche dei dittatori, perché insiste nella sua volontà di non ritirare l'infame decreto Biondi che mette in libertà i peggiori ladri, concussori, corrotti, ricettatori (Umbero Bossi, 18 luglio 1994)


Berlusconi, uomo di Cosa Nostra, non poteva che essere di pasta profondamente antidemocratica. (...) Il Polo per le origini mafiose della ricchezza di Berlusconi gravita su Palermo (…) Berlusconi che è il capo di Forza Italia, un partito creato da Dell'Utri inquisito per mafia che con i suoi mezzi senza limiti tiene in vita tutti i partiti del Polo. (Umberto Bossi, Intervento al Congresso Federale Straordinario della Lega Nord, 24/25 Ottobre 1998 Brescia)


L'Uomo di Arcore mostra le stesse caratteristiche dei dittatori, perché insiste nella sua volontà di non ritirare l'infame decreto Biondi che mette in libertà i peggiori ladri, concussori, corrotti, ricettatori (Umberto Bossi, 18 luglio 1994)


Un Governo che ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità, la vecchia e collaudata massima di Bettino Craxi !(Umberto Bossi, discorso in parlamento, 21 dicembre 94)


Fu allora che si decise di buttare in campo Berlusconi e le sue televisioni, che sono molto più di tre, nascoste dietro vari prestanome. Un uomo dal passato impresentabile e con un patrimonio costruito grazie ad oscuri finanziamenti di società anonime: Cosa Nostra, Craxi, Andreotti, P2. (Umberto Bossi, congresso Lega Nord, 10/12 febbraio)


La caduta del suo governo? Berlusconi venga da me, che gliela spiego io...! Sono stato io a metter giu' il partito del mafioso. Lui comprava i nostri parlamentari e io l'ho abbattuto (Umberto Bossi, 21 Luglio 1998)


Il dramma di Berlusconi - aggiunge il leader leghista - e' che e' un palermitano che parla in meneghino, mandato apposta per fregare il Nord. Io questo lo compresi subito, compresi che bisognava evitare l'annientamento della Lega e mi comportai di conseguenza (Umberto Bossi, 21 Luglio 1998)


C'e' qualche differenza tra noi e lui... Peccato che lui sia un mafioso. Il problema e' che al Nord la gente e' ancora divisa tra chi sa che Berlusconi e' un mafioso e chi non lo sa ancora (Umberto Bossi, 12 Settembre 1998)


"E' un palermitano che parla meneghino, e' il meno adatto a parlare di riforme. L'unica riforma che veramente sta a cuore a Berlusconi e' che non vengano toccate le sue televisioni. Invece io dico che bisogna portargliele via, perche' le sue televisioni sono contro la Costituzione. La prima riforma da attuare e' quella di mettere in circolazione l'informazione. Berlusconi e' tutto tranne che un democratico" (Umberto Bossi, 12 Settembre 1998)


"Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Ce lo spieghi, il Cavaliere. Dalle finanziarie della mafia? Ci sono centomila giovani al Nord che sono morti a causa della droga". (Umberto Bossi, 12 Settembre 1998)


La Fininvest ha qualcosa come trentotto holding, di cui sedici occulte. Furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano, la banca Rasini, la banca di Cosa Nostra a Milano (Intervento di Umberto Bossi al Congresso Federale della Lega, Brescia, 27 Ottobre 1998)


"Silvio e' uomo della P2, cioe' del progetto Italia (Intervento di Umberto Bossi al Congresso Federale della Lega, Brescia, 27 Ottobre 1998)


Berlusconi ha fatto cio' che ha voluto con le televisioni, anche regionali, in barba perfino alla legge Mammi'(Intervento di Umberto Bossi al Congresso Federale della Lega, Brescia, 27 Ottobre 1998)


"Berlusconi è l'uomo di Cosa Nostra" (Intervento di Umberto Bossi al Congresso Federale della Lega, Brescia, 27 Ottobre 1998)


"Molte ricchezze sono vergognose, perche' vengono da decine di migliaia di morti. Non e' vero che "pecunia non olet". C'e' denaro buono che ha odore di sudore, e c'e' denaro che ha odore di mafia. Ma se non ci fosse quel potere, il Polo si squaglierebbe in poche ore. Ecco il punto". (Intervento di Umberto Bossi al Congresso Federale della Lega, Brescia, 27 Ottobre 1998)


Un massone piduista come l'arcorista non poteva che usare quel linguaggio. In fondo Berlusconi e' sempre stato un problema di "cosa sua" o "cosa nostra". Ma ne' mafia, ne' P2, ne' America riusciranno a distruggere la nostra societa". (Umberto Bossi, 24 Febbraio 1999)


Berlusconi ha avuto una fortuna straordinaria nel fare tanti soldi in cosi' poco tempo. E per di piu', passando dalla tessera 1816 della P2 e dai salvataggi che il suo amico Bettino Craxi ha piu' volte fatto al suo impero televisivo. A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini. Quella fondata anche da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che alla fine riusci' a mettere le mani su tutto l'istituto di credito. E in quella stessa Banca, dove lavorava anche il padre di Silvio, c'erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra". (Umberto Bossi, 2 Ottobre 1999)

la LEGA NORD oggi e' la migliore alleata della camorra tramite COSENTINO e' la migliore alleata della SACRA CORONA UNITA tramite FITTO...e' alleata con il piu' grande truffatore della storia italiana cioe' TREMONTI che in poco piu' di due anni e' mezzo di governo ha sperperato piu' di 200miliardi di euro che sono aumentati di debito pubblico...e' alleato con SACCONI che la moglie truffaldina ha venduto il pacco vaccini per la febbre suina al governo italiano e' alleato con GIANNI LETTA il ruffiano stato vaticano mafia mantiene i collegamenti in modo eccellenti e la sorella di LETTA ha anche truffato la croce rossa italiana...SCAJOLA quello dell'aeroporto personale ad albenga ed le case che non ricorda chi gliele ha regalate...quindi ROBERTO SAVIANO non ha detto la verita' dimenticandosi parecchi particolari...Petrus-Unicum stava osservandoalcune immagine registrate quando ha inseguito il Berlucifero che poi la perso nella nebbia come il capo ed alcuni membri della delegazione meta’porci e meta’ piovre trasformati dal berlucifero con un colpetto da70 MILIARDI DATI DAL Berlucifero A BOSSI…LEGA LADRONA E ROMA MAFIOSA…in quel periodo pignorata per debitila casa di Bossi… Tra gli appunti trovati nell’agenda sequestratale annotazioni di Sasini riportano schematicamente il presunto «accordo»…oggi la LEGA NORD bossi insieme ai suoi soci quello con la maglietta con le vignette di maometto…quello con la maglietta con scritto sopra i gay vanno deportato l’altro con la maglietta scritto sopra bruciare gli stranieri ei bambini dei rom e l’altro condannato per aver morso un polpaccio ad un poliziotto usano l’ammorbidente per la lingua per leccare il berlucifero in modo soave…SAVIANO non si capisce perche' deve essere crocifisso dai servi del giornale appartenente ad una famiglia di delinquenti che hanno commesso tutti ireati possibili ed immaginari...

Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio, patteggia per chiudere il processo per l'ex discarica di Milano52 milioni di euro per evitare il carcereFondi neri, corruzione e politici compiacenti



Grazie all'immondizia la Simec, già di proprietà del fratello del premier, ha guadagnato 243 miliardi di lire. Pagati dalla Regione, con i soldi dei contribuenti.Nel '96 Formigoni ordina il recupero ambientale della discarica. Le spese, a carico di Berlusconi e soci, sono invece scaricate sul gruppo Auchan, in cambio di un centro commerciale.



La storia è quella solita di tutte le Tangentopoli. Fondi neri, corruzione, fiumi di denaro pubblico che svaniscono nel nulla, politici compiacenti.



Questa volta però la vicenda potrebbe chiudersi ancor prima dell'inizio del processo, grazie a un maxirisarcimento: 52 milioni di euro, pari a quasi 101 miliardi delle vecchie lire.



Una somma - la più grossa mai recuperata da un'inchiesta penale su reati di pubblica amministrazione - che sono pronti a sborsare Paolo Berlusconi e un'altra trentina di imputati pur di chiudere definitivamente la faccenda della discarica di Cerro Maggiore, la più grande pattumiera d'Europa a due passi da Legnano, tra Milano e Varese.



Un intrigo da 150 miliardi di lire di fondi neri, al centro del quale c'è una società, la Simec spa, all'epoca dei fatti di proprietà del fratello del presidente del Consiglio e di Giovanni Butti, commercialista a Como.



Una società privata autorizzata dalla Regione Lombardia a costruire e a gestire, in quello che gli economisti definiscono regime di monopolio, “l'impianto di emergenza” ricavato da una ex cava.



Dove, tra il 1990 e il 1996, sono stati accumulati più di un milione di tonnellate di sacchi neri che in soli cinque anni e mezzo hanno fruttato alla Simec 243 miliardi di ricavi lordi. A pagare i quali è stata la Regione Lombardia. Ma con i soldi dei contribuenti.All'inizio fu un suicidio



L'inchiesta sulla più grande pattumiera d'Europa ha inizio il 13 maggio del 1997. Con un suicidio.



Quello di Luigi Ciapparelli, un italiano residente in Svizzera, amministratore delegato della Simec spa. Un anno e mezzo prima, Ciapparelli è diventato socio della Simec rilevando la quota del 50 per cento appartenente a Paolo Berlusconi. Un passaggio provvidenziale per il fratello del premier che doveva servire - preciserà - a far cessare quelli che considerava “attacchi continui e gratuiti” nei suoi confronti.



La discarica è in quel momento al centro di violentissime polemiche.



La Giunta regionale guidata da Roberto Formigoni (Forza Italia) ha infatti deciso di allargare l'area della discarica, per consentire lo sgombro delle migliaia di tonnellate di rifiuti provenienti ogni giorno dal capoluogo lombardo che, ancora privo di inceneritore, non sa dove collocarli.



Una decisione che scatena la protesta dei cittadini della zona, che decidono di formare un Comitato antidiscarica, capeggiato dal sindaco di Cerro Maggiore, Marina Lazzati.



I cittadini, esasperati, pur di impedire alla pattumiera a cielo aperto di rendere l'aria della zona ancora più irrespirabile di quanto già non lo sia, arrivano persino a fare lo sciopero della fame e, con tende e barricate, a bloccare i camion con l'immondizia.



Vengono anche denunciati per blocco stradale, ma poi tutti assolti dal giudice Renato Bricchetti, difficilmente etichettabile come “toga rossa”, visto che nel '94 si era candidato alle politiche per Forza Italia.



Il pacchetto azionario di Berlusconi jr finisce così a Ciapparelli, già presente nella Simec come socio di altri proprietari raccolti nella “Fideco”.



Ma la mattina del 13 maggio '97 il ragionier Ciapparelli decide di uscire per sempre di scena. E lo fa sparandosi un colpo alla testa con la sua Beretta 7.65 mentre è alla scrivania del suo ufficio, all'interno dell'impianto di smaltimento.



Quella mattina era giunto alla discarica visibilmente alterato o, come alcuni dipendenti raccontarono agli inquirenti, addirittura “infuriato”.



Un gigantesco muro di cemento, che avrebbe dovuto contenere la montagna di rifiuti e difendere la salute dei cittadini di Cerro e della vicina Rescaldina, stava cedendo. Scatenando ancora una volta l'ira dei cittadini della zona.



Da qui, forse, il gesto disperato di un imprenditore incapace di far fronte ai numerosi problemi della discarica.



Ma l'autopsia al ragioniere dà un risultato sorprendente: il proiettile non ha colpito la tempia dell'imprenditore, ma la sua nuca. E sulla pelle manca il classico alone dei colpi sparati a bruciapelo. Il ragioniere, insomma, si sarebbe sparato da qualche centimetro di distanza dietro la nuca. Una manovra - spiegano i medici legali - anatomicamente possibile, ma sicuramente inconsueta.Berlusconi jr indagato


Il pubblico ministero Margherita Taddei, di turno alla Procura di Milano la mattina del 13 febbraio '97, anziché chiudere il caso Ciapparelli (per il quale è stata poi ipotizzata l'“istigazione al suicidio”), incarica la Guardia di finanza di ricostruire la situazione economica e amministrativa della maxidiscarica.
Il 22 ottobre del '98 Paolo Berlusconi, fino al '95 socio di maggioranza della Simec, insieme ad altre venticinque persone, viene indagato per truffa ai danni della Regione Lombardia, falso in bilancio e appropriazione indebita.

Vengono sequestrati anche una trentina di miliardi di lire a lui “riferibili”.

Secondo l'accusa, con la prospettiva di maggiori costi, attraverso conti ritenuti irregolari, sarebbero state formulate tariffe superiori a quelle congrue, applicate poi alla Regione Lombardia e all'Amsa, la municipalizzata milanese che si occupa della nettezza urbana.


Tra le persone indagate di riciclaggio, per aver fatto da prestanome dei conti bancari, c'è anche l'ex moglie di Paolo Berlusconi, Mariella Bocciardo, alla quale alla fine del '98 la procura di Milano sequestra un conto di 43 miliardi di lire. “A pochi giorni dall'assoluzione completa per gli immobili della Cariplo - commentò all'epoca Berlusconi jr - il mio nome viene nuovamente tirato in ballo in modo pretestuoso”.Il trucco delle tariffe gonfiate


Molti miliardi sarebbero quindi finiti nelle tasche degli amministratori della Simec grazie alle tariffe gonfiate, coperte da una semplice operazione di bilancio: se da una parte ci sono ricavi lordi per 243 miliardi di lire, dall'altra siamo in presenza di pesanti “costi di smaltimento”.


Costi che la Procura non considera veri, ma frutto di “spese fittizie per almeno 150 miliardi di lire”, ad esempio per l'acquisto di macchinari, per consulenze amministrative e pubblicitarie.


O, il caso più eclatante, per l'acquisto avvenuto nel luglio del '94 dell'immobiliare “La Beffa”, costata alla Simec 30 miliardi di lire e rivenduta sei mesi dopo a soli 2 miliardi.


Una vera beffa, se si pensa che i 28 miliardi di perdita fittizia sarebbero tornati a nero sui conti di parenti, dipendenti e prestanome.


Ma l'indagine penale scatena l'interesse anche del fisco. Si apre per il fratello del Cavaliere un procedimento per evasione fiscale che, grazie al pagamento di 76 miliardi di lire all'ufficio Imposte di Milano, viene anche rapidamente archiviato.In scena il “governatore”


Il 28 marzo 2001, alle quattro di pomeriggio, il “governatore” lombardo Roberto Formigoni convoca una conferenza stampa per divulgare la notizia che nel giro di qualche giorno finirebbe ugualmente sulle pagine dei giornali: “Sono indagato per corruzione, ma di corruzione non c'è traccia, non si parla di una sola lira che mi sarebbe stata versata. Potremmo definirla una corruzione per conto terzi”.


Quello che il presidente della Regione non sa, o che dimentica di dire, è che il codice penale (articolo 319), prevede la punizione per corruzione del pubblico ufficiale che per compiere un atto contrario ai doveri di ufficio “riceve per sé, o per un terzo, denaro o altra utilità”.


In sostanza, Formigoni avrebbe dato una robusta mano a Berlusconi jr per cavarsi dall'impaccio gigantesco in cui si era trasformata la discarica di Cerro, sommersa dai debiti, contestata dagli abitanti della zona e dagli ambientalisti.

Ma veniamo ai fatti.

La discarica non è sicura. La Regione sa che potrebbe diventare da un momento all'altro una bomba ecologica.

Così nel febbraio del '96 Formigoni decreta la chiusura della discarica e ordina alle Simec di avvia re la bonifica, garantita da circa trenta miliardi di fideiussioni depositate da Paolo Berlusconi e soci.


Dopo un anno di lavori, però, il comune di Certo scopre che il muro di cemento che con tiene le tonnellate di rifiuti si è clamorosamente crepato, provocando una nuova rivolta popola re.


Per placare gli animi, la Simec non può che promettere di ricostruire il muraglione e di tener fede al suo impegno, sancito sette anni prima dalla convenzione con la Regione, e cioè la completa “messa in sicurezza” della discarica.


Per farlo, però, servono soldi, e le casse della società sono vuote.


A quel punto sarebbero dovuti intervenire a proprie spese i soci (ricordate le fideiussioni di trenta miliardi?).


Ed è qui che entra in ballo Formigoni.


Le spese del recupero ambientale, che dovevano esse re tutte a carico di Berlusconi e soci, sono invece scaricate sul gruppo Auchan-Rinascente (11 miliardi e 300 milioni di lire).


In sostanza il “governatore” lombardo, firmando nel '99 un nuovo accordo di programma “sul risanamento e la messa in sicurezza della discarica”, avrebbe permesso a Berlusconi jr di scaricare i costi del risanamento e di lasciare intatto il suo capi tale e quello del fratello maggiore Silvio, posti a garanzia.


La Fininvest infatti si era esposta direttamente nell'affare, firmando fideiussioni per 19 miliardi, che la Regione evitò di mettere all'incasso.


Nel ricevere l'avviso di garanzia, Formigoni ha commentato: “Chi non fa nulla campa tranquillo, chi si rimbocca le maniche e cerca soluzioni trova sempre un pubblico ministero pronto a sparargli addosso”.Il colosso francese


Da una parte la Simec, che deve pagare il risanamento, ma ha le casse vuote, dall'altra, l'Auchan, il colosso francese della grande distribuzione, che da anni attende di aprire un centro commerciale a ridosso della discarica, senz'altro con le casse piene. La soluzione non può che essere vicina.


Auchan prende su di sé i costi della messa in sicurezza della discarica e, come contropartita, la Regione avrebbe garantito il via libera all'apertura del grande magazzino.


Detto, fatto. Auchan dà un finanziamento di sei miliardi, si legge nell'ordinanza, “subordinato all'apertura del centro commerciale”.


Oltretutto, la cifra versata dai francesi alla Simec è assai più consistente del costo totale del risanamento della zona.


Grazie alle perizie dell'ingegner Mario Catania, docente universitario del Politecnico e braccio destro di Formigoni per i problemi ambientali, già arrestato per gli appalti sulle alluvioni, i sei miliardi di costo effettivo vengono raddoppiati. E la “cresta” sarebbe stata utilizzata per sistemare i bilanci della Simec.


Una soluzione perfetta per salvare capra e cavoli, deve aver pensato Formigoni. Una soluzione, diranno gli investigatori, che ha consentito “al presidente della Regione di uscire da una situazione in grado di comprometterne la propria futura credibilità politica senza recare dispiaceri di sorta alle società del gruppo Fininvest che avevano prestato le fideiussioni”.Maxitruffa, maximulta


Il 20 maggio prossimo il giudice Luca Pistorelli scioglierà la riserva. Se la proposta delle difese verrà accolta, Paolo Berlusconi e gli altri indagati, accusati di corruzione, bilanci falsi, appropriazioni indebite e peculato, dovranno versare 101 miliardi di vecchie lire di risarcimento, che andranno a rimpinguare le casse del comune di Milano, a cui andrà la fetta più consistente (95 miliardi), dei comuni di Ceno e di Rescaldina, della Regione e della Provincia di Milano.

Una strada, quella del patteggiamento, scelta dal fratello del presidente del Consiglio perché è a rischio carcerazione.


È già stato condannato a 13 mesi di reclusione per la vicenda giudizia ria del Golf club Tolcinasco, una storia di corruzione nell'hinterland milanese.


Gli avvocati, se il risarcimento offerto sarà accettato, chiederanno per il loro cliente una condanna complessiva, cumulativa con altre vicende processuali, pari a un anno e nove mesi. Tale dunque da poter rientrare nella sospensione condizionale. Per le tasche di Berlusconi jr significherà rinunciare ai 43 miliardi di lire già sequestrati in questi anni a sue società o asseriti “presta nome”, e metterne un'altra sessantina in denaro fresco.

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