Le Carte Parlanti

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Mundimago

martedì 31 gennaio 2012

Fingono di ridursi lo stipendio



Fingono di ridursi lo stipendio, 

sgamato l’ennesimo bluff della Casta . 


. Oggi pomeriggio, i quotidiani on line e il tg rilanciano pomposamente la notizia che i deputati si sarebbero ridotti lo stipendio di 1300 euro lordi (700 netti al mese). La notizia in realtà è una bufala perché la busta paga degli onorevoli rimarrà intatta nonostante la decisione dell’ufficio di presidenza della Camera scaturita dopo mesi d polemiche e di annunci con cui si dichiarava di voler riportare le indennità dei parlamentari italiani alle medie europei. A svelare il gioco di prestigio messo in atto dalla Casta per salvare le apparenze ma senza ridursi lo stipendio è il giornalista Franco Bechis: “Il segreto è tutto nelle nuove norme previdenziali dei parlamentari -scrive Bechis- che sono scattate dal primo gennaio scorso. Passando dal sistema retributivo a quello contributivo, i deputati si sarebbero visti lievitare la busta paga di circa 700 euro netti al mese, perchè non è più loro chiesto di versare tutti e due i contributi che versavano prima: uno per il vitalizio (1.006 euro al mese) e uno previdenziale (784,14 euro al mese), oltre alla quota assistenziale (526,66 euro al mese). La riforma delle pensioni avrebbe toccato solo marginalmente i deputati in carica (un anno su 5 di legislatura), che avrebbero recuperato ben più di quello svantaggio con i 700 euro netti in più in busta paga. Se la notizia degli stipendi aumentati fosse uscita, li avrebbero linciati. Così hanno deciso non di tagliarsi lo stipendio, ma di rinunciare a quell’aumento.”

Insomma continuano a prenderci in giro.

M.M. .

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lunedì 30 gennaio 2012

Oscar Luigi Scalfaro






Oscar Luigi Scalfaro


Oscar Luigi Scalfaro (Novara, 9 settembre 1918 – Roma, 29 gennaio 2012) è stato un politico e magistrato italiano, nono Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999. Fu eletto deputato ininterrottamente dal 1946 al 1992, quando, durante la sua presidenza della Camera dei deputati, fu eletto Presidente della Repubblica.

In precedenza era stato Ministro dell'Interno nel Governo Craxi I. Era senatore a vita aderente al Partito Democratico. Scalfaro, insieme a Sandro Pertini (che presiedette come membro anziano il Senato nel 1987) ed Enrico De Nicola (presidente della Camera, del Senato e della Repubblica dal 1º gennaio all'11 maggio 1948), ha ricoperto tutte le tre più alte cariche dello Stato: è infatti stato Presidente della Repubblica e Presidente della Camera, oltre ad avere presieduto provvisoriamente il Senato all'inizio della XV Legislatura.




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E' morto Oscar Luigi Scalfaro.
Noi di Libera.tv lo ricordiamo con un video realizzato in occasione della marcia per la Pace 2010.
La guerra non si può accettare MAI!


Davvero non si finisce mai di rimanere stupiti. E di doversi dolere per l'immaturità di un Paese che per metà ha osannato Berlusconi e per l'altra metà osanna qualsiasi cosa non sia Berlusconi: una sindrome infantile nella quale il nemico del mio nemico è mio amico. Lo si vede con le macellerie del governo Monti che avrebbero suscitato infinita indignazione sotto il Cavaliere (che non le faceva appunto solo per questo, non perché non fossero nelle sue corde) e lo vedo stamattina nelle migliaia di commenti sulla morte di Scalfaro.
L'ex presidente fu antiberlusconiano, su questo non ci piove. Negli ultimi anni ha difeso la Costituzione dagli assalti della banda di Silvio, certamente. Ma questo ruolo si inserisce in una visione completamente conservatrice nella quale il Cavaliere rappresentava non tanto una destra cinica e opportunista, quanto il barbaro affossatore del milieu politico tradizionale, travolto prima ancora che da mani pulite dalla sua incapacità di comprendere i tempi nuovi che si aprivano con la caduta del muro.
Tutta la storia del barone Scalfaro si svolge dentro una rigidità e un'ambivalenza di posizioni che in qualche modo testimoniano di un'idea della politica e della società basata sull'appartenenza di casta. Cosa questa che del resto fa parte di una storia familiare visto che l'antenato Raffaele Aloisio fu insignito del titolo nobiliare da Gioacchino Murat  e  presiedette dopo Waterloo il consiglio di guerra che condannò a morte il reggente napoleonico. Naturalmente in nome di una legge che lo stesso Murat aveva promulgato. Dico questo per evitare di aprire il capito sul pronipote prima iscritto al Pnf e poi autore di diverse condanne a morte di fascisti. Qualcosa che non è del tutto in contraddizione se si pensa che il potere appartenga a un certo ambiente, a una fede, a un modo di essere più che a una visione sociale.
A parte il celebre episodio del prendisole, offese e qualcuno dice anche schiaffo a una signora in leggero decolleté, Scalfaro fu sostenitore in seguito della legge truffa, sotto Scelba di cui era amico intimo si dette da fare per rendere più pesante la censura sui film. Agli inizi degli anni '60 fu tra i più feroci avversari dell'apertura a sinistra attivamente voluta da Moro e realizzata da Fanfani. L'ostilità al centrosinistra lo isolò dentro la Dc il che non gli impedì di ricoprire alcune cariche ministeriali e di essere una delle punte di diamante della battaglia contro la legge sul divorzio.
Nel '77 fu tra i firmatario del documento detto dei "Cento" in cui si chiedeva alla Dc e al segretario Zaccagnini di chiudere qualsiasi apertura verso il Pci. E paradossalmente fu proprio questa irriducibile ostilità dei confronti del partito comunista di Berlinguer che convinse Craxi a dargli la poltrona di ministro dell'Interno che Scalfaro ricoprirà dall'83  all' '87. Fu eletto al Quirinale dopo la strage di Capaci, intervenuta proprio durante le votazioni per la presidenza della Repubblica. I candidati forti, Forlani,  Andreotti e Spadolini non sembravano avere la forza di prevalere. L'uccisione di Falcone costrinse a comprimere i tempi e a focalizzare la scelta su Scalfaro che dopotutto - come disse De Mita - era un democristiano e, in quanto anticomunista, andava bene anche a Craxi. E come persona al di fuori degli scandali era presentabile a un Paese che nutriva un forte risentimento verso la politica.
Fin qui un presidente conservatore, per una politica conservatrice che già cominciava ad erodere le conquiste degli anni '70. La radice della trasformazione di Scalfaro in un nemico della destra berlusconiana e soprattutto dei suoi banditeschi parvenues, si ebbe forse nel '93 quando il presidente fu tirato dentro lo scandalo Sisde, dal quale risultava che vari ministri dell'interno avessero ricevuto fondi neri ingentissimi , circa 100 milioni al mese di allora. Scalfaro fece interrompere una partita di Coppa, per esprimere a reti unificate il suo "Non ci sto" ed esprimendo la tesi che il mondo politico preso di mira da tangentopoli stesse cercando di attuare una rappresaglia nei suoi confronti  sia per non aver firmato la legge Conso che era un colpo di spugna sul finanziamento illecito dei partiti, sia per non essere intervenuto come presidente del Csm per fermare i magistrati.
Scalfaro era certamente estraneo allo scandalo, nel senso che i fondi neri, probabilmente erano effettivamente dati ai ministri dell'Interno e dunque anche a lui, ma venivano utilizzati esclusivamente per fini di Stato: proprio il suo animus conservatore non si addice alla ruberia da mariuoli. Fatto sta che in seguito si opporrà alla nomina a ministro di Previti e soprattutto non darà a Berlusconi la chance di tornare alle elezioni dopo il famoso ribaltone. Non sappiamo se sia stato un bene o un male, ma sta di fatto che proprio allora nacque l'inconciliabile ostilità fra l'uomo della destra tradizionale Scalfaro e la destra brancaleonica di Berlusconi. Cosa questa che forse ha dato a qualcuno l'impressione che l'ex presidente fosse in qualche modo a sinistra.
Ma così non è. Certamente Scalfaro è stata una persona per bene, cosa ormai rarissima nella politica degradata da tanti anni di berlusconismo. Ma mi chiedo  - e non certo per non dare l'ultimo salito all'ex presidente o per non augurargli di riposare finalmente in pace o per un particolare cinismo di fronte alla morte - possiamo accontentarci che una persona sia onesta, persino ingenua, senza mettere in questione le sue idee politiche ? Non è una domanda che riguarda Scalfaro ovviamente, ma riguarda tutti noi e il tormentato presente. Riguarda il nostro senso della politica e il nostro avvenire: accontentarsi è già una sconfitta.

http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2012/01/29/scalfaro-leccentrico-conservatore/
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Glass-Steagall : Separazione Bancaria




Chi sostiene Glass-Steagall.


Questa la lista – che aggiorneremo costantemente – di coloro che sostengono il ritorno alla separazione bancaria.
OWS – il movimento Occupy Wall Street


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Watch live streaming video from globalrevolution at livestream.com
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Luciano Gallino
Guido Rossi
Pontificio Consiglio Justitia et Pax del Vaticano
Giulio Tremonti
Carlo Azeglio Ciampi
Giulio Sapelli
Marco Onado
Franco Bernabè
Paolo Andrea Colombo presidente dell’Enel
Massimo Mucchetti, giornalista
Robert Reich


Michael Moore, regista
Commissione Vickers, Gran Bretagna
Sigmar Gabriel, presidente del partito socialdemocratico Spd, in Germania
Francois Hollande, politico in corsa per l’Eliseo in Francia
Thomas Hoenig, vice presidente della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) negli Stati Uniti
Timothy Garton Ash
Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, Chiesa Anglicana
 


n.b. L’immagine “Glass-Steagall or die” è una re-interpretazione del famoso slogan coniato da Benjamin Franklin “join or die” nella campagna per unire i singoli stati nella guerra d’indipendenza contro l’impero britannico.

http://nobigbanks.it/2012/01/29/chi-sostiene-glass-steagall/


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Proposte

- Stabilizziamo il debito pubblico e Vietiamo le scommesse sui nostri titoli di stato.
NO ai derivati sul debito pubblico, NO alle decisioni sul debito di banche e hedge funds internazionali. 
- Separiamo le banche d’affari dalle banche commerciali invece di finanziare i salvataggi bancari.
Fino agli anni Novanta era vietato l’uso dei depositi per fini speculativi, c’era un muro che separava le banche di investimento e le tradizionali banche commerciali che erogano credito. Poi hanno abbattuto i muri, unendo tra loro servizi bancari, servizi di investimento ed attività assicurative, conseguentemente le holding finanziarie hanno preso a operare anche nel settore degli strumenti derivati, tra i quali si annidano molti di quei titoli cosiddetti “tossici” che hanno in gran parte determinato l’esplosione dell’attuale crisi finanziaria.
Perchè invocare la Separazione tra Banche d’affari e banche di deposito?
1) Il compito delle Banche: Prestare Soldi, non finanziare il gioco d’azzardo nel casinò mondiale con i nostri risparmi.
Chi vive nella vita reale ha bisogno di prendere denaro a prestito dall’economia finanziaria.
Prima il ceto medio guadagnava bene da metter via una parte maggior del reddito e si prestavano soldi attraverso intermediari finanziari che rispondevano al nome di banche commerciali locali e cooperative di risparmio. La Borsa si occupava delle nuove emissioni azionarie.
Ma la legge del periodo della Depressione (legge Glass Steagall) che separa gli investimenti dall’attività bancaria fu cambiata negli anni Novanta: abolita quella legge, si è aperta la porta ad una grave distorsione, visto che la principale funzione delle Borse è fare scommesse finanziarie.
2) Finanziamo l’aumento del tenore di vita degli italiani.
3) Chiudiamo il casinò mondiale! Questo sistema che da quarant’anni è orientato alla speculazione finanziaria, un sistema fatto di gioco d’azzardo in cui far affluire i capitali un tempo investiti in grandi imprese scientifiche-tecnologiche dalle grandi ricadute nei rami dell’imprenditoria privata.
4) La Politica deve difendere gli interessi di tutti.
Dobbiamo essere veri e coraggiosi, sappiamo tutti che sulla politica grava il peso di un’accusa infamante: servire gli interessi di pochi grandi gruppi interessati a se stessi. C’è un diffuso malessere per la percezione che i partiti politici non lottano per affermare gli interessi di tutti.
E allora: sarà possibile ottenere le riforme sulle banche affinchè i politici si fanno difensori degli interessi della popolazione? O dobbiamo accettare il diktat della lettera della Bce? Tagli, tagli, tagli…?
Il premio Nobel Paul Krugman ha scritto sul Sole24Ore che “raramente, nel corso degli eventi umani, così tante persone si sono impegnate così tanto per fare così tanti danni”.
Krugman accusa la Banca centrale europea di sposare con entusiasmo la dottrina dell’austerità:“Queste organizzazioni farebbero bene a farsi un esame di coscienza e a chiedersi come hanno fatto a sbagliare così clamorosamente nonostante si vantino di essere le depositarie della saggezza”.
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Partecipa!

Mettiti in contatto con noi e attivati, discuti, scrivici, proponi idee e iniziative nella tua città!
    nobigbanks [at] gmail.com
Il successo della campagna NOBIGBANKS si misura sulla capacità di vincere la sfida di Davide contro Golia. Intendiamo:
- far parlare di noi e attirare l’attenzione sulle proposte forti per spezzare il potere di banche e finanza.
- ricercare il sostegno e l’endorsement di personaggi pubblici importanti, come Robert Reich (ex ministro Usa di Bill Clinton).
- favorire il coinvolgimento attivo dei cittadini fino a creare una community: solo se le persone si convinceranno dell’importanza di NOBIGBANKS potremo ottenere un largo sostegno e una profonda diffusione.
- creare partnership: la diffusione di NOBIGBANKS in cambio di notorietà e pubblicità ai professionisti/consulenti nelle nostre iniziative.
Nasciamo per portare a conoscenza della gente la legge GLASS-STEAGALL. Vuoi partecipare a NOBIGBANKS?
1. ci serve una mappatura per la tua città dei soggetti/amici da contattare/coinvolgere con servizio mailing iniziale (se preferisci restare anonimo, potreste indicarci le email le inoltreremo direttamente dal nostro indirizzo), sindacati, categorie economiche, Università, pagine locali di giornali e giornali online, imprenditori, studenti, disoccupati.
2. organizzazione di momenti di incontro-discussione nella tua città.
3. produzione di materiali audio-video per il sito così da arricchirlo: i video sono molto importanti, come pure le immagini, i materiali informativi che possiamo veicolare on line e stampare per fare il volantinaggio.
Per il momento la priorità è dare risalto al sito e alla Fanpage su Facebook NOBIGBANKS.it cui chiediamo di iscriversi, diffondere e pubblicizzare.

Questo messaggio lo dedico ai folli.
A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso.

Potete citarli. Essere in disaccordo con loro.

Potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potete fare è ignorarli.

Perchè riescono a cambiare le cose.

E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, io ne vedo il genio.

Perchè solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.

Mahatma Gandhi


 LEGGI TUTTO QUI :

 http://cipiri.blogspot.com/2012/01/separazione-tra-banche-daffari-e-banche.html




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sabato 28 gennaio 2012

Formigoni, Mazzette, cosche mafiose e tangenti.



Formigoni, il cerchio si stringe

 Ecco i dossier in arrivo dalla Svizzera. 

Mazzette, cosche mafiose e tangenti.


Massimo Ponzoni, consigliere e sottosegretario regionale Pdl, straordinario collettore di voti per "il grande capo Formigoni" in Brianza, già assessore lombardo all'Ambiente e alla Protezione civile: arrestato dai magistrati di Monza per una valanga di tangenti urbanistiche e per due bancarotte immobiliari, con imprese svuotate per finanziare le campagne elettorali. Franco Nicoli Cristiani, ras del Pdl a Brescia, consigliere regionale e assessore all'Ecologia nelle prime giunte Formigoni: incarcerato dai giudici di Brescia e Milano subito dopo aver intascato una mazzetta di 100 mila euro (e ne aspettava altri 100 mila) per autorizzare una discarica fuorilegge di scorie d'amianto. Pierangelo Daccò, imprenditore-faccendiere internazionale di stretta osservanza ciellina, proprietario dello yacht di una delle tante vacanze gratuite del governatore lombardo: arrestato da altri magistrati milanesi per traffici milionari di fondi neri, prelevati dalle casse dell'indebitatissimo ospedale San Raffaele.

Tre nomi, tre inchieste che marcano solo alcuni dei passaggi più recenti delle tempeste giudiziarie che da mesi scuotono i vertici della Regione Lombardia. Imbullonato dal 1995 alla poltrona di presidente, Roberto Formigoni da Lecco, 64 anni, oggi è un politico assediato dagli scandali. Se n'è accorto anche Umberto Bossi ("Ormai ne arrestano uno al giorno") che ha rumorosamente minacciato di togliere l'appoggio della Lega e far crollare la giunta. A rischio di scatenare un regolamento di conti nel centrodestra in tutto il Nord. Forte del potere garantito dalla poderosa macchina del consenso targata Comunione e liberazione, il "celeste" governatore resta trincerato in cima al grattacielo più alto della metropoli (si è fatto costruire un apposito Pirellone-bis, naturalmente con soldi pubblici), ma mostra tutto il suo nervosismo gridando al complotto di inesistenti giudici comunisti, gli stessi che avevano chiesto il carcere per il suo sfidante di sinistra Filippo Penati. E per la prima volta dichiara che potrebbe non ripresentarsi nel 2015, con la malcelata speranza di ricompattare la sua base, superare la bufera e puntare su Roma. Gli scandali però si moltiplicano. Dalla sanità alle grandi opere, dai rifiuti alla mafia. Gli sviluppi delle tante inchieste aperte restano imprevedibili. E un colpo di scena inatteso, che "l'Espresso" è in grado di rivelare, arriva dalla Svizzera.

Pochi giorni fa i giudici elvetici hanno trasmesso ai pm milanesi nuovi documenti bancari, che sembrano quasi la fotografia di un peccato originale. Un sistema di conti esteri che per almeno un decennio, quello dell'ascesa e consacrazione del governatore lombardo, ha nascosto e custodito un fiume sotterraneo di finanziamenti che irrorava una specie di cupola di Cl. Soldi versati segretamente da aziende del gruppo Finmeccanica, compresa l'ormai famosa Selex (già Alenia), e dai petrolieri italiani coinvolti nello scandalo Oil for food. Ora le carte documentano che il conto più importante era gestito da due tesorieri ciellini. Almeno uno di loro, negli stessi anni, viveva vicino a Formigoni. Molto vicino. Praticamente sotto lo stesso tetto.

Via Dino Villani è una strada a gomito tra il centro e la periferia nord di Milano, a cinque minuti di macchina dalla Regione. L'immobile con le finiture più ricche è un palazzo a forma di "L", protetto da un alto muro di cinta che lascia intravedere solo il parco e i comignoli dei camini. "C'era anche una piscina", racconta un vicino. Ma chi è il proprietario? E chi ci vive? A rispondere è un ex custode: "Era di Ligresti. Poi è diventato la villa del presidente Formigoni, che ha abitato qui per molti anni. Ora l'immobile è stato ristrutturato e diviso in appartamenti messi in vendita".

Le visure catastali documentano che il palazzo era ed è tuttora di proprietà dell'Immobiliare Costruzioni (Im.co), la scatola edilizia della famiglia Ligresti. La ristrutturazione, stando ai ricordi dei vicini, sarebbe partita poco dopo i primi articoli di stampa sul ruolo di tre amici di Formigoni nello scandalo Oil for food.

Finora si sapeva che gli assessori ciellini all'urbanistica milanese, da Maurizio Lupi in poi, facevano il possibile per aiutare i maxi-progetti del costruttore siciliano, che da re del mattone è nel frattempo diventato imperatore dei debiti. Ma si ignorava che negli stessi anni Formigoni in persona fosse, nella migliore delle ipotesi, inquilino di Ligresti. Visti gli autorevoli precedenti di Scajola e Tremonti, però, non si può escludere che lo fosse a sua insaputa. Anche perché quel palazzo non ospitava solo lui: almeno fino all'autunno 2006, quella era una casa-comunità dei Memores Domini, l'associazione che organizza i ciellini più devoti, quelli che convivono in gruppi chiusi che ricordano i "numerari" dell'Opus Dei o i "sigilli" di don Verzè.

Insieme a Formigoni, allo stesso indirizzo di via Villani 4 ha vissuto per anni Alberto Perego, un fiscalista milanese degli studi Sciumè e Interfield. Lo dichiara lui stesso, il 13 ottobre 2006, deponendo in procura come testimone nell'inchiesta Oil for food. Il pm gli chiede se per caso è lui a essersi intestato, per conto dei Memores, un deposito svizzero chiamato Paiolo: è il forziere dove tra il 1994 e il 2004 sono finiti, tra l'altro, 829 mila dollari versati dalle industrie militari del gruppo Finmeccanica. Perego conferma di far parte dei Memores, spiega che nella casa-comunità di Formigoni viveva anche il suo segretario Fabrizio Rota, ma smentisce qualsiasi pasticcio elvetico: "Non ho mai avuto conti esteri né alcun rapporto con Finmeccanica". Il pm Alfredo Robledo, sulla base di altri documenti e testimonianze, lo indaga per falsa testimonianza. Ora sta per aprirsi il processo. E la Svizzera, il 12 gennaio scorso, ha finalmente trasmesso il documento ufficiale con i nomi dei beneficiari del conto Paiolo, aperto nel lontano 1991, prima di Tangentopoli, alla Bsi di Chiasso.

Il primo titolare è proprio Alberto Perego. Ma la vera sorpresa è che il conto Paiolo, quello che ha custodito fino al 2004 i soldi di Finmeccanica poi travasati verso ignote destinazioni, ha anche un secondo contitolare. Un altro tesoriere occulto di Cl, secondo l'accusa. Che almeno per ora resta senza identità: le autorità svizzere hanno cancellato il suo nome dalle carte. E la procura di Milano non ha fatto una piega, perché rientra nelle regole del gioco: è il segno che si tratta di una persona che finora non è mai emersa nelle indagini italiane. Per cui ha diritto di restare protetta dal segreto bancario svizzero. Morale: nella saga dei conti esteri dell'aristocrazia ciellina, spunta un nuovo mister X delle tangenti bianche.Sul governatore assediato, però, incombono emergenze giudiziarie più gravi del processo all'amico Perego, destinato a quasi sicura prescrizione.

Non a caso Formigoni, mentre è costretto a contare i suoi ex assessori arrestati (compreso Piergianni Prosperini, già condannato), ora ammette addirittura che forse fu "un errore" ricandidare Nicoli Cristiani, un berlusconiano sceso a patti con Cl senza farne parte, o Ponzoni, che però faceva comodo come recordman delle preferenze, tanto da riconquistare un posto in lista nel 2010, quando era già notoriamente indagato (oltre che intercettato con i suoi amici imprenditori della 'ndrangheta). Il governatore però non parla mai di mariuoli, mele marce o traditori. E non solo perché sa che molti degli attuali detenuti politici erano generosi anche con lui.

Come dimostrano le foto, scoperte da "l'Espresso", di Formigoni in costume da bagno sullo yacht di Daccò. O la testimonianza dell'imprenditore pentito che, per comprare "al presidente" un regalo da 12 mila euro, giura di essersi fatto accompagnare in gioielleria dal suo portaborse, in compagnia di Ponzoni.

Il problema più grave, come osserva Bossi con il consueto garbo, è che la lista degli indagati e arrestati continua ad allungarsi. E oltre ai personaggi più in vista comprende molti altri nomi di sicura obbedienza ciellina.

Qualche esempio? Antonino Brambilla, nominato assessore della Provincia di Monza nonostante la condanna definitiva di Tangentopoli (mazzette sui rifiuti ai tempi dell'emergenza discariche a Milano), è stato appena riarrestato come presunto complice di Ponzoni. Il vicedirettore dell'Arpa, l'agenzia regionale deputata a difendere i lombardi dagli inquinatori, dopo le manette sta vuotando il sacco sulle tangenti all'amianto di Nicoli Cristiani. Antonio Chiriaco, manager calabrese di cliniche lombarde, promosso direttore sanitario della ricchissima Asl di Pavia con nomina "fiduciaria" della giunta Formigoni, è in galera dal 2010 non per concorso esterno, ma come mafioso organico della 'ndrangheta. Rosanna Gariboldi, assessore del Pdl pavese fino al giorno dell'arresto e moglie del parlamentare Giancarlo Abelli, uno dei più potenti alleati del governatore, è stata già condannata a due anni di reclusione: riciclava sul suo conto a Montecarlo i fondi neri di Giuseppe Grossi, il re degli inceneritori targati centrodestra, scomparso per malattia mentre era indagato per colossali disinquinamenti-fantasma, con frodi fiscali e corruzioni da Milano a Sesto.

Ognuna di queste inchieste potrebbe far partire un effetto-valanga. E a questo punto molti altri imprenditori agganciati alla Compagnia delle Opere, il carro economico di Cl, ora temono le manette per tangenti ambientali o edilizie. Costruttori, disinquinatori e asfaltatori sono terrorizzati dalla scoperta che nelle inchieste sull'urbanistica regionale c'è almeno un pentito con i verbali coperti da "omissis". Mentre i fornitori sanitari sono impressionati dal vortice di fatture false, fondi neri e spese pazze emerso sullo sfondo delle rovine del San Raffaele, l'ospedale che per Formigoni era "il fiore all'occhiello della sanità lombarda". E che in realtà ha accumulato un passivo - scoperto solo dopo il suicidio del manager Mario Cal - di un miliardo e mezzo di euro. Anche se incassava la bellezza di 600 milioni all'anno di rimborsi sanitari pubblici, per tre quarti garantiti dagli amici ciellini della Regione Lombardia.

Va sottolineato che Formigoni in passato è sempre stato assolto e allo stato non risulta neppure indagato. Il suo nome però continua a ripetersi anche nelle indagini più spinose. Un esempio? Pierluca Locatelli, l'imprenditore che ha corrotto Nicoli Cristiani, nel novembre scorso cercava una raccomandazione per i primi maxi-appalti dell'Expo 2015. Intercettato, ne parla con un funzionario corrotto. Che gli riferisce di aver interessato "Paolo Alli", il sottosegretario ciellino che sta diventando il braccio destro di Formigoni. E com'è andata? "Il presidente ha dato l'ok", assicura il funzionario corrotto dell'Arpa. Per adesso sono soltanto parole. Intercettazioni che attendono riscontri. Ma in Regione Lombardia, dopo vent'anni di affari in libertà, con la crisi sembrano tornati i tempi di Mani Pulite.

fonte L'Espresso

LEGGI ANKE
http://cipiri.blogspot.com/2012/01/formigoni-dimissioni-e-subito-al-voto.html

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CARCERE S. VITTORE

EXPO 2015 E' SOLO UN SET CINEMATOGRAFICO

11mila metri quadrati di EXPO 2015 saranno solo delle enormi scenografie a causa dei ritardi.

Venerdì 13 è partito un bando di gara del valore di 1.100.000 euro
 per appaltare il “camouflage” delle zone incompiute...
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giovedì 26 gennaio 2012

RIFORMA DEI PARTITI E DEI SINDACATI - CODICE ETICO






Per fare un esempio il contributo elettorale erogato nel 2008 è stato di oltre 500 milioni di euro a fronte di una spesa totale di 130 milioni di euro.. Praticamente vengono regalati ai partitti nostri soldi per un totale circa di 380 milioni di euro.. Se questo non è uno scandalo cosa è..!!
Per tutto ciò premesso :

CHIEDIAMO

1)      L’ attuazione dell’articolo 49 della Costituzione con una legge ordinaria che preveda la responsabilità dei partiti di fronte alla legge e ne sanzioni le violazioni e che garantisca il controllo della correttezza e della trasparenza della vita interna dei partiti;

2)      Registrazione degli Statuti dei partiti presso il Parlamento;

3)      Certificazione di Bilanci dei partiti secondo le norme del codice civile;

4)      Nomina di un revisore dei conti esterno e autonomo dai partititi;

5)      Nomina di un Provibiro esterno per garantire la democrazia interna dei Partititi;

6)      Obbligatorietà di elezioni primarie tra i cittadini per la selezione delle candidature;

7)      Esclusione delle candidature delle persone rinviate a giudizio o condannate per qualsiasi reato;

       8)  Responsabilità penale e civile dei segretari politici e dei
             tesorieri e decadenza dagli incarichi per violazioni degli
              Statuti e delle leggi dello Stato;

       9)   Erogare rimborsi elettorali pubblici ai partiti dati per le  
             spese effettivamente sostenute con l’obbligo di produrre
             pezze giustificative: bolle, fatture, scontrini ecc;

       10) Per ridurre i costi della politica proponiamo che il
            finanziamento ai giornali di partito  dato per l’effettiva
             vendita dei giornali riscontrabile dagli abbonamenti e
             vendite effettive;
  Queste sono alcune proposte che  noi riteniamo importanti per rinnovare lo status quo politico. Noi siamo sostenitori di una vera Democrazia, non di facciata ma reale basate non sulle oligarchie di un regime partitocratico ma su un vero stato di diritto.
In questi decenni  i partititi hanno creato una distanza fra loro e i propri elettori abissale, questa distanza riguarda la società civile. I partiti purtroppo rappresentano solo se stessi e i loro interessi di bottega  fautori nel paese di caste , lobby dimenticando il bene collettivo.
Troppi privilegi e la non trasparenza hanno fatto si, che la gente ormai sfiduciata, amareggiata e disillusa  non creda più allo stato di diritto . Il nostro è uno stato fondato da furbi  e i politici agevolano i medesimi furbi ladri e disonesti istituzionali infischiandosene delle leggi che promulgono. Noi non vogliamo che ciò sia il nostro ma soprattutto il futuro dei nostri figli e delle nuove generazioni. Noi abbiamo già pagato un pesantissimo prezzo in nome di ideali ormai morti ed oggi utili solo alla partitocrazia che li usa  solo per perpetuarsi.
E’ per questo che come cittadini usando le opportunità che questa democrazia  ci concede, ancora ,abbiano ritenuto opportuno e socialmente utile inviare queste  nostre  proposte
Cordiali saluti.

Gabriele Cervi
(fondatore del gruppo su facebook  riforma dei partiti e dei sindacati codice etico)

 https://www.facebook.com/groups/cervi/

http://riformiamoipartitieisindacati.myblog.it/archive/2012/01/25/proposte-per-migliorare-e-riformare-lo-status-quo-in-politic.html

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Giorno della Memoria


La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Il Giorno della Memoria nell'epoca del revisionismo

La sensazione è che mai come quest’anno il Giorno della Memoria avrà valore politico e morale e sarà fondamentale momento di riflessione non solo su ciò che è accaduto ma anche e soprattutto su quello che sta accadendo e su quello che potrà accadere. La mia generazione è forse stata l’ultima a studiare la storia recente prima del subdolo revisionismo degli ultimi anni, quello che ha avuto e ha tutt’ora la pretesa di fare paragoni tra gli olocausti, quello che si arroga il diritto di gareggiare su quale dei due stermini, quello operato dai nazisti e quello dei comunisti sovietici e di Tito, sia stato più grave, dimenticando che da entrambi dobbiamo trarre insegnamento per non fare accadere più una tale disumana barbarie.
E’ vero, la mia generazione e quelle precedenti non hanno studiato i tremendi fatti delle Foibe, ma credo nessuno possa non avere un moto di orrore di fronte a questa ignobile pagina di storia, a prescindere dal proprio credo politico. Ma non mi sogno di valutare se essa sia più o meno grave dei campi di sterminio dei nazisti. Non ha senso il confronto, ha senso solo la presa di coscienza dell’orrore. Comparare le stragi è imperdonabile mancanza di rispetto verso le vittime e prova del fatto che non si è capita la lezione della storia.
Oggi, grazie a quasi vent’anni di governo delle destre, abbiamo una generazione di giovanissimi nati e cresciuti in ambienti in cui professarsi fascista non è più vergognoso come dovrebbe essere. In questi ambienti si studia una storia unilaterale il cui scopo è soltanto quello di sovvertire la cultura storica precedente e non di correggerla ed integrarla con nuove informazioni. .
Il risultato è una nuova ondata di antisemitismo strisciante, subdolo, nascosto ma non meno preoccupante di quello che portò alle teorie sulla razza di Hitler ed un razzismo generalizzato e violento che porta a conseguenze estreme come gli attacchi ai campi Rom e alle stragi di extracomunitari per mano di persone troppo frettolosamente definite pazze. E la reazione a questa nuova cultura, ancora minoritaria ma prepotentemente visibile sui media, tarda a venire. Non viene dalla Chiesa e non viene dagli ambienti di sinistra. Il silenzio fu complice allora e rischia di esserlo anche in futuro. Bisogna che le persone di cultura, di quella cultura laica aperta e sensibile, trovino o si impegnino a trovare la verità storica, senza ipocrisie e tornaconti politici ma, soprattutto, senza comparazioni. Il male è assoluto e prescinde dalle ideologie. Che il Giorno della Memoria ci dia questo insegnamento.

Luca Craia

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 Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
(Bertold Brecht)

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Antisemitismo a sinistra

L’antisemitismo non ha confini di credo politico. Del resto anche in Russia fu applicato ampliamente ed è diffuso in tutto il mondo. Ma quello di sinistra, per la verità non così diffuso ma presente, è insopportabile proprio perché di sinistra. Almeno è insopportabile a chi, come me, è di sinistra e non lo condivide. Oggi, vigilia del giorno della memoria, trovo sparsi sulla rete messaggi, foto, citazioni, che allineano l’olocausto nazista con l’uccisione di civili palestinesi, donne, bambini. E’ evidente che dobbiamo ribellarci all’uso indiscriminato della violenza che viene troppo spesso applicato da Israele. Ma come si fa a fare il paragone con l’olocausto? Sembra che in questo modo si giustifichi l’orrore nazista. Sembra il tentativo revisionista dei fascisti di paragonare le foibe ai campi di sterminio. Sembra sempre lo stesso giochetto del “i miei morti sono più morti dei tuoi” che piace tanto ai revisionisti fascisti e faziosi. Puerile, stupido, crudele, insopportabile. L’olocausto è un insegnamento che vale per tutti, anche per Israele. Ma mostrare la foto di una bambina palestinese barbaramente uccisa dai soldati israeliani e scriverci sotto che quella non è Anna Frank e la propaganda non se ne occupa è meschino, crudele e manca di rispetto agli stessi morti palestinesi, strumentalizzati per fini politici. La Shoah non deve più ripetersi, e per fare in modo che questo accada tutti dobbiamo ricordare e inorridire solo al pensiero che quell’orrore vada a verificarsi di nuovo. Ma per far questo bisogna avere rispetto dei morti e della storia. E smetterla con le meschinità.

Luca Craia

DA :  http://laperonza.myblog.it/macrocosmo/

 LEGGI ANCHE

Il Giorno della Memoria in Italia



Il 27 gennaio 1945, verso mezzogiorno, la prima pattuglia alleata giunse in vista del lager di Auschwitz. Il mondo seppe di una verità che ancora ferisce e grida l'orrore dell’Olocausto. Con una legge pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000 la Repubblica italiana, come altri stati europei, riconosce il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, come "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte e affinché simili eventi non possano mai più ripetersi. CONTINUA
http://cipiri.blogspot.com/2009/01/il-giorno-della-memoria-in-italia.html

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sciopero generale proclamato dall’Unione Sindacale di Base






Il 27 gennaio Senza Tregua invita tutti gli studenti a scendere in piazza insieme ai lavoratori, nel giorno dello sciopero generale proclamato dall’Unione Sindacale di Base. 
Una scelta fondamentale in questo momento in cui il governo Monti si appresta a condurre le peggiori politiche di attacco ai lavoratori dipendenti, agli studenti, ai pensionati, ai piccoli lavoratori autonomi. Il governo Monti è un governo non eletto da nessuno, diretta emanazione dei poteri forti, dell’Unione Europea e del grande capitale finanziario; dietro la definizione di governo “tecnico” si cela il peggiore degli intenti politici, che neanche un governo di destra era riuscito a portare avanti fino in fondo: dare l’ultima spallata ai diritti conquistati dal dopoguerra ad oggi, sul lavoro, sulle pensioni, così come sulla scuola, l’università e la sanità. Tutto questo usando la leva del debito pubblico e del giudizio dei mercati, che come una spada di Damocle pende continuamente sulle nostre teste. In questa situazione accogliamo positivamente la scelta dell’Usb e degli altri sindacati di base di proclamare uno sciopero generale, che valutiamo come inizio per un processo più ampio di costruzione di una reale opposizione sociale in questo Paese, a partire da un programma minimo:

- Opposizione al governo Monti, governo dei poteri forti e dell’Europa che si appresta a portare avanti le peggiori riforme in nome della volontà dei mercati.

- No al pagamento del debito e nazionalizzazione delle banche: non accettiamo il continuo ricatto di un debito usuraio, che la crisi la paghino le banche.

- No all’Unione Europea, che persegue solo gli interessi delle banche e delle grandi imprese e schiaccia lavoratori e studenti.

- Abolizione dei contratti precari, salario minino garantito e riduzione dell’orario di lavoro a parità di contribuzione, ripristino dell’adeguamento automatico dei salari all’inflazione, questa la nostra ricetta contro la disoccupazione.

- immediato passaggio sotto controllo collettivo di tutte le imprese che delocalizzano la produzione, perché lo Stato eserciti le possibilità previste dalla Costituzione e dia ai lavoratori la gestione delle imprese trasferite all’estero in nome del profitto.

Sulla base di questo programma invitiamo tutti gli studenti, medi ed universitari, i giovani lavoratori, a scendere in piazza il 27 gennaio e a condividere un percorso unitario per la costruzione di un’opposizione sociale alle politiche del governo Monti.


Collettivo studentesco Senza Tregua.



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mercoledì 25 gennaio 2012

Separazione tra Banche d’affari e banche di deposito



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http://youtu.be/enomt2JU-kY

A Piazza Pulita su LA7 il servizio della giornalista Francesca Nava che intervista un esponente di NOBIGBANKS.it
www.nobigbanks.it


 Separazione tra Banche d’affari e banche di deposito

Glass-Steagall

Dobbiamo dividere le banche in due tronconi: da una parte le banche dedicate al credito per famiglie e imprese, dall’altra le banche che giocano in borsa, che fanno finanza speculativa giocando con i propri soldi, non con quelli dei risparmiatori: questo il senso dello standard della Glass-Steagall del 1933.
La Glass-Steagall sancisce la separazione fra attività bancaria tradizionale e quella di investimento (Banche di Affari): le due attività non possono essere esercitate dallo stesso intermediario, sancendo in questo modo a separazione tra banche di deposito e banche d’affari (investment bank).
Fu il Presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt a volere la legge Glass-Steagall, nella foto lo vediamo all’atto della firma.
Fu Bill Clinton nel 1999, come ultimo atto formale prima di lasciare la Casa Bianca, a promulgare la Gramm-Leach-Bliley Act con cui abrogò le disposizioni della Glass-Steagall Act.
L’abrogazione ha permesso la costituzione di gruppi bancari che al loro interno hanno consentito, seppur con alcune limitazioni, di esercitare sia l’attività bancaria tradizionale sia l’attività di investment banking e assicurativa.
In Italia riuscimmo addirittura ad anticipare Bill Clinton, con la introduzione del Testo unico bancario del 1993 che ha abbattuto le barriere tra i due tipi di attività bancaria alzate dalla legge del 1936 esattamente come ha fatto il Gramm-Leach-Bliley Act in America.
L’abrogazione ha scoperchiato il vaso di Pandora, generando una frenetica attività finanziaria che è pagata adesso dalle famiglie, le imprese e gli stati.

Proposte

- Stabilizziamo il debito pubblico e Vietiamo le scommesse sui nostri titoli di stato.
NO ai derivati sul debito pubblico, NO alle decisioni sul debito di banche e hedge funds internazionali. 
- Separiamo le banche d’affari dalle banche commerciali invece di finanziare i salvataggi bancari.
Fino agli anni Novanta era vietato l’uso dei depositi per fini speculativi, c’era un muro che separava le banche di investimento e le tradizionali banche commerciali che erogano credito. Poi hanno abbattuto i muri, unendo tra loro servizi bancari, servizi di investimento ed attività assicurative, conseguentemente le holding finanziarie hanno preso a operare anche nel settore degli strumenti derivati, tra i quali si annidano molti di quei titoli cosiddetti “tossici” che hanno in gran parte determinato l’esplosione dell’attuale crisi finanziaria.
Perchè invocare la Separazione tra Banche d’affari e banche di deposito?
1) Il compito delle Banche: Prestare Soldi, non finanziare il gioco d’azzardo nel casinò mondiale con i nostri risparmi.
Chi vive nella vita reale ha bisogno di prendere denaro a prestito dall’economia finanziaria.
Prima il ceto medio guadagnava bene da metter via una parte maggior del reddito e si prestavano soldi attraverso intermediari finanziari che rispondevano al nome di banche commerciali locali e cooperative di risparmio. La Borsa si occupava delle nuove emissioni azionarie.
Ma la legge del periodo della Depressione (legge Glass Steagall) che separa gli investimenti dall’attività bancaria fu cambiata negli anni Novanta: abolita quella legge, si è aperta la porta ad una grave distorsione, visto che la principale funzione delle Borse è fare scommesse finanziarie.
2) Finanziamo l’aumento del tenore di vita degli italiani.
3) Chiudiamo il casinò mondiale! Questo sistema che da quarant’anni è orientato alla speculazione finanziaria, un sistema fatto di gioco d’azzardo in cui far affluire i capitali un tempo investiti in grandi imprese scientifiche-tecnologiche dalle grandi ricadute nei rami dell’imprenditoria privata.
4) La Politica deve difendere gli interessi di tutti.
Dobbiamo essere veri e coraggiosi, sappiamo tutti che sulla politica grava il peso di un’accusa infamante: servire gli interessi di pochi grandi gruppi interessati a se stessi. C’è un diffuso malessere per la percezione che i partiti politici non lottano per affermare gli interessi di tutti.
E allora: sarà possibile ottenere le riforme sulle banche affinchè i politici si fanno difensori degli interessi della popolazione? O dobbiamo accettare il diktat della lettera della Bce? Tagli, tagli, tagli…?
Il premio Nobel Paul Krugman ha scritto sul Sole24Ore che “raramente, nel corso degli eventi umani, così tante persone si sono impegnate così tanto per fare così tanti danni”.
Krugman accusa la Banca centrale europea di sposare con entusiasmo la dottrina dell’austerità:“Queste organizzazioni farebbero bene a farsi un esame di coscienza e a chiedersi come hanno fatto a sbagliare così clamorosamente nonostante si vantino di essere le depositarie della saggezza”.
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Supporters

Robert Reich sostiene la nostra iniziativa per dividere le banche (legge Glass-Steagall). 
“Il settore finanziario globale sta diventando un’enorme bisca che mette a rischio l’economia reale. Il migliore modo per fermare questo processo è separare le attività bancarie ordinarie da quelle d’affari. I banchieri d’affari che vogliono fare scommesse finanziarie non dovrebbero avere il diritto di rischiare i soldi delle persone che si aspettano solidità e sicurezza. La bisca dovrebbe essere nettamente separata dalle funzioni bancarie ordinarie che consistono nel remunerare i depositi ed erogare prestiti in modo prudente“.
Robert B. Reich
Docente di Politiche pubbliche all’Università di Berkeley (California)
Ministro del Lavoro USA durante la presidenza di Bill Clinton
Berkeley, California
15 ottobre 2011
Lo ringraziamo e invitiamo a leggere i suoi articoli su: http://robertreich.org/

Partecipa!

Mettiti in contatto con noi e attivati, discuti, scrivici, proponi idee e iniziative nella tua città!
    nobigbanks [at] gmail.com
Il successo della campagna NOBIGBANKS si misura sulla capacità di vincere la sfida di Davide contro Golia. Intendiamo:
- far parlare di noi e attirare l’attenzione sulle proposte forti per spezzare il potere di banche e finanza.
- ricercare il sostegno e l’endorsement di personaggi pubblici importanti, come Robert Reich (ex ministro Usa di Bill Clinton).
- favorire il coinvolgimento attivo dei cittadini fino a creare una community: solo se le persone si convinceranno dell’importanza di NOBIGBANKS potremo ottenere un largo sostegno e una profonda diffusione.
- creare partnership: la diffusione di NOBIGBANKS in cambio di notorietà e pubblicità ai professionisti/consulenti nelle nostre iniziative.
Nasciamo per portare a conoscenza della gente la legge GLASS-STEAGALL. Vuoi partecipare a NOBIGBANKS?
1. ci serve una mappatura per la tua città dei soggetti/amici da contattare/coinvolgere con servizio mailing iniziale (se preferisci restare anonimo, potreste indicarci le email le inoltreremo direttamente dal nostro indirizzo), sindacati, categorie economiche, Università, pagine locali di giornali e giornali online, imprenditori, studenti, disoccupati.
2. organizzazione di momenti di incontro-discussione nella tua città.
3. produzione di materiali audio-video per il sito così da arricchirlo: i video sono molto importanti, come pure le immagini, i materiali informativi che possiamo veicolare on line e stampare per fare il volantinaggio.
Per il momento la priorità è dare risalto al sito e alla Fanpage su Facebook NOBIGBANKS.it cui chiediamo di iscriversi, diffondere e pubblicizzare.

Questo messaggio lo dedico ai folli.
A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso.

Potete citarli. Essere in disaccordo con loro.

Potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potete fare è ignorarli.

Perchè riescono a cambiare le cose.

E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, io ne vedo il genio.

Perchè solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.

Mahatma Gandhi

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martedì 24 gennaio 2012

NO ai caccia F-35




 Un mese di mobilitazione per dire NO ai caccia F-35

Il mese di Febbraio 2012 sarà caratterizzato dalle azioni della campagna che culmineranno con una manifestazione a Roma di “consegna delle firme” al Governo.

Dal 7 febbraio associazioni e gruppi locali si attiveranno a sostegno della campagna "Taglia le ali alle armi" promossa da Sbilanciamoci!, Tavola della Pace e Rete Italiana per il Disarmo con il sostegno di Unimondo, GrilloNews e Science for Peace per chiedere al nostro Governo di non procedere all'acquisto di 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighter F-35.
La data di inizio di questa nuova fase della campagna, che è attiva del 2009 e già ha raccolto oltre 45.000 adesioni, non è scelta a caso: "In quello stesso giorno nel 2007 il sottosegretario Forcieri firmava l'accordo per la partecipazione alla seconda fase del programma - sottolinea Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo - in cui si mettevano le basi anche per il successivo acquisto. Ma senza prevedere, come recentemente è stato dimostrato, alcuna penale prima della firma di un nuovo contratto: qualcosa che non è mai avvenuto e che ci permetterebbe ancora un dietro-front"
Proprio quanto chiedono le realtà promotrici della campagna, che sottolineano gli enormi costi che avrebbe per il nostro paese una tale decisione (almeno 15 miliardi per l'acquisto e circa il triplo considerando anche il successivo mantenimento) in una fase di crisi economica che impone grossi sacrifici a tutti gli italiani.
“In un momento di grave crisi per tutto il Paese troviamo fuori luogo che il Ministro-Ammiraglio Di Paola nei suoi monologhi televisivi continui imperterrito a difendere l’F-35, promettendo al massimo qualche sforbiciata – precisa a riguardo Massimo Paolicelli della Rete Italiana per il Disarmo - Parlare di un programma di elevato valore operativo, tecnologico e industriale vuol dire non tenere in considerazione i rilievi negativi dello stesso Pentagono ed i ripensamenti di molti paesi partner nel progetto”. Sono infatti diverse che denunciano il continuo lievitare dei costi a causa dei tempi di sviluppo e produzione che si allungano per mettere mano ai forti deficit qualitativi dell’aereo. Chi oggi dovesse firmare il contratto per l’acquisto dell’F-35 si assume la forte responsabilità di gettare al vento ingenti somme di denaro pubblico. “Che motivo abbiamo per farlo? Per la velleità di alcuni Generali di spacciare l'Italia per media potenza militare industriale, violando palesemente il dettato della nostra Costituzione”, conclude Paolicelli.
La campagna “Taglia le ali alle armi” è disponibile in qualunque sede ad un confronto con il Ministro Di Paola e i funzionari del Ministero della Difesa sui dati e sulle prospettive del programma F-35
Gli stessi soldi stanziati per i caccia potrebbero essere impiegati in mille altri modi più utili sia economicamente che socialmente. “Con i 15 miliardi da spendere per gli F-35 potremmo costruire 45mila asili nido pubblici, creando oltre 200mila posti di lavoro – sottolinea Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! - oppure mettere in sicurezza le oltre 13mila scuole italiane che non rispettano le norme antisismiche e quelle antincendio”; anche in questo caso il risultato sarebbe positivo anche sul fronte economico con nuove opportunità per moltissime imprese e decine di migliaia di posti di lavoro creati.
Le giornate di sostegno alla campagna (che si annunciano numerose e creative) culmineranno poi nella data del 25 febbraio, scelta come giornata delle "100 piazze d'Italia contro i caccia F-35".
“Il primo obiettivo di questa nuova mobilitazione è spingere il Parlamento e ogni singolo parlamentare a discutere in modo aperto e trasparente sugli F-35. L'appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi dello scorso 25 settembre non deve cadere nel vuoto – ricorda Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace - Il Parlamento deve impedire innanzitutto che si crei il fatto compiuto. L'Italia non può permettersi oggi di impegnare ulteriori 15 miliardi di euro, oltre ai quasi 3 già spesi, per l'acquisto e il mantenimento di questi bombardieri, senza che ci sia un chiaro e onesto dibattito pubblico sulle esigenze e le priorità a cui dobbiamo rispondere”.
In maniera simbolica l'avvio della mobilitazione è stato dato nel fine settimana a Verona, dal palco che ha ospitato la festa per il 50° anniversario del Movimento Nonviolento. "La costruzione di un avvenire di nonviolenza parte anche da scelte concrete di disarmo e riduzione delle spese militari - sottolinea Mao Valpiana presidente dell'associazione fondata da Aldo Capitini - ed è quindi naturale che chi lavora quotidianamente in questa prospettiva di costruzione della pace sia tra i primi a muoversi contro questo mastodontico progetto d'armamento costosissimo, contrario allo spirito della nostra Costituzione e forse anche inutile militarmente".
L'invito che la campagna lancia a tutti i gruppi locali impegnati su questi temi è quindi quello di organizzare momenti di informazione e raccolta firme, cercando anche di coinvolgere gli Enti Locali nell'approvazione di una mozione di sostegno alla mobilitazione.

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Tutte le informazioni sulla campagna si possono trovare sui siti delle organizzazioni promotrici:
www.perlapace.it (Tavola della Pace) – www.sbilanciamoci.org (Campagna Sbilanciamoci!) - www.disarmo.org (Rete Italiana per il Disarmo)

La petizione online (con i dettagli per la raccolta di firme cartacee) è invece raggiungibile all'indirizzo www.disarmo.org/nof35


***
Per contatti stampa
Rete Italiana per il Disarmo: segreteria@disarmo.org – 328/3399267

Tavola della Pace - Ufficio Stampa: Floriana Lenti 338/4770151
stampa@perlapace.it 075/5734830 - Fax 075/5739337

Sbilanciamoci! - Ufficio Stampa: 06/8841880 info@sbilanciamoci.org

Link dove firmare
http://www.peacelink.it/
campagne/person.php?id=82&id_topic=37

Link informazioni sulla campagna
http://www.disarmo.org/
rete/a/34753.html

Il PD del Trentino contro gli F35
http://www.perlapace.it/
index.php?id_article=7693

Palermo dice no agli F35
http://www.perlapace.it/
index.php?id_article=7712

L'evento di NOI
http://www.facebook.com/
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La nostra adesione
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Bavaglio per il web, Addio libertà di post


 Passa l'emendamento bavaglio per il web. Addio libertà di post

L'autore dell'«emendamento bavaglio» per il web, il leghista Giovanni Fava, è volato negli Usa per una serie di incontri istituzionali sulle norme antipirateria e ha lasciato dietro di sé una vera e propria rivolta sulla Rete. È approdata infatti in aula alla Camera la legge comunitaria che, grazie alle modifiche proposte dal Carroccio, prevede all'articolo 18 procedure decisamente più snelle per far rimuovere dalla rete contenuti ritenuti illegittimi.

In altre parole, con la nuova norma, basterà una mail del soggetto interessato - e non più il necessario intervento dell'Agcom o dell'autorità giudiziaria - per costringere il «prestatore» di servizi Internet (Google, YouTube, Facebook, siti di ogni genere) a rimuovere il contenuto oggetto di contestazione. E tutto questo accade proprio nei giorni in cui il Senato e il Congresso Usa rinviano sine die la trattazione di due contestatissimi provvedimenti di legge - Sopa (Stop Online Piracy Act) e Pipa (Protect Ip Act) - sotto la pressione di un vero e proprio sciopero del web.

L'emendamento del deputato Fava - che ci aveva già provato il 15 luglio scorso presentando la proposta di legge 4511 - è passato senza grosse opposizioni in commissione Affari europei anche perché il governo, rappresentato dal ministro Enzo Moavero non ha preso una posizione e si è rimesso all'Aula.

E così è uscito fuori un testo che estende a «qualunque soggetto interessato» la possibilità di intimare al prestatore di servizi internet la rimozione del contenuto (testo, immagine, video, file audio) ritenuto illegittimo o illegalmente diffuso. Le deroghe previste dal decreto legislativo 70 del 2003 ora verrebbero meno dal momento in cui il prestatore di servizi «viene a conoscenza del fatto che l'attività o l'informazione è illecita per quanto attiene ad azioni risarcitorie...».

I partiti, che si erano distratti in commissione, ora ci hanno ripensato. La Rete è in ebollizione da giorni e così sono già pronti gli emendamenti soppressivi - per cancellare la norma introdotta dal leghista Fava - già presentati dal Pd, dall'Idv e da Fli. Anche se nel Pdl si sta molto ragionando su un meccanismo di «censura» che pretenderebbe di domare il fenomeno della pirateria limitando la libertà di espressione degli utenti.

Antonio Di Pietro (Idv) è già partito alla carica: «Giù le mani dalla Rete, ancora una volta vogliono censurarci». Giuseppe Giulietti (Misto) e Vincenzo Vita (Pd) parlano di «allarme rosso perché così si rende possibile a qualsiasi utente chiedere la chiusura di un hosting provider senza nessun ruolo affidato alla magistratura e all'Agcom».

Stamattina Benedetto Della Vedova e Flavia Perina (Fli) terranno una conferenza stampa con l'associazione articolo 21 di Giulietti per presentare gli emendamenti soppressivi. Secondo l'ex direttrice del Secolo d'Italia, «ha veramente capito poco di Internet chi pretende di contrastare la pirateria e gli atti illeciti compiuti in rete riducendo la libertà di espressione...». Il voto in Aula sulla legge comunitaria è previsto per la prossima settimana.


Articolo 21



Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta 
ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art.111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.




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