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mercoledì 23 settembre 2015

Miss Italia 2015


ECCO LE MIE MISS ITALIA


Franca Lanzone, Luigia Comotto, Paola Garelli,

la bellezza della Resistenza

Tra le “cose belle” che la nostra città ha, c’è anche una Medaglia d’Oro al Valor Militare per quanto compiuto dalla popolazione nel corso della Resistenza. “Non valsero a frenare lo slancio generoso né la precarietà di mezzi, né la preponderanza delle forze avversarie, né la barbarie a cui queste ispirarono la loro spietata opera di repressione con arresti in massa, deportazioni, torture, fucilazioni, massacri di innocenti e distruzioni” si legge, tra l’altro, nella motivazione del conferimento di questa onorificenza.

Eppure, anche a Savona, dovevamo aspettarcelo. Dopo la retorica sui “ragazzi di Salò”, che accomunava caduti partigiani e fascisti in nome del motto “i morti son tutti uguali”, è arrivata l’ora dell’altra metà del cielo… nero. Il tentativo di sdoganamento riguarda le donne della Repubblica di Salò. Giovani e giovanissime collaborazioniste che, con le loro delazioni, avviavano i “ribelli” verso un destino di atrocità e sofferenze, oppure ausiliarie delle forze armate della R.S.I., il cui unico scopo era supportare gli oppressori.

Tutto va bene, nel calderone di questi storici della domenica, appassionati della ricerca finalizzata alla distorsione della verità, che poi è una sola: le “rese dei conti” che si fanno alla fine di una guerra di Liberazione (contro un oppressore straniero valentemente aiutato da una fetta di italiani) sono sempre sempre e, ahimé, per forza di cose, sanguinose.

In occasione del settantesimo anniversario della Liberazione, pare forse più giusto ricordare quelle donne e quegli uomini che ci hanno permesso di vivere una vita libera e non sotto il giogo nazista. Tra tutte le partigiane e le antifasciste savonesi ne ricorderemo tre, come simbolo di tutte le altre: Franca Lanzone, Paola Garelli e Luigia Comotto, fucilate per rappresaglia il 1° novembre 1944 sulla fortezza del Priamar. Tre donne di 25, 28 e 68 anni.

Le loro colpe? Eccole, nelle carte dei repubblichini.

Paola Garelli,colpevole di appartenere a una organizzazione antinazionale, ingaggiatrice di elementi femminili a fini cospirativi, distributrice di manifestini sobillatori, colpevole di disarmo di militari e incitamento alla diserzione.

Franca Lanzone, colpevole di appartenenza a organizzazione cospirativa di propaganda anti italiana, di incitamento alla diserzione di tre soldati repubblicani.

Luigia Comotto, colpevole di favoreggiamento all’assassinio di un Ufficiale Superiore repubblicano.

La rappresaglia scattò dopo l’uccisione di un ufficiale della R.S.I. in via dei Mille, a Savona. In un primo tempo il dito venne addirittura puntato contro i vigili del fuoco, dalla cui caserma sembravano essere partiti i colpi, in un secondo tempo venne individuato come possibile luogo di appostamento del cecchino una delle case poste ai piani alti della via, tra cui quella della Comotto. L’anziana, benchè conoscesse il nome dello sparatore, nonostante le sevizie, nel corso degli interrogatori oppose sempre uno strenuo silenzio, pronunciando una sola frase: “Sono vecchia, non servo a niente, invece i nomi dei giovani che cercate servono alla libertà e non sarò io a dirveli. Fate quello che volete, io non parlerò”.

A queste donne deve andare oggi il nostro pensiero e la nostra gratitudine. Non a quelle giovani che si unirono all’oppressore nazifascista e, per la loro scelta – loro e di nessun altro, si badi! – pagarono a prezzo della loro vita. A queste riserviamo la pietà per i morti, dovuta ad ogni essere umano.



il, 25 aprile 2015, noi non dimentichiamo, anche attraverso la poesia di Elena Bono dedicata a Luigia Comotto:



Per Luigina Comotto, savonese

Fucilata a settant’anni.

Il tuo mucchietto d’ossa insanguinate.

Per salvare quei giovani

non hai rinunciato alla vita

ma alla tua morte

la dolce morte da tanto tempo aspettata.

Un giorno doveva venire

col velo nero

ed il viso di cera

della Donna dei Sette Dolori

e sedertisi accanto

sospirando e pregando insieme,

la buona morte odorosa d’incenso

nella stanzetta ordinata

tutto uno specchio

in un brillio di candele,

i garofani sparsi sul letto

e le vicine intorno

a recitare il rosario

con tintinnio di corone,

ora l’una ora l’altra che dice

asciugandosi gli occhi:

– Com’è rimasta bene,

pare quand’era ragazza.-

Quest’altra morte tu

non la conosci,

la strana morte col casco d’acciaio

e la bestemmia fra i denti,

il furgone cellulare

coll’urlo della sirena,

il poligono di tiro,

in fondo là il muro;

tu non sai come metterti

che cosa fare

se puoi aggiustarti le vesti

farti un segno di croce.

Troppo tardi queste cose per impararle,

e che diranno le tue vicine,

morire una morte così

da scomunicati.

Eppure anche Nostro Signore

qualche donna l’ha avuta sotto la croce.

Oh Madre dei Sette Dolori

morire una morte così

tutta diversa.

Ma non vorresti sbagliare.

Con un dito tremante

sfiori la manica del graduato,

che per favore scusi

che cosa bisogna fare.

– Tu niente. Soltanto morire, –

ride il casco d’acciaio.

E ride il plotone allineato.



ECCO LA MAMMA DI MISS ITALIA 2015 CHE DICE
Chiamatela pure “raccomandata” oppure limitatevi a darla della “capra”, se questo è ciò che vi rende felici oltreché potenti mostri del web. Alice S., eletta Miss Italia 2015, è il trending topic delle ultime 48 ore, per la sua contestata performance in televisione che ha notevolmente infastidito gli internauti più saccenti e spietati. A poche ore dall‘intervista pubblicata su U.Post, è F. F., la mamma di Alice, a voler rispondere alle critiche provenienti dai social e dai giornali. E lo fa con voce straziata dal pianto, a tratti rabbiosa per il caos che si è scatenato nelle ultime ore e che l’ha colpita dritta al cuore. “C’è modo e modo di accanirsi. Alice l’ha presa malissimo, perché essere attaccata è normale e sarebbe successo anche se avesse detto la cosa più intelligente del mondo. 
Ma ha Risposto alla Domanda :
In quale periodo storico avreste voluto vivere? 
la neo Miss ha risposto 'Nel 1942, al tempo della guerra. 
Tanto io sono donna e sarei stata a casa'. 
ANNA FRANK cosa ti avrebbe sussurrato ?
questo post è
DEDICATO A MISS ITALIA 2015
ed a tutti i fascistidelterzomillennio
http://cipiri.blogspot.it/2015/09/danni-sessuali-per-le-scelte-di.html



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