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venerdì 27 ottobre 2017

Se Non hai votato Non ti Aiutiamo




Referendum autonomie, la ritorsione del sindaco: "Non hai votato? Non ti aiutiamo"

Succede a Casorate Sempione, in provincia di Varese. Casi simili anche in altri Comuni

Non sei andato a votare al referendum? Peggio per te: da ora in poi, se avrai bisogno di qualcosa in Comune, il sindaco si guarderà bene dal darti ascolto. O meglio: controllerà le ricevute del "voto" per l'autonomia della Lombardia, e se il tuo nome non compare - prova tangibile che hai disertato i seggi - puoi scordarti l'aiuto delle "istituzioni".

Sembra roba di un altro mondo. Invece succede in Lombardia: a Casorate Sempione, 5.700 abitanti in provincia di Varese. Ma anche in altri Comuni. Una sorta di ritorsione post voto, tipo "lista di proscrizione" , che divide i cittadini "buoni" da quelli "cattivi": i "buoni" sono quelli che sono andati a votare (possibilmente Sì), i "cattivi" sono quelli rimasti a casa. Evidentemente scontento per l'affluenza, il sindaco di Casorate, Dimitri Cassani, lista civica di centrodestra, lui ex Udc, martedì ha scritto un post più che eloquente, con il quale ha "avvisato" i cittadini. "Grazie alle ricevute - spiega a chiosa di un commento sull'esito referendario - si potrà mappare  chi ha effettivamente votato, così tanto per rispondere a chi, già da questa mattina, verrà a chiedere aiuto alle istituzioni!".

I casoratesi che non hanno votato, in buona sostanza, sappiano che il Comune sarà meno bendisposto nei loro confronti. Il sindaco Cassani ce l'ha anche con chi ha messo la "sordina" alla consultazione voluta dai governatori leghisti. "L'informazione. Più che di Stato, direi quasi di regime. L'ordine prioritario era SILENZIO, non parlarne, nessun dibattito, nessuna informazione, derubricato a un mero evento locale - scrive su Fb -. Basti pensare che l'unica diretta ieri sera (domenica scorsa, ndr) era su Sky". Poi una frecciata alla sinistra: "Ha cercato di condizionare l'esito, facendo credere che si chiedeva la secessione, modello Catalogna e che era un'iniziativa elettorale della Lega".

E di chi è stata? verrebbe da chiedere al primocittadino di Casorate. "Le dichiarazioni di Cassani sono il segno di una situazione grave e paradossale - attacca il piddino Tiziano Masson, consigliere di minoranza con la Lista civica democratica - si sta tornando alle liste di proscrizione. Chiedo: ma il referendum l'hanno fatto per contarsi loro e avere il talloncino del riscontro? Se la finalità era questa, il referendum perde di senso". La "ritorsione" di Cassani ha sollevato un polverone.  "Frasi inaccettabili, soprattutto se pronunciate da un uomo delle istituzioni", lo ha attaccato Samuele Astuti, segretario provinciale Pd varesino. "Un'uscita improvvida e imbarazzante", taglia corto il deputato dem Daniele Marantelli. Lui, Cassani, si difende parlando di  "una frase estrapolata". Lo stesso primo cittadino ricorda poi di non essere il solo amministratore a esprimere un simile punto di vista. Sì, insomma, a ricordare ai cittadini che il voto era "mappato"...

Una posizione simile, anche se più sfumata, è stata esplicitata in un post dal suo quasi-omonimo collega di Gallarate, Andrea Cassani: la frase  - accompagnata da critiche agli stranieri neocittadini italiani, che avrebbero disertato le urne - rientra nel campionario di uscite provocatorie alle quali il Cassani di Gallarate ha abituato i suoi cittadini. A ogni modo: la reprimenda con tanto di utimatum sfornata dai due sindaci varesotti fa il paio con le parole di un'altra donna delle istituzioni: la consigliera regionale bergamasca Lara Magoni. Che l'altro giorno ha postato queste parole: "Da oggi prima di chiedermi qualsiasi tipo di supporto mostratemi la RICEVUTA di voto che vi è stata rilasciata sul Referendum". Più chiaro di così.

Le reazioni. E il caso anima il dibattito politico. Il Pd ha annunciato la presentazione di una interrogazione parlamentare. E Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, commenta: "Un sindaco, un rappresentante delle Istituzioni non può comportarsi così. È contro la legge, è contro il buonsenso. Ci auguriamo che il prefetto di Varese nelle prossime ore faccia tutti i passi necessari per ripristinare la legalità. Uno così non può fare certo il sindaco".

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