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venerdì 29 giugno 2018

Matteo Salvini rilancia l’idea del condono

Matteo Salvini rilancia l’idea del condono

Tasse, “buco da 9,6 miliardi nella rottamazione delle cartelle”. 
Governo pensa ad allargare la pace fiscale alle liti fiscali.

Secondo la Corte dei Conti la definizione agevolata dei ruoli voluta dal precedente esecutivo "ha avuto essenzialmente finalità dilatorie” e manca all'appello quasi metà dei 17,8 miliardi di introiti attesi. Intanto i commercialisti certificano che l'evasione è "un fenomeno trasversale per quasi metà riconducibile a chi una partita Iva non ce l’ha”. 
Il condono verso l'allargamento ai contenziosi pendenti.

Nel fisco i numeri non tornano e, certifica la Fondazione nazionale commercialisti, l’evasione dilaga anche tra la categorie più insospettabili. Intanto il ministro Matteo Salvini rilancia l’idea del condono delle cartelle fino a 100mila euro con l’allargamento anche alle liti fiscali. E il collega Luigi Di Maio allunga i tempi della fattura elettronica per i benzinai posticipando al gennaio 2019 l’entrata in vigore di un provvedimento che rende più trasparenti le transazioni. Nel frattempo la Cprte dei Conti rende noto che l’operazione di “rottamazione” lanciata dal governo Renzi è stata più che altro un’occasione per rinviare i pagamenti alle calende greche: nei fatti, su 17,8 miliardi di introiti attesi ne mancano ancora all’appello ben 9,6. Il risultato è un caos in cui alla fine dovrà mettere ordine il Tesoro e con cui dovranno fare i conti commercialisti, Caf e i contribuenti in vista di scadenze rilevanti come il pagamento delle rate della definizione agevolata.

“Numeri alla mano, è un luogo comune quello secondo il quale dipendenti e pensionati paghino per intero le tasse e che l’evasione sia da ricondursi per intero alle partite Iva – spiega la Fondazione dei commercialisti in una nota -. Si tratta in realtà di un fenomeno trasversale che per quasi la metà del suo ammontare è riconducibile a chi una partita Iva non ce l’ha”. Sulla base dell’analisi della Relazione annuale sull’evasione fiscale e contributiva, la Fondazione dei commercialisti ha evidenziato come poco meno della metà (il 46,8%) dei 107,7 miliardi di evasione sia riconducibile “a quella generalità di contribuenti di cui oltre l’85% sono lavoratori dipendenti e pensionati”. Nel dettaglio, per la Fondazione l’evasione, partite Iva escluse, sarebbe concentrata per 15 miliardi (il 13,9% del totale) su lavoro dipendente irregolare per Irpef e contributi e per altri 34 miliardi (il 31,8%) sulla “generalità dei contribuenti per locazioni, canone Rai, Imu e Iva su consumi finali”.

Di qui, del resto, l’idea del governo Renzi di immaginare una rottamazione che consentisse ai contribuenti di mettersi in regola con lo sconto di mora e interessi. L’operazione tuttavia non sta portando i risultati sperati. “Preoccupazioni sono espresse anche per l’affermarsi di condotte fiscali che si risolvono nel mancato versamento delle imposte evidenziate nelle dichiarazioni tributarie”, ha dichiarato Ermanno Granelli, presidente di coordinamento delle sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, nella sua relazione sul rendiconto generale dello Stato 2017. “Un fenomeno – ha osservato – che si riscontra anche nella valutazione degli esiti di definizione agevolata dei ruoli prevista dalla cosiddetta rottamazione delle cartelle”. Secondo Granelli, “a fronte di un ammontare lordo complessivo dei crediti rottamati di 31,3 miliardi, l’introito atteso per effetto della rottamazione ammonta a 17,8 miliardi. Di tale importo sono stati riscossi nei termini solo 6,5 miliardi, compressivi degli interessi per pagamento rateale”. A tale somma, già incassata, dovranno poi aggiungersi le rate ancora da riscuotere per 1,7 miliardi comprensivi di interessi. “Pertanto, dei 17,8 miliardi previsti a seguito delle istanze di definizione pervenute, 9,6 miliardi non sono stati riscossi e costituiscono versamenti omessi – ha concluso Granelli -. Per una parte di queste posizioni debitorie si può affermare che l’istanza di rottamazione ha avuto essenzialmente finalità dilatorie rispetto all’espletamento delle procedure esecutive”.

In compenso va detto che il condono, ipotizzato dalla Lega per finanziare la flat tax, ha numeri decisamente più significativi. L’operazione dovrebbe infatti riguardare circa 100 miliardi di tasse totali non pagate o contestate davanti ai giudici dai contribuenti italiani. Nei progetti della Lega, basterà pagare fra il 6 e il 25% e “pace fatta” come ha spiegato Salvini. Se si considerasse la percentuale massima, nella migliore delle ipotesi, lo Stato potrebbe incassare fino a 25 miliardi. “Non abbiamo definito tetti e aliquote, ma l’intento è di trovare una soluzione generale che non si intersechi però con la rottamazione bis ancora in atto”, ha spiegato a La Repubblica il 26 giugno il sottosegretario all’economia, Massimo Bitonci. Senza tuttavia entrare nel merito del rispetto del principio di equità fra i contribuenti e dei rischi di ricorsi. Né precisando come una misura spot possa finanziare il cambiamento strutturale del regime fiscale italiano.

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giovedì 28 giugno 2018

Meno Reati ma più Paura: Colpa dei Politici

Meno Reati ma più Paura: Colpa dei Politici

Cresce la voglia di pistola

Cresce la voglia di sicurezza fai-da-te. Il 39% degli italiani (quattro su 10) è favorevole all'introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un'arma da fuoco per la difesa personale, percentuale in netto aumento rispetto al 26% rilevato tre anni fa. La quota dei favorevoli è più alta tra le persone meno istruite (il 51% tra chi ha al massimo la licenza media) e gli anziani (il 41% degli over 65). Sono alcuni dei dati che emergono dal primo "Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia" realizzato dal Censis con Federsicurezza.

Il Censis ha definito Milano “Capitale del crimine”. Milano, infatti, è al primo posto per reati commessi nel 2016 (ben 237.365, il 9,5% del totale), seguita da Roma (228.856 crimini, il 9,2%). Se si analizzano gli stessi dati in rapporto alla popolazione, continua il Censis, Milano «rimane in vetta alla classifica, con 7,4 reati denunciati ogni 100 abitanti, seguita da Rimini, con 7,2». Qui però c’è una prima avvertenza da fare, e cioè che «è evidente in entrambi i casi come il dato rapportato alla popolazione sia solo indicativo, in quanto si tratta di realtà che attraggono giornalmente, per motivi diversi, flussi di popolazione non residente». La seconda avvertenza è che per i reati presi in considerazione (le denunce), in città o in provincia, occorre riferirsi soprattutto al “focus” diffuso dalla Questura due mesi fa: nel periodo 1 luglio 2017/31 marzo 2018, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si è avuto in Milano città un calo totale dei reati del 6,67% (furti -6,38%, rapine -7,87%, violenze sessuali -15,5%, sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile -29,27%). E ancora più netto è stato il calo riferito alla Città Metropolitana e a Monza e Brianza. Di fronte all’attacco di Lega e Forza Italia, Carmela Rozza (consigliera regionale ), dice: «A Milano e provincia i reati sono in calo. E si denuncia di più».


L' Ignoranza distruggerà l' Italia


Licenze

Parallelamente, cresce il numero dei cittadini legittimati a sparare: nel 2017 nel nostro Paese si contavano 1.398.920 licenze per porto d'armi, considerando tutte le diverse tipologie (dall'uso caccia alla difesa personale), con un incremento del 20,5% dal 2014 e del 13,8% solo nell'ultimo anno.

Meno reati, più paura

Calano i reati ma si moltiplicano le paure e la sensazione di insicurezza dei cittadini. E' una “foto” ricca di contrasti. L'anno scorso sono stati denunciati complessivamente 2.232.552 reati, il 10,2% in meno rispetto all'anno precedente. In particolare, gli omicidi si riducono dai 611 del 2008 ai 343 del 2017 (-43,9%), le rapine passano da 45.857 a 28.612 (-37,6%), i furti scendono da quasi 1,4 milioni a poco meno di 1,2 milioni (-13,9%).

La concentrazione

La concentrazione dei reati in alcune zone amplifica però le paure. In sole 4 province italiane, dove vive il 21,4% della popolazione, si consuma il 30% dei reati. Il 31,9% delle famiglie italiane percepisce il rischio di criminalità nella zona in cui vive. Le percentuali più alte si registrano al Centro (35,9%) e al Nord-Ovest (33%), ma soprattutto nelle aree metropolitane (50,8%) dove si sente insicuro un cittadino su due. Il 21,5% degli intervistati continua a ritenere la criminalità un problema grave per il Paese, al quarto posto dopo la mancanza di lavoro, l'evasione fiscale e le tasse eccessive. Ad essere più preoccupate sono le persone con redditi bassi, che vivono in contesti più disagiati e hanno minori possibilità di utilizzare risorse economiche personali per l'autodifesa: per loro la criminalita' diventa il secondo problema piu' grave del Paese (27,1%), dopo la mancanza di lavoro.

Difesa

Il 92,5% degli italiani adotta almeno un accorgimento per difendersi da ladri e rapinatori: il più utilizzato è la porta blindata, che protegge dalle intrusioni le case di oltre 33 milioni di italiani (il 66,3% della popolazione adulta), 21 milioni di cittadini (il 42%) si sono dotati di un sistema d'allarme, più di 17 milioni (il 33,5%) hanno montato inferriate a porte e finestre, quasi 16 milioni (il 31,3%) hanno optato per vetri e infissi blindati, più di 15 milioni (il 30,7%) hanno installato una telecamera, poco meno di 10 milioni (il 19,4%) hanno comprato una cassaforte per i propri beni. Per precauzione lasciano le luci accese quando escono di casa poco meno di 15 milioni di italiani (il 29%).

Milano, Roma, Torino

“Capitale del crimine”  è Milano, al primo posto con 237.365 reati commessi nel 2016 (il 9,5% del totale), poi Roma (con 228.856 crimini, il 9,2%), Torino (136.384, pari al 5,5%) e Napoli (136.043, pari al 5,5%). Anche considerando l'incidenza del numero dei reati in rapporto alla popolazione, Milano resta in vetta alla classifica, con 7,4 reati denunciati ogni 100 abitanti, seguita da Rimini (7,2), Bologna (6,6), Torino e Prato (6).

Salvini: «Subito legittima difesa»

«Una nuova legge che permetta la legittima difesa delle persone perbene nelle proprie case è una nostra priorità», ha rilanciato subito il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, dopo la diffusione del rapporto Censis sulla sicurezza. «Per colpa di Salvini la gente comincerà a sparare convinta di avere licenza di uccidere - la replica di Carmelo Miceli, deputato Pd - ma i tribunali continueranno a condannare chi avrà reagito con esagerazione». «Diminuiscono i reati ma aumenta la paura - è il commento del capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro - gli italiani si sentono poco sicuri anche perchè chi li governa agita le paure a fini elettorali».



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lunedì 25 giugno 2018

Impronte digitali contro i furbetti del cartellino


Impronte digitali contro i furbetti del cartellino

Pubblica Amministrazione

Ispezioni a sorpresa e impronte digitali contro i furbetti del cartellino, valutazioni degli utenti contro i raccomandati, leggi «più chiare e liberali» contro i corrotti, cambio di rotta per la riforma del Corpo forestale e lavoro più agile per le donne: intervistata, la titolare della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno annuncia un «cambio di passo».

Il primo atto saranno «sopralluoghi a sorpresa, ma nulla di punitivo. Ispezioni a campione con pool di esperti: i nostri ispettori e specialisti di modelli organizzativi», afferma Bongiorno. «Se troverò disservizi causati da difficoltà oggettive aiuteremo a colmare le lacune. Ma se emergessero inerzie saremo inflessibili». L'assenteismo, prosegue il ministro, «è un fenomeno odioso», contro cui serve anche la prevenzione «con rilevazioni biometriche per evitare che ci sia chi strisci il tesserino per altri». Nel prendere le impronte digitali, dice, non c'è nulla di male: «A me alla Camera le hanno prese quando c'erano i 'pianistì. E non sono rimasta traumatizzata». Parlando delle raccomandazioni, «la carriera del raccomandato si può stroncare valutandolo. Ma oggi le valutazioni sono tutte brillanti, in un sistema che non lo è. Come mai? L'unico che può valutare senza sconti e con criteri oggettivi è il cittadino. Inserirò criteri legati al merito», dichiara Bongiorno.

La riforma del Corpo forestale, finita davanti alla Consulta, «è fallita. Lo si è visto l'estate scorsa con l'Italia devastata dagli incendi. Dopo il giudizio, bisognerà pensare come cambiare rotta», preannuncia Bongiorno. La lotta alla corruzione sarà fatta «passando dalla quantità alla qualità delle leggi. Ci sono troppe norme oscure, che i funzionari possono piegare arbitrariamente. Le imprese hanno troppi interlocutori e troppi uffici. Un progetto è una via crucis. La tentazione di oliare è forte», osserva il ministro. Parlando delle donne, «il lavoro agile è una bella idea, ma spesso impraticabile: vorrei renderlo effettivo con l'adeguamento infrastrutturale e delle dotazioni tecnologiche», conclude Bongiorno.



NO FLAT TAX




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Salvini: Multe a chi Acquista dagli Ambulanti in Spiaggia

vietati anche massaggi e tattoo

 vietati anche massaggi e tattoo

Multe a chi acquista dai venditori ambulanti capi falsi, ma anche chi paga per ottenere un massaggio o un tatuaggio praticati sulla spiaggia. È quanto prevede la direttiva del ministero dell'interno «Spiagge sicure» destinata alle varie prefetture che sarà pronta a fine mese e lo staff del Viminale sta definendo le linee guide volute dal ministro dell'interno e vicepremier» Matteo Salvini.

Al centro del progetto - si legge - c'è il rafforzamento della collaborazione tra forze dell'ordine e la polizia municipale delle zone balneari. E proprio per andare incontro alle esigenze dei sindaci, che avrebbero difficoltà ad attingere dalle casse comunali per potenziare gli organici dei vigili urbani, Salvini pensa di ricorrere ai fondi europei della legalità. Una possibilità per la verità tutta da verificare visto che nessun paese Ue attinge a quei fondi per pagare
 gli straordinari alle forze dell'ordine.

Il grido di allarme era stato lanciato lo scorso 13 giugno dalla Confesercenti, che ha denunciato un giro di affari di 22 miliardi di euro nell'abusivismo dei settori del commercio e del turismo, in un appuntamento a cui aveva partecipato il ministro. Salvini punta «non solo a presidiare i litorali italiani dall'assalto dei venditori ambulanti abusivi, ma anche a monitorare chi affitta loro alloggi e magazzini per la merce.

Cocco bello, cocco fresco


Ed il Venditore di COCCO Fresco ???
COME FACCIAMO ???

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domenica 24 giugno 2018

Salvini Semina Odio e Sparano contro gli immigrati

Salvini Semina Odio e Sparano contro gli immigrati

Salvini Semina Odio e Sparano contro gli immigrati


Nel Casertano esplosi colpi di pistola ad aria compressa, un ferito.
CASERTA, 19 GIU - Due immigrati, provenienti dal Mali, beneficiari del progetto Sprar del Comune di Caserta, hanno denunciato alla Polizia di essere rimasti vittima di un episodio a sfondo razzista: sono stati raggiunti da colpi di pistola ad aria compressa - ferito uno degli stranieri - sparati da tre ragazzi che gridavano "Salvini, Salvini!". Il fatto si sarebbe verificato l'11 giugno scorso ma è stato denunciato solo oggi dal Centro Sociale Ex Canapificio, associazione che gestisce il progetto Sprar insieme alla Comunità Rut delle Suore Orsoline e alla Caritas.



il messaggio di Saviano a Salvini:  
Buffone, Sei ministro della malavita.

#iostoconsaviano 



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venerdì 22 giugno 2018

Roberto Formigoni uso Privato di Soldi Pubblici

 Roberto Formigoni accusato di aver ricevuto cene, viaggi e vacanze di lusso per favorire la Fondazione Maugeri e il San Raffaele

Caso Maugeri, sequestrati 5 milioni a Formigoni: bloccati vitalizi e 15 immobili
L'ex Governatore della Lombardia.

 L’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni «si è adoperato per deviare la funzione pubblica a fini privati, con interventi e pressioni sugli uffici regionali, mirati alla precisa finalità di drenare illecitamente una ingentissima quantità di risorse pubbliche assegnate a copertura dei fondi destinati alle funzioni non tariffabili».  Inoltre avrebbe mai corrisposto le provvisionali di risarcimento stabilite dal Tribunale di Milano con la sentenza del dicembre 2016 sul caso Maugeri, che lo ha condannato a 6 anni di carcere per corruzione ma anche a versare 3 milioni di euro, in solido con l’ex faccendiere Pierangelo Daccò e con l’ex assessore Antonio Simone, alla Regione Lombardia, parte civile.

Considerazioni che hanno portato la Procura regionale della Corte dei Conti a eseguire un sequestro conservativo per un valore di cinque milioni di euro a carico dell’ex governatore lombardo ed ex senatore, nell’ambito del procedimento contabile sul caso Maugeri parallelo a quello penale. Il provvedimento riguarda le quote di proprietà su 15 immobili tra Lecco e Sanremo, i conti correnti in tre banche e anche i suoi «crediti per cariche istituzionali»: l’assegno vitalizio da ex deputato ed ex senatore e il «trattamento pensionistico» per l’incarico di parlamentare europeo, ricoperto negli anni ‘80, il vitalizio e la indennità di fine mandato da ex governatore. La Procura contabile, diretta da Salvatore Pilato, al termine degli accertamenti condotti dalla Guardia di finanza ha contestato un danno erariale nei confronti della Regione di quasi 60 milioni di euro, sequestrando complessivamente beni per oltre 30 milioni riconducibili, oltre a Formigoni, a Daccò, a Simone, entrambi condannati, e ad altri imputati. 

Una stangata per il “Celeste” (per l’11 luglio è fissata l’udienza di convalida dei sequestri conservativi), che si difende e passa al contrattacco. «Nulla mi è stato sequestrato perché nulla posseggo - spiega - e tutto quanto possedevo, poco in verità, mi è stato già sequestrato da anni. Poiché vivo di sola pensione, se anche questa mi venisse tolta vivrò d’aria. Ne guadagnerà certamente la mia linea». Il riferimento è alle confische per oltre 6,6 milioni disposte in sede penale che, però, secondo i pm contabili «hanno una rilevanza esclusivamente sanzionatoria e non risarcitoria del danno pubblico». Una tappa nel procedimento che vede Formigoni accusato di aver ricevuto utilità - come cene, viaggi e vacanze di lusso - per favorire la Fondazione Maugeri e il San Raffaele. Nel processo d’appello l’accusa ha chiesto una condanna più alta rispetto a quella inflitta in primo grado: sette anni e mezzo di carcere. Si attende la sentenza. 

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Roberto Formigoni in Associazione a Delinquere

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giovedì 21 giugno 2018

Saviano a Salvini: Buffone, Sei ministro della malavita

Salvini: buffone, semino odio e sono il ministro della malavita #iostoconsaviano

Roberto Saviano

Vivere sotto scorta è una tragedia e l'Italia è il Paese occidentale con più giornalisti sotto scorta perché ha le organizzazioni criminali più potenti e pericolose del mondo. Eppure, nonostante questo, invece di liberare dai rischi i giornalisti sotto protezione, Matteo Salvini, 
ministro degli Interni, li minaccia.

Le parole pesano, e le parole del Ministro della Malavita, eletto a Rosarno (in Calabria) con i voti di chi muore per 'ndrangheta, sono parole da mafioso.
Le mafie minacciano. Salvini minaccia.
Il 17 marzo, subito dopo le elezioni, Matteo Salvini ha tenuto un comizio a Rosarno. Seduti, tra le prime file, c'erano uomini della cosca Bellocco e persone imparentate con i Pesce. E Salvini cosa fa? Dice questo: "Per cosa è conosciuta Rosarno? Per la baraccopoli". Perché il problema di Rosarno è la baraccopoli e non la 'ndrangheta.

Matteo Salvini è alla costante ricerca di un diversivo e attacca i migranti, i Rom e poi me perché è a capo di un partito di ladri: quasi 50 milioni di euro di rimborsi elettorali rubati. Parla di tutto e se la prende con gli ultimi perché le persone non devono sapere che il suo partito ha rubato allo Stato milioni e milioni di euro. Parla alla rabbia di persone ignare che non sanno che i primi obiettivi di quegli imbrogli sono loro.

Eppure, il Ministro della Malavita, prendendomi come suo bersaglio, mi restituisce alla parte cui appartengo. Salvini ha scelto i suoi nemici: gli italiani del Sud, italiani di cui non si occupa e di cui non si occuperà mai, gli stranieri che vivono e lavorano in Italia, le ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, ragazzi che parlano italiano, "che amano italiano". I suoi nemici sono i Rom.
E tra gli italiani dimenticati dalla politica e dalle istituzioni, tra gli stranieri indicati come bersagli da colpire, ci sono io.

Salvini con le sue minacce mi ha restituito alla parte cui appartengo, mi ha restituito agli ultimi. Sono uno di loro, ed esserlo mi rende fiero.

#SalviniAmicoDellaNdrangheta #MinistrodellaMalavita



 “Matteo Salvini usa i social per seminare odio e indignazione verso i deboli"


Roberto Saviano

Lo scontro a distanza tra lo scrittore Roberto Saviano e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, prosegue. Dopo che il leader del Carroccio ha annunciato di voler dare avvio a verifiche sulla scorta dell’autore di Gomorra, Saviano gli ha risposto con un video che ha pubblicato su Facebook: “E secondo te, Salvini, io sono felice di vivere così da 11 anni? Da più di 11 anni. Ho la scorta da quando ho 26 anni, ma pensi di minacciarmi, di intimidirmi? In questi anni sono stato sotto una pressione enorme, la pressione del clan dei Casalesi, la pressione dei narcos messicani. Ho più paura a vivere così che a morire così. E quindi credi che io possa avere paura di te? Buffone”
 è l’inizio del messaggio rivolto al ministro.


Dopo i Migranti e le Ong, ecco i Rom, un altro tamburo 
al quale l'elettorato leghista è estremamente sensibile. 
Il Ministro dell' Interno Continua ad Alimentare L' ODIO verso Qualcuno ...

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mercoledì 20 giugno 2018

Speranza Denuncia Salvini per Istigazione all'Odio


Speranza Denuncia Salvini per Istigazione all'Odio


"Per me non bastano più le parole. Per questo ho deciso di denunciare il ministro"

Una denuncia contro Matteo Salvini per istigazione all'odio razziale.
 È l'iniziativa che,
 a quanto si apprende,
 ha deciso di assumere Roberto Speranza di Liberi e Uguali.

"Ora basta. Salvini insiste anche oggi con il censimento dei Rom. 
Per me non bastano più le parole. 
Per questo ho deciso di denunciare il ministro
 ai sensi della legge Mancino 654/75", 
spiega il deputato interpellato al riguardo.


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Dopo i Migranti e le Ong, ecco i Rom, un altro tamburo 
al quale l'elettorato leghista è estremamente sensibile...



Dopo gli immigrati sui barconi e le Ong viene servito al popolo il nuovo nemico da combattere.
 Oggi diventano i Rom .Mi domando come mai i nostri nemici, non si chiamino mai mafia, 'Ndràngheta ,camorra ,corruzione o evasione fiscale,ecc.ecc....



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martedì 19 giugno 2018

Clan Rom faceva campagna elettorale per Salvini

Clan Rom faceva campagna elettorale per Salvini

Latina, il clan rom Di Silvio accusato di mafia 
faceva campagna elettorale per il candidato di Salvini

Il trait-d'union tra il Carroccio e uno dei 25 arrestati dalla Polizia nel capoluogo pontino si chiama Agostino Riccardo, finito in carcere con l'accusa di associazione di tipo mafioso. Il 4 giugno 2016, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, venne trovato in compagnia di un pregiudicato nella cui auto gli agenti rinvennero manifesti elettorali di Francesco Zicchieri, estraneo alle indagini, candidato con la Lista Salvini al comune di Terracina e oggi vicepresidente del gruppo della Lega alla Camera.

azioni su: Associazione Mafiosa, Latina, Matteo Salvini, Roma
“Ruspa!!!!! Quando torneremo al governo, raderemo al suolo uno per uno tutti ‘sti maledetti campi Rom“. Era il 2015, Matteo Salvini non era ancora il capo del Viminale, ma la sua campagna l’aveva già intrapresa da un pezzo. Forse non sapeva che diversi esponenti del gruppo etnico che da anni ha eletto a bersaglio politico hanno dato una mano ai suoi candidati a procacciarsi voti in campagna elettorale, e non solo in qualità di obiettivo delle sue intemerate. Perché nell’ordinanza con le 25 misure di custodia cautelare che hanno decapitato il clan Di Silvio a Latina gli inquirenti scrivono che due degli arrestati facevano “attività di propaganda elettorale” per la lista di Salvini alle amministrative del 2016 a Terracina.

Il trait-d’union tra il Carroccio e la maxi operazione condotta dalla polizia nel capoluogo pontino si chiama Agostino Riccardo, detto Balò, finito in carcere con l’accusa di far parte di “un’associazione di tipo mafioso facente capo a Di Silvio Armando detto “Lallà“, ovvero colui il quale la Direzione distrettuale antimafia considera il capo del clan che spadroneggia da anni a Latina esercitando un controllo capillare del territorio (“strada per strada, quartiere per quartiere”, spiegava in conferenza stampa il procuratore aggiunto Michele Prestipino) tra traffico di droga,
 estorsioni e riciclaggio di denaro.

Il 4 giugno 2016 la polizia di Terracina trovava, all’interno del parcheggio del McDonald’s che sorge lungo la Pontina tra Latina e Terracina, Riccardo in compagnia di due pregiudicati locali: Gianluca D’amico, finito ai domiciliari nell’operazione di questa mattina, e Matteo Lombardi, “soggetto – si legge nell’ordinanza – sottoposto a misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno”. Nell’auto di quest’ultimo gli agenti rinvenivano “numerosi manifesti riguardanti i candidati  alle elezioni amministrative di Latina e Terracina, nonché materiale utilizzato per l’affissione”. Questi i nomi dei candidati annotati agli agenti quel giorno: “Per Latina: Elsa Calandrini Lungo, “Cuori Italiani“; e per la “Lista Salvini” il candidato Francesco Zicchieri“. Per Terracina invece Gianluca Corradini, Gina Cetrone, e Tramentozzi lista “Sì Cambia”.

Una circostanza imbarazzante per Salvini perché, dopo un passato in Alleanza Nazionale, Zicchieri (estraneo all’indagine) è diventato un fedelissimo del segretario del Carroccio: già consigliere comunale a Terracina, a marzo è stato eletto alla Camera, dove ad aprile è stato eletto vicepresidente del gruppo della Lega.

Una circostanza che, sottolinea il giudice per le indagini preliminari Antonella Minunni, “determinava l’accertamento del reato di cui all’articolo 76, comma 8 del codice antimafia, avendo il sorvegliato speciale Lombardi svolto, con la complicità di Riccardo Agostino e D’Amico Gianluca, attività di propaganda elettorale”. Documentata, si legge ancora nell’ordinanza, da foto pubblicate su Facebook in cui Riccardo in compagnia di Samuele Di Silvio, anch’egli arrestato nella maxi operazione della Polizia, esponeva “manifesti dei candidati sopra citati“.

Un’attività della quale ha parlato anche il collaboratore di giustizia Renato Pugliese, che nel verbale del 26 gennaio 2017 racconta di una persona estranea all’indagine che “era con me nella campagna elettorale del 2016 a Terracina e a Latina, attaccava i manifesti elettorali di Salvini e Gina Cetrone per conto mio e di Agostino”.

“Fatti che, nella loro complessità – spiegava il procuratore aggiunto Prestipino questa mattina in conferenza stampa – sono indici importanti della mafiosità del gruppo, capace di stringere rapporti con la politica“.

DA:  https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/12/latina-il-clan-rom-di-silvio-accusato-di-mafia-faceva-campagna-elettorale-per-il-candidato-di-salvini/4422617/

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al quale l'elettorato leghista è estremamente sensibile. 
Il Ministro dell' Interno Continua ad Alimentare L' ODIO verso Qualcuno ...


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Rom, Salvini insiste sul censimento e cita Pisapia

Il Ministro dell' Interno Continua ad Alimentare L' ODIO

Ma il Comune Risponde: “ Il Suo su base Etnica,  
il nostro per rispetto Regole e Mandare a Scuola i Bambini”

Dopo i Migranti e le Ong, ecco i Rom, un altro tamburo 
al quale l'elettorato leghista è estremamente sensibile. 

Il leader del Carroccio, malgrado il passo indietro delle scorse ore, ribadisce la linea: "Se lo faccio io è razzista, se lo propone la sinistra va bene". Silenzio dal M5s. Replica l'assessore alla Politiche sociali di Milano per ribadire la differenza tra il loro intervento e quello voluto dal leghista. Il commissario europeo: "Difficile non commentare frasi scioccanti o raggelanti. Dico che l'Unione eserciterà le competenze con le regole di cui dispone"

Matteo Salvini, nonostante le polemiche e il mezzo passo indietro di ieri, insiste sull’offensiva razzista: “Censimento dei rom e controllo dei soldi pubblici spesi”, ha scritto su Facebook. “Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è razzismo. Io non mollo e vado dritto. Prima gli italiani e la loro sicurezza”. Poi, sempre sui social network, ha rilanciato le foto della demolizione di una casa abusiva in un campo Sinti non autorizzato a Carmagnola (Torino): “Dalle parole ai fatti”. Nessuna reazione dagli alleati di governo del Movimento 5 stelle. Nelle scorse ore Luigi Di Maio si era limitato a dire: “Bene la smentita, sarebbe stato incostituzionale”. 
Oggi ancora non ha rilasciato dichiarazioni.

Il messaggio è comparso sulla bacheca Facebook di Salvini intorno all’ora di pranzo. Il ministro dell’Interno ha rilanciato un articolo del Corriere della Sera in cui si parlava degli interventi per prevenire “degrado” promossi dalla giunta di centrosinistra di Pisapia a Milano nel 2012. Nel merito gli ha risposto l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino: “Salvini ci ha beccato: dice che nel 2012 anche noi a Milano facevamo il censimento dei rom. Certo, per individuare i bambini presenti nei campi e farli andare a scuola. Cosa che continueremo a fare. Noi lo facevamo per fare rispettare le regole nelle aree autorizzate. Cosa su cui si deve sempre insistere con intransigenza. Il che non c’entra nulla con un censimento globale per schedare la popolazione rom su base etnica al di là di dove e come vivano le persone. Questo porta solo all’odio”. Intanto il deputato di Leu Roberto Speranza ha annunciato che sporgerà denuncia contro Salvini per istigazione all’odio razziale.

Moscovici: “Stato di diritto è regola comune da rispettare”
Critiche sono arrivate invece dall’Europa. “Anche se interferire negli affari interni di un Paese”, ha detto il commissario Ue Pierre Moscovici, “commentare questa o quell’altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazione a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze. Dico che la commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Ci sono regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti”. E il braccio di ferro con Bruxelles continua: “Non si può espellere un cittadino comunitario sulla base della sua etnia. È super chiaro che non è legale”, ha detto il portavoce della Commissione Alexander Winterstein. “Non posso escludere contatti” con le autorità italiane, “ma non posso neppure annunciarli”.

Silenzio M5s. La ministra Grillo: “Io cerco sempre di essere moderata ma anche diretta”
Le parole continuano a provocare imbarazzo nel governo. Anche se dal mondo M5s le reazioni sono quasi completamente assenti. La ministra della Salute Giulia Grillo, intervistata da SkyTg24, ad esempio non è entrata mai nel merito della frase del suo collega di esecutivo ma si è limitata a dire che “ogni politico e ogni leader ha il suo modo di esprimersi. Conosciamo tutti Matteo Salvini, ha dei modi forti ed è anche per molte di queste sue espressioni che piace alla gente, perché è diretto e non è complicato da comprendere. Chiaramente ognuno ha i suoi modi di dire le cose, e le sue successive affermazioni testimoniano che era una modalità di espressione e non un’idea sostanziale. Io personalmente cerco sempre di essere moderata, ma anche molto diretta: essere diretti è importante, per evitare equivoci ed essere chiari con le persone”.

Caritas: “Certe affermazioni sono contrarie alla nostra fede”
Dura la condanna dagli esponenti del mondo cattolico. “Non voglio fare un discorso politico”, ha detto il direttore della Caritas diocesana di Roma monsignor Enrico Feroci. “Io sono un prete e parlo ai cristiani: certe affermazioni sono contrarie alla nostra fede. Dire ‘noi li respingiamò é esattamente contrario al concetto cristiano dell’accoglienza”. Ha parlato anche l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi: “I cittadini italiani e europei il ministro dell’Interno se li deve tenere tutti, rispettare e difendere, fino a prova contraria – dice in un’intervista a Repubblica – È giusto anche che si superino i campi rom, che sono in condizioni inumane”, ma “se li si toglie dai campi, si devono offrire soluzioni abitative”. Il censimento, invece, “non vedo a cosa possa servire. Potrebbe anzi rivelarsi un boomerang come quello di dieci anni fa, bloccato dall’Europa perché considerato discriminatorio”. Sui migranti, “a Salvini direi che è giusto porre l’Europa di fronte alle sue responsabilità e occorre il dialogo per trovare una soluzione. Occorre continuare a salvare in mare chi è pericolo, anche perché ciò ci rende più forti e credibili nell’esigere soluzioni. Bisogna fare attenzione al linguaggio che si usa. Un ministro deve farsi capire, certo, ma anche usare modi istituzionali”, afferma Zuppi. Per il monsignore “si è accumulata una pericolosa miscela di paura, rabbia e vittimismo che si rinnova in versione digitale, indicando un nemico su cui scaricare responsabilità. Il problema dell’Italia non sono gli stranieri – sottolinea – ma cosa vogliamo costruire per il futuro”.

Spett.Le Matteo Salvini per l'ennesima volta Ti devo far notare che non Ti comporti in modo corretto nei confronti del M5S e del Presidente del Consiglio, poiché il contratto stipulato deve essere rispettato, le decisioni discusse insieme e poi effettuate! 
Stai facendo il leone, ma non necessariamente paga! 
Il popolo decide in un senso o nell'altro, attenzione! 
Vincere una battaglia non è vincere la guerra? Gli italiani non perdonano! 

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 Bambini separati dalle famiglie: è ora di rimettere insieme politica e cuore. La politica anti immigrazione di Donald Trump divide le famiglie messicane: anche la moglie Melania è contro di lui. Diario da un Paese che ha perso il cuore.

Esiste un modo per osservare i fatti e giudicarli secondo criteri certi, veri, radicali, quelli iscritti nell'anima di ognuno? Detto con le parole che Melania Trump ha tirato fuori l'altro giorno, si può essere un paese che osserva le leggi ma che governa col cuore?

Mentre l'Europa litiga e si sfilaccia sulla questione degli immigrati, noi, l'America, la terra divenuta casa di milioni e milioni di immigrati "liberi" e "coraggiosi" (come cantiamo nell'inno nazionale) osserviamo la tragedia di famiglie separate in nome della legge: oltre duemila bambini strappati alle loro mamme e raccolti in strutture rimediate, da capannoni dismessi di Walmart a scuole abbandonate. Oltre duemila tra i confini del Texas e le strade a pedaggio del New Jersey e tutti radunati in queste ultime settimane. 

Certamente non c'è solo Melania a sollevare dubbi sull'operato dell'amministrazione Trump in questo tentativo di inasprimento radicale dell'immigrazione clandestina. Santa Romana Chiesa ha sempre avuto una posizione netta rispetto alla questione e proprio in questi ultimi giorni l'arcivescovo José Gomes, vicepresidente della Conferenza episcopale statunitense, ha pubblicamente denunciato questa pratica di separare genitori e figli, quantificandola sia come entità (ogni giorno una sessantina di bambini sono strappati alle loro famiglie) che come inutile costo per il paese (oltre 200 dollari persona/giorno). Ci sono persino vescovi che invocano "penalità canoniche" contro chi armeggia alla messa in atto di queste policies di violenza alle famiglie ed alla vita in quanto tale, paragonabili — parole dei vescovi — alla pratica dell'aborto. 

A leggere le storie di questa gente vien da piangere. Tutti in fuga da miseria, violenza, tutti alla ricerca di un briciolo di sogno americano, magari in edizione tascabile e super-economica sotto forma di un tetto per i propri figli ed un lavoro qualsiasi nella speranza di un domani. Storie diverse da quelle che vivete voi eppure profondamente uguali: ci sono Messico, Guatemala, Honduras, El Salvador invece del Middle East e del Nord Africa, il Rio Grande invece del Mediterraneo, povertà e criminalità feroce invece di guerre, tutte piaghe incurabili che nessuno sa guarire. E noi dall'altra parte del muro, di là del mare alla ricerca di un criterio giusto, intrappolati come siamo tra un comprensibile voler tutelare quello che riteniamo essere il nostro interesse ed il cuore che ancora c'è e non ama confini di nessun genere. Allora magari arriva la politica a soccorrerci, a levarci dallo stomaco il peso di una scelta e di un sacrificio che capiamo essere imminente ma al tempo stesso sconosciuto. Lasciamo allora che sia la politica, che siano le forze dell'ordine e magari gli accordi internazionali ad imporre il criterio "giusto" — purché non costi nulla a me, al mio benessere, alla mia quotidianità, ai miei soldi. 

C'è un modo disumano di guardare all'umanità, soprattutto all'umanità ferita, ed è quello di pensare che a me non è chiesto nulla. Chi ci ha insegnato a guardare l'altro come un estraneo e non come un fratello? Proprio ieri mi son ritrovato a fissare la prima pagina del New York Times. Leggevo e sentivo qualcosa di stonato, poi ho capito. Non da voi, ma da noi ieri era "Father's Day", la "Festa del Papà" — e su cos'era l'articolo principale del NY Times? Sulla mancanza di tutela della maternità negli Stati Uniti d'America. Verissimo, ma perché tirarlo fuori nel giorno dei "Padri" quasi a voler generare distanza, rivalità o inimicizia? Forse che un padre può essere tale senza una madre?

Che la politica si adoperi per trovare quegli equilibri la cui creazione è parte del suo compito, e che tutti gli uomini di buona volontà quando dicono "Padre Nostro" permettano al cuore di capirne il significato elementare ed alla ragione di indicare il passo. 


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giovedì 14 giugno 2018

Bce: stop Quantitative Easing a fine anno

la Banca Centrale Europea acquista titoli di stato


Una proroga e quindi lo stop definitivo per il Quantitative Easing . La Bce ha deciso di prolungare gli interventi che da ottobre scenderanno da 30 a 15 miliardi di euro al mese. Poi, a fine anno, gli acquisti cesseranno. Lo comunica l'Eurotower al termine della riunione del Consiglio Direttivo. Positive le piazze finanziarie europee dopo l'annuncio.

La Bce conferma comunque l'intenzione di “reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio livello di accomodamento monetario”.

TASSI FERMI AL MINIMO STORICO - Il costo del denaro resta al minimo storico. Il Consiglio Direttivo della Bce ha deciso infatti di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%.

L'Eurotower "si aspetta che i tassi di interesse della Bce restino ai livelli attuali almeno fino all'estate del 2019 e in ogni caso per il tempo necessario a garantire che l'evoluzione dell'inflazione rimanga allineata alle attuali aspettative".

Il Consiglio Direttivo della Bce dopo un "attento esame" degli ultimi dati ha riscontrato "progressi concreti" sul rafforzamento dell'inflazione e sulle aspettative, ha sottolineato il presidente della Bce, Mario Draghi, in conferenza stampa.

La Bce, ha affermato Draghi, ritiene che "serva ancora un ampio livello di accomodamento monetario, che sarà dato dagli interventi" che andranno avanti fino alla fine del 2018, "dal notevole stock di asset" acquistati con il QE e dai "conseguenti reinvestimenti" dei titoli in scadenza.

la Banca Centrale Europea acquista titoli di stato


Cos'è il Qe?

Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha annunciato lo stop definitivo al Quantitative Easing (Qe) a fine anno. Ma che cos'è il Qe e come funziona? Per 'Quantitative Easing' o 'allentamento quantitativo', si intende uno dei modi con i quali una banca centrale, (nel caso dell'Europa la Bce), interviene sul sistema economico e finanziario di un Paese per aumentare la moneta in circolazione, immettendo liquidità.

Con il Qe, la Banca Centrale Europea acquista titoli di stato o altre obbligazioni sul mercato, stimolando così la crescita economica dell'area euro. Il programma della Bce, approvato nel 2015 e rivisto più volte, ha tra gli obiettivi quello di scongiurare il rischio di deflazione e mantenere il tasso di inflazione attorno al 2%.

Con l'acquisto di titoli di stato e delle obbligazioni i tassi di interesse diminuiscono e i prestiti diventano più economici. Le aziende e i privati possono così chiedere prestiti, spendendo meno per rimborsare i propri debiti. Consumi e investimenti ricevono in questo modo una spinta, determinando una crescita maggiore nel medio termine.

Il primo piano di acquisto dei titoli, quello approvato nel 2015, è considerato il 'bazooka' di Draghi: prevede 60 miliardi di euro al mese di nuova moneta per rilanciare l'economia. Nel 2016 la Bce approva il prolungamento degli stimoli monetari, prorogando il Qe fino al marzo 2017. Nel marzo 2016 il Consiglio direttivo dell'Eurotozer decide di incrementare di 20 miliardi - portandolo a quota 80 miliardi - il pacchetto di acquisti mensili. Al tempo stesso la Bce annuncia una serie di aste 'mirate' a lungo termine, le cosiddette TLTRO.

A dicembre 2016 il Qe viene esteso fino alla fine del 2017, ma da aprile dello stesso anno si riduce a 60 miliardi al mese. Infine, nell'ottobre 2017 la Bce prolunga il Qe di nove mesi, sino alla fine di settembre 2018, al ritmo mensile di 30 miliardi di euro. 
Oggi l'annuncio di Draghi che la misura cesserà a fine anno.





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mercoledì 13 giugno 2018

Stadio di Roma: nove arresti

Stadio di Roma: nove arresti


Nove persone sono state arrestate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma nell’ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina, su un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione, nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della A.S. Roma calcio. I militari hanno eseguito gli arresti emessi dal Gip: per 6 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 3 gli arresti domiciliari.

IN MANETTE POLITICI E IMPRENDITORI - Ci sono anche politici e imprenditori fra le nove persone arrestate questa mattina. Fra questi, il vicepresidente del Consiglio Regionale e coordinatore Forza Italia Provincia di Roma, Adriano Palozzi, l'imprenditore Luca Parnasi e l'avvocato Luca Lanzalone, presidente Acea. Prima della indicazione per il vertice di Acea (di cui il Comune detiene il 51%), Lanzalone aveva seguito come consulente legale il dossier sullo stadio per conto proprio dell'amministrazione Raggi.

RAGGI - Soltanto ieri, la sindaca di Roma Virginia Raggi aveva rassicurato tifosi e appassionati con aggiornamenti sul progetto attraverso un post su Facebook: "Lo stadio a Tor di Valle si avvicina. Voglio aggiornarvi: ieri a mezzanotte è scaduto il tempo per presentare osservazioni al progetto. Ne sono arrivate 31. E già da questa mattina ci siamo messi al lavoro per rispondere nel merito. 
Non perdiamo tempo".




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Varoufakis a Salvini: Fascista che fa guerra alla civiltà

Varoufakis per Diem 25


Yanis Varoufakis inizia la campagna elettorale in vista delle elezioni europee del 2019, quando si vocifera che si candiderà in Germania con la sua lista "Diem 25".

E apre le danze attaccando il nuovo punto di riferimento della destra europea: Matteo Salvini. Lo fa con parole durissime, nel corso di un colloquio con l'Huffington Post a margine di un incontro a Roma. Il nuovo ministro dell'Interno è definito "fascista" e il suo operato dipinto con toni violenti: "Ha dichiarato guerra alla civiltà. Ha predicato xenofobia in tutta la campagna elettorale, ora passa ai fatti. Dov'è la sorpresa? Il problema sta nel consenso che ha, ma non si può votare per lui e poi scandalizzarsi...".

L'ex ministro delle Finanze della Grecia si affanna a percorrere l'Europa in lungo e in largo, nell'ambito del tour elettorale della sua lista transnazionale per una "alternativa europea, prima che l'Europa mangi se stessa". In quest'ottica non è un caso che sia proprio la Germania, considerata a torto o a ragione la "grande punitrice" della Grecia negli anni duri della Troika, il Paese scelto da Varoufakis.

Il sogno sarebbe quello di correre per la poltrona di presidente della Commissione Ue: un presidente, naturalmente, rivoluzionario. Un presidente che porti la lotta ai poteri forti nel cuore della nazione simbolo dell'establishment europeo, nella rocca dello status quo imperniato intorno all'asse franco-tedesco. Prima bisognerà passare dalle primarie online, previste per il prossimo autunno, ma la candidatura dell'economista ellenico è forte.

Alleato con l'inglese Jeremy Corbyn e con il fondatore di Wikileaks Julian Assange, in Italia Varoufakis può contare sul supporto di due sindaci dell'area della sinistra dissidente: il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris e quello di Parma Federico Pizzarotti. L'obiettivo, nemmeno troppo nascosto, è quello di corteggiare alcune frange del MoVimento Cinque Stelle fra le più insofferenti alla virata a destra del nuovo esecutivo di coalizione con la Lega.

"Sui singoli temi parliamo con tutti ma non con i fascisti - argomenta l'ex ministro del governo Tsipras - con i Cinque Stelle per esempio possiamo parlare del reddito di cittadinanza." Ad Atene Diem 25 arriva appena al 5%. In Italia la china da risalire è ancora più irta.

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Secondo il principio, ribadito da Salvini in persona, 
per cui “è giusto che chi guadagna di più, PAGHI MENO TASSE”.
Il problema è che, potrebbe finire per recuperare più EURO di
ciò che gli verrà tagliato alla PENSIONE D'ORO...




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