Le Carte Parlanti

Le Carte Parlanti
Mundimago

mercoledì 8 agosto 2018

Conti dormienti, ultima chiamata per riavere i denari

Conti dormienti, ultima chiamata per riavere i denari: da novembre cadono in prescrizione


Da novembre cadono in prescrizione

Conti correnti, libretti bancari e postali, depositi di denaro. Ma anche azioni, obbligazioni, certificati di deposito o fondi d'investimento e assegni circolari non riscossi. Se esistono somme depositate o investite in questi strumenti che non vengono toccate da almeno 20 anni, dal prossimo novembre i titolari o - più probabilmente - i loro legittimi eredi dovranno dirgli addio.

E' infatti il Tesoro a ricordare che dal novembre 2018 "inizieranno a scadere i termini per l'esigibilità delle somme relative ai primi 'conti dormienti' affluiti al Fondo Rapporto Dormienti nel novembre 2008". Si tratta delle somme inutilizzate relative a strumenti di natura bancaria e finanziaria, dai 100 euro in su, "non più movimentati dal titolare del rapporto o da suoi delegati per un tempo ininterrotto di 10 anni decorrenti dalla data di libera disponibilità delle somme". Il Mef ricorda che in questo calderone "rientrano quindi, non solo depositi di denaro, libretti di risparmio (bancari e postali), conti correnti bancari e postali, ma anche azioni, obbligazioni, certificati di deposito e fondi d'investimento nonché assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione".

Quei conti dimenticati in banca: un tesoro da due miliardi allo Stato

Ma quando queste somme diventano "dormienti"? Di fatto quando restano presso le banche per dieci anni, senza che nessuno le tocchi o ci operi. Come ha ricostruito Repubblica nei mesi scorsi, si tratta di somme assai ingenti e che nella stragrande maggioranza dei casi appartengono a risparmiatori defunti, delle quali gli eredi sono all'oscuro. La legge dispone che le banche non abbiano l'obbligo di informare le famiglie della presenza di quei conti. Ma dispone altresì che polizze, assegni, libretti di risparmio e conti non movimentati dopo dieci anni finscano nelle casse pubbliche: lo ha stabilito la normativa approvata nel 2005 e caldeggiata dall'allora ministro Giulio Tremonti. Gli italiani, con questi conti "dimenticati" e mai toccati, hanno trasferito allo Stato ingenti risorse: guardando ai Rendiconti generali delle casse pubbliche del decennio dal 2007, si parla di oltre 2 miliardi di euro di risparmi dirottati verso uno speciale capitolo del bilancio. Se si restringe il campo soltanto agli ultimi anni, i numeri restano consistenti: 184 milioni nel 2013, 203 nel 2014, 142 nel 2015 e 101 nel 2016. Il Rendiconto 2017 da poco pubblicato aggiunge un'ultima fiche da 107 milioni.

Conti dormienti, vademecum: le operazioni per tenerli "svegli"

Il meccanismo prevede che lo Stato li tenga ancora nella disponibilità di chi li reclamasse per altri 10 anni. Di fatto, sommando questo decennio all'altro decennio di immobilismo presso le banche, si hanno 20 anni di tempo per recuperare queste somme mai movimentate. Ora sta per scadere questo lasso di tempo, almeno per la prima infornata di denari trasferiti al Fondo speciale (che dovrebbe alimentare il rimborso dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie). Si avvia dunque un processo che di giorno in giorno si rinnoverà. Infatti il Mef ricorda: "Il termine di prescrizione si applica trascorsi 10 anni da quando le somme, precedentemente non movimentate per altri 10 anni, sono state trasferite al Fondo, fatta eccezione per gli assegni circolari che hanno termini diversi di prescrizione. Si tratta in pratica di somme mai movimentate per 20 anni, per le quali il Ministero dell'Economia e delle Finanze ritiene comunque opportuno invitare ad effettuare una verifica puntuale sull'esistenza di 'conti dormienti' intestati a proprio nome o a nome di familiari di cui possano risultare eredi, al fine di inoltrare, nel caso, domanda di rimborso in tempo utile".

Di quanti denari si parla? Una cifra molto ingente. Nel Rendiconto del 2008 risultavano affluiti al Fondo oltre 673 milioni di euro: sono questi i primissimi ad andare in prescrizione. A questa cifra vanno sottratti i rimborsi eventualmente richiesti. Questi sono stati gestiti dalla controllata del Tesoro Consap, a partire dal 2010. Nel complesso, però, le cifre ridistribuite sono state modeste: ricostruiva Repubblica che dal 2008 allo scorso autunno lo Stato ha rimborsato 223 milioni di euro sui 2 miliardi incassati. Dal giudizio della Corte dei Conti sul Rendiconto generale emerge che al 31 dicembre scorso la giacenza del Fondo era di 1,574 miliardi di euro. Un poco alla volta, a seconda della data in cui sono confluiti al fondo, quei soldi andranno prescritti. Dal prossimo anno finiranno nel bilancio generale quelli affluiti nel 2008 e non rimborsati, poi nel 2020 toccherà a quelli del 2009 e così via. Soldi sui quali il governo potrà fare affidamento per finanziare altre misure. Un tesoretto, prezioso in tempi di caccia a ingenti coperture.

Tramite la Consap si può risalire alla banca dati dei rapporti dormienti e fare di lì domanda di riscossione. Grazie alla collaborazione con la Farnesina, il Tesoro garantisce che "l'informativa raggiungerà anche gli italiani residenti all'estero". Chi perdesse questa ultima chiamata dovrebbe dire addio per sempre a quel tesoretto dormiente, che non potrebbe più essere risvegliato.



.
Previsioni per il 2018



mundimago
.

Nessun commento:

Posta un commento

Aiutiamoci e Facciamo Rete, per contatto ...
postmaster(at)mundimago.org

CONDIVIDI

Share
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

FEED

Subscribe

MI PIACE

Share

popolarita del tuo sito

widgets

members.internetdefenseleague

Member of The Internet Defense League

Add

disattiva AD BLOCK

Questo blog è autogestito Sostienici

Visualizzazioni totali

seoguru