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domenica 5 agosto 2018

Venezuela, attentato contro Maduro

Venezuela, attentato contro Maduro


Durante una parata militare: esplosivi dai droni, 7 feriti

Il presidente stava parlando alla cerimonia dell'81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale: è rimasto illeso, i feriti tra le forze armate. 
Ha accusato la Colombia: "Non ho dubbi che dietro l'attacco ci sia il nome di Santos".

Venezuela, attentato contro Maduro: la sicurezza protegge il presidente

Un attentato con ordigni esplosivi lanciati dai droni mentre il presidente del Venezuela Nicolas Maduro teneva il suo discorso a una parata militare. Momenti di panico a Caracas, dove una o forse due esplosioni - secondo le testimonianze - hanno scosso la capitale durante la cerimonia sulla Avenida Bolívar in occasione dell'81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale. "Oggi hanno cercato di uccidermi - ha detto in seguito il presidente spiegando quanto accaduto e accusando apertamente la Colombia - non ho dubbi che dietro l'attentato ci sia il nome di Juan Manuel Santos". Ricostruzione che un funzionario colombiano ha bollano come "infondata".

Maduro ha attribuito l'attentato a esponenti di estrema destra in collaborazione con 'cospiratori' a Bogotà e Miami, oltre a non precisati "finanzieri" degli Usa. "Spero che il presidente Donald Trump sia disposto a combattere i gruppi terroristici", ha aggiunto. Ha detto inoltre che alcuni dei responsabili sono già stati arrestati e "sotto processo". Le indagini vanno avanti. Il procuratore generale, Tarek Saab, intervistato dalla tv statale Vtv ha spiegato: "Non possiamo escludere che vi sia stata la partecipazione di alcuni elementi sovversivi e terroristi fuori dal Venezuela, questa ipotesi rientra tra quelle del pubblico ministero. Confermo e garantisco che si arriverà alla verità".

Le esplosioni. Il presidente stava parlando alla nazione e il suo discorso era trasmesso in tv, quando è saltato l'audio e la trasmissione è stata improvvisamente interrotta. Le immagini diffuse via Twitter dai reporter hanno mostrato la fase iniziale dell'emergenza con l'intervento della sicurezza di Maduro e la rottura delle file dei militari, con i soldati schierati che si sono dati alla fuga. Maduro è stato portato via immediatamente e secondo fonti locali è rimasto illeso. Il ministro delle Comunicazioni venezuelane, Jorge Dominguez, ha dichiarato poco dopo che "il presidente Nicolas Maduro è stato oggetto di un attentato a Caracas" ma che "è incolume e parlerà al Paese". In un intervento televisivo Dominguez ha confermato che l'attentato "è stato realizzato con droni carichi di esplosivo" che "hanno causato il ferimento di sette persone".

La ricostruzione dell'attentato. "Nel momento in cui una sfilata militare stava concludendosi sull'Avenida Bolivar di Caracas - ha spiegato Dominguez - esattamente alle 17.41 si sono udite alcune esplosioni che si è potuto verificare riguardavano artefatti volanti di tipo drone che contenevano cariche esplosive e che sono esplosi vicino al palco presidenziale ed in alcune zone residenziali. Posso dire ufficialmente - ha aggiunto - che si tratta di un attentato contro la figura del presidente Maduro che è rimasto completamente illeso ed è riunito per esaminare con i suoi collaboratori, i ministri e i vertici militari, l'accaduto". Purtroppo, ha proseguito, "le esplosioni hanno causato ferite a sette membri della Guardia nazionale bolivariana che sono stati ricoverati in ospedale". Nel suo discorso alla nazione, il ministro ha precisato che "sono stati abbattuti alcuni droni carichi di esplosivo". I media venezuelani e attivisti nei social network hanno indicato che un'esplosione è avvenuta sullo stesso palco dove si trovava Maduro, e una seconda nella zona dove si svolgeva la parata militare. Dopo l'attacco unità militari hanno preso posizione vicino ai punti nevralgici della zona della Avenida Bolivar.

La rivendicazione. Alcune ore dopo l'attacco è giunta la rivendicazione di un misterioso "Movimento nazionale di soldati in camicia". In una dichiarazione fatta pervenire alla giornalista venezuelana vicina all'opposizione Patricia Poleo, che vive negli Stati Uniti, il Movimento afferma: "E' contro l'onore militare tenere al governo coloro che non solo hanno dimenticato la Costituzione ma che hanno trasformato le cariche pubbliche in un osceno modo per arricchirsi". Nel comunicato, letto da Patricia Poleo in un video sul suo canale YouTube, Maduro viene accusato di impoverire il Venezuela: "Se lo scopo di un governo è raggiungere la maggior felicità possibile, non possiamo tollerare che la popolazione soffra la fame, che i malati non abbiano medicine, che la moneta non abbia valore, e che il sistema dell'istruzione nè istruisca nè ma solo indottrini al comunismo". La rivendicazione si conclude con un appello alla rivolta: "Popolo del Venezuela, per concludere con successo questa lotta di emancipazione dobbiamo scendere in piazza senza arretrare". Il Movimento, su Twitter, si è autodefinito come un gruppo "di patrioti militari e civili, leali al popolo venezuelano che cerca di salvare la democrazia in una nazione sotto dittatura".



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