Le Carte Parlanti

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sabato 28 settembre 2019

#Salvini tra Marcio e Muffa

#Salvini tra Marcio e Muffa


HA DIMENTICATO DI ESSERE SOLO SALVINI

Flavio Tosi ‘ncazzato nero col Capitan Capitone…


Flavio Tosi
Che fine stratega “il Capitano”. 

Si credeva come Trump e Putin e si era dimenticato di essere solo Salvini. 

Quel Salvini che – ottimo affabulatore e pifferaio magico da comizi, ma pessimo stratega politico – è 
riuscito in un capolavoro di autolesionismo che in confronto gli autogol di Niccolai erano nulla. 

Aveva un Governo, il suo Governo, Salvini, che faceva un po’ quello che voleva lui, mentre i 5 Stelle ingoiavano rospi su rospi, dalla Tav al Decreto Sicurezza. 

Eppure Salvini, in un’ubriacatura di ego (e forse di mojiti) ha aperto la crisi. 

Ora, imbarazzato e pregno di intima vergogna, si giustifica balbettando che “l’inciucio tra Pd e 5 Stelle c’era da tempo”, senza però rendersi conto (è in totale assenza di lucidità) che così dicendo rivela di essere ancora più ridicolo. 

Perché, ti ricordo caro Salvini che
 – anche se fai finta di nulla e ti giri dall’altra parte –
 la crisi l’hai aperta tu. Solo tu. Proprio tu. 

E grazie alla tua “genialata” da baraccone ora ci ritroveremo un Governo dei 5 Stelle con addirittura 
l’estrema sinistra di LEU, in un governo arlecchino al pari di quello in cui tu eri ministro. 

Complimenti, Salvini! 

Grazie a te ora i 5 Stelle – che tutto possono tranne che andare a votare per non sparire nei collegi 
uninominali – avranno la strada libera per scrivere con il nuovo Governo una nuova legge elettorale 
proporzionale, loro ragione di sopravvivenza. 

E sarà il caos, già di più di quello che è. La nuova legge infatti abiurerà definitivamente la filosofia della riforma “Renzi-Berlusconi”, tanto criticata demagogicamente ai tempi del referendum, ma che era l’unica via oggettivamente percorribile per dare al Paese governabilità e stabilità. 

In base a quella riforma chi vinceva, governava per 5 anni con la sua maggioranza, come già accade 
per i Sindaci. Con il proporzionale ognuno correrà per sé e poi andrà a trattare, non ci saranno mai 
maggioranze vere e si vivrà alla giornata. 

E torneranno a essere perno del sistema i grillini, con la loro ideologia massimalista e giustizialista, ma con un metodo spregiudicato nell’applicare la politica dei “due forni”. 

I 5 Stelle infatti hanno dimostrato di potersi muovere con la stessa disinvoltura a destra come a sinistra e ora non par loro vero di poter tornare a essere il dominus. 

Grazie Salvini. Grazie per il tuo “capolavoro” politico. Gli italiani liberali, riformisti, garantisti, popolari te ne saranno grati (si fa per dire) in eterno.


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Berlusconi contro Maurizio Costanzo

Alla richiesta la Procura Toscana, che ha riaperto l'indagine sulla stagione stragista di Cosa nostra che comprende dagli attentati di Milano, Firenze e Roma del 1993,


Tra i reati contestati dalla Procura di Firenze all'ex Premier Silvio Berlusconi c'è anche il fallito attentato al giornalista Maurizio Costanzo, che il 14 maggio '93 sfuggi all'esplosione di un'autobomba a Roma. E' quanto si evince dalla documentazione rilasciata dai pm del capoluogo toscano ai legali dell'ex presidente del consiglio, depositata alla Corte d'Assise d'appello di Palermo nel processo sulla trattativa Stato-mafia.

Alla richiesta la Procura Toscana, che ha riaperto l'indagine sulla stagione stragista di Cosa nostra che comprende dagli attentati di Milano, Firenze e Roma del 1993,


La documentazione era stata chiesta dai legali dell'ex premier in vista della deposizione che Berlusconi avrebbe dovuto rendere al processo trattativa. I difensori hanno presentato istanza per sapere se il loro assistito è indagato in procedimenti connessi a quello in corso a Palermo e capire così se debba essere sentito come indagato di procedimento connesso, stato che gli dà la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere, o come teste puro.

Alla richiesta la Procura Toscana, che ha riaperto l'indagine sulla stagione stragista di Cosa nostra che comprende dagli attentati di Milano, Firenze e Roma del 1993, al fallito attentato all'Olimpico del '94, ha risposto con l'elenco dei reati ipotizzati nei confronti del fondatore di Forza Italia.

Oltre alle stragi del Continente e al fallito attentato all'Olimpico, dunque, Berlusconi, che nella ricostruzione avrebbe agito in concorso con Cosa nostra, sarebbe coinvolto nell'intera pianificazione stragista: quindi anche nell'autobomba contro Costanzo e nel mancato omicidio del pentito Salvatore Contorno del 14 aprile 1994 a Formello.

Alla richiesta la Procura Toscana, che ha riaperto l'indagine sulla stagione stragista di Cosa nostra che comprende dagli attentati di Milano, Firenze e Roma del 1993,


Intanto la corte d'assise d'appello di Palermo, che celebra il processo di secondo grado sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, ha reso noto, nell'udienza di oggi, che deciderà, sentite accusa e difesa, il 3 ottobre, in che veste giuridica "ascoltare" Silvio Berlusconi, citato a deporre, per il prossimo giovedì, dalla difesa dell'imputato Marcello Dell'Utri.

Ieri nella cancelleria della Corte i difensori di Berlusconi avevano depositato una certificazione della Procura di Firenze che attesta che l'ex premier è indagato nel capoluogo toscano in un procedimento sulle stragi mafiose del '93. Circostanza che, secondo i difensori, darebbe al fondatore di Forza Italia lo status di indagato di reato connesso e gli consentirebbe di avvalersi della facoltà di non rispondere. I legali avevano anche comunque comunicato ai giudici che il 3 ottobre Berlusconi non potrà essere a Palermo per impegni istituzionali. La Corte ha messo a disposizione delle parti la nota degli avvocati dell'ex premier precisando che possono prenderne visione ma non farne copia
 in quanto contiene atti riservati.

All'udienza di oggi del processo trattativa, citata dalla difesa del capomafia imputato Antonino Cinà, ha deposto l'ex direttrice del carcere di Tolmezzo Silvia Branca. La funzionaria ha illustrato i controlli e le misure di sicurezza che dovevano impedire i contatti tra detenuti segnalando di non aver ricevuto alcuna segnalazione su colloqui non consentiti tra Cinà e il mafioso catanese, poi pentito, Giuseppe Di Giacomo. La Branca ha anche precisato di non poter escludere del tutto che delle violazioni delle regole del carcere duro si siano potute verificare sfuggendo ai controlli della polizia penitenziaria. La deposizione ruota attorno alle rivelazioni fatte da Di Giacomo che ha raccontato di avere appreso da Cinà, in carcere, particolari sulla stagione stragista e sulla trattativa.

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martedì 24 settembre 2019

Leghisti Pagano la Truffa della Lega

Leghisti Pagano la Truffa della Lega


A pagare gli scandali della Lega sono i truffati della Credieuronord

A pagare per gli scandali della Lega Nord rischiano di essere i militanti. In denaro contante. Non tutti, certo. Sicuramente quelli che alla fine degli anni Novanta hanno investito i propri risparmi in Credieuronord, la banca padana.

Nato nel 1998, il sogno bancario del Carroccio era durato cinque anni. L’istituto di credito leghista scomparve nel 2003, insieme ai soldi di quanti avevano finanziato in prima persona quel progetto. Da qualche anno il partito ha deciso - meritoriamente e silenziosamente - di rimborsare i militanti coinvolti. È stato creato un apposito comitato che ha iniziato a risarcire le vittime. Adesso, a causa delle indagini della magistratura, gli indennizzi rischiano di essere definitivamente interrotti.

«Proprio così» racconta Corinna Zanon, una delle promotrici del «comitato amici della Credieuronord». L’associazione fondata all’indomani del crac per iniziativa di un gruppo di soci, con l’intento di recuperare parte del denaro perduto. «Più fango gettano addosso alla Lega - spiega al telefono - meno possibilità abbiamo di vedere quel risarcimento». Un tempo militante del partito di Bossi («oggi resto una simpatizzante, ma la militanza l’ho sospesa dopo l’esperienza della banca»), la Zanon ricorda bene con quanto entusiasmo tanti leghisti parteciparono al finanziamento della banca padana. «In genere si sottoscrivevano 100 quote, con un costo di 5 milioni di lire a militante. Circa 2.500 euro. C’erano anche tanti soci anziani, pensionati. Loro pagavano un milione di lire». In tanti hanno perso una fortuna. «Altri soci hanno versato tantissimo. Per loro era un atto di fede. C’è chi ha investito tutta la liquidazione: 30, 40 milioni di lire».

Un buco di tredici milioni di euro. Solo parzialmente colmato. Ai militanti finora sono stati restituiti circa quattro milioni, come racconta al Corriere di Brescia l’avvocato Ugo Palaoro che si sta occupando dei risarcimenti. Degli oltre tremila soci della banca, si è deciso di rimborsarne poco più di duemila. Individuati dopo aver escluso dalla lista parlamentari, consiglieri regionali, ma anche «tutte le persone facenti riferimento direttamente al movimento». A chi ha fatto domanda di risarcimento, la Lega ha promesso di rendere l’80 per cento del capitale versato. Di questa cifra, come conferma Corinna Zanon, ad oggi è tornato ai militanti circa il 40 per cento.

Un’iniziativa lodevole, nata grazie all’impegno di Bruno Caparini, uno degli uomini più vicini a Umberto Bossi. Imprenditore e padre del deputato Davide, è lui che dal 2008 si è assunto l’obbligo morale di restituire ai militanti leghisti almeno una parte dei risparmi perduti. Che adesso, dopo lo scandalo a base di diamanti e lingotti d’oro, rischiano di rimanere a bocca asciutta. «È evidente - spiega Palaoro al Corriere di Brescia - dato che è in corso un’indagine e i documenti sono in mano ai magistrati, che i rimborsi subiranno uno stop».

Ma c’è un altro aspetto della vicenda che lascia qualche interrogativo. Per risarcire i tanti militanti vittime del crac Credieuronord, in questi anni la Lega avrebbe usato fondi gestiti direttamente dai tesorieri. Finanziamenti pubblici? «Parte dei soldi sono stati raccolti attraverso un’autotassazione dei parlamentari - ricorda Corinna Zanon - Altri attraverso donazioni. E un po’ sono stati versati anche dalla Lega». L’ipotesi sembra confermata dall’avvocato Palaoro, che spiega come almeno due dei quattro milioni finora raccolti siano stati erogati dall’ex tesoriere Francesco Belsito. E l’altra metà dal precedente tesoriere Balocchi. In entrambi casi, fondi nella disponibilità della Lega. Non è un caso che lo scorso gennaio Bruno Caparini aveva chiesto un nuovo stanziamento proprio al Consiglio federale del Carroccio.

«Sono soldi dei rimborsi elettorali? - spiega la Zanon al telefono - Se permette non lo trovo nemmeno sbagliato. L’importante è che chi ne ha diritto venga risarcito». Ma è corretto che i rimborsi elettorali della Lega - soldi pubblici - siano dirottati ai militanti che hanno investito nella banca padana? Insomma, fermo restando la serietà dell’iniziativa, quei finanziamenti non dovrebbero essere investiti dal partito per soli scopi “politici”? Il dubbio resta. «La Lega come partito - spiega l’avvocato Palaoro al Corriere di Brescia - ha sempre chiesto ai propri militanti, ai propri parlamentari e assessori di versare al partito una parte dei loro emolumenti. Quindi dopo venti anni di esistenza della Lega è ipotizzabile che il partito avesse altre entrate in grado di coprire questa iniziativa». 

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Salvini vorrebbe aggiudicarsi le prossime tornate regionali – specialmente Umbria ed Emilia Romagna - e i panni da Gengis Khan che ha indossato finora non gli sono utili.


Salvini vorrebbe aggiudicarsi le prossime tornate regionali – specialmente Umbria ed Emilia Romagna - e i panni da Gengis Khan che ha indossato finora non gli sono utili. Meglio situarsi altrove, un po’ San Francesco e un po’ Evita Peron, scegliendo un populismo dei buoni sentimenti al posto del vecchio interventismo autoritario...


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Coniglio della Politica

Coniglio della Politica


Salvini, tu ad agosto hai fatto il più grande errore nella storia della politica, e poi ti sei coperto di ridicolo quando te ne sei reso conto, riducendoti a stalker di Di Maio. Da Conte, il 20 agosto, hai preso una vagonata di tortoiate che ne bastava la metà, ma tu hai voluto pure metterti accanto a lui così tutto il mondo ha visto le tue faccette stile D'Urso. Da un mese parli di complotti, ma hai fatto tutto da solo: prima hai fatto cadere il governo e poi hai dichiarato guerra a chi lo aveva fatto cadere: un caso di bipolarismo che neanche Freud. Sei riuscito a farti infinocchiare da Renzi: no, dico, Renzi. Capirei Churchill, ma farsi fregare da Renzi è come farsi fregare da un bimbo dell'asilo. Sui rimpatri non hai fatto nulla. Non conosci la Costituzione. Sei in modalità dittatore dello stato libero di Papeete. Ogni volta dici di voler fare una destra diversa, poi però torni subito scodinzolante da Berlusconi come un cockerino. Devi pregare Renzi che faccia cadere il governo, perché se ti tengono in naftalina quattro anni poi la tua Lega ti insegue col forcone. E smettila di prenderci in giro: tu che accusi Conte di tradimento, è come Cicciolina che accusa Rosy Bindi d'essere un po' dissoluta". (Andrea Scanzi)

Ma Matteo Salvini non è quello che doveva dimettersi e far dimettere tutti i ministri della Lega, salvo poi ripensarci e rimanere con il sedere incollato alla poltrona?
Ma Matteo Salvini non è quello che dal Papeete Beach ha deciso di aprire un’assurda crisi di ferragosto solo per minacciare il governo e provare ad ottenere più ministeri?
Ma Matteo Salvini non è quello che ha proposto a Luigi Di Maio di fare il Premier (ma Luigi ha rifiutato) pur di riuscire a rimanere al governo?
Ma Matteo Salvini non è quello che ha dato mandato ai suoi parlamentari di non mollare le poltrone di Presidente di commissione?

Mattè sei poco credibile. 

CHE SCHIFO!!?????? e diceva che era cosa orribile strumentalizzare "i bimbi"!!PUAH! ??
Ricordate? Il Capitone indignato aveva strillato che "I bimbi vanno tenuti fuori dalla politica", a Milano Marittima (il 1° agosto 2019) quando suo figlio si era fatto un giretto sulla moto d'acqua della polizia debitamente scortato.
Dobbiamo forse stendere un velo pietoso sulla volgare faccia di bronzo e sulla becera propaganda di questo individuo che oggi ha biecamente utilizzato una minorenne per meri scopi politici? ASSOLUTAMENTE NO!!??
E che dire dei genitori della piccola che l'hanno consentito??????
"Greta è arrivata sul palco accompagnata dalla madre.

SALVINI SCAPPA DAVANTI A CAROLA RACKETE

Corrado Formigli: "Ho invitato a Piazzapulita Salvini con Rackete ma lui ha detto che non poteva".

Eccolo il "capitano coraggioso"...

Sui social e a Pontida ad insultarla come un bulletto di periferia, e quando invece c'è la possibilità di un confronto, faccia a faccia, scappa come un coniglio da tastiera.

Dal palco di Pontida urlava ai suoi followers in carne e ossa: "Carola mi ha denunciato, non vedo l'ora di andare a processo e guardarla in faccia a testa alta".

Sì, certo, come no. Ma quale testa alta?
Infatti alla prima occasione te la sei data a gambe. E fai bene caro Salvini. Perché un confronto con chi ha raccolto dal mare uomini e donne, anche morti, mentre tu infamavi le ONG, tu non lo puoi sostenere.
È una questione proprio di dignità. E di coraggio. Quello che Carola Rackete ha e tu no.
C'è un'unica capitana qui. E si chiama Carola Rackete.
Lei sì, a testa alta!

E la Rai leghista tace!!!!
Gianni Lopez "Mattarella mafioso!" proprio la persona giusta a cui gridarlo. Dimenticano o neppure sanno il "congiunto" del Presidente ucciso dai mafiosi per la sua onestà.

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Ai Leghisti



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lunedì 23 settembre 2019

Chi finanzia Italia Viva

Chi finanzia Italia Viva


Con la nascita di Italia Viva adesso Matteo Renzi potrà contare anche su un discreto gruzzoletto:
 oltre ai finanziatori privati, fondamentale per l’ex premier è stato riuscire 
a creare un gruppo parlamentare anche al Senato.

Matteo Renzi è senza dubbio l’uomo politico del momento. Con la decisione di fuoriuscire dal Partito Democratico e di creare Italia Viva, è riuscito ad attirare verso di sé tutte le attenzioni mediatiche ma adesso questa sua nuova creatura dovrà avere la forza, anche economica, per potere andare avanti.

Visto che si tratta di un partito tutto nuovo, del quale fino a pochi giorni fa non si sapeva neanche il nome e il simbolo è tuttora sconosciuto, logico che possa scattare la domanda sul come si possa adesso finanziare Italia Viva.

Chi finanzia Italia Viva


Essendo riuscito a formare un gruppo parlamentare anche al Senato, grazie all’aiuto del senatore socialista Riccardo Nencini che è confluito in questo nuovo soggetto politico, Matteo Renzi potrà contare su un buon tesoretto derivante dai contributi parlamentari.


Non mancheranno però anche diversi finanziatori privati, da Davide Serra a Daniele Ferrero, che stanno sostenendo i Comitati di azione civile promossi dall’ex premier visto che la storica fondazione Open è stata chiusa un anno fa.

Come si finanzia Italia Viva, il nuovo partito di Renzi
Il progetto di Matteo Renzi è, in linea con il suo personaggio, piuttosto ambizioso: andare a riempire quell’area centrista e progressista che al momento, vista l’assenza fino a qualche giorno fa di un partito moderato, è sostanzialmente vuota.

Ora che Italia Viva è ufficialmente una realtà politica, il prossimo step sarà quello di radicarsi sul territorio sfruttando la già esistenza dei Comitati di azione civile, promossi non a caso dall’ex premier dopo le dimissioni da segretario del Partito Democratico.


Se Matteo Renzi sarà il frontman in televisione e sui giornali, visti i primi sondaggi di certo non esaltanti per crescere il nuovo partito dovrà lavorare soprattutto a livello locale e questo per forza di cose richiederà risorse adeguate.

Essendo riuscito a formare un gruppo parlamentare oltre che alla Camera anche al Senato, grazie a Nencini che ha prestato il simbolo della Lista Insieme unendosi poi alle fila dei renziani, Italia Viva adesso potrà godere dei contributi elargiti dalle Aule che sono complessivamente
 pari a 2,2 milioni l’anno.

Come era prassi nel Partito Democratico, anche in questa nuova avventura i parlamentari “scissionisti” con ogni probabilità si andranno a decurtare parte del loro stipendio da onorevole versandolo poi al neonato partito.

Non mancano però anche i finanziatori privati. Fino allo scorso anno il motore pulsante di Matteo Renzi dal punto di vista economico era la fondazione Open, 
che organizzava la kermesse della Leopolda.

A riguardo l’ex presidente di Open l’avvocato Alberti Bianchi, che tramite il suo legale si è dichiarato comunque estraneo ai fatti, è stato appena indagato dalla procura di Firenze per traffico di influenze illecite proprio per i suoi rapporti personali e professionali con la fondazione.

Nei suoi sei anni di vita la fondazione Open era riuscita a raccogliere finanziamenti per 6,7 milioni. Tempo fa l’ex premier aveva annunciato la nascita della Matteo Renzi Foundation, ma al momento di operativi ci sono soltanto i Comitati d’azione civile che finora hanno raccolto in totale 500.000 euro.

Chi finanzia Italia Viva


Tra i benefattori dei Comitato ci sono il finanziere Davide Serra da sempre vicino al senatore toscano, l’imprenditore Lupo Rattazzi figlio di Susanna Agnelli e Daniele Ferrero,
 presidente e amministratore delegato di Venchi.

Tra contributi parlamentari, probabili decurtazione degli stipendi di deputati e senatori e le donazioni da parte dei privati, per questo suo inizio Italia Viva potrà contare su un tesoretto di circa 3 milioni, che possono rappresentare un buon punto di partenza per il progetto politico di Matteo Renzi.



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domenica 22 settembre 2019

Tassa sulle Merendine Ottima Idea

Vorrei delle tasse di scopo: per esempio sulle bibite gasate e sulle merendine o tasse sui voli aerei che inquinano”. L’idea è: faccio un’attività che inquina (volare), ho un sistema di alimentazione sbagliato? Metto una piccola tassa e con questa finanzio attività utili, la scuola e stili di vita sani.

Il nuovo ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti propone una tassa sulle merendine, e giù di risate. Un'ottima idea, ma non per i motivi che intende il Ministro.

Sembra una burla, a leggerla così, e in pochi hanno perso l’occasione di farlo notare. Una tassa sulle merendine. Davvero non è venuta in mente un’idea di partenza migliore al neo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti? Una tassa sulle merendine, ha buttato lì come prima cosa il ministro in quota Cinque Stelle.

Roba da scolaretti, ha detto in ogni modo l’opposizione (anche se, al momento, è piuttosto complicato distinguere chi sta all’opposizione da chi sta al governo). Stupidaggini, hanno ribadito i critici. Una cazzata, ha detto – papale papale – l’ex vicepremier Matteo Salvini in un video postato sui suoi social, sostenendo che “neanche se uno si mette d’impegno può partorire una cosa del genere”. Insomma, l’idea non è stata esattamente presa sul serio, per quanto fosse comunque solo un’ipotesi partorita durante un’intervista.

Dove li troviamo i due miliardi necessari a investire nella scuola (più uno per le università e ricerca), aveva chiesto il giornalista del Corriere della Sera a Fieramonti. “Vorrei delle tasse di scopo: per esempio sulle bibite gasate e sulle merendine o tasse sui voli aerei che inquinano”, aveva risposto lui. “L’idea è: faccio un’attività che inquina (volare), ho un sistema di alimentazione sbagliato? Metto una piccola tassa e con questa finanzio attività utili, la scuola e stili di vita sani”. E giù risate, critiche, dirette Facebook con sorrisini ridicolizzanti.

Ma fermiamoci un attimo: una tassa sulle merendine e sulle bibite zuccherine è davvero tanto sbagliata? Siamo sicuri che rendere economicamente meno appetibile uno stile di vita e di alimentazione poco sano sia “una cazzata”?

Noi mamme, oggi, ci battiamo per il diritto di portare il “panino da casa” ai nostri figli, pur di non alimentarli con la mensa scolastica, di cui proprio non riusciamo a fidarci. Ma alla prova dei fatti quello che gli mettiamo nello zainetto per la merenda è nella maggior parte dei casi un prodotto confezionato. Perché? Perché non abbiamo tempo, perché a loro piace, perché è più facile e perché, non in ultimo, costa meno.
Un pacchetto di merendine, al supermercato, costa intorno ai due euro (anche meno, se guardiamo ai marchi meno pubblicizzati). Due euro per un pacco da dieci merendine, ergo 20 centesimi per ogni merenda. Ammettiamolo: un panino fatto in casa come si deve costa di più, considerando anche il tempo impiegato per prepararlo.

Stesso discorso sulle bibite gasate: una bottiglia d’acqua può arrivare a costare quasi quanto un’aranciata tra le più economiche. E allora ben venga un rapporto sconveniente, che scoraggi magari qualche mamma dal propinare zuccheri quotidiani non necessari ai propri figli. Ben venga una piccola tassa in più sui prodotti che, consumati abitualmente, possono indurre a regimi alimentari poco salubri (e magari, parallelamente, ben venga un aiuto in termini di agevolazioni a chi fa prodotti più sani).

E non siamo solo noi a dirlo: uno studio scientifico inglese, pubblicato dal British Medical Journal e riportato dal The Guardian,  mostra come una tassa del 20% su snack, biscotti, torte e dolci avrebbe “un enorme impatto” sui livelli di obesità, con una riduzione di oltre il 10% della popolazione con problemi di peso. Peraltro, nel Regno Unito (come in più di altri cinquanta Paesi nel mondo) una tassa sulle bevande zuccherate (la Soft drinks industry levy, generalmente nota come “sugar tax”) già esiste, ed è nata sia per scoraggiare l’acquisto da parte dei consumatori che per incentivare le industrie a produrre bibite con minori quantità di zuccheri.

Non esattamente una cazzata, quindi, visto che prima di noi, oltre al Regno Unito, ci hanno pensato Paesi come Francia (2012), Portogallo (2017), Belgio (2016), Irlanda (2018), Norvegia (2018), e perfino gli Emirati Arabi Uniti (2017), dove la tassa è addirittura del 50%. Il tutto, certo, nell’ottica di promuovere un’alimentazione migliore. Non certo con l’obiettivo di spremere il consumatore.

Perché, se c’è una cosa che spiace nelle parole del ministro Fioramonti, è leggere che la sua proposta sembra avere poco o nulla a che vedere con la volontà di diffondere una cultura dell’alimentazione più attenta. No, la sua viene presentata come una semplice idea per recuperare denaro che manca e destinarlo altrove (non all’educazione alimentare, ma all’istruzione, di cui in effetti il ministro dovrebbe occuparsi). Di più: a leggere le sue parole, pare che questa micro tassa non sia tanto pensata come un meccanismo per disincentivare un eccessivo acquisto di merendine o bibite gasate.

No, la tassa sulle merendine sarebbe più che altro una sorta di punizione per chi conduce uno stile di vita poco sano, al pari di chi inquina l’ambiente volando frequentemente sugli aerei.

Ecco, caro ministro, se c’è una cosa di cui siamo sicuri, è che educare è meglio che punire. E, visto che l’istruzione è proprio la sua materia, un pensierino sull’educazione alimentare, più in senso positivo, forse potrebbe farlo. In fondo, la direzione iniziale potrebbe essere quella corretta, basta aggiustare il tiro.
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Non è Capace o ha Fatto Cadere il Governo per NON Lavorare


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Ha Fatto Cadere il Governo per NON Lavorare

Ha Fatto Cadere il Governo per NON Lavorare

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Nessun Complotto per far Sparire   una Mezza Calzetta di Politico come Salvini

Nessun Complotto per far Sparire 
una Mezza Calzetta di Politico come Salvini

Sergio Mattarella, Romano Prodi, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, i poteri forti internazionali e infine il ministro dell’Economia Giovanni Tria, eccoli qui messi tutti in fila i principali protagonisti del complotto che secondo i leghisti e i sostenitori di Matteo Salvini stanno lavorando alla nascita di un governo senza la Lega. Un governo che per il Capitano non rispetta la volontà popolare e quindi è brutto e cattivo e pure contro natura.

Ma esattamente quali “giochini di palazzo” ha smascherato Salvini?
Ma davvero c’era bisogno di scomodare tutti quelli che non sono dalla parte della Lega (mancano giusto i Rettiliani) per mandare a casa Salvini? La risposta è no. Perché Salvini a casa ci si è mandato da solo. Quel gran genio del leader del Carroccio ha fatto tutto senza il bisogno di un aiuto esterno. Secondo Salvini il “ribaltone” era pronto da tempo, era solo questione di giorni, settimane o mesi. Ed è per questo che ha deciso di togliere l’appoggio al governo di cui faceva parte. Lo ha fatto – ha detto – per “portare la crisi nelle case degli italiani” e fare tutto alla luce del sole.



Salvini dice anche altre cose, come quella di non essere alla ricerca delle poltrone, ma dimostra un particolare attaccamento a quella di ministro dell’Interno. E se davvero Salvini avesse voluto andare al voto senza se e senza ma, avrebbe potuto dimettersi, far dimettere i leghisti che sono al governo e mettere il MoVimento 5 Stelle e i traditori di fronte ad un fatto compiuto. Nulla di tutto questo è accaduto. Luca Morisi su Facebook ha scritto che la Lega “ha smascherato uno giochino che qualcuno preparava da tempo”. Il giochino sarebbe l’accordo PD-M5S, che non avrebbe avuto alcuna ragione d’essere se la Lega fosse rimasta al Governo e che non è affatto un “giochino” ma la normale conseguenza della crisi innescata da Salvini.

Come il Capitano si sarebbe fatto “fregare” dal M5S e da Luigi Di Maio
Quello che è successo è incredibile. Fino a qualche tempo fa tutti raccontavano di come la Lega fosse stata bravissima a prendersi i consensi del MoVimento 5 Stelle e parlavano della grande abilità politica di Salvini. Ora improvvisamente si scopre che il M5S ha tramato nell’ombra per far fuori quel ministro che fino a fine luglio sembrava essere in grado di condizionare tutte le scelte politiche del governo Conte, come è possibile? Perché se si vuole credere all’ipotesi del complotto bisogna allo stesso ammettere che come politico Salvini non è un granché, che è uno sprovveduto.



È uno sprovveduto perché si è alleato con il M5S un anno fa, sperando dall’alto del suo 17% di poter condizionare le scelte dei pentastellati (che di voti in Parlamento ne hanno il doppio). È un sprovveduto perché non si è accorto se non all’ultimo momento dei piani per il “ribaltone” e alla fine si è fatto mettere all’angolo da uno come Giuseppe Conte. Ed infine è uno sprovveduto perché un attimo dopo aver rotto con il MoVimento stava già cercando di fare la pace, e anche dopo essere uscito dalle consultazioni con Mattarella ha nuovamente teso la mano al partito di Di Maio.

Aiuto! C’è un complotto contro la volontà popolare!
Secondo la Lega questo complotto serve ad impedire di andare al voto. Ed è interessante notare che si vorrebbe evitare il ritorno alle urne proprio quando la Lega è al massimo storico nei sondaggi. Eppure anche nel giugno del 2018, quando è nato il Governo del Cambiamento, la situazione era la stessa: la volontà popolare non ha mandato al governo né il M5S né la Lega, e tanto meno M5S e Lega assieme. Perché non si è tornati al voto subito? Forse alla Lega faceva comodo andare al governo, prendere qualche poltrona e guadagnare ulteriori consensi. Poi sono successe altre cose. Molte delle promesse fatte da Salvini non si sono concretizzate: il Decreto Sicurezza non serve a fermare gli sbarchi, i #PortiChiusi lo sono solo per finta, l’Autonomia per Veneto e Lombardia è di là da venire,  le accise sulla benzina sono sempre lì e c’è pure il rischio che aumentino. Ma non era importante perché la Lega volava nei sondaggi e vinceva alle regionali e alle amministrative.



Poi sono arrivate le europee e la Lega ha vinto di nuovo. Ma solo in Italia, perché in Europa nonostante quello che ha raccontato la propaganda della Lega Salvini ha perso alla grande. A quel punto Salvini aveva – grazie a questi risultati – in mano la palla per condizionare ancora di più l’attività di governo. Finalmente poteva fare la Flat Tax a deficit, andare a fare la guerra contro la UE come ha promesso in lungo e in largo e magari pretendere qualche poltroncina in più (almeno quelle per sostituire Rixi e Siri dai!). Inoltre c’era un altro problema: all’orizzonte non ci sono elezioni in vista. E sappiamo che Salvini è un animale da comizio, non vorrete mica che torni a lavorare al Viminale? Ecco così i veri contorni dei “giochini” smascherati dalla Lega alla quale tra promesse non mantenute, nodi che iniziavano a venire al pettine e una bella manovra di Bilancio in preparazione a fine settembre non conveniva proprio di stare al Governo. Non serviva nessun complotto o giochino per mandare a casa Salvini, perché il Capitano a casa ci si è mandato da solo per evitare il peggio, con la speranza magari di ottenere dall’ex alleato qualche concessione. Ma non è arrivato nulla e Salvini è rimasto con il cerino della crisi in mano. Cosa gli resta da fare se non frignare perché quei cattivoni non vogliono più giocare con lui?


La bambina di Pontida non c’entra nulla con Bibbiano.   Vive in Lombardia e le case famiglia a cui fu affidata erano a Varese e Como.   Salvini ha strumentalizzato Bibbiano e i bambini in modo indegno...


La bambina di Pontida non c’entra nulla con Bibbiano.
Vive in Lombardia e le case famiglia a cui fu affidata erano a Varese e Como.
Salvini ha strumentalizzato Bibbiano e i bambini in modo indegno...
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Il disco rotto e falso di Salvini sugli sbarchi

Il disco rotto (e falso) di Salvini sugli sbarchi dei migranti   che aumentano per colpa di Conte e Lamorgese




Durante una diretta Facebook ieri pomeriggio Matteo Salvini ha rivendicato come durante il suo mandato ci sia stato «un costante calo delle partenze dei morti e degli sbarchi». Il leader della Lega ha anche attaccato il governo Conte – e senza mai nominarla, la ministro Lamorgese – quando ha “scoperto” che gli sbarchi stanno aumentando: «vedo che ad esempio nel primo mese del nuovo governo, per la prima volta dopo un anno e mezzo aumentano gli sbarchi rispetto all’anno scorso». Successivamente a CartaBianca su Rai 3 Salvini ha provato, invano, a difendere la tesi che con con il nuovo esecutivo i porti sono stati aperti.

Il disco rotto (e falso) di Salvini sugli sbarchi dei migranti 
che aumentano per colpa di Conte e Lamorgese

Le solite balle di Salvini sul calo di partenze e di morti
La prima cosa da dire è che i porti non sono mai stati chiusi, nemmeno quando c’era Salvini al Viminale. Perché ad eccezione dei casi in cui l’ex ministro ha fatto la voce grossa contro le navi delle ONG (ma alla fine sono stati fatti sbarcare anche quei migranti) o contro quelle della Guardia Costiera i migranti hanno continuato a partire dalla Libia e a sbarcare sulle nostre coste.  Durante la “gestione Salvini” ne sono arrivati complessivamente oltre ottomila.

Come abbiamo spiegato la prima affermazione di Salvini è falsa. Sono infatti diminuiti solo gli sbarchi mentre i morti in mare sono aumentati (anche in termini assoluti) rispetto alla gestione Minniti. Le partenze invece pur essendo diminuite non sono calate in maniera direttamente proporzionale agli sbarchi. Questo nonostante le ONG siano state fatte allontanare dalla zona delle operazioni degli scafisti e della guardia costiera libica.


Del totale degli oltre ottomila migranti che sono arrivati in Italia in questi 14 mesi Salvini ha concentrato l’attenzione mediatica sull’unico aspetto che poteva dare l’impressione di essere in grado di controllare: quelli che venivano salvati dalle ONG. Le ragioni sono semplici: si tratta di casi “simbolo” dove il Ministero e il governo poteva indicare il presunto colpevole. Poco importa che le inchieste per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico delle ONG siano state quasi tutte archiviate.

Perché Salvini ha fatto la guerra alle ONG e non agli scafisti?
È invece molto più difficile fermare i singoli barchini degli scafisti, anche perché c’è il problema di identificare lo scafista di turno. E agli italiani in fondo importa poco se viene arrestato, perché è un “nemico” molto meno identificabile. Le ONG sono sempre le stesse, riconoscibili da tutti e già inserite nella narrazione che le vede come complici dei trafficanti e come fattore di attrazione (in realtà non è quello il pull factor che spinge i migranti a partire perché “sanno che saranno salvati”. Ma i migranti – ha mostrato su Twitter Matteo Villa dell’ISPI – partono lo stesso anche se non ci sono le ONG.


La strategia di Salvini dietro le fregnacce sui porti aperti

Cos’è cambiato quindi quando Salvini era al Ministero dell’Interno? L’unica sostanziale novità è che è aumentato il numero di migranti intercettati dalla Guardia Costiera libica e riportati in Libia. Un paese dove per stessa ammissione di Salvini qualche giorno fa, c’è la guerra e che quindi non può essere considerato un porto sicuro. Ieri Bianca Berlinguer ha ricordato a Salvini che «gli sbarchi in questi mesi ci sono sempre stati, anche se si è parlato solo di quelli che arrivano con le navi delle organizzazioni non governative coi barchini fantasma ne sono arrivati molti di più di quanti ne sono arrivati con le navi delle ONG». Ed è vero, i migranti arrivati a bordo delle ONG da gennaio a settembre 2019 sono stati 472, gli altri 4.553 sono arrivati in altri modi. Chi a bordo di navi mercantili italiani (i vari Asso 25 e simili) o assetti della Marina Militare e della Guardia Costiera. Salvini ribatte che «non sono sbarchi fantasma, sono tutti censiti uno per uno, vengono identificati tutti e vengono messi tutti nei centri». Ed è vero che con sbarchi fantasma si intendono quelli che arrivano sulle coste e riescono a dileguarsi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine (è successo). Ma questi “fantasmi” sono invece degli spettri che non compaiono nella propaganda della Lega (ma sono ben evidenti dai dati statistici del Viminale).

«Perché quelli arrivano e altri con donne e bambini sono dovuti restare per settimane in mezzo al mare?» chiede la Berlinguer. La risposta di Salvini lascia il tempo che trova e non dà alcuna spiegazione: «l’obiettivo è bloccare tutti quelli che vengono portati qua dagli scafisti, se poi vengono portati dalle ONG o dai singoli scafisti per me non cambia nulla». Ma in realtà cambia, perché nessuno ha mai sentito Salvini fare polemica per i barchini che arrivavano tranquillamente in porto a Lampedusa mentre la Sea Watch era alla fonda con i migranti in ostaggio della propaganda sui porti chiusi. Porti chiusi di Shroedinger, visto che gli scafisti ci potevano entrare senza problemi mentre le ONG  dovevano starsene al largo.

C’è poi un altro dato interessante che emerge dalle statistiche del Viminale: il numero di migranti “in accoglienza” sul territorio italiano. Al 31 agosto 2019 c’erano 101.540 persone; a fine 2018  erano 135.858. Non si sa che fine hanno fatto gli altri, è probabile che molti siano quelli cui è stata tolta, da Salvini, la protezione umanitaria e che quindi sono usciti dal sistema. A questo punto la domanda è d’obbligo: cosa ha fatto davvero Salvini in questi quattordici mesi al governo quando lo stipendio glielo pagavamo noi?

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giovedì 19 settembre 2019

Bambina sul palco di Pontida non di Bibbiano

Bambina portata sul palco di Pontida  non di Bibbiano

La bambina portata sul palco di Pontida da Matteo Salvini non era di Bibbiano
Lo avevano scritto tutti i giornali e siti di news, ingannati dai suoi tweet e dall'assenza di correzioni o smentite dalla Lega

Bambina portata sul palco di Pontida  non di Bibbiano


Greta, la bambina presentata dal leader della Lega Matteo Salvini dal palco della festa del partito a Pontida, non è di Bibbiano, il comune emiliano della famosa inchiesta sui minori allontanati dalle loro famiglie dai servizi sociali. Che lo fosse lo avevano scritto praticamente tutti i giornali fraintendendo alcuni messaggi successivi effettivamente ambigui di Salvini, che invece a Pontida non aveva mai associato la bambina Greta a Bibbiano. Dalle ricostruzioni di lunedì, la bambina è stata identificata come effettivamente al centro di un caso di allontanamento dalla famiglia, ma in Lombardia. Molti giornali, peraltro, avevano anche scritto che Greta era la bambina che Salvini teneva in braccio in un video circolato molto online: in realtà quella era sua figlia, e Greta è la bambina coi capelli rossi più grande alla sua sinistra.


L’episodio è avvenuto al termine del comizio di Salvini all’annuale festa della Lega a Pontida, domenica: prima dei saluti, Salvini ha fatto salire sul palco un po’ di persone, tra cui una bambina che ha identificato come «Greta, una splendida ragazza coi capelli rossi che dopo un anno è stata restituita alla mamma», ripetendo poi «mai più bimbi rubati alle loro mamme». Non ha mai menzionato Bibbiano, ma tutti i giornalisti hanno fatto l’associazione, non si capisce se per qualche informazione sbagliata, perché il tema era stato molto presente nei comizi della giornata, o solo per un immediato tweet di Salvini che aveva alimentato l’equivoco – volontariamente o involontariamente – usando l’hashtag #Bibbiano per parlare della bambina.


Lunedì sono però circolati diversi dubbi su internet, e la giornalista Selvaggia Lucarelli ha scritto di aver parlato con «un magistrato» che le avrebbe detto che la bambina Greta in questione non risulta tra quelle oggetto dell’indagine in corso su Bibbiano, e che il suo caso non era tra quelli seguiti dai servizi sociali Val d’Enza, protagonisti del presunto traffico di minori. Più tardi, Lucarelli ha detto di aver avuto conferma dalla stessa madre di Greta, che era sul palco a Pontida: la bambina vive in Lombardia, ed è stata data in affidamento a famiglie in provincia di Varese e Como. La donna era stata avvicinata da alcuni esponenti della Lega durante una manifestazione fuori da Palazzo Chigi a Roma, ha scritto Lucarelli, ricevendo la proposta di salire sul palco a Pontida. IL quotidiano La Provincia di Como ha aggiunto che la responsabilità della sua sottrazione alla madre era stata tra l’altro di un’amministrazione leghista.

Bambina portata sul palco di Pontida  non di Bibbiano


Selvaggia Lucarelli

Confermo tutto perché ho parlato con la madre. La bambina di Pontida non c’entra nulla con Bibbiano. Vive in Lombardia e le case famiglia a cui fu affidata erano a Varese e Como. Salvini ha strumentalizzato Bibbiano e i bambini in modo indegno.


Lunedì pomeriggio, quando la notizia stava iniziando a circolare online, Salvini ha fatto un nuovo tweet sull’episodio scrivendo che «Greta è una delle tante, troppe bambine (decine di migliaia) portate via alla mamma e al papà, a Bibbiano e in altri Comuni Italiani».



Ringrazio questa mamma e questa bimba, che hanno avuto coraggio: Greta è una delle tante, troppe bambine (decine di migliaia) portate via alla mamma e al papà, a Bibbiano e in altri Comuni Italiani. 
Greta per fortuna è tornata a casa, altri ancora no.


E per tutte le 24 ore in cui quotidiani, telegiornali e siti di news avevano presentato la bambina Greta come “di Bibbiano”, né Salvini né nessuno del suo staff o dell’organizzazione del raduno di Pontida avevano ritenuto di correggere o smentire l’informazione sbagliata che era stata messa in circolazione. Anzi, l’account ufficiale della stessa Lega si era accodato alla narrazione falsa, confermandola con diversi tweet poi cancellati. E lo stesso Salvini, ancora lunedì mattina, ospite della rete 7Gold, aveva detto che sul palco di Pontida c’erano «le mamme coi bambini di Bibbiano, i bambini portati via». Non è chiaro se sul palco ci fosse effettivamente qualche genitore coinvolto nel caso di Bibbiano, ma finora non ci sono state indicazioni in questo senso.

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