La demonizzazione degli anarchici fu costruita con abilita' dai
servizi e da buona parte delle istituzioni preposte alla repressione del
terrorismo. Guardare al passato per capire il presente e prevedere il
futuro, diceva lo storico Tucidide nel 450 avanti Cristo. Quello che e'
accaduto 43 anni fa dovrebbe servire da lezione.
La demonizzazione degli anarchici fu costruita con abilita' dai
servizi e da buona parte delle istituzioni preposte alla repressione del
terrorismo. Guardare al passato per capire il presente e prevedere il
futuro, diceva lo storico Tucidide nel 450 avanti Cristo. Quello che e'
accaduto 43 anni fa dovrebbe servire da lezione.
Il debito? E' della casta
[04/11/2011] di Ferdinando Imposimato
Gia' in passato e' accaduto molte volte che atti di terrorismo commessi dalla destra siano stati attribuiti ai rossi.
I capri espiatori furono per anni gli anarchici, che avevano la caratteristica di dispiacere anche ai comunisti.
L'
attacco agli anarchici inizio' con la strage di Piazza Fontana della quale venne accusato ingiustamente Pietro Valpreda. Della sua colpevolezza sono stato convinto per decenni,
intossicato dai giornali di ogni colore
che riuscirono a colpevolizzare lo sfortunato ballerino con accuse di
ogni genere. Egli dopo dieci anni fu assolto per insufficienza di prove,
mentre furono condannati i fascisti Freda Franco e Ventura Giovanni con
l'agente del Sid Guido Giannettini.
Dopo un infinito balletto di processi,
anche i neofascisti e il loro sodale Giannettini furono assolti con
formula dubitativa. Chi abbia messo le bombe a piazza Fontana, a piazza
della Loggia, sul treno Italicus, alla Questura di Milano e in cento
altri luoghi pubblici non si e' mai saputo sul piano giudiziario. Ma
alla fine del dodicesimo processo per la strage di Piazza Fontana, dopo
una tragicommedia durata 35 anni, c'e' stato il colpo di scena: la Corte
di Cassazione, con sentenza del 3 marzo 2005, ha assolto i neofascisti
accusati da un pentito, ma ha aggiunto che la verita' era quella
contenuta nella sentenza di condanna di Catanzaro del 1979 contro Freda e
Ventura, che pero' furono assolti in appello e in Cassazione e non
possono essere piu' giudicati.
La conclusione e'
che, secondo la Cassazione, la strage di piazza Fontana fu sicuramente
opera di neofascisti aiutati dai servizi segreti del tempo. Ma nella pubblica opinione resta un'ombra ingiusta sugli anarchici. Nessuno riusci' a sfuggire al condizionamento dei media, neppure l'avvocato di Valpreda, che mostro' qualche incertezza sulla sua innocenza.
La
demonizzazione degli anarchici fu costruita con abilita' dai servizi e
da buona parte delle istituzioni preposte alla repressione del
terrorismo, tra cui l'Ufficio Affari Riservati del Viminale.
Nessuno, compreso chi scrive, riusciva a credere ad una diabolica
macchinazione ordita da pezzi insospettabili dello Stato al servizio del
potere politico democristiano chiuso a qualunque apertura alle forze
democratiche della sinistra.
Ebbene,
quello che e'
accaduto 43 anni fa dovrebbe servire da lezione. Guardare al passato per
capire il presente e prevedere il futuro, diceva lo storico Tucidide
nel 450 avanti Cristo. Ma molti, complici alcuni organi di stampa, fanno
finta di non capire.
CACCIA ALL'INDIGNATO
Oggi sta accadendo la stessa cosa:
un
movimento pacifico di "indignati" che protesta contro il Governo per la
ingiusta manovra che lascia indenni i piu' ricchi, e contro le banche
che favoriscono la speculazione, viene criminalizzato e fa dire a qualche
giornalista di Via Solferino che la violenza del 15 ottobre e' stata opera della piazza,
facendo di tutt'erba un fascio. A questo coro si associa stupidamente
Antonio Di Pietro, che invoca leggi repressive cosi' come
Ignazio La Russa e
Roberto Maroni. Nel frattempo
Pierluigi Bersani
tace e alimenta con il suo silenzio gli equivoci sulla linea da
seguire. Sicche' la sinistra frantumata, che ha subi'to una dura
sconfitta in Molise alle recenti elezioni regionali, rischia di
dissolversi favorendo il perpetuarsi del regime di
Silvio Berlusconi. Profittando di questa scelta scellerata di Di Pietro, il sindaco
Gianni Alemanno decide di vietare la manifestazione della Fiom decisa da Maurizio Landini per il 21 ottobre. E
Andrea Orlando, responsabile della Giustizia per il Pd, si lancia in proposte sinergiche con quelle di
Maurizio Gasparri,
affermando sull'Unita' che «qualche ritocco legislativo puo' essere
anche utile, e puo' essere utile ridiscutere dell'efficacia del Daspo».
In
tal modo si cancella, anche da parte dell'opposizione, una protesta
sacrosanta quale e' stata quella di Roma, piena di contenuti politici e
di un dissenso condivisibile.
Mentre nessuno si indigna con il ministro
Saverio Romano colluso, secondo un collaboratore di giustizia, con il capo di Cosa Nostra
Bernardo Provenzano. E il Capo del Governo, che lo ha scelto come Ministro, tace ed anzi recupera parte dei consensi in Molise.
Il
movimento degli indignati e' stato oggetto dell'attacco di persone
estranee ad esso, ed e' stato ingiustamente delegittimato dalla violenza
di pochi mascalzoni, che sono i principali alleati di questa
maggioranza, responsabile di una politica scellerata e ingiusta. Noi siamo solidali con le Forze dell'Ordine e condividiamo la loro protesta, ma sarebbe
un errore confondere i delinquenti che hanno sconvolto Piazza San Giovanni e altre vie di Roma
mediante aggressioni e incendi, con coloro che stavano protestando pacificamente.
L'attenzione
generale si e' concentrata come un fulmine sulla ipotesi di nuove leggi
di ordine pubblico. E nessuno piu' ricorda le sacrosante ragioni che
hanno portato a Roma 300.000 persone, certamente piu' rappresentative
delle urgenze e delle speranza del Paese di quanto non lo siano il Pd e
gli altri partiti dell'opposizione.
Ed e'
inutile prendersela con Beppe Grillo, colpevole di avere raccolto il 6
per cento del consenso in Molise. Quei voti, se non andavano a Grillo,
si sarebbero tradotti in astensione.
Quando il leader
dell'IdV, senza tenere alcun conto della volonta' degli iscritti,
presenta come candidato alle regionali il figlio ignorante e impone come
candidato alla guida del Governo regionale un personaggio squalificato,
e per giunta ex Pdl, la risposta non poteva che essere l'astensione, o
il partito cinque stelle di Grillo.
E questo
potrebbe accadere anche alle prossime elezioni, con una sinistra divisa e
rissosa che non trova una sintesi su un progetto serio e su persone
credibili.
Di fronte alla tragedia che
incombe, ne' il Governo ne' l'opposizione si sono dimostrati in grado di
dare risposte alla crisi che si acuisce e di capire i bisogni dei piu'
deboli ed emarginati. Anzi
nuovi scandali, che toccano Massimo D'Alema, mettono sullo stesso piano maggioranza ed opposizione, sicche' l'alternativa non sembra a portata di mano.
Un
barlume di speranza nasce dai movimenti non violenti di opposizione
democratica che vogliono rappresentare i bisogni di chi non si riconosce
nei partiti storici. E non c'e' da stupirsi.
Molti di noi,
cittadini, magistrati ed avvocati, si sono riconosciuti nelle battaglie
dei movimenti in difesa della democrazia, della Costituzione, della
indipendenza dei giudici, della dignita' del lavoro, del diritto alla
casa, alla salute, alla liberta' di stampa, della uguaglianza dei
cittadini contro i privilegi di pochi. Ed hanno guardato ad
essi come ad una grande promessa di rinnovamento. I movimenti pacifici e
spontanei, quelli delle donne, degli studenti, dei lavoratori, dei
precari, dei docenti, sono stati una novita' politica fondamentale.
La nascita e la crescita dei movimenti ha consentito la partecipazione di milioni di persone al cambiamento della politica,
riportando le istanze dei cittadini emarginati al centro della vita del Paese. L'apporto dei movimenti contro leggi liberticide e' stato fondamentale,
creando un clima favorevole alla rimozione di leggi incostituzionali, come quella sulle intercettazioni o sul processo breve.
IL VERO DEBITO PUBBLICO
Intanto
la crisi travolge milioni di persone, i dati testimoniati dalle
ricerche della Caritas sono drammatici: piu' di 8 milioni di poveri e un
aumento del 20 per cento della poverta' tra i giovani sotto i 35 anni. E
le speranze di lavoro si riducono sempre piu'.
Nessuno ci dice
la verita' su quello che sta accadendo e sui nuovi sacrifici che ci
vogliono imporre con il pretesto di dovere ridurre il debito pubblico, con il pericolo del fallimento, della bancarotta che travolgerebbe solo i piu' deboli.
Il
nuovo Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ci fa sapere che
occorre ridurre il debito pubblico, cioe' il debito che sarebbe stato
contratto da tutti noi. Ma non e' cosi'. Il debito non e' pubblico: e'
dello Stato. Riguarda il complesso delle spese sostenute dallo Stato,
che costituiscono un insieme da definire con precisione: investimenti
diretti quali grandi opere pubbliche, infrastrutture nei settori
strategici, costate cento volte piu' di quello che sarebbe stato giusto
spendere.
Per evitare questo si prepara un'altra stangata sugli strati sociali a reddito basso estesa ai ceti medi.
Il
nuovo Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ci fa sapere che
occorre ridurre il debito pubblico, cioe' il debito che sarebbe stato
contratto da tutti noi. Ma non e' cosi'. Il debito non e' pubblico: e'
dello Stato. Riguarda il complesso delle spese sostenute dallo Stato,
che costituiscono un insieme da definire con precisione: investimenti diretti quali grandi opere pubbliche, infrastrutture nei settori strategici,
costate cento volte piu' di quello che sarebbe stato giusto spendere. Nella
voragine-debito bisogna inserire i fondi per gli
appalti con spese dilatate a dismisura a favore delle imprese del post terremoto, la costruzione di
grandi ed inutili infrastrutture per i mondiali di nuoto del 2009, la
moltiplicazione per mille delle spese per le autostrade e l'Alta Velocita', il pagamento dei debiti contratti dall'Alitalia, e gli investimenti indiretti come i
finanziamenti pubblici dei partiti (usati anche per acquisti di immobili privati), crediti agevolati, le
assunzioni clientelari nelle Autorithy, la pletora delle
burocrazie inutili nelle Regioni, nelle provincie e nei comuni, oltre che nel Parlamento italiano. Fino alle
spese per gli impegni militari in Afghanistan, in Iraq e in Libano.
Tutte
spese che non producono alcun vantaggio per la comunita' nazionale nel
suo insieme, ne' assicurano la pace nel mondo, ma aggravano la crisi.La guerra in Iraq e Afghanistan costa 5 milioni di dollari al giorno, che si ritorcono anche contro di noi.
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La guerra in Iraq e Afghanistan costa 5 milioni di dollari al giorno, che si ritorcono anche contro di noi.
Allora
i giovani fanno bene a protestare contro il debito pubblico accumulato
dalle generazioni precedenti e da quelle attuali ma solo nell'interesse
di pochi.
Il debito pubblico e' cresciuto enormemente per
alimentare la corruzione e finanziare la criminalita' organizzata, che
si e' aggiudicata il 90 per cento degli appalti di grandi opere
pubbliche come la Salerno Reggio Calabria. E non e' giusto che
quel debito debba essere pagato da poveracci che di quelle spese non
hanno goduto minimamente. Non sono state costruite scuole pubbliche, non
sono stati creati fondi per i non abbienti, non sono state sostenute le
piccole e medie imprese, non sono stati migliorati i servizi pubblici,
non sono stati assicurati salari tali da garantire una vita libera e
dignitosa.
Orbene
una minoranza di teppisti non puo' oscurare le ragioni del dissenso. Essi fanno solo gli interessi di questo Governo che se ne deve andare a casa.
I movimenti, nell'assenza dei partiti, sono oggi i protagonisti di una democrazia diretta,
mobilitano milioni di cittadini a sentirsi protagonisti e a spingere il
governo verso scelte che non penalizzino ancora una volta i poveri e i
diseredati. La nascita e la crescita del movimento sono le sole, reali
iniziative di opposizione al regime del premier. E hanno consentito la
partecipazione di tante persone fuori dai partiti al tentativo di cambiamento della politica.
La principale questione morale riguarda il conflitto di interessi
dilagante, fonte di corruzione e criminalità e di una gestione
dissennata delle risorse pubbliche. Che è la
situazione
apparentemente “legale” in cui viene a trovarsi un governante , un
amministratore , un banchiere, un politico o un giudice, che
anziché fare l’interesse pubblico nella sua attività istituzionale,
cura il suo interesse privato o quello di amici e prestanomi. Esso
viola l’articolo 97 della Costituzione che impone alla PA di agire
rispettando i principi del buon andamento e della imparzialità. E , nel
caso dello scandalo della Banca d’Italia, l’articolo 47 della
Costituzione per il quale “la Repubblica incoraggia e tutela il
risparmio in tutte le sue forme e disciplina, coordina e controlla
l’esercizio del credito”.
Il conflitto di interessi è il
principale strumento di corruzione diffuso in Italia. Un cancro che
affligge la politica del Governo e le nostre istituzioni da decenni. E
che si aggrava nonostante le denunzie e le accuse che fioccano per gli
scandali ricorrenti. Il conflitto interessa varie categorie di
persone: governanti, amministratori, governatori, banchieri,
imprenditori, consulenti , magistrati, soggetti nei quali spesso si
uniscono le funzioni di controllori e controllati. Con il permesso o
nell’assenza della legge .
Alcuni partiti , tra cui l'IDV,hanno
votato contro la legge che riduce il rimborso delle spese elettorali,
e a favore del finanziamento dei propri partiti. Di Pietro ha votato a
favore o contro quella legge che riduce i finanziamenti ai partiti ?
Non è un conflitto di interessi votare a favore del finanziamento dei
propri partiti?
Vogliamo conoscere la situazione patrimoniale dei
segretari o presidenti dei vari partiti compresa la titolarità di
immobili in Italia e all'estero
Ferdinando Imposimato
Nessuno
piu' ricorda le sacrosante ragioni che hanno portato a Roma 300.000
persone, certamente piu' rappresentative delle urgenze e delle speranza
del Paese di quanto non lo siano i partiti. I movimenti, nell'assenza
dei partiti, sono oggi i protagonisti di una democrazia diretta.
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La demonizzazione degli anarchici fu costruita con abilita' dai servizi e da buona parte delle istituzioni preposte alla repressione del terrorismo. Guardare al passato per capire il presente e prevedere il futuro, diceva lo storico Tucidide nel 450 avanti Cristo. Quello che e' accaduto anni fa dovrebbe servire da lezione...
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