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martedì 27 aprile 2010

Rosarno. Arrestati i caporali





Rosarno. Arrestati i caporali che schiavizzavano i migranti


E' in corso a Rosarno l'esecuzione di una trentina di ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, alla violazione della tutela del lavoro subordinato e alla truffa ai danni di enti pubblici. L'operazione è coordinata dalla procura della repubblica di Palmi. Il primo maggio, manifestazione dei sindacati
Rosarno

E’ in corso a Rosarno l’esecuzione di trentuno ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere «finalizzata all’immigrazione clandestina, alla violazione della tutela del lavoro subordinato e alla truffa ai danni di enti pubblici». L’operazione è coordinata dalla procura della repubblica di Palmi. L’indagine ha avuto come punto di partenza la rivolta dei migranti dello scorso anno con la polizia di Stato che ha cercato di capire il motivo di quella sommossa: i particolari dell’operazione sono stati resi noti questa mattina, nel corso di una conferenza stampa in Questura a Reggio Calabria alla presenza del procuratore della repubblica del tribunale di Palmi Giuseppe Creazzo. A provocare quella rivolta, secondo l’inchiesta, furono le condizioni di vita e lo sfruttamento degli migranti, minacciati e costretti a lavorare anche quindici ore al giorno per una decina di euro. «Le dichiarazioni dei lavoratori immigrati clandestini sono state preziosi, così come preziosi sono stati i riscontri venuti fuori grazie ad una capillare attività investigativa – ha detto Creazzo, mentre raccontava i dettagli dell’operazione «Migrantes» – L’inchiesta ha anche portato alla luce episodi di violenza nei confronti di alcuni lavoratori extracomunitari». Gli stessi immigrati che hanno collaborato con la giustizia hanno ora ricevuto il permesso di soggiorno.

Tra gli arrestati ci sono sia cittadini italiani che cittadini di origine straniera. L’indagine cerca di fare luce sulle storie di caporalato e illegalità diffusa che da anni si sono succedute nella Piana di Gioia Tauro. Contemporaneamente all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare sono stati sequestrati diversi beni, per oltre dieci milioni di euro.
«L’operazione odierna smentisce in maniera chiara e netta la semplicistica analisi del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, all’indomani della rivolta dei neri di Rosarno, quando sosteneva che vi fosse stata ‘troppa tolleranza verso gli stranieri’, deportati successivamente nei centri di accoglienza di Calabria e Puglia, mentre alcuni di loro abbandonarono spontaneamente l’area della Piana di Gioia Tauro – ha dichiarato Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati Pd e parlamentare calabrese – La realtà era ben altra. L’unica tolleranza, alimentata dall’assenza dello Stato, dalle pessime politiche del governo in tema di integrazione, dall’indifferenza, dallo sfascio della Pubblica amministrazione e dalle complicità, era, purtroppo, nei confronti di chi sfruttava questa povera gente. Alla luce di quanto emerso dalle investigazioni degli inquirenti, il ministro Maroni dovrebbe prendere atto dell’inadeguatezza delle politiche del governo in tema di immigrazione e del fallimento della legge attuale».

La Confederazione italiana agricoltori [Cia] ha chiesto al governo di aprire un tavolo di confronto ssottolineando che, proprio a causa di organizzazioni di criminali, «è costretta a fronteggiare una vera emergenza che ormai si identifica nella tratta di esseri umani». Serve, secondo la Cia, «un impegno affinché sul tema dell’immigrazione si cominci a discutere seriamente, cercando di trovare le soluzioni più idonee per ristabilire quella giustizia e quell’equità che oggi mancano, dando allo stesso tempo risposte certe e trasparenti alle esigenze delle aziende agricole che intendono utilizzare i lavoratori immigrati. Risposte che devono riguardare soprattutto i costi che oggi le imprese sono costrette a sopportare». E per questo, secondo l’organizzazione, bisogna innanzitutto modificare la legge Bossi-Fini.

Intanto, la Cgil e le le altre organizzazioni sindacali preparano la manifestazione a Rosarno del primo maggio, dal titolo «Lavoro, legalita’ e solidarieta». Partenza corteo alle ore 9 dall’area dello stabilimento ex Rognetta con arrivo e comizio conclusivo dei tre segretari generali.




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