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Abbiamo Fame di #Diritti e #Lavoro #NoExpo #Milano
#NoExpo #Milano: rivoluzionari o briganti?
A caldo, dopo aver seguito, via radio e cronache di piazza, la giornata NoExpo Mayday milanese. Nei giorni precedenti varie perquisizioni “preventive”. Perquisizioni anche sui bus in arrivo a Milano da varie città italiane. I media mainstream ad agitare lo spettro del terrorismo. Criminalizzati tutti quanti, da quelli che usano i fischietti a quelli che “imbrattano” i muri. Blocco delle zone rosse. Alcune zone di Milano blindate. E fin qui sembrerebbe di essere tornati a Genova del 2001. Ad un certo punto il corteo, numerosissimo, e si parla di 100.000 persone che hanno marciato dall’inizio alla fine senza fermarsi mai, è stato interrotto da un gruppo che ha rotto vetrine, di banche, agenzie interinali, luoghi che hanno a che fare con la precarietà delle persone, e c’è stato uno scontro con la polizia. I manifestanti a lanciare pedardi, bombe carta, qualche molotov, costruendo barricate con i contenitori dell’immondizia e dando fuoco ad alcune automobili. La polizia ha risposto con parecchi lacrimogeni, idranti, diverse cariche e fermi di un po’ di persone. Non so bene quanti ma so che ci sono di mezzo ragazzi e ragazze (sicuramente due ragazze che non si capisce per cosa siano state fermate, ).
L’altra parte del corteo continuava ed è riuscita a raggiungere la fine rappresentando le proprie rivendicazioni. NoExpo unita alla Mayday, giornata di manifestazione di precari e giornata di denuncia che ricorda come in Italia sia leso il diritto ad abitare, con sgomberi di spazi occupati che ospitano diverse famiglie, il diritto ad un reddito, alla fine dello sfruttamento, perché di accontentarsi di lavorare gratis per Expo nessuno ha voglia, e poi c’è il diritto di libera circolazione per gli esseri umani, quelle persone che muoiono anonimamente nel mediterraneo. In piazza c’erano i NoTav che hanno ricordato come in generale la costruzione di grandi opere, Expo compresa, diventa uno scippo di risorse e spazi alla comunità. Sono costose, non servono a nulla, non sono gradite dalle persone che vivono quel territorio. Nel corteo anche i sindacati di base e tantissime persone che lottano contro un modello di sviluppo neoliberista che sta massacrando ogni persona, incluse quelle che si suicidano, o quelle che finiscono in mezzo alla strada, quelle che devono elemosinare diritti e che non ce la fanno proprio più.
Che siate o siamo d’accordo o meno con i diversi modi di intendere la manifestazione e la rivendicazione di diritti, questo immagino volesse essere il senso di questa ricchissima giornata.
foto I titoli dei giornali però dimenticano tutto il resto e si concentrano su un momento, una zona e mandano a ripetizione immagini che mi dicono non sono durate così tanto. Come se si volesse dare l’impressione che gli attacchi da parte di alcuni manifestanti ci siano stati per ore, ore e ore. Non fosse che per il fatto che ad un certo punto il gruppo, tra lacrimogeni e fumogeni, ha tolto maschere e abiti neri e si è mischiato a tutti gli altri. Ma i giornali recitano lo stesso copione di Genova del 2001. Parlano di devastazione, e questo significa che si prepara il terreno per un’accusa di devastazione e saccheggio che ancora oggi pesa sul groppone di alcune delle persone arrestate a Genova nel 2001. Si parla di molti anni di galera e non di affido ai servizi sociali come succede per certuni. E in futuro ci sarà chi raccoglie soldi per le spese legali, chi farà appelli per un maggiore garantismo e già oggi c’è chi vorrebbe che i manifestanti accusati sprofondassero in un antro buio e profondo.
I politici poi seguono a ruota la massa di persone che sui social stanno augurando una morte lenta e dolorosa ai manifestanti dichiarati responsabili di aver devastato Milano. Ci sono quelli che chiedevano alla polizia di sparare ad altezza uomo. Quelli che per tutto il pomeriggio su twitter hanno sperato che ci fosse il morto, anzi, i morti. Quelli che vorrebbero mettere in galera queste persone e buttare via la chiave. C’è chi suggerisce l’uso di armi definitive o di spranghe con colpi bel assestati. Poi c’è la massa di delusi che sostiene che per l’azione di queste persone tutta la manifestazione, pacifica, viene messa in cattiva luce. Si fa la divisione tra buoni e cattivi, si chiede ai buoni di cacciare via i cattivi dai movimenti (quali?) e si recita esattamente lo stesso copione di 14 anni fa.
foto Per fortuna non c’è scappato il morto, dice qualcuno, e per fortuna la polizia si è comportata egregiamente disperdendo i manifestanti e restando compatti a tenere la posizione. Per fortuna non si parla di una nuova Bolzaneto. Non si sa se esistono altri spazi che le forze dell’ordine non hanno visitato in questi giorni, giusto per andare ad accertarsi che quei furbissimi black bloc non si siano rintanati lì portandosi dietro armi di distruzione di massa.
Quel che penso: mi fido poco della stampa perché so, per esperienza, che non racconta le cose così come sono. Genova 2001 docet. Non so come sono andate le cose e dunque mi limito a osservare, come voi. Non riesco più a farmi uscire di bocca qualcosa tipo, peccato… hanno rovinato una manifestazione pacifica, e non perché io ami particolarmente quelle azioni, ma perché so che il discorso è molto più complesso e io già prevedo le dichiarazioni di un po’ di persone del centro destra che su questo baseranno ogni tipo di decisione per limitare il dissenso nelle piazze future. Ho imparato a non giudicare anche quando non condivido alcune cose, perché è sempre il dito che mi mettono di fronte quando a me, invece, interessa vedere la luna.
Video del Corteo 01 mag 2015
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Video del Corteo 01 mag 2015
Eravamo decine di migliaia al corteo di Milano
decine di migliaia eravamo, oggi primo maggio 2015
festa dei lavoratori e delle lavoratrici
Da anni a Milano ogni primo maggio per dire no
al precariato, allo sfruttamento, al potere della finanza e delle multinazionali
per dire sì al diritto
al lavoro dignitoso, al lavoro non alienante,
alla casa, a ricevere cure nel bisogno, alla trasmissione del sapere, alla cultura.
Oggi, primo maggio 2015
eravamo a decine di migliaia
per dire No Expo
Per denunciare Expo è
lavoro precario, lavoro che toglie dignità
18500 volontari non pagati
apprendisti, stagisti, lavoratori e lavoratrici di paesi stranieri e a tempo determinato.
No Expo, perché
i contratti Expo 2015 firmati da tutti i sindacati confederali e le istituzioni sono stati il precedente del Jobsact
Cosa succede con il Job’s Act?
- i contratti a termine possono durare fino a 36 e possono essere prorogati fino a 8 volte
- raddoppia la percentuale dei contratti a termine stipulabili da un datore di lavoro sul totale dei lavoratori
- coi contratti di apprendistato il datore di lavoro non è più obbligato a riassumere
- cade il principio di non discriminazione tra i diversi contratti - do you rimember guerra tra poveri?
- la retribuzione per gli studenti in apprendistato scende al 35% di quella ordinaria
Perché Expo è 1600 ettari di territorio fertile cancellati per costruire autostrade inutili e nocive
perché è bonifiche mancate
perché è ricorso smodato agli appalti in assegnazione diretta
perché è un esperimento di governo del territorio che mira ad accentrare poteri, istituire eccezioni,
una anticipazione del decreto SbloccaItalia.
No Expo perché è una eurodisney gastronomica.
C’era tutto questo nel nostro corteo, e tanto altro.
Musica, bambini e bambine, voglia di appartenenza.
C’era un popolo, forse.
E c’era anche qualche centinaio di adolescenti frustrati e rabbiosi
ma rabbiosi di una rabbia senza sbocco
la rabbia provocatrice e autolesionista
di chi non ha strumenti né argomenti.
Incappucciati di nero, come squadre che sollecitano ricordi raccapriccianti
figli e figlie di famiglie borghesi
Ragazzini che gli piace giocare alla guerra, per sentirsi
virili
importanti
visibili
Che grandi machi!
Domani torneranno nelle loro stanzette, tra Ipod e tostapane
con mamma che gli lava le mutande e gli stira la maglietta.
A noi rimane
un’occasione persa,
e i nostri contenuti sparpagliati tra i cocci delle vetrine di qualche banca
(le assicurazioni pagheranno e in due giorni sarà tutto come prima).
I cocci di una parodia di guerriglia urbana
che di rivoluzionario non ha nulla
ma proprio nulla.
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A me interessa capire cosa rimane di questa giornata. Voi indignati, persone incazzate, gente che non ne può più o gente che ce l’ha con i manifestanti, davvero non capite i motivi per cui tutte queste persone sono scese in piazza? Va veramente tutto bene? Abbiamo quel che ci serve? Riuscite a capire l’esasperazione e la rabbia solo quando riguarda i “forconi”?La situazione economica è okay per voi? Perché io so che non è così. Allora togliamo ogni pretesto di mezzo per ragionare di cose che riguardano tutti noi, giacché a quello che è successo in quella parte di Milano in cui manifestanti e polizia si sono scontrati penseranno sicuramente i giudici, le forze dell’ordine eccetera eccetera. Non è nostro compito fare processi parziali.
Per quanto io vorrei trovarmi di fronte tutti quelli che nel tempo hanno condiviso sulle proprie bacheche facebook scritte tipo “la rivoluzione non è un pranzo di gala”, “serve una nuova resistenza”, “i partigiani siamo noi”, e poi oggi guardano questi ragazzi intenti a spaccare tutto e si indignano da morire.
E’ chiaro che queste persone saranno oggetto di indagini e sentenze e non so che altro. Io credo che lo sappiano, che lo mettano in conto. Non so neppure se la loro si possa definire una rivoluzione o uno sfogo adolescenziale. So però che ogni tanto vorrei leggere delle analisi interessanti e non questa incoerenza di massa e questo modo deresponsabilizzante di chi assegna le colpe ad alcuni mentre si dedica alla rivoluzione da tastiera. foto Insomma, che vi stiano sulle ovaie o no, ‘sti manifestanti, a voi interessa recuperare un diritto di dissenso rispetto a quello che ci viene imposto? Come vorreste considerare la vostra impotenza, la rabbia, la voglia di resistenza, tanto apprezzata quando avviene in Turchia ma per nulla considerata se succede qui? Vi piace continuare a sbraitare su facebook? Cosa proponete in alternativa, perché una critica politica ci sta tutta se ritenete, riteniamo, che queste persone abbiano agito male, ma avete una alternativa da mostrare e comunicare a costoro?
E io vorrei leggerla e farla una critica politica soprattutto rispetto al fatto che alla fine le dinamiche di piazza sono sempre quelle, siamo fermi a 15 anni fa e se già 15 anni fa si è capito che con una manifestazione gestita in questo modo si fa presto a legittimare altra feroce repressione e la frammentazione di movimenti e persone, perché mai si insiste? So che in Grecia, in Turchia, in tante città europee, ovunque i movimenti combattono contro gentrificazione, cementificazione, speculazioni sui territori, neoliberismo selvaggio che ha creato sacche di povertà enormi. So che da altri paesi arriva l’eco delle azioni di queste persone che scendono in piazza a costo di essere arrestati, di beccarsi un proiettile e morire, e tante persone sono morte nelle piazze in questi anni. Come le chiamiamo le morti conseguenti gli attacchi in Piazza Taksim? Come chiamiamo quello che è successo in Grecia?
Quindi cosa si vuole fare in Italia?
http://cipiri.blogspot.it/2015/05/lexpo-sul-cibo-e-di-chi-ci-affama.html
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