Nel 1938 venne promessa un’auto a milioni di tedeschi per 5 marchi alla settimana, ma nessuno vide mai ciò per cui aveva pagato (eccetto Hitler)
Anche l’inizio della Volkswagen è segnata da una vicenda poco edificante, per non dire di peggio. Migliaia di tedeschi pagarono buona parte del prezzo dell’auto ma non videro mai la loro vettura. Con lo scoppio della guerra la fabbrica creata per costruire “l’auto del popolo” che avrebbe dovuto motorizzare la Germania (fino ad allora solo un tedesco su 50 aveva un’automobile) venne riconvertita alla produzione militare e i clienti rimasero con in mano un pugno di mosche. La fabbrica era stata inaugurata da Adolf Hitler nel 1938 e, su iniziativa di Ferdinand Porsche, aveva in progetto di realizzare l’antesignana del Maggiolino.
«Un’auto capace di portare due adulti e due bambini a cento chilometri l’ora», aveva ordinato il Führer. La Volkswagen, da costruire in almeno un milione di esemplari, sarebbe costata 990 marchi e la gente l’avrebbe pagata con uno schema di risparmio settimanale:«Funf Mark die Woche musst du sparen, willst du im eigenen Wagen fahren», Cinque marchi alla settimana devi risparmiare se la tua macchina vuoi guidare. Gli acquirenti avevano in mano un libretto sul quale venivano attaccati i buoni che certificavano i versamenti. Si iscrissero più di trecentomila tedeschi, che pagarono regolarmente le loro quote. Con il 1939 e l’invasione della Polonia, i programmi della fabbrica cambiarono. Si iniziarono a produrre (in buona parte grazie al lavoro degli schiavi prelevati dai campi di concentramento) le Kübelwagen, vetturette militari che la Wehrmacht usò su tutti I fronti. Nessuno vide mai una Volkswagen, a parte Hitler al quale prima della guerra ne venne consegnato un prototipo in una cerimonia ripresa dai cinegiornali. Agli acquirenti rimasero solo i libretti con sopra attaccati i buoni pagati.
Volkswagen, ecco cosa deve fare chi ha uno dei modelli incriminati
Gli automobilisti in possesso di un’auto con motore 2.0 diesel Tdi (chiamato EA 189) immatricolata prima del 1 settembre 2015, riceveranno una lettera di richiamo.
In concessionaria la centralina verrà “ripulita” e l’auto restituita.
Il complotto Volkswagen
L’affaire Volkswagen diventa sempre più complicato. Il laboratorio tedesco che ha scoperto la truffa VW si è dato molto da fare: è andato in America a comperare le auto, e poi ha fatto i suoi esami. Con i risultati che sappiamo. E già questo solleva un certo sospetto. Si tratta di un ente no-profit che probabilmente non nuota nell’oro, ma ha trovato i mezzi per fare quello che poi si è visto. Legittimo ilo sospetto chenduietro9 ci possa essere qualsiasi cosa: guerra interna alla VW, guerra fra marchi, guerra Usa-Germania.
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