CAMBIAMENTO CLIMATICO
OGGI LA FIRMA DELL'ACCORDO DI PARIGI IN OCCASIONE DELLA
"GIORNATA DELLA TERRA"
Oggi, alla sede delle Nazioni Unite a New York, i rappresentanti di circa 170 paesi firmeranno l’accordo sul cambiamento climatico raggiunto a Parigi lo scorso dicembre. La data del 22 aprile non è casuale: è stata scelta perché è la Giornata della Terra. C’è un anno di tempo per aderire, ma Cina, Stati Uniti, Giappone, India, Brasile e molti paesi dell’Unione europea hanno voluto essere tra i primi. Ogni paese, ciascuno secondo le proprie leggi, dovrà successivamente ratificare il patto. Una decina di piccoli stati molto vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale, come le Maldive e Samoa, dovrebbe consegnare la ratifica oggi stesso. L’accordo entrerà in vigore dopo che sarà ratificato da 55 paesi che rappresentano il 55% delle emissioni globali di gas serra.
La Giornata della Terra è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali del pianeta, è divenuta un avvenimento educativo e informativo per parlare dell'inquinamento di aria, acqua e suolo, della distruzione degli ecosistemi, delle migliaia di piante e specie animali che scompaiono, dell'esaurimento delle risorse non rinnovabili.
La giornata della Terra prese forma nel 1969 dopo il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California. Da allora il 22 aprile prese il nome di Earth Day, la Giornata della Terra
In Italia la Giornata della Terra si celebra solo dal 2007. Ogni anno si tengono concerti, eventi culturali e incontri per condividere il problema della tutela ambientale. Le manifestazioni in tutta Italia sono numerose e, in molti casi, durano più giorni, come nel caso dell’Earth Day di Roma dal 22 al 25 aprile.
L'accordo di Parigi prevede:
- Il taglio, entro il 2020, delle emissioni di anidride carbonica per limitare l'aumento della temperatura globale a 2 gradi centigradi, rispetto all'epoca pre-industriale, ma con un impegno aggiuntivo a contenere questo aumento entro 1,5 gradi.
- Un fondo di almeno 100 miliardi di dollari l'anno ai paesi in via di sviluppo, entro il 2020, per le azioni di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.
- Una verifica ogni 5 anni delle azioni intraprese da ogni paese per applicare il proprio piano sul clima. La prima verifica verrà compiuta nel 2023.
I punti critici
Definito storico, perché per la prima volta ben 195 Paesi hanno sottoscritto un piano comune per limitare l'aumento delle emissioni di anidride carbonica in modo che la temperatura media globale non salga ancora, l’accordo di Parigi presenta ancora molti problemi aperti:
- Assenza di un piano dettagliato: i piani che i maggiori paesi hanno sottoposto alle Nazioni Unite dal 2014 sono insufficienti a evitare un riscaldamento globale serio e si basano su impegni, di natura volontaria, al taglio delle emissioni il prima possibile, senza un piano dettagliato di come raggiungere questi obiettivi.
- Obiettivi che rischiano di essere non realistici: per centrare l’obiettivo, le emissioni complessive – che pure dell’ultimo biennio sono diminuite – devono proseguire nella loro discesa, che anzi deve accelerare a partire 2020. Nel 2018 si chiederà agli Stati di aumentare i tagli delle emissioni. Il primo controllo quinquennale sarà nel 2023. Senza risorse e investimenti l’Accordo farebbe poca strada. Potranno contribuire anche fondi e investitori privati. Rimane questo un punto abbastanza controverso e certamente nelle prossime riunioni si dovrà lavorare per rendere operativo l’intero l’Accordo di Parigi.
Il prossimo summit sul clima (Cop 22), che si terrà a Marrakech dal 7 al 18 novembre 2016, si occuperà essenzialmente di meglio definire la road map stabilita a Parigi.
Intanto i primi tre mesi del 2016 sono stati i più caldi in assoluto mai registrati . Gli scienziati della Nasa, che monitorano le temperature, hanno parlato di “emergenza climatica”
VIDEO NASA : cambiamento climatico negli ultimi 100 anni.
Il fatto che in certe aree del pianeta si possano sperimentare temperature inferiori alle medie non è incompatibile con l’esistenza del riscaldamento globale, dal momento che ciò che definisce questo fenomeno è l’aumento della temperatura media su tutto il pianeta, dove esiste una variabilità di climi e condizioni ambientali. Anche eventuali rallentamenti nell’aumento della temperatura o variazioni nel breve periodo non smentiscono l’esistenza del riscaldamento globale perché quello che lo dimostra è la tendenza nel lungo periodo, che evidenzia un costante aumento della temperatura media annuale da più di un secolo. Questa tendenza va distinta anche da fenomeni ciclici come El Niño, il riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico centro-orientale che si verifica a intervalli irregolari, ogni 3-7 anni.
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