CGIL: 'si può ancora evitare il disastro'
ROMA - Il tribunale fallimentare di Roma ha dichiarato lo stato di insolvenza verso i debitori per Tirrenia. Per la Compagnia di navigazione è iniziata anche la procedura di amministrazione straordinaria, come prevede la legge Marzano, per le aziende in crisi. Si profila anche per Tirrenia la stessa sorte di Alitalia? Sembrerebbe proprio di sì, anche se è presto per dirlo.
Spezzatino dell’azienda, vendita ai privati dei settori produttivi, prepensionamenti e dimissioni del personale. Tuttavia è evidente che la vicenda possa prendere una piega dove saranno i lavoratori a farne le spese, proprio come successe per i lavoratori della Compagnia di bandiera e per questo i sindacati del trasporto sono già sul piede di guerra.
La Cgil, con il segretario nazionale della Filt Franco Nasso, reclama il confronto con il governo: ”Si può ancora evitare il disastro, la legge fornisce gli strumenti per gestire la nuova situazione di Tirrenia, senza il licenziamento dei lavoratori, lo smembramento delle navi e delle linee”.
La Cgil, con il segretario nazionale della Filt Franco Nasso, reclama il confronto con il governo: ”Si può ancora evitare il disastro, la legge fornisce gli strumenti per gestire la nuova situazione di Tirrenia, senza il licenziamento dei lavoratori, lo smembramento delle navi e delle linee”.
La Uil – trasporti, invece, ha già presentato un ricorso nel quale sostiene che per l’insolvenza a decidere debba essere il Tribunale di Napoli, sede legale della società dal 1936.
Il tribunale di Roma, al contrario, si è ritenuto competente in via preliminare per decidere sullo stato di insolvenza. La sentenza e' stata pubblicata stamane, dopo che il collegio presieduto da Ciro Monsurro' ha preso la decisione in Camera di Consiglio. L'istanza per la dichiarazione dello stato di insolvenza era stata presentata dal commissario straordinario, nominato dal governo, Giancarlo D'Andrea.
Questa mattina l’ex presidente di Confitarma, Nicola Coccia, ha lanciato un appello rivolto ai maggiori armatori italiani per formare una cordata e tentare il salvataggio di Tirrenia.
Coccia ha auspicato che si possano riunire quanto prima le maggiori imprese dell'armamento italiano: da Moby, a Grandi Navi Veloci, a Grimaldi, alla Snav, per costruire le condizioni idonee per rilevare Tirrenia.
di Giuliano Pennacchio
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