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il manifesto siamo noi
- 24.02.2012
Una coscienza civile e democratica, quale
che sia la sua collocazione politica, non dovrebbe tollerare che una
voce autenticamente libera di minoranza come è quella del manifesto
venga spenta o anche solo attutita.
Il giornale comunista ha dato espressione a un pensiero indipendente, non condizionato da schieramenti pregiudiziali e ispirato caparbiamente alle idealità della cultura di sinistra che non sono tramontate con il crollo delle ideologie. Ma è il segno non conformista della visione sociale e politica del manifesto che è il suo aspetto migliore e oggi il più necessario. Il dilagare incontrastato del pensiero unico neoliberista, avvolto nella melassa di un liberalismo posticcio, l'allinearsi pavido di molta sinistra riformista «soi disant» con la retorica mercatista e con gli slogan omologati della liberalizzazione e della privatizzazione sono stati denunciati con lucidità e originalità dalle penne del manifesto senza cedere al canto delle sirene che annunciano il nuovo che avanza, falso nuovo che ripristina le forme più fradice del più vieto capitalismo sfruttatore.
E un ruolo imprescindibile per smascherare le logiche della propaganda e delle verità di comodo il manifesto ha svolto nel denunciare le violenze e le politiche di sopraffazione negli scacchieri più incandescenti dello scenario internazionale come quello mediorientale. Il manifesto in questo momento ha bisogno di tutti noi, ma più ancora noi tutti abbiamo vitale bisogno di una fonte di informazione come il manifesto.
Il giornale comunista ha dato espressione a un pensiero indipendente, non condizionato da schieramenti pregiudiziali e ispirato caparbiamente alle idealità della cultura di sinistra che non sono tramontate con il crollo delle ideologie. Ma è il segno non conformista della visione sociale e politica del manifesto che è il suo aspetto migliore e oggi il più necessario. Il dilagare incontrastato del pensiero unico neoliberista, avvolto nella melassa di un liberalismo posticcio, l'allinearsi pavido di molta sinistra riformista «soi disant» con la retorica mercatista e con gli slogan omologati della liberalizzazione e della privatizzazione sono stati denunciati con lucidità e originalità dalle penne del manifesto senza cedere al canto delle sirene che annunciano il nuovo che avanza, falso nuovo che ripristina le forme più fradice del più vieto capitalismo sfruttatore.
E un ruolo imprescindibile per smascherare le logiche della propaganda e delle verità di comodo il manifesto ha svolto nel denunciare le violenze e le politiche di sopraffazione negli scacchieri più incandescenti dello scenario internazionale come quello mediorientale. Il manifesto in questo momento ha bisogno di tutti noi, ma più ancora noi tutti abbiamo vitale bisogno di una fonte di informazione come il manifesto.
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