- Di fronte all'offerta del leader del M5S, Il premier Renzi mostra imbarazzo.
Prima pretende lo streaming, poi irride Grillo. In realtà Renzi non vuole interferenze nel patto occulto col pregiudicato Berlusconi.
Varato l'Italicum, vuole cancellare il Senato e l'indipendenza della magistratura con la legge sulla responsabilità civile.
Ferdinando Imposimato mostra grande preoccupazione per la riforma della legge elettorale che la politica delle larghe intese si presta a varare. ”La legge elettorale è un groviglio che farà saltare l'intero sistema democratico, portando alla dittatura. Si avvera così , grazie a Renzi, il sogno di Berlusconi di un sistema elettorale , che sfoci nella elezione diretta del Capo dello stato. La legge elettorale, incoerente con la sentenza della Consulta, prevede un premio abnorme alla coalizione che supera il 37%, portando il vincitore al 55% dei seggi. In mancanza del 37%, andrebbero al ballottaggio le due coalizioni più votate, con la probabile esclusione del M5S, superato da FI, Lega, NCD e partiti minori, avvantaggiati dal controllo di TV pubbliche e private, grazie al conflitto di interessi che Renzi e i professoroni ignorano. Altro vulnus è l'assenza di preferenze .
Con liste bloccate corte, tra tre e sei candidati si viola l'art 48 della Costituzione "Il voto é personale ed uguale e libero ". Il voto passa alle segreterie di partiti, penalizzando i partiti che vanno da soli.
Concludendo, una minoranza del 40 per cento di votanti , pari al 50 per cento degli aventi diritto al voto , e cioè al 20% degli italiani , privi di libertà, eserciterà un potere assoluto , con la falsa opposizione di Forza Italia e il perpetuarsi delle larghe intese , che controllano i mezzi di informazione . Abolito il Senato, con una sola Camera, tutte le riforme liberticide saranno possibili, anche quella presidenziale e della giustizia da sottoporre al controllo del Governo. Berlusconi propone un referendum sull'elezione diretta del Capo dello Stato nel silenzio di Renzi. Prima di approvare la legge elettorale al Senato, intervenga il Presidente della Repubblica, per le palesi violazioni della Carta. E ci pensino bene i parlamentari del Senato. Potrebbero favorire il ritorno di un condannato o cogliere l'occasione per rivelarsi capaci di salvare l'Italia dal regime”.
da http://www.articolotre.com/2014/06/imposimato-la-nuova-legge-elettorale-ci-portera-alla-dittatura/
- Il doppio turno contro le larghe intese. Questa, secondo le indiscrezioni, la proposta di riforma di di legge elettorale e che avrebbe avuto l'avallo di Silvio Berlusconi.
Il testo della legge elettorale verrà modificato introducendo la possibilità di un ballottaggio se nessuna coalizione ottiene il 35% le prime due vanno al ballottaggio per contendersi il premio del 15% entro 15 giorni. Un modo, questo, per evitare il ritorno delle larghe intese. Un anno fa – con questo sistema del ballottaggio – Bersani e Berlusconi si sarebbero sfidati in un secondo turno di coalizione per assegnare i seggi mancanti al raggiungimento della maggioranza.
Resterebbero – sempre secondo quanto viene anticipato – le mini liste bloccate di sei candidati per circoscrizione e gli sbarramenti: al 5% per i partiti in coalizione e quello dell’8% per le forze che si presentano da sole.
- Una riformulazione del Porcellum, peggiore del Porcellum. Così 27 autorevoli costituzionalisti italiani bocciano la riforma elettorale proposta da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.
Secondo loro, la proposta "consiste sostanzialmente, con pochi correttivi, in una riformulazione della vecchia legge elettorale – il cosiddetto Porcellum – e presenta perciò vizi analoghi a quelli che di questa hanno motivato la dichiarazione di incostituzionalità ad opera della recente sentenza della Corte costituzionale".
La Consulta aveva, infatti, sottolineato la "lesione dell'uguaglianza del voto e della rappresentanza politica" determinata dal premio di maggioranza; con l'Italicum si "introduce una soglia minima, ma stabilendola nella misura del 35% dei votanti e attribuendo alla lista che la raggiunge il premio del 53% dei seggi rende insopportabilmente vistosa la lesione dell’uguaglianza dei voti e del principio di rappresentanza lamentata dalla Corte". Inoltre, sottolineano, poi, i costituzionalisti se ci sono tre schieramenti politici, ognuno dei quali può raggiungere la soglia del 35%, a questo punto "le elezioni si trasformerebbero in una roulette".
Il secondo profilo di illegittimità del Porcellum era costituito dalla mancanza delle preferenze, vizio che persiste anche nell'attuale proposta di riforma, nella quale "sono escluse le preferenze, pur prevedendosi liste assai più corte. La designazione dei rappresentanti è perciò nuovamente riconsegnata alle segreterie dei partiti. Viene così ripristinato lo scandalo del Parlamento di nominati".
Un ulteriore fattore che aggrava la situazione sono le soglie di sbarramento. Se il Porcellum, considerato incostituzionale richiedeva una soglia di sbarramento per poter entrare in Parlamento del 2% alle liste coalizzate e del 4% a quelle non coalizzate, l’attuale proposta richiede il 5% alle liste coalizzate, l’8% alle liste non coalizzate e il 12% alle coalizioni. Secondo i costituzionalisti questo porterà alla scomparsa dal Parlamento di tutte le forze minori "e la rappresentanza delle sole tre forze maggiori affidata a gruppi parlamentari composti interamente da persone fedeli ai loro capi". Secondo i costituzionalisti, l'Italicum rischia una "nuova pronuncia di illegittimità da parte della Corte costituzionale e, ancor prima, un rinvio della legge alle Camere da parte del Presidente della Repubblica".
I firmatari sono: Gaetano Azzariti, Mauro Barberis, Michelangelo Bovero, Ernesto Bettinelli, Francesco Bilancia, Lorenza Carlassare, Paolo Caretti, Giovanni Cocco, Claudio De Fiores, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luigi Ferrajoli, Angela Musumeci, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Luigi Ventura, Massimo Villone, Ermanno Vitale. Hanno sottoscritto anche Pietro Adami, Anna Falcone, Giovanni Incorvati, Raniero La Valle, Roberto La Macchia, Domenico Gallo, Fabio Marcelli, Valentina Pazè, Paolo Solimeno.
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