Argentina, nuovi metodi di lotta alla droga
La Corte Suprema di Buenos Aires: "Uso personale di marijuana non è più illegale"
Un intero continente, quello americano, da molto tempo ha dichiarato guerra alla droga. E ai cartelli che ne controllano produzione e vendita.
Dalla Colombia al Paraguay, passando per Argentina e Bolivia e arrivando fino in Messico, montagne di marijuana e cocaina invadono le strade di ogni paese dell'area. In tutto il continente, isole comprese, è facilissimo acquistare un po' d'erba da fumare. Purtroppo non è difficile nemmeno trovare qualche grammo di cocaina pura da sniffare. I prezzi sono bassi e la percentuale di giovani che si approcciano per la prima volta alla droga (sia essa pesante o leggera) aumenta ogni anno. I metodi usati finora per cercare di contrastare produzione e vendita di sostanze stupefacenti sono stati quasi inutili. Il proibizionismo, ad esempio, ha fallito. I mega finanziamenti e i progetti Usa (vedi Plan Colombia) si sono rivelati inutili: la roga circola ancora e sempre in maggiori quantità. Che fare, dunque? L'unica via da seguire sembra essere quella di legiferare in materia e giungere a una sorta di legalizzazione delle droghe, soprattutto quelle leggere. Diverse nazioni hanno già preso una decisione. Come l'Argentina. Buenos Aires, infatti da oggi dichiara guerra alla droga facendo in modo diametralmente opposto a prima. La Corte Suprema infatti ha deciso: il possesso di marijuana per uso personale non sarà più illegale e quindi perseguibile dalla legge. Secondo la Corte "Ogni adulto è libero di decidere per la sua vita senza l'intervento dello Stato. Lo Stato non può stabilire cos'è morale e cosa non lo è" e per questo non è costituzionale perseguire chi fa uso di marijuana.
Altri Paesi hanno già più o meno deciso di seguire la stessa strada. Alcuni lo stanno già facendo. Come ad esempio il Messico (conosciuto come uno dei maggiori produttori di ganja del pianeta). L'amministrazione messicana si è addirittura sbilanciata è ha legiferato anche su droghe pesanti. Da qualche tempo in Messico detenere 5 gr. di erba, 0,5 gr. di eroina, 0,4 gr. di cocaina e qualche grammo di oppio non è più reato. La volontà era quella di non punire più il consumatore finale e alleggerire le forze si sicurezza da compiti di minore importanza per concentrarsi sulle indagini per scovare i grandi narcotrafficanti. Ecuador e Brasile hanno già fatto sapere di voler valutare la situazione ma che le decisioni come quella argentina sono fra le più positive.
E non va dimenticato come nei mesi scorsi il governatore della California, uno degli stati Usa dove dal confine messicano entra più droga, Arnold Schwarzenegger, aveva ipotizzato una nuova legislazione in materia di marijuana spiegando l'intenzione di voler tassare la coltivazione, il commercio e l'uso di cannabis, così da rimpinguare facilmente in modo veloce le casse dello Stato da lui governato.
"Forse il motivo principale che ha spinto uno stato come il Messico a una revisione così radicale del tema droghe è stata la violenza. Si è fatta troppo visibile e feroce e negli ultimi anni la lotta fra bande di narcos e lo stato centrale ha assunto i connotati di una vera e propria guerra. Combattuta senza esclusione di colpi e con l'uso frequente di armi da guerra" dice Pietro Moretti, vicepresidente dell'Aduc, l'associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori. "E' stato giusto pensare a soluzioni diverse dal proibizionismo, mentalità fallita. Ed è giusto rivalutare i danni. Fa più male uno spinello o stare in carcere per pochi grammi di erba? Nel secondo caso il danno è maggiore perchè si rovina la vita a un ragazzo e alla sua famiglia. Il suo futuro è compromesso. Legiferare in materia di droga e ripensare al tutto sarebbe più positivo. E poi oggi - continua Moretti - la lotta alla droga oggi è visto anche come un argomento di politica internazionale".
Alessandro Grandi
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La ringrazio per Blog intiresny
RispondiEliminagood start
RispondiEliminaimparato molto
RispondiEliminaPerche non:)
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