#OpSaveGaza continua: tangodown sui siti del governo israeliano
Con la ripresa dei bombardamenti su Gaza, anche il collettivo di hacktivisti Anonymouys è tornato a farsi sentire contro i massacri compiuti da Israele a danno della popolazione palestinese.
L'operazione #OpIsrael era stata lanciata per la prima volta nell'aprile del 2013 e ripresa esattamente un anno dopo con l'attacco ad alcuni siti governativi israeliani. Con l'inizio della lunga offensiva scatenata da Tel Aviv a inizio luglio con il nome di "Protective Edge", Anonymous ha dato vita a una nuova massiccia ondata di attacchi sferrati sotto il nome di #OpSaveGaza che, nel giro di pochi giorni dall'inizio dei bombardamenti su Gaza, ha buttato giù centinaia di siti.
Di oggi la notizia di un nuovo attacco andato a segno in supporto alla popolazione palestinese che resiste ai massacri di Israele: l'annuncio è stato dato nella serata di ieri da un tweet dell'account @AnonymousGlobo ripreso nel giro di poco da quello di @Op_Israel.
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A essere finiti nel mirino del collettivo di hacktivisti sono stati una serie di siti-chiave del governo di Tel Aviv, in particolare quello dell'Idf, quello della Bank of Israel, quello dell'ufficio del Primo Ministro e quello del ministero dell'economia, tutti rimasti inaccessibili per diverso tempo.
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