L’ex abate di Montecassino, è accusato di avere dirottato almeno cinquecentomila euro dalle tasche dei fedeli alle proprie. I soldi della carità si disperdevano nei conti correnti di suo fratello per poi convergere miracolosamente in un fondo a disposizione del sant’uomo. Una gigantesca presa per il culto. Sarà pure vero che l’abito non fa il monaco, però qui non fa più neanche l’abate. Si è travolti da un senso di smarrimento nell’accorgersi che a fare sparire le galline dal pollaio non sono più le volpi ma i guardiani.
Succede nella macchina dello Stato e adesso persino nei luoghi in cui Benedetto da Norcia dettò la regola «ora et labora» (che l’abate Vittorelli ha liberamente tradotto «ora si lavora per me») e dove un tempo ad assediare l’abbazia erano gli Alleati contro i nazisti mentre oggi sono i credenti, turlupinati al punto da passare per creduloni. Nel 2013 l’abate manolesta fu indotto alle dimissioni da un provvidenziale problema di cuore e al suo successore vennero sfilati i poteri sulle finanze del monastero. Segno che qualcuno dentro la Chiesa sapeva, ma che come al solito preferì soffocare lo scandalo nella speranza che non scoppiasse.
Ci lamentiamo da anni di una classe politica impresentabile. Però tra pedofili, ladri, crapuloni e venditori di indulgenze, non è che quella ecclesiastica se la passi molto meglio. Con buona pace dei tanti preti perbene che ogni giorno mandano avanti la baracca, questa Chiesa, che papa Francesco vorrebbe inquieta, ai piani alti si sta rivelando inquietante.
1. L'AFFARE SI INGROSSA! L'ABATE DI MONTECASSINO INDAGATO CON L'ACCUSA DI ESSERSI FREGATO MEZZO MILIONE DELLA CURIA, SPENDEVA IN FESTINI GAY E SADO IN TUTTA EUROPA!
2. DON PIETRO VITTORELLI, NOTO NEGLI AMBIENTI FROCIONI DI ROMA E MILANO COME "MARCO VENTURI", ERA ATTIVISSIMO SULLE CHAT DI ''GRINDR'', IL SOCIAL NETWORK TROVA-SCOPATE
3. MEMORABILI LE FESTE NEI LOCALI PORCINI DI BERLINO, LE NOTTI NELLE DARK ROOM DI MILANO, E LE CENE A ROMA DOVE SPENDEVA 500 EURO PER DUE IN CENE DI PESCE E CHAMPAGNE
4. MOLTI ALTRI SOLDI LI HA ELARGITI A DEI BEI RAGAZZOTTI ARABI COL PALLINO DELLA ''CUCINA''
5. A ROMA HA UNA CASA SULLA CASILINA DOVE RICEVE GLI AMANTI, A CUI MANDA FOTO DELLA SUA BOCCA, DEL SUO CORPO, E MESSAGGI SU ''PIOGGE DORATE'' DA CONDIVIDERE IN ALLEGRIA
L’ex abate di Montecassino
«Hotel di lusso ed ecstasy, i viaggi del vescovo con i soldi dell’8 per mille»
I pm: 500 mila euro dai depositi dello Ior a quelli di altri istituti di credito per occultare provviste illecite nei conti di Pietro Vittorelli accusato di appropriazione indebita
Soldi provenienti dall’8 per mille rubati all’Abbazia di Montecassino e versati sui conti personali dall’ex vescovo della cittadina Pietro Vittorelli, per questo accusato di appropriazione indebita. Trasferimenti di denaro dai depositi dello Ior a quelli di altri istituti di credito per occultare provviste illecite per un totale di oltre 500mila euro con la complicità del fratello Massimo. Un nuovo scandalo finanziario scuote il Vaticano. La procura di Roma ricostruisce la sparizione dei fondi destinati alla beneficenza e per questo dispone il sequestro dei beni dei due indagati. Si scopre così che Massimo Vittorelli ha quattro appartamenti a Roma e a San Vittore del Lazio e due magazzini, probabilmente provento dell’attività illecita e per questo è accusato anche di riciclaggio. Ma soprattutto dall’inchiesta emerge la passione sfrenata del vescovo per la bella vita con viaggi all’estero con preferenza per il Brasile, cene in ristoranti di lusso, soggiorni da migliaia di euro a Londra e Milano. E uso di ecstasy, tanto da essere segnalato al prefetto nel 2010.
Bonifici e contanti
Sono le indagini affidate al Nucleo valutario della Guardia di Finanza a scoprire il percorso dei soldi
dopo una serie di segnalazioni sospette provenienti dagli istituti di credito. E accertano come la prima movimentazione risalga addirittura al 27 novembre 2008 quando vengono prelevati «dal conto Ior
16427-003 intestato all’Abbazia 141mila euro». Accade di nuovo 5 anni dopo, il 12 marzo 2013, ma
questa volta il prelevamento è in contanti: 202mila euro. Passano due mesi e c’è un ulteriore
trasferimento di denaro in due tranches dal conto corrente 1035923 intestato alla diocesi di
Montecassino al conto di Vittorelli aperto presso la filiale di zona del Monte dei Paschi dal quale
vengono poi prelevati. Sono complessivamente 202mila e 500 euro. A scorrere la lista dei vari
trasferimenti sembra evidente la volontà di svuotare la cassa della Diocesi. Il primo giugno 2013 il
vescovo effettua infatti un nuovo prelevamento in contanti di 44mila 500 euro mentre pochi giorni dopo versa su un conto di Banca Sella, cointestato con il fratello, 164mila 900 euro. E lo fa, come sottolinea il giudice Virna Passamonti nel decreto di sequestro, «con l’aggravante di aver abusato del proprio ufficio e di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità sottraendo ingenti risorse finanziarie al loro impiego fisiologico di aiuto e l’assistenza ai bisognosi e realizzazione di opere e attività caritatevoli» .
I viaggi in Brasile
Comprava case il prelato, ma soprattutto si divertiva. L’elenco delle spese come emergono dalle carte di credito dimostrano che in un mese riusciva a spendere oltre 34mila euro. Andava a Rio de Janeiro,
nel Regno Unito.
Per un soggiorno in un hotel di Londra aveva speso 7mila euro, 2mila al Principe di Savoia di Milano. E poi cene nella capitale inglese da 700 euro, nottate trascorse con ostriche e
champagne anche per soddisfare i desideri dei suoi amici. L’analisi dei documenti contabili non è
ancora terminata, così come l’individuazione dei beneficiari. Anche perché bisogna stabilire se anche
altri possano aver contributo al reimpiego dei fondi sottratti alla Santa Sede .
La cassetta nella filiale
Il prelato prendeva il denaro e poi lo affidava al fratello che - quando si trattava di contanti - «lo
occultava all’interno della cassetta di sicurezza 236 aperta presso la filiale di Roma della Deutsche
Bank». Gli specialisti guidati dal generale Giuseppe Bottillo sono riusciti a individuare tutti i metodi
utilizzati per il reimpiego dei fondi e per questo è scattata l’accusa di riciclaggio nei confronti di Massimo Vittorelli. L’uomo seguiva un metodo tipico di chi vuole occultare la provenienza dei beni sfruttando pure il conto che aveva insieme alla moglie. «L’indagato - scrive il giudice - investiva 500mila euro nel conto deposito “Semprepiù” mediante cinque depositi vincolati a sei mesi del valore di centomila euro ciascuno e il 6 giugno 2014 lo riaccreditava su un conto acceso presso la Banca popolare di Vicenza per poi ulteriormente trasferire (con tre bonifici) 200mila euro sul deposito che aveva cointestato insieme al fratello vescovo». Scrive il giudice: «La sequenza delle operazioni fa risultare inequivoco l’intento di celare il tracciato delle somme prelevate dai conti dell’Abbazia e della Diocesi. L’esame dei flussi finanziari documenta in modo diretto la predisposizione di accurati sistemi operativi», anche perché non veniva specificata la causale dei prelevamenti. Soltanto in seguito si è scoperto a che cosa servivano realmente .
Prende la parola, ringrazia e saluta, mentre l'eurodeputato Antonio Tajani gli sistema il microfono. E' l'11 settembre e Don Pietro Vittorelli partecipa al congresso di Forza Italia, al Palazzo della Fonte di Fiuggi. L'ex abate di Montecassino, indagato per aver usato 500mila euro destinati all'abbazia in cene, viaggi e droga, ha frequentazioni politiche trasversali. Oltre all'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, al quale - dopo lo scandalo escort - offrì alloggio per un riabilitazione spirituale, Don Pietro è vicino a Tajani, un vero e proprio amico. Al convegno "Le radici cristiane dell’Europa" è tra i relatori. Il vescovo si fa fotografare in posa proprio con l'eurodeputato e con Mario Abbruzzese, consigliere di
Forza Italia alla Regione Lazio.
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