STESSA TRAGEDIA DA 2 GIORNALI DIVERSI
di quale terremoto parlate?
Lo scorso 5 novembre
un terremoto di magnitudo 2,6
potrebbe essere stato fra le cause
della rottura di due dighe di una miniera situata nella regione di Mariana, in Brasile. L’incidente ha provocato un’immane catastrofe ecologica con lo sversamento di 50 milioni di metri cubi di fanghi e liquidi residui della lavorazione mineraria (pari allo riempimento di 20mila piscine olimpiche).
Nei fanghi, oltre al ferro e al silicio, sono stati sversati anche enormi quantitativi di un materiale altamente tossico come il mercurio.
A dieci giorni dal disastro ambientale decine di migliaia di persone si trovano senza acqua potabile. Negli scorsi giorni il presidente Dilma Roussef ha sorvolato l’area del disastro il cui bilancio, fino a ore, è di 9 morti e 18 dispersi.
Secondo il coordinamento del nucleo di emergenza di Ibama de Minas Gerais i fanghi si sono estesi per una superficie di 80 km nel letto d’acqua della regione. Una delle conseguenze è l’assorbimento ovvero l’accumulo di sedimenti nel letto del fiume, con impatti socioeconomici e ambientali.
Gli animali terrestri e acquatici stanno morendo da giorni per asfissia.
Alla fine della scorsa settimana è stata lanciata l’operazione Arca di Noè che vedrà la partecipazione di pescatori specializzati, associazioni ambientaliste che hanno come principale obiettivo quello di scongiurare l’estinzione del 100% delle specie che abitano il corso d’acqua.
Dilma Roussef ha garantito che l'impresa proprietaria della miniera, Samarco, riceverà una multa iniziale di 250 milioni di reais (oltre 60 milioni di euro).
1 COMMENTO
Cristina S. #1 venerdì 20 novembre 2015 23:13
di quale terremoto parlate?
oggi il mio paese sta affrontando il più grande disastro ambientale e a quanto pare a nessuno importa, visto che ad oggi 21 novembre (17 giorni dopo il crollo) nessun tg ha dato la notizia. la multinazionale responsabile della catastrofe è la maggior finanziatrice del governo brasiliano non che delle principali reti televisive... Il governo brasiliano mantiene una golden share, cioè un diritto di veto ad alcune decisioni rilevanti dei vertici dell’impresa visto che fino a qualche anno fa era una impresa statale. a una settimana esatta dal disastro, il presidente Dilma Rousseff, ha modificato un decreto legge esonerando cosi la Samarco (vale e BHP Billiton) della responsabilità nel peggiore disastro ambientale del Brasile, adducendo che il rompimento della diga è da considerare una calamità naturale e non dovuta alla negligenza, alla cattiva manutenzione e gestione della stessa. come si direbbe in italia: finito tutto a tarallucci e vino. grazie però a tante persone "comuni" che stanno facendo girare i vari video e documenti ufficiali, il mondo comincia a guardare e cercare non solo la verità, ma anche che chi ha sbagliato, ammazzato, contaminato ed inizi a pagare.
Dam collapse creates environmental disaster in Brazil
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On November 5, 2015, two dams holding millions of cubic meters of mining waste gave way – launching one of the worst environmental disasters in Brazilian history. Mud – full of dangerous metals – quickly overtook the nearby mining community of Mariana in Minas Gerais state. At least seventeen people were killed. Hundreds more have been displaced by the wall of sludge released in the dam collapse.
Lo scorso 5 novembre il Brasile è stato colpito da una tragedia ambientale senza precedenti.
Gli argini di due dighe trasportanti liquidi di scarto industriale altamente tossici hanno ceduto, riversando nel Rio Doce 60 milioni di metri cubi di sostanze inquinanti.
Fanghi ferrosi contaminati da arsenico, piombo, cromo ed altri metalli pesanti hanno invaso la città di Mariana, continuando l’inarrestabile corsa di 500 km trasportati dalle acque del fiume fino alla sua foce: acqua e terreni circostanti, foreste, aree protette, campi agricoli, case, habitat sensibili – tutto è stato ricoperto dal fango tossico.
La responsabile di tale incalcolabile disastro è la ditta Samarco Mineracao Sa, la quale è controllata dalla anglo-australiana Bhp Billiton e dalla brasiliana Vale, entrambi colossi delle miniere. Una colpevolezza ingiustificabile, se si considera che l’azienda non era nemmeno dotata di sistemi di allarme ed evacuazione in caso di possibile incidente! Inoltre sembrerebbe che la causa del cedimento sia dovuta ai recenti lavori di ampliamento del canale: al momento del crollo alcuni operai erano all’opera per allargare la diga così da poter trasportare più materiale tossico, scarti prodotti sia dalle miniere locali che da quelle più distanti, in vista del continuo aumento della produzione.
Questa regione infatti è ricca di minerali: è qui che viene prodotto il 10% del ferro di tutto il Brasile ed è questa la ragione per cui il Rio Doce ad oggi appaia come una enorme pattumiera a cielo aperto, anche se decenni fa il fiume era immerso nella foresta amazzonica; oggi invece il panorama è spettrale, le rive del Rio appaiono disboscate, i fondali pieni di sedimenti.
Il bilancio è di 11 morti, 15 dispersi, 600 sfollati, 250.000 senza acqua potabile. La Samarco è stata obbligata a pagare 250 milioni di dollari al governo brasiliano, ma le stime per la pulizia riportano un danno di 27 miliardi di dollari. Senza calcolare tutte le conseguenze collaterali che riguarderanno l’oceano: già la biodiversità del fiume è andata completamente distrutta e diverse specie – incluse alcune indigene – sono da considerarsi estinte; ora la preoccupazione è rivolta all’impatto che il disastro avrà sull’ecosistema dell’Atlantico.
Scienziati e ambientalisti temono che se venti e correnti spingeranno l’onda tossica verso nord, l’Abrolhos Marine National Park sarà fortemente a rischio: il parco racchiude un arcipelago di isole e barriere coralline dove sono ospitate specie marine protette, come tartarughe, delfini e balene. Fortunatamente gli addetti del parco stanno già correndo ai ripari e per scongiurare una possibile moria di uova di tartaruga – deposte il mese scorso – hanno pensato di rimuoverle per tempo, sistemandole al sicuro.
Non ci sono parole per descrivere la gravità della situazione.
Lasciamo che siano le immagini a parlare.
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