Parte l'incidente probatorio per il crollo del ponte Morandi,
i familiari delle vittime davanti al tribunale chiedono giustizia.
L'avvocato di una delle famiglie:
"Auspichiamo che vengano individuate le cause
e le responsabilità, non un colpevole ma i colpevoli"
Hanno atteso in fila davanti al tribunale di Genova per chiedere, ancora una volta, giustizia per i loro cari che hanno perso la vita il 14 agosto. Sono state tante le persone che si sono radunate davanti al palazzo di giustizia di Genova nel giorno dell'inizio dell'incidente probatorio per il crollo del ponto Morandi: tra loro famigliari delle vittime, i loro avvocati e alcuni dei 20 indagati.
I periti, ha stabilito gip, avranno due mesi di tempo per fare il sopralluogo, analizzare e catalogare quel che resta dei monconi del viadotto. Il primo sopralluogo dei periti, insieme ai consulenti dei 20 indagati e dei familiari delle vittime, è stato fissato per il due ottobre.
Antonio Cirillo, avvocato della famiglia di Giovanni Battiloro, uno dei quattro amici di Torre del Greco morti a causa del crollo, prima che l'incidente probatorio iniziasse, ha affermato: "Abbiamo fiducia nella magistratura e nella Procura che sta facendo un ottimo lavoro". Secondo Andrea Martini, il legale della famiglia Robbiano che ha perso tre persone - madre, padre e bimbo di 7 anni - a causa del crollo, i suoi assistiti "auspicano che vengano individuate le cause e le responsabilità, non un colpevole ma il colpevoli". Al termine dell'incidente probatorio Martini ha affermato: "Salvo eventuali proroghe la demolizione potrà partire solo dopo che le prove saranno assicurate, quindi non prima di dicembre".
Le parti offese sono 145. Tra queste non c'è il governo. Una decisione maturata, si legge sul Fatto Quotidiano, dal ministero delle Infrastrutture.
Non è ancora chiaro se Toninelli abbia condiviso la sua decisione con palazzo Chigi, dove peraltro in queste ore l'attenzione è più che altro rivolta alla messa a punto della finanziaria. Sicuramente la decisione di disertare l'incidente probatorio appare in contrasto con l'atteggiamento preso da tutto il governo all'indomani del crollo.
I genovesi, anche in questa occasione, si stringono attorno alle famiglie delle vittime e agli sfollati: "Io vivo in Valpolcevera - dice una signora davanti al palazzo di giustizia - sento il dovere di essere qui in rappresentanza di tutte quelle persone alle quali viene impedito di parlare o convinte a non parlare o comunque a soggiacere alle questioni che
le istituzioni stanno ponendo in maniera non chiara".
.
Previsioni per il 2018
.
Nessun commento:
Posta un commento
Aiutiamoci e Facciamo Rete, per contatto ...
postmaster(at)mundimago.org