L'AGENZIA BLOOMBERG:
"BERLUSCONI E' COSTATO ALL'ITALIA
260 MILIARDI DI EURO,
CON LUI IL DEBITO E'
CRESCIUTO DEL 13.5%"
L'eredità dei quattro governi Berlusconi è un debito pubblico alle stelle, accumulato quasi con scientificità. E così chi ha avuto un figlio nell'anno 1994, può salutare la vigilia del suo diciottesimo compleanno, annunciandogli come regalo un debito pubblico di 1.902 miliardi di euro.
UN RITMO DI CRESCITA DOPPIO. Secondo il grafico pubblicato l'11 ottobre dall'agenzia Bloomberg il debito sovrano italiano sotto gli esecutivi targati Berlusconi è aumentato del doppio rispetto ai mandati di altri governi.
Sommando le performance dei periodi in cui il Cavaliere si è adoperato per il bene del Paese, il debito procapite, per singolo cittadino compreso il minorenne nato nel 1994, ha fatto un balzo del 13,5%, pari a circa 257 miliardi.
Il record del Berlusconi IV: più 6,9%
Già sotto l'indimenticato primo governo Berlusconi, quello del contratto con gli italiani firmato sulla scrivania di ciliegio che arredava per l'occasione nel salotto di Bruno Vespa, il buco d'ossigeno delle finanze statali era aumentato del 4,8%. Non riuscirono a tenergli testa né Lamberto Dini con il suo 2,1, né Romano Prodi con un rilevante più 3,8%.
SILVIO, MASSIMO E ROMANO. Il nemico-amico Massimo D'Alema, nonostante l'apprezzato sforzo della bicamerale, sulle finanze pubbliche riuscì addirittura a recuperare risorse e abbassare il debito dello 0,7%, come fece qualche anno dopo l'odiato Professore facendo registrare una dminuzione dello 0,4%. Il Cavaliere, del resto, tra il 2001 e il 2006 riuscì a contenere la corsa del debito all'1,6%. Il meglio di sé in effetti lo ha dato alla fine, sotto questo esecutivo, che ha fatto lievitare il debito del 6,9%. Da record.
Le colpe degli altri
Non si contano però le occasioni in cui Berlusconi ha addossato tutte le responsabilità della voragine all'opposizione. E non solo, le colpe sono state via via spostate più indietro nel tempo. Memorabili restano le parole pronunciate dal premier il 13 dicembre 2010, alla vigilia del più celebre voto di fiducia tra gli innumerevoli imposti dall'esecutivo. «Ci si rivolge l’accusa di essere noi a non sapere far crescere il Pil italiano di più dell’1,5 per cento mentre quello degli altri Stati europei cresce di più», diceva Berlusconi, inconsapevole dell'estate di fuoco che i conti pubblici gli avrebbero riservato.
IL CONFRONTO CON CRAXI. E replicava: «Gli altri Stati europei non hanno avuto in carico le stesse negative eredità che abbiamo avuto noi. In primis, mi riferisco al debito pubblico creato dai governi che, dal 1980 al 1992, hanno saputo moltiplicarlo per otto volte». Ma nemmeno il fratello maggiore Craxi è riuscito a eguagliarlo in quantità, anche se l'ha superato in intensità: dal 1984 al 1987, infatti, con Bettino a Palazzo Chigi la voragine delle casse statali si è allargata di 10 punti percentuali. Ma Berlusconi ha accusato anche i complici di Dc e Psi, puntando il dito anche contro il Partito comunista che ha «votato il 90% delle decisioni di quei governi». I soliti, maledetti, comunisti. Se non è coerenza questa.
http://www.lettera43.it/
UN RITMO DI CRESCITA DOPPIO. Secondo il grafico pubblicato l'11 ottobre dall'agenzia Bloomberg il debito sovrano italiano sotto gli esecutivi targati Berlusconi è aumentato del doppio rispetto ai mandati di altri governi.
Sommando le performance dei periodi in cui il Cavaliere si è adoperato per il bene del Paese, il debito procapite, per singolo cittadino compreso il minorenne nato nel 1994, ha fatto un balzo del 13,5%, pari a circa 257 miliardi.
Il record del Berlusconi IV: più 6,9%
Già sotto l'indimenticato primo governo Berlusconi, quello del contratto con gli italiani firmato sulla scrivania di ciliegio che arredava per l'occasione nel salotto di Bruno Vespa, il buco d'ossigeno delle finanze statali era aumentato del 4,8%. Non riuscirono a tenergli testa né Lamberto Dini con il suo 2,1, né Romano Prodi con un rilevante più 3,8%.
SILVIO, MASSIMO E ROMANO. Il nemico-amico Massimo D'Alema, nonostante l'apprezzato sforzo della bicamerale, sulle finanze pubbliche riuscì addirittura a recuperare risorse e abbassare il debito dello 0,7%, come fece qualche anno dopo l'odiato Professore facendo registrare una dminuzione dello 0,4%. Il Cavaliere, del resto, tra il 2001 e il 2006 riuscì a contenere la corsa del debito all'1,6%. Il meglio di sé in effetti lo ha dato alla fine, sotto questo esecutivo, che ha fatto lievitare il debito del 6,9%. Da record.
Le colpe degli altri
Non si contano però le occasioni in cui Berlusconi ha addossato tutte le responsabilità della voragine all'opposizione. E non solo, le colpe sono state via via spostate più indietro nel tempo. Memorabili restano le parole pronunciate dal premier il 13 dicembre 2010, alla vigilia del più celebre voto di fiducia tra gli innumerevoli imposti dall'esecutivo. «Ci si rivolge l’accusa di essere noi a non sapere far crescere il Pil italiano di più dell’1,5 per cento mentre quello degli altri Stati europei cresce di più», diceva Berlusconi, inconsapevole dell'estate di fuoco che i conti pubblici gli avrebbero riservato.
IL CONFRONTO CON CRAXI. E replicava: «Gli altri Stati europei non hanno avuto in carico le stesse negative eredità che abbiamo avuto noi. In primis, mi riferisco al debito pubblico creato dai governi che, dal 1980 al 1992, hanno saputo moltiplicarlo per otto volte». Ma nemmeno il fratello maggiore Craxi è riuscito a eguagliarlo in quantità, anche se l'ha superato in intensità: dal 1984 al 1987, infatti, con Bettino a Palazzo Chigi la voragine delle casse statali si è allargata di 10 punti percentuali. Ma Berlusconi ha accusato anche i complici di Dc e Psi, puntando il dito anche contro il Partito comunista che ha «votato il 90% delle decisioni di quei governi». I soliti, maledetti, comunisti. Se non è coerenza questa.
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