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lunedì 24 ottobre 2011

Ecco come uscire dalla crisi , Pier Luigi Bersani

il segretario del Pd
Pier Luigi Bersani

Ecco come uscire dalla crisi



“Queste sono alcune delle cose che si possono fare” dichiara il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Naturalmente va anche ricordato che tutto ciò che l’Italia e gli italiani possono fare rischia di avere un effetto davvero limitato se resta questo quadro politico. Con un governo così niente basterà mai. L’Italia è un grande paese. Gli italiani hanno risorse e mezzi per uscire dalla crisi e meritano ben altro rispetto a quello mostrato in questi giorni dagli altri partner europei. A questo punto è necessario dare un segnale di cambiamento politico chiaro per mettere il Paese in condizione di riprendere il suo cammino e anche per recuperare a livello internazionale il rispetto e la fiducia che gli italiani meritano”.  


Bersani: "Il Governo non è in grado di fare alcuna riforma"


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"Per fare sviluppo ci vogliono riforme, come quella fiscale o della pubblica amministrazione e una politica industriale. E poi bisogna prendere i soldi da chi ce li ha e non da chi non ce li ha. Ma il governo non è in grado di fare tutto questo.
Berlusconi chiacchiera. Il Partito democratico da mesi ha presentato in parlamento un suo progetto per una nuova legge elettorale, non sulle preferenze ma sui collegi. Berlusconi fa una chiacchiera al giorno, ma in parlamento non arriva mai niente di serio, mai.
Prima di tutto la nostra è un'alleanza con gli italiani: il 5 novembre il Pd fa una grande festa popolare con una manifestazione in Piazza San Giovanni a Roma: lì diremo le nostre proposte per la ricostruzione dell'Italia, per l'alternativa, assieme ai leader progressisti europei.
Invitiamo tutti: movimenti e associazioni, famiglie e chi non vuol portare la bandiera del Pd porti quella italiana perché noi faremo questo in nome del popolo italiano".
Così Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico, in un'intervista del Tg1 a cura di Natalia Augias.

Il 5 novembre a Roma: In nome del popolo italiano il Partito Democratico | Pagina Ufficiale fa una grande festa popolare, una manifestazione in Piazza San Giovanni. Lì diremo le nostre proposte per la ricostruzione dell'Italia, per l'alternativa, assieme ai leader progressisti europei. Invitiamo tutti: movimenti e associazioni, famiglie e chi non vuol portare la bandiera del Pd porti quella italiana perché noi faremo questo in nome del popolo italiano. http://bit.ly/nFDcZu

LE PROPOSTE PD

Una riforma fiscale che carichi su rendite e evasione per ridurre il peso del fisco su produzione e lavoro, anche anticipando misure immediate contro l’evasione fiscale e di imposizione ordinaria sui grandi patrimoni immobiliari, secondo le proposte che il Pd ha presentato concretamente in Parlamento in occasione della manovra di agosto, e di alleggerimento del costo del lavoro per sostenere la crescita anche attraverso questa via.

Un programma di liberalizzazioni effettive
, secondo i provvedimenti che il Pd ha più volte presentato in dettaglio con proposte ed emendamenti parlamentari.

Una ripresa degli interventi di politica industriale ed energetica, con particolare riferimento al Mezzogiorno, riprendendo l’ispirazione di Industria 2015 che il governo ha boicottato.

Una deroga selettiva al patto di stabilità interno per consentire ai comuni che ne hanno la possibilità di avviare immediati investimenti e di procedere ai pagamenti verso le piccole imprese. Questa misura può essere agevolmente finanziata con un contributo straordinario a carico degli scudati.

Misure sul welfare che, a fronte di interventi di riduzione della precarietà dei giovani, correggano in modo flessibile il meccanismo di uscita dal lavoro con incentivi.

Un piano di dismissione e valorizzazione degli immobili demaniali, secondo il progetto presentato dal Pd.

Un programma di interventi per ristrutturare l’assetto istituzionale centrale e locale, a cominciare dal dimezzamento del numero dei parlamentari, dallo snellimento degli organi di rappresentanza e di governo di Regioni, Province e Comuni, dall’accorpamento degli uffici periferici dello Stato, dall’eliminazione degli organi societari per le società in house dei comuni (oltre 50 mila incarichi) e così via.



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