Un compleanno festeggiato con mille celebrazioni ed eventi, concluso nella tarda serata di ieri nel teatro 'Karl Mark' dell'Avana: nel giorno in cui ha compiuto 90 anni, Fidel Castro è riapparso in pubblico accompagnato dal fratello Raul, suo successore alla guida di Cuba, e dal presidente venezuelano Nicolas Maduro.
All'Avana e in tante altre città del Paese i preparativi per le celebrazioni erano iniziate ormai da settimane, ma non si sapeva nulla su cosa avrebbe fatto Fidel. Era infatti qualche mese che non compariva in pubblico.
Ieri in tarda serata, la sorpresa: il 'comandante' è apparso nel noto teatro della capitale nel tardo pomeriggio, accolto da un'ovazione delle circa 5 mila persone presenti, tra le urla 'Fidel, Fidel' e 'complimenti'. La serata è stata organizzata dalla compagnia di teatro infantile 'La Colmenita', che ha ricreato alcuni dei passaggi più importanti della storia di Cuba. Sullo schermo del teatro sono state inoltre proiettate immagini di alcuni
momenti della vita del 'lider maximo'.
Fidel, che indossava una guayabera bianca (la tradizionale lunga camicia cubana) e che aveva lo stesso aspetto fragile degli ultimi anni, si è seduto tra Raul e Maduro. Tra il pubblico c'era un gruppo di vecchi compagni della 'revolucion' del '59, "eroi di Cuba e del lavoro", hanno precisato i media, ricordando inoltre la presenza di "dirigenti del Pc, dello Stato, lavoratori.. forze armate rivoluzionari, studenti, corpo diplomatico".
Qualche ora prima i media cubani avevano pubblicato un lungo articolo del 'lider maximo', di fatto un duro attacco agli Stati Uniti e a Barack Obama. "E' necessario martellare sulla necessità di preservare la pace e che nessuna potenza si prenda il diritto di uccidere milioni di essere umani", sottolinea nell'articolo Fidel. Il presidente Usa "non è stato all'altezza" della visita fatta qualche settimana fa in Giappone, durante la quale "sono mancate" da parte di Obama le scuse per la morte "di centinaia di migliaia di persone a Hiroshima, nonostante fosse a conoscenza delle conseguenze della bomba.
A Cuba tutti studiano gratis fino all' università, hanno la sanità tra le migliori del mondo , hanno tutti una casa e un lavoro. Prima i contadini stavano in capanne di paglia, studiavano solo coloro che avevano soldi , si curavano solo quelli che potevano, l analfabetismo era altissimo e la mortalità infantile anche.
A Cuba rispetto agli altri paesi dell' america latina ci sono gli anziani perché riescono ad invecchiare , cosa che non succede negli altri paesi americani .
Castro era ricco prima della rivoluzione , aveva potuto studiare, fare l università, era di una famiglia benestante ora è come gli altri .
I cubani a parte l.embargo per cui hanno patito la fame "tra virgolette perché avevano tutti i loro prodotti" sono molto più tutelati di noi, io ho un amica cubana, lei ha studiato sono a 21 anni ( le scuole sono diverse che da noi, ad esempio loro iniziano il liceo a 12 anni e dura obbligatoriamente 7 anni +2 anni di specializzazione obbligatoria ) e tutti pagato dallo stato.
Cuba una volta era il casinò dei miliardari americani, e Basta.
Un piccolo paese qual'è Cuba una guerra come quella la poteva vincere - e l'ha vinta, come
esplicitamente riconosciuto dallo stesso presidente americano in occasione del disgelo ("l'embargo non ha funzionato" ha detto, come prima non aveva funzionato la guerra combattuta con le armi vere) - solo grazie alla sintonia speciale fra i "capi" ed i "comandati" del Piccolo Paese CUBA.
Istruzione e sanità: Cuba batte Italia
Il sistema educativo cubano è il migliore dell’area latinoamericana e dei Caraibi. Non lo afferma qualche polveroso bollettino veterocomunista ma l’istituzione guida del neoliberismo internazionale, la Banca mondiale. Secondo un recente rapporto dell’istituzione in questione, Cuba possiede un corpo docente di alta qualità e presenta parametri elevati, un forte talento accademico, retribuzioni adeguate ed elevata autonomia professionale, al pari di Paesi rinomati in questo senso a livello mondiale, come Finlandia, Singapore, Cina (in particolare la regione di Shanghai), Corea, Svizzera, Paesi Bassi e Canada.
Già in precedenza, peraltro, sempre il Banco mondiale aveva sottolineato, in un altri suoi rapporti, il riconoscimento internazionale attribuito a Cuba per i suoi successi nei campi dell’educazione e della salute, ottenuti grazie a un sistema di servizi pubblici che supera il livello presente nella maggiore parte dei Paesi in via di sviluppo e in alcuni settori è comparabile a quello dei Paesi sviluppati. E che fin dalla rivoluzione del 1959 è stato creato un sistema che permette l’accesso universale alla salute e all’educazione. Un modello che ha permesso a Cuba di raggiungere l’alfabetizzazione generale,
sradicare determinate malattie, garantire l’accesso all’acqua potabile e la salute pubblica di base, con bassi livelli di mortalità infantile e alta speranza di vita, con un costante miglioramento degli indicatori sociali dal 1960 al 1980 e un ulteriore miglioramento dei tassi di mortalità infantile e speranza di vita negli anni Novanta. La Banca mondiale osservava come le prestazioni dei servizi sociali a Cuba siano fra le migliori del mondo in via di sviluppo, come documentato del resto da fonti di varie organizzazioni internazionali come l’Organizzazione mondiale della salute, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo e altre agenzie delle Nazioni Unite.Non male, specie per un Paese sottoposto da oltre cinquanta anni a un blocco economico e a continui attentati e atti di terrorismo da parte della massima potenza mondiale. Non è del resto casuale che metodologie, expertise e risorse umane cubane siano attivamente presenti in tutta l’America Latina e in tutto il mondo, nel settore in questione come in altri, specie la sanità. Va d’altronde considerato come il Paese dedichi all’insegnamento il 13% del proprio bilancio nazionale. Si pensi che in Italia, nel 2008, la
percentuale dedicata al tema raggiungeva il 4,6%, mentre in anni più recenti la spesa è stata
ulteriormente tagliata, come notato dalla stessa Unione europea.
Nonostante i vacui blablabla di Renzi, non inferiore da questo punto di vista ai suoi predecessori, la situazione permane estremamente deplorevole anzi si aggrava ogni giorno di più, da tutti i punti di vista: dall’edilizia scolastica al precariato dei docenti, dagli strumenti didattici a disposizione alla dispersione scolastica. E non bastano certo i più o meno oxoniani anglicismi del nostro governo a colmare lacune sostanziali.
Vero è peraltro che in una società come la nostra, la paideia, l’educazione dei giovani, non è in mano alla scuola, ma molto di più, a una televisione di pessima qualità e a social media dove si trova di tutto e il suo contrario. Senza contare i miti che vanno per la maggiore nell’immaginario collettivo anche giovanile e i valori di riferimento che sono più che altro denaro, violenza e individualismo sfrenato. In molti casi i modelli educativi e di vita sono rappresentati dai capi della criminalità, Belluscone docet.
Del tutto relativo, pertanto, si rivela il concetto di Paese in via di sviluppo e di Paese sviluppato.
Potremmo dire, che grazie ai tagli di spesa imposti dall’Unione europea e alle fallimentari e liquidatorie politiche perseguite da una classe politica di semianalfabeti, da Gelmini in poi, il nostro Paese si stia decisamente avviando verso il sottosviluppo, mentre Cuba si conferma un Paese di sviluppo le cui
success stories indicano a molti altri Paesi quale deve essere la via da seguire.
Per non parlare dell’impegno di Cuba sul fronte della salute, non solo per sé ma per tutto il pianeta. Mentre da noi alcuni blaterano in modo insensato di chiusura delle frontiere per bloccare i virus, Cuba, raccogliendo il plauso delle Nazioni Unite, ha inviato 165 medici e infermieri in Africa per combattere il virus dell’Ebola.
Potremmo proporre un cambiamento, sia pure temporaneo, trasferendo l’attuale ministro dell’educazione cubano nel nostro governo e inviando la Giannini a imparare qualcosa all’Avana. Più difficile risulterebbe lo scambio fra Renzi e Raul, si teme fortemente che il nostro, dopo qualche giorno di chiacchiere a vuoto, sarebbe destituito e mandato a tagliare la canna da zucchero a tempo indeterminato. E senza gelato, beninteso. Ma visto che ci siamo potremmo mandare a Cuba in rieducazione grandissima parte della nostra classe politica e imprenditoriale.
L’istruzione a Cuba è fra le migliori al mondo
L'Avana spenderebbe per l'Istruzione il 23,6% del Pil contro il 3/4% dell'Italia
Cuba, dunque, nonostante ciò che circola sulla stampa intorno alle sue condizioni sociali, culturali, economiche, e soprattutto in fatto di democrazia, negli ultimi 35 anni ha investito sull'istruzione in modo
sorprendente che oggi sarebbe pari al 23,6% del Pil.
Lo Stato, sostiene cogitoergo.it, offre anche un ampio sistema di borse di studio per tutti gli studenti e fornisce la possibilità a tutti i lavoratori di accedere a qualsiasi livello di istruzione.
Attualmente il tasso di scolarizzazione è del 100% fino agli 11 anni, e il tasso di analfabetismo è sceso all'1,9% della popolazione compresa tra 10 e 49 anni. Il dato assoluto della popolazione analfabeta è del 3,8%, uno dei più bassi al mondo, compresa l'area G8. Il tasso di analfabetismo funzionale degli adulti è di circa il 10% (in Italia è del 65% circa), mentre i laureati sono uno ogni 15 abitanti. Dati ancora più sorprendenti se si considera che a Cuba si trovano 2.111 centri di educazione e 46 centri universitari distribuiti in tutto il territorio.
Secondo tutte le organizzazioni internazionali inoltre il governo di Cuba in questi ultimi anni nonostante le difficoltà economiche non ha mai fatto mancare le risorse per la scuola: "Le risorse assegnate dallo stato insieme agli sforzi degli operatori del settore hanno permesso di non chiudere una sola scuola, asilo o università, né di lasciare un solo maestro o insegnante senza lavoro".In più, spiega sempre il portale, il sistema educativo cubano combina studio con lavoro, una caratteristica che rappresenta sul piano metodologico uno dei risultati più importanti della pedagogia cubana, mentre Cuba è riuscita a tenere aperte quasi 14.000 scuole frequentate da oltre tre milioni di studenti.
Anche se non fa parte dell'Ocse, secondo varie rilevazioni internazionali, Cuba si trova al primo posto, con molti punti di vantaggio, nel mondo latino-americano, al punto che secondo molti sarebbe alla pari con la Finlandia.
Il corpo docenti conta qualcosa come trecentomila unità tra maestri e professori, mentre per
l'insegnamento alle elementari Cuba può già contare su 18.000 maestri con istruzione universitaria. Gli studenti cubani oltre a ricevere una istruzione di primordine completamente gratis, ottengono gratis anche il materiale scolastico e tutto quello che concerne con l'istruzione, dall'alloggio all'alimentazione passando per il vestiario e uno stipendio per le spese.
Nella scuola primaria cubana recentemente è stato raggiunto il 72% degli alunni che frequentano il sesto grado con la modalità del tempo pieno e si registra un 40% della popolazione alle elementari, un 47% alle medie e un 12% all' università, assurgendo così a uno dei primi paesi nel mondo per quanto riguarda gli investimenti pro-capite nelle attività scolastiche.E ancora, sottolinea cogitoergo.it, se in Italia il rapporto tra alunni e maestri è di 1 su 26, a Cuba è di 1 su 13; inoltre nell'Isola caraibica il 100% dei bambini malati è completamente scolarizzato e ci sono 512
scuole per l'istruzione differenziata con 63.000 iscritti per 7 specializzazioni.
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