martedì 27 gennaio 2009
Dopo CAROSELLO tutti a nanna
Bambini, dopo Carosello tutti a dormire!
Tutti quanti noi abbiamo sentito questa frase tantissime volte: nella nostra infanzia lo spartiacque che delimitava la tipica giornata piena di compiti e giochi e il mondo dei sogni era rappresentato dalla messa in onda di cinque comunicati pubblicitari (non esisteva ancora la parola spot) preceduti da brevissimi telefilm, disegni animati o pupazzi animati.
La trasmissione televisiva Carosello nacque il 3 febbraio 1957 con un ritardo di un mese e due giorni sulla data annunciata in precedenza (1° gennaio 1957). Per evitare di attirare su di sé le critiche di coloro che pagavano il canone e che non apprezzavano la pubblicità in televisione, la RAI pensò bene di associare ad ogni comunicato commerciale un mini-filmato introduttivo che sintetizzasse in una manciata di minuti delle storie di senso compiuto.
La produzione di questi mini-film fu demandata all’industria cinematografica nazionale: Carosello diventò così una palestra sulla quale si fecero le ossa tutti i maggiori registi nazionali. Il successo di pubblico fu tale che anche i più famosi attori non disdegnarono di partecipare a queste scenette. Alcuni nomi danno subito il senso dell’importanza di Carosello: fra i registi si possono annoverare i fratelli Taviani ed Ermanno Olmi mentre fra gli attori è sicuramente da ricordare la partecipazione del grande Eduardo De Filippo e del futuro premio Nobel Dario Fo.
La RAI impose alle industrie cinematografiche che giravano le varie mini-storie un vero e proprio regolamento: la durata di ogni singola pubblicità era fissata in due minuti e quindici secondi di cui al massimo trentacinque secondi potevano essere dedicati al messaggio pubblicitario vero e proprio (il cosiddetto codino). Dal 1974 la durata di ogni singolo comunicato fu accorciata e passò a un minuto e quaranta secondi.
La censura diventò ferrea: non si potevano utilizzare parole sconvenienti o allusive. Una nota marca di lassativi nel vantare le qualità del proprio prodotto non ha mai potuto utilizzare la frase "regola l’intestino" ma si è sempre dovuta mantenere in una frase molto più casta: "regola l’organismo".
LEGGI ANCHE http://cipiri2.blogspot.it/2013/06/carosello-e-il-linguaggio-della.html
-
Etichette:
CAROSELLO,
dormire,
linguaggio,
NANNA,
pubblicità,
televisiva
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ciao, mi piace il tuo blog, secondo me se ci fosse ancora oggi una trasmissione come carosello che alla fine manda i bimbi a nanna, forse sarebbe propedeutico anche per i genitori che ormai non sono più capaci di mandare i figli a letto, magari a forza di setire che è ora di farli dormire lo capirebbero. a presto
RispondiEliminagrazie , a presto , ciao
RispondiElimina