Le Carte Parlanti

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Mundimago

mercoledì 9 settembre 2009

Mike Bongiorno, Inventò LA TV SPOT



Inventò LA TV SPOT e ne fu risucchiato

Per il più grande presentatore televisivo italiano non sarà un azzardo citare il più grande intellettuale italiano del dopoguerra, Pasolini, il quale aveva capito dove avrebbe potuto condurci il bravo Mike, magari in assoluta buona fede, con l’idea di aiutarci, lui che veniva dall’America e che aveva conosciuto il progresso. Pasolini l’aveva scritto: il Vaticano avrebbe fatto meglio a censurare "Carosello", cioè la pubblicità ai tempi d’oro di Mike Bongiorno, perché «è in Carosello, onnipotente, che esplode in tutto il suo nitore, la sua assolutezza, la sua perentorietà, il nuovo tipo di vita che gli italiani devono vivere». E sottolineava per bene «devono». Cioè, mentre infuriava, forse, la lotta di classe, Mike e Pier Paolo, il primo con verve pragmatica, il secondo con tensione critica, avevano intuito che l’orizzonte si stava schiudendo al nuovo idolo: il consumismo. Mike aveva capito che i soldi fanno la felicità, i soldi come «luogo» di rapido scambio, come vuole una società moderna, i soldi per la macchina, per il vestito, per tutto il superfluo venuto dopo. Alla maniera di ogni self made man vi dimostrava che con il lavoro assiduo (lo studio degli insetti non chiede un lavoro assiduo?) ci sareste potuti arrivare anche voi.

Bongiorno predicava non le virtù dell’azzardo, ma una sorta di etica collettiva del sapere. Era un popolo di virtuosi, per quanto «mediocri», quello che coltivava, ma la contraddizione era appena dietro l’angolo: il consumismo che appena s’allarga, come s’è visto, cancella le virtù. Con ben altra retorica Pasolini riassumeva: appunto perché perfettamente pragmatica, la propaganda televisiva rappresenta il momento qualunquistico della nuova ideologia edonistica del consumo... ti imponeva il modello con insuperabile efficacia. «Se al livello della volontà e della consapevolezza la televisione in tutti questi anni è stata al servizio della dc e del Vaticano, al livello involontario e inconsapevole essa è stata al servizio di un nuovo potere, che non coincide più ideologicamente con la dc e non sa più che farsene del Vaticano»: Pasolini sapeva vedere lontano. Mike Bongiorno si ferma: coglie la via, firma il successo, ma resta un uomo di famiglia. Una volta, per dar prova della sua onestà, svelò che lui assaggiava tutti i prosciutti che reclamizzava. È sempre stato un utilizzatore primario: inventore della televisione, inventore dei quiz, della pubblicità, alla fine inventore di una televisione che diventava solo uno spazio pubblicitario per vendere prodotti, una cornice allo shampoo o allo yogurt fluidificante. La verità è che Mike Bongiorno s’era inventato pure Berlusconi, ma non ne aveva colpa. Berlusconi, essendo per natura un utilizzatore finale, cioè quello che fa il furbo con le idee degli altri, lo accolse tra le sue reti e tirò le somme.

L’ultimo grande Mike è stato quello dei duetti con Fiorello: aveva capito che non si può barare con gli anni (al contrario del suo presidente). Sempre per la pubblicità. Chiudeva la sua parabola, credendo d’aver vinto: ma il suo consumismo bonario, quasi paterno nella convinzione che in fondo tra un quiz e un siparietto si potessero educare gli italiani, persino un poco austero, era alle spalle. Davanti se n’era materializzato un altro, vorace, onnivoro: dal fiordilatte alla politica, mescolando, usando, al servizio del consumista capo che vuol sempre prendersi tutto...
di Oreste Pivetta
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