Alessandro Santoro, prete delle Piagge, sollevato dall'incarico
Il vescovo di Firenze ha sollevato Alessandro Santoro, prete della comunità delle Piagge di Firenze, dopo il matrimonio celebrato domenica 26 ottobre di una donna nata uomo.
Alessandro Santoro, prete della comunità di base della Piagge, di Firenze, è stato sollevato dalla «cura pastorale della comunità». Così la chiesa di Firenze, in un comunicato, prende posizione in merito alla celebrazione avvenuta domenica a Firenze dove don Santoro [da molto tempo «collaboratore» di Carta e promotore di iniziative come Democrazia chilometro zero] – ricorda il sito Altracitta.org – ha celebrato le nozze di una donna nata uomo. «Tale simulazione – si legge nella nota – è stata posta in atto da don Alessandro Santoro in contrasto con le disposizioni più volte dategli dai superiori, primo fra tutti il ‘precetto’ che gli fu formalmente intimato dal Cardinale Ennio Antonelli il 15 gennaio 2008, successivamente rinnovato nei colloqui e negli scritti intercorsi con l’Arcivescovo Giuseppe Betori». Un «atto – prosegue – che assume particolare gravità in quanto genera inganno nei riguardi delle due persone coinvolte, che hanno potuto ritenere di aver celebrato un sacramento laddove ciò era impossibile». «Gesti come quello posto da don Alessandro Santoro – si legge ancora – contraddicono il ministero di pastore di una comunità, per la quale il sacerdote deve rappresentare la voce autentica dell’insegnamento dottrinale e della prassi sacramentale della Chiesa cattolica». Dal punto di vista formale, la comunità delle Piagge era stata affidata ad Alessandro Santoro, come cappellania il 14 settembre 2006, ma presso la quale egli ha svolto azione pastorale fin dal 1994. L’Arcivescovo chiede a don Alessandro«di vivere un periodo di riflessione e di preghiera».
Pubblichiamo il racconto diffuso da altracitta.org della giornata di domenica 26 ottobre.
«Ieri alle Piagge si respirava un’atmosfera insolita per un matrimonio. Tutto era come sempre: le sedie messe in circolo, il grande crocefisso di legno, cartelloni, disegni e documenti a testimoniare le tante attività svolte dentro questo luogo di incontro, che è chiesa, scuola, redazione, sala riunioni. C’erano come sempre tanti bambini, seduti accanto al prete, dietro l’altare, più o meno silenziosi ma certo partecipi di un momento importante, forse storico. C’era la gente delle Piagge, raccolta e pensierosa, con l’animo in subbuglio e il fiato sospeso.
Perché ieri due persone consacravano la loro unione, già benedetta da trent’anni di amore e fiducia, ma un’altra unione era lì sull’altare, pronta al sacrificio in nome dell’obbedienza. Non quella al diritto canonico: l’obbedienza al precetto di amore del Vangelo. A questa obbedienza Santoro non può non adempiere, come ha spiegato durante la messa, ed è per fedeltà verso la sua gente che non ha potuto non celebrare questo matrimonio.
L’unione di Sandra e Fortunato, ha detto ancora Santoro, è amata da Dio. A questo proposito ha citato un episodio narrato negli Atti degli Apostoli, quando lo Spirito Santo discende anche sui non circoncisi. Un segno dell’accoglienza di Dio anche per i «non conformi», la stessa accoglienza che è stata alla base di tutta le azioni della Comunità delle Piagge, un modo di agire del resto ovvio, naturale e imprescindibile in un quartiere dove la realtà vera delle persone è fatta di passi falsi, incidenti, peccati ed omissioni. Come tutta la realtà umana.
Alessandro Santoro, prete, si è immerso in questa realtà difficile e spigolosa, l’ha condivisa, ci ha fatto a pugni, l’ha abbracciata, l’ha fatta sua. Certo anche a questo pensava nel lungo momento di preghiera e riflessione che lo ha visto appoggiarsi alla parete sotto la croce, con la testa fra le mani. Intanto il canto parla di cose passate a cui non pensare più, di cose nuove che fioriranno, e la commozione sale. Tanti hanno gli occhi lucidi, qualcuno piange apertamente. Il pensiero corre al dopo. Cosa succederà adesso, come reagirà la Curia? Sospensione, allontanamento? Qualunque cosa sarà, dovremo accettarla: su questo punto Santoro è fermo. Il matrimonio si celebra, gli anelli benedetti vengono scambiati, gli sposi si promettono amore e fedeltà. Tutti ci stringiamo le mani, in un abbraccio collettivo che è un flusso di energia e una promessa per il futuro. Continueremo, ci saremo, resisteremo. Anche se questo sacramento probabilmente sarà annullato, ricorda Santoro agli sposi, non lo sarà per noi, non lo sarà per Dio, che vi ama. Potremmo dire: l’uomo non separi ciò che Dio ha unito. Certi che vale anche per la Comunità delle Piagge».
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