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Mundimago

mercoledì 28 ottobre 2009

Desinformémonos, una rivista di parte

Desinformémonos, una rivista di parte

Angel Vargas La Jornada

Dal quotidiano messicano La Jornada, pubblichiamo un'intervista a Gloria Muñoz, direttrice della rivista zapatista on line dal 15 ottobre. Che già lancia il prossimo numero, in edicola il 15 novembre, con un intervento di John Berger

Pensare che il giornalismo è o può essere imparziale è un’illusione. Lo sostiene Gloria Muñoz, direttrice della rivista digitale Desinformémonos, che, coerentemente con questo pensiero, non esita a definire un mezzo alternativo di controinformazione, collocato «in basso e a sinistra» per quanto concerne la sua linea editoriale.
«Ritengo più corretto dal punto di vista etico presentarsi come si è, piuttosto che fingere una pluralità che non esiste. L’imparzialità che ci insegnano nelle scuole di giornalismo è irreale», spiega la giornalista intervistata in occasione dell’apparizione di questa pubblicazione elettronica il cui primo numero è nello spazio cibernetico dal 15 ottobre. «Esiste in realtà un media che non abbia una posizione ideologica? I mezzi di comunicazione di massa non dicono mai chiaramente qual è la loro posizione; si camuffano dietro una presentazione pluralista, mentre in realtà si sa chi rappresentano. Noi non ci mascheriamo e ci presentiamo per quello che siamo. Così il lettore può decidere, e lo fa da una posizione che non è ambigua. Leggere Desinformémonos è leggere una parte dell’informazione, a differenza dei grandi media ed agenzie che pretendono una pluralità che non hanno».
Relativamente alla dichiarazione di principio della rivista che dirige, l’editorialista di La Jornada sottolinea: «Siamo assolutamente parziali nel senso che stiamo dalla parte dei diseredati, dalla parte di quelli che stanno in basso; anzi più che stare dalla loro parte, siamo dei loro, il che è diverso. Non osserviamo i movimenti, né vogliamo guardarli da fuori; ci siamo dentro». Secondo Gloria Muñoz, la nascita di questa rivista digitale di politica e cultura risponde alla necessità di disporre di «uno strumento di informazione e controinformazione che si inserisce come strumento di lotta, molto definita e senza ambiguità: in basso e a sinistra, sul terreno politico e culturale. Cioè, nell’ambito della resistenza».
Dal termine che gli dà il nome – preso da una poesia di Mario Benedetti, in omaggio alla sua morte avvenuta nel maggio scorso – la pubblicazione vuole evidenziare la necessità della società di controinformarsi, nel senso di spogliarsi da quell’informazione promossa dal potere a beneficio di pochi. Questo sarà il tema sul quale John Berger rifletterà nel prossimo numero, che uscirà il 15 novembre. «Berger ci spinge a non confondere l’intenzione deliberata di controinformarci con l’essere controinformati. Ciò dà senso a questo progetto».
Un aspetto che distingue questa iniziativa da altre simili che sono nate nell’ambito alternativo ed indipendente, è che i suoi fautori, un gruppo di giornalisti di diverse parti del mondo, l’accolgono come proposta mediante la quale vogliono rivendicare questo mestiere, data la considerazione negativa che pesa su di loro tra i movimenti e le lotte sociali.
«La nostra base è la testimonianza; sono le voci, è la parola, è l’altro e l’altra. I popoli, i movimenti hanno le proprie voci; non diamo voce a nessuno. Quello che vogliamo è ascoltarli; essere il loro udito, essere il loro sguardo», afferma Gloria Muñoz. «L’informazione che gestiamo è quella del basso, di quartiere, comunitaria. Le diverse espressioni artistiche e culturali, così come i movimenti e le lotte politiche che nascono o sono prodotte dai quartieri per i quartieri, dai popoli per i popoli, dalle comunità per le comunità». La giornalista precisa che Desinformémonos non sarà circoscritta all’ambito nazionale. «Non ci consideriamo un media locale né nazionale, ma globale. Si tratta di far sì che questa cultura di quartiere e comunitaria possa essere vista in altre parti del mondo, e presentare storie di quartiere e comunitarie di altri luoghi: le favelas del Brasile, i quartieri in Grecia, la cultura prodotta tra gli immigrati negli Stati uniti. La nostra pretesa è produrre informazione che generi identificazione tra un posto e un altro». Gloria Muñoz puntualizza che questa proposta vuole essere più di una rivista digitale. In questo senso offre un’edizione in formato PDF che può essere scaricata dalla pagina web, allo scopo di essere stampata su carta, in otto lingue diverse: spagnolo, italiano, francese, portoghese, tedesco, greco, tzeltal ed inglese. Esistono inoltre diversi progetti editoriali, come creare un’agenzia di notizie e laboratori di giornalismo in comunità e tra gruppi sociali. L’indirizzo di questa rivista digitale alternativa di politica e cultura è http://www.desinformemonos.org e nel suo primo numero si possono trovare le basi di quelle che saranno le sue diverse sezioni: le notizie del giorno, i reportage fotografici, la sezione intitolata «I nessuno» con testimonianze di vita di chi non ha voce, quella dal titolo «I nostri», aperta alla riflessione e al dibattito tra gli intellettuali, in questo caso dell’uruguaiano Eduardo Galeano. http://www.jornada.unam.mx/2009/10/26/index.php?section=cultura&article=a13n1cul

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