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mercoledì 13 ottobre 2010

Rai, Santoro sospeso per 10 giorni



"Attentato alla televisione, reagirò"

Il provvedimento disciplinare dopo il "vaffan'bicchiere" in diretta nella prima puntata della stagione, in polemica con Masi. Il direttore generale: "Vicenda aziendale, nessuna censura". Garimberti: "Sproporzionato". Il conduttore attacca: "Decisione di gravità inaudita". E anche i finiani lo difendono: per Bocchino è stata una "decisione politica"



Dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione a partire da lunedì 18 ottobre. Sanzioni comunicate per lettera, consegnata questa mattina a Michele Santoro dall'azienda dopo il richiamo della direzione generale per la puntata d'apertura di Annozero. Un provvedimento disciplinare in nessun modo "considerato riconducibile ad iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà di espressione o il diritto di critica" si affretta a chiarire Mauro Masi, dopo le immediate reazioni alla notizia. Ma Santoro attacca, annunciando che "reagirà con tutte le forze e in ogni sede", e denuncia un "provvedimento di gravità inaudita, ad personam".

Le violazioni, secondo il direttore generale, sono "1. L'uso del mezzo televisivo a fini personali; 2. Un attacco diretto e gratuitamente offensivo al direttore generale, per una circolare a garanzia dell'equilibrio all'interno dei programmi di approfondimento informativo, che è stata approvata dal Consiglio di amministrazione". "Nessuna censura, ribadisco - continua il dg - nessun attentato alla libertà d'informazione". E nessun accanimento. "Non esistono dipendenti più uguali degli altri o zone franche all'interno delle quali sia possibile garantirsi il diritto all'impunità, tanto più quando si arriva a insultare il capoazienda in diretta televisiva con una modalità di contenuti ed espressioni che crea un caso che non ha precedenti al mondo", dice ancora Masi.

Durissima
la reazione del conduttore, che ha immediatamente risposto con un'altra lettera al presidente e al Consiglio d'amministrazione della Rai. "Il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, è di una gravità inaudita e, contro di esso, reagirò con tutte le mie forze in ogni sede. Ritengo, tuttavia - aggiunge Santoro - che il Consiglio, anche senza entrare nel merito di questa 'punizione esemplare', debba pronunciarsi sulla decisione assunta dal direttore generale di metterla in atto cancellando due puntate di Annozero. Una punizione nei miei confronti si trasforma così in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai. E "spezza le gambe ad un programma di grandissimo successo", aggiunge, "già sottoposto ad una partenza ad ostacoli". Un vero e proprio "attentato alla televisione di fronte al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità", conclude.

Da Masi prende le distanze Paolo Garimberti. Secondo il presidente della Rai si tratta di "un provvedimento di esclusiva responsabilità del direttore generale, che ho appreso come gli altri dalle agenzie. E' quasi superfluo dire che non lo condivido perché, al di là di altre considerazioni, lo trovo manifestamente sproporzionato".

La sospensione di Santoro è una decisione sbagliata ed abnorme, secondo i consiglieri di minoranza Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten. Per loro lo stop di Masi al conduttore di Annozero "conferma, come era già emerso dalle intercettazioni di trani, la sua volontà di assecondare le pressioni politiche esterne per chiudere la trasmissione di Santoro".

La tensione fra Santoro e la direzione era nuovamente salita dopo l'affondo del conduttore durante la prima puntata della stagione contro il direttore generale (l'ormai famoso "vaffan'bicchiere"), in seguito al quale lo stesso dg aveva portato il caso in Consiglio 1 e si era riservato di avviare tempestive azioni disciplinari contro Santoro. La puntata di domani andrà comunque regolarmente in onda.

Non si sono fatte attendere le reazioni. L'Italia dei Valori chiede le immediate dimissioni di Masi: "La sospensione di Santoro e, conseguentemente, di Annozero per 10 giorni è la conferma che l'ordine impartito da Palazzo Chigi sulle epurazioni delle voci libere e sulla censura nei confronti delle opposizioni definite scomode è arrivato a destinazione", dice Antonio Di Pietro, annunciando anche la convocazione
urgente della Commissione di vigilanza Rai per affrontare il caso. Anche Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci-Federazione della Sinistra, chiede le dimissioni di Masi: "Chi pensa di dirigere la Rai come una dependance di Palazzo Chigi deve andarse a casa, per il bene della democrazia e del Paese", commenta.

Per Vincenzo Vita, senatore del Pd e componente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Santoro è un capro espiatorio. "Alla luce delle conclamate faziosità e delle costanti violazioni del pluralismo Annozero diventa il capro espiatorio di comodo. L'alibi - dice - per far finta di dare autorevolezza a un gruppo dirigente che da tempo l'ha persa".

E se Giorgio Lainati (Pdl), vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, giustifica la sanzione disciplinare, chiedendosi "cosa c'entra la libertà di informazione con il pesante insulto rivolto da Santoro al direttore generale Masi in diretta tv?", i finiani difendono il conduttore. Per Italo Bocchino, se a Santoro sono stati dati 10 giorni di sospensione, Minzolini ne merita 30. "Il tg più seguito a livello nazionale mette Fli nei pastoni dell'opposizione e ignora il presidente della Camera Gianfranco Fini", dice il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà. E aggiunge: "Mediaset non prenderebbe mai una decisione del genere. Sospendere una trasmissione che fa il 20 per cento di share è segno che la governance della Rai non funziona".

Franco Siddi, segretario nazionale della Federazione stampa italiana, parla di un vero e proprio "sasso in bocca" alla trasmissione e di sequestro della libertà di informare senza essere omologati. A questo punto, "la Rai non è più un servizio pubblico", dice. L'associazione Articolo 21 e il Popolo viola chiamano alla mobilitazione e hanno indetto per oggi pomeriggio una conferenza stampa davanti alla sede della Rai.


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