...I CENTO PASSI
Alla fine degli anni Sessanta a Cinisi, un piccolo paese siciliano, la mafia domina e controlla la vita quotidiana, oltre agli appalti per l'aeroporto di Punta Raisi e il traffico della droga. Il giovane Peppino Impastato entra nel vortice della contestazione piegandola, con originalità, alle esigenze locali. Apre una piccola radio dalla quale fustiga con l'arma dell'ironia i potenti locali fra i quali Zio Tano (Badalamenti). Peppino verrà massacrato facendo passare la sua morte per un suicidio. Se lo si guarda con gli occhiali dell'ideologia I cento passi (che si ispira a fatti realmente accaduti), con la chiusura sulle bandiere rosse e i pugni chiusi del funerale di Impastato, potrebbe sembrare un film di propaganda. In realtà è un film di impegno civile (che non si vergogna di citare il Rosi di Le mani sulla città) che si assume il compito di ricordarci che la lotta a quel complesso fenomeno che passa sotto il nome di mafia non appartiene a una 'parte'.
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In Mille sbarcano in Sicilia ,
prima tappa Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato
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Intervista tratta dal documentario "Una giornata particolare" che potete scaricare qui
http://www.ngvision.org/mediabase/314
"polizia, mafiosi e politici erano tutti e tre d'accordo... e non fecero niente"
Felicia Bartolotta Impastato
visita
http://www.peppinoimpastato.com
in ricordo di Felicia
http://www.peppinoimpastato.com/visualizza.asp?val=95
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Mille, proprio come 150 anni fa, saranno le persone che sbarcheranno in Sicilia dal resto d’Italia nell’ambito dell’iniziativa “ In Mille in Sicilia - Da Garibaldi a Falcone e Borsellino ” e si impegneranno in un itinerario civico ed etico organizzato dall’Unicoop Firenze per visitare luoghi-simbolo che sanno dare suggerimenti per rispondere ad una serie di difficili ed emblematici interrogativi che appartengono proprio a quella storia che è cominciata con l’Unità d’Italia e che tuttora ci assilla, ci spinge alla riflessione nel tentativo di immaginare come cambiare il corso delle cose, di progettare interventi che sappiano gettare le fondamenta di una democrazia finora traballante e quanto mai in bilico come negli ultimi anni.
Numerose saranno le tappe del percorso e la prima corrisponderà a “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” qui a Cinisi e sarà per noi un grande piacere accogliere tutta questa umanità in movimento, impegnata in un viaggio che, come spesso accade, è anche una ricerca come una scoperta. Potrà essere un occasione per far sì che la società italiana abbia voglia di incontrare se stessa e le sue radici, partendo all’inizio anche con lo sguardo disincantato del turista, abbracciando poi se stessa (forse anche per lenire quelle ferite incancellabili lasciate da storie fatte di oppressione, potere, ribellione, dolore ma anche bellezza, ferite che ancora bruciano facendo sì che sia impossibile dimenticarsi di loro) e finendo per trovare lì, in loro, la forza per guardare negli occhi la realtà odierna ed affrontarla. In fondo, come scriveva Goethe “L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto”.
In mille andranno in cerca di storie che hanno segnato luoghi fisici, li hanno resi “parlanti” perché capaci di raccontare pure nella loro staticità. Proprio come Casa Memoria Impastato, che ancora oggi tiene in vita la memoria di Peppino e di Felicia, le loro lotte e il coraggio delle loro scelte. Oppure come “Portella delle Ginestre” con i suoi cippi e quell’elenco di nomi a ricordo delle 11 vittime di quella che fu la prima strage di stato del nostro paese.
Uno “sbarco” moderno con partenza, stranamente, dal Centro-Nord Italia invece che dal Nord Africa, che si svilupperà come un occasione per incontrarsi, confrontarsi, intrecciare relazioni, per costruire una nuova solidarietà e condivisione sociale a livello nazionale che sappia opporsi alle degenerazioni del federalismo da una parte e del nazionalismo dall’altra, che sappia prodigarsi anche nell’accoglienza e nella scoperta della ricchezza della diversità sessuale, culturale, ecc. contro ogni forma di razzismo, di segregazione e di rigidità. Uno “sbarco” che non sarà una conquista, l’imprigionamento di un’identità, come avvenne ai danni del Sud proprio 150 anni fa, ma sarà guidato dalla volontà di ascoltare e di conoscere per riconoscersi e ritrovarsi nel marasma dell’attuale corruzione e della mancanza di riferimenti.
In mille si avvicenderanno in gruppi da 30 a partire dal mese di febbraio fino all’intero mese di marzo nell’ingresso a Casa Memoria Impastato: il primo arriverà il 22 febbraio 2011; in quell’occasione si svolgerà l’incontro con la stampa.
Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato
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