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venerdì 5 dicembre 2014

FAUSTO e IAIO : #‎MafiaCapitale di Massimo Carminati



COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE FAMILIARI E AMICI DI FAUSTO E IAIO


Gli ultimi sviluppi che riguardano l'inchiesta sulla nuova mafia di Roma e il ruolo di leadership di Massimo Carminati non colgono impreparata l 'associazione familiari e amici di Fausto e Iaio.
Il nome di Massimo Carminati è contenuto dai primi anni Novanta, nelle carte dell'inchiesta sul duplice omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci detto Iaio, avvenuto a Milano, in via Mancinelli, la sera del 18 marzo 1978 e rivendicato dalla "Brigata Combattente Franco Anselmi".
Il 14 luglio 1997, il giudice Guido Salvini scrive infatti nell'ordinanza - sentenza N.271/80F:
«Le caratteristiche somatiche e d’abbigliamento quantomeno di uno degli assassini di Fausto e Iaio sono decisamente compatibili con la persona di Massimo Carminati. L’impermeabile chiaro, indossato probabilmente da due degli aggressori, era del resto quasi una "divisa" per gli esponenti della destra romana. I collaboratori di giustizia Walter Sordi e Cristiano Fioravanti, sulla base di voci e di valutazioni di ambiente, hanno quindi indicato nel gruppo di Carminati il possibile responsabile del duplice omicidio di Milano.» E Massimo Carminati compare il 6 dicembre 2000 nel decreto di archiviazione del giudice Clementina Forleo.
«(…) Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva e in particolare degli attuali indagati (Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci), appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura de relato delle pur rilevanti dichiarazioni.» Alla luce delle nuove inchieste che coinvolgono Massimo Carminati nella più ampia associazione di stampo mafioso, l'associazione familiari e amici di Fausto e Iaio chiede che la verità e la giustizia sull'omicidio di via Maninelli a Milano non venga archiviata.

LEGGI TUTTO  : http://cipiri.blogspot.it/2013/03/fausto-tinelli-e-lorenzo-iannucci.html

Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci


Carminati e il filo nero delle armi

Sono le armi il filo nero che lega il passato e il presente di Massimo Carminati.
Sul finire degli anni Settanta, il capo della nuova mafia romana era affiliato ad una batteria della Banda della Magliana, quella dell'Eur. Nel gruppo criminale il suo ruolo era duplice:
Carminati e il filo nero delle armi - Le inchieste di Daniele Biacchessi
da una parte garantiva il collegamento con l'area dell'eversione di destra, i Nar, dall'altra era l'uomo che conosceva meglio l'utilizzo di armi ed esplosivi.
Tra le molte vicende in cui Carminati viene coinvolto c'è l'omicidio del direttore dell'agenzia Mino Pecorelli, vicino agli ambienti del Sismi, i servizi segreti militari del tempo.
Nell'inchiesta, i giudici scrivono che le munizioni utilizzate per uccidere Pecorelli provengono da quel ristretto lotto di cartucce al quale appartengono anche i proiettili sequestrati presso il Ministero della Sanità a Roma e nella disponibilità, tra gli altri, proprio di Massimo Carminati.
Per quel delitto viene assolto insieme ad Andreotti, Vitalone, La Barbera, Calò.
Dallo stesso arsenale, secondo i magistrati, Carminati avrebbe prelevato mitra, valigetta e contenuto da utilizzare nel depistaggio sul treno Taranto-Milano per sviare le indagini sulla strage del 2 agosto 1980 a Bologna. Anche in questo processo Carminati viene assolto.
Il filo delle armi giunge ad oggi, alle ultime inchieste.
Nella lunghissima ordinanza cautelare del Giudice delle indagini preliminari Flavia Costantini, più volte Carminati e gli altri suoi sodali vengono citati.
Massimo Carminati e Riccardo Brugia detengono numerose armi acquisite illegalmente presso le rispettive abitazioni. Nelle intercettazioni parlano di almeno due Makarov calibro 9, 4 silenziatori, due Mp5, le micidiali pistole mitragliatrici prodotte dalla tedesca Heckler&Koch, numerosi giubbotti antiproiettile, mitragliatori Uzi.
Poi Carminati descrive a Brugia la metodologia con cui il suo abituale fornitore, certo Fabio, riesce a rendere legale il commercio delle armi attraverso un giro di false fatture prodotte nei dintorni di Cortina. Infine i due descrivono il sistema per nascondere nelle autovetture, pistole, mitragliatori e denaro per eludere possibili controlli da parte delle forze dell'ordine.
Le armi del gruppo non sono state mai trovate.
Avranno sparato? E contro chi?
di Daniele Biacchessi



Zingaretti, Baldi, Carminati e Marione: tutti i nodi vengono al pettine.
Ci auguriamo che, nell’indagine sulla Roma mafiosa, la Procura della Repubblica faccia piena luce sugli inquietanti e quotidiani rapporti che il capogruppo della lista civica di Zingaretti ha tenuto per anni con Mario Corsi, detto “Marione”, e legatissimo al Carminati con il quale ha condiviso in gioventù la comune matrice eversiva e la conseguente dura esperienza del carcere.
È grazie a Mario Corsi che il Baldi ha instaurato un intenso e saldo rapporto personale con il boss Carminati. Questa quotidiana frequentazione ha fruttato, ad un campione del trasformismo come Michele Baldi che è transitato da Alleanza Nazionale al P.D. di Zingaretti attraverso tutti i partiti possibili, ben 14.000 preferenze alle ultime Regionali.
È facile oggi comprendere a cosa erano finalizzati i continui, lunghi ed accalorati attacchi che il Baldi dalla radio di Marione, seguitissima nella Capitale, ed insieme allo stesso Marione, quotidianamente effettuava su alcuni dei settori più delicati della vita amministrativa ed in particolare sull’AMA e la gestione dei rifiuti.
Tali interventi seguivano le istruzioni ricevute indirettamente da Marione e direttamente nei suoi colloqui e contatti con il boss Carminati a favore del quale il Baldi metteva a disposizione finanche le proprie relazioni con giornalisti .
La riconoscenza di Zingaretti e Baldi ed il desiderio di consolidare i rapporti con Marione da parte dei due si sono spinti sino a far lavorare, a spese della Regione Lazio, la sorella di Mario Corsi nella segreteria dello stesso capogruppo Baldi.
Ci auguriamo che questo bieco trasformista, grazie ai propri rapporti trasversali, non riesca anche in questa circostanza a farla franca così come sembrerebbe sia riuscito a fare con la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal G.I.P. di Perugia per le firme false in occasione delle Regionali del 2010 che sembrerebbe caduta nell’oblio.
Speriamo quindi che anche al più corrotto dei trasformismi ci sia un limite.
Associazione Giustizia e Libertà

http://contropiano.org/politica/item/27909-carminati-e-marione-corsi-e-poi-baldi-che-sta-con-zingaretti

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PREVISIONI 2015

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