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sabato 10 novembre 2018

La Lega restituirà i 49 milioni in ‘rate’ da 600mila euro l’anno

La Lega restituirà i 49 milioni in ‘rate’ da 600mila euro l’anno


Fondi Lega, sì a sequestro dei 49 milioni. 

Il tribunale ha accolto il ricorso della Procura di Genova in relazione alla truffa ai danni dello Stato per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010.


 Il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della procura di Genova e quindi confermato il sequestro dei fondi della Lega in relazione alla truffa ai danni dello stato, stimata in 49 milioni, per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010, per cui sono stati condannati in primo grado Umberto Bossi, l'ex tesoriere Francesco Belsito e tre ex revisori dei conti. Al momento i fondi sequestrati ammontano a circa 3 milioni e nelle casse del partito ci sono poco più di 5 milioni. "È una vicenda del passato, sono tranquillo", la replica del ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini. "Ora l'attività del partito sarà difficile", il commento del premier Giuseppe Conte, che sostiene non ci saranno ripercussioni sul governo. D'accordo anche il vicepremier Luigi Di Maio: "I fatti riguardano il periodo antecedente alla gestione Salvini".

Le motivazioni del Riesame
Per il tribunale del Riesame, il partito ha tratto vantaggio dalle somme contestate. Nelle loro motivazioni i giudici scrivono che "siccome la Lega Nord ha direttamente percepito le somme qualificate in sentenza come profitto del reato […] in quanto oggettivamente confluite sui conti correnti non può ora invocarsi l'estraneità del soggetto politico rispetto alla percezione delle somme confluite sui suoi conti e delle quali ha direttamente tratto un concreto e consistente vantaggio patrimoniale".

La Lega può ancora ricorrere in Cassazione
I difensori della Lega potrebbero ora impugnare la decisione e ricorrere ancora in Cassazione. Era stata proprio la Cassazione ad aprile a rinviare al Riesame il caso dopo aver accolto la richiesta della procura di poter sequestrare fondi del Carroccio, oltre a quelli già trovati. I difensori del Carroccio avevano presentato una consulenza "per dimostrare che i soldi che la Lega ha in cassa ora sono contributi di eletti, donazioni di elettori e del 2 per mille della dichiarazione dei redditi. Sono somme non solo lecite ma che hanno anche un fine costituzionale: consentono al partito di perseguire le finalità democratiche del Paese. Dire che sono profitto del reato è un non senso giuridico". Il procuratore Francesco Cozzi aveva annunciato che nel caso in cui il Riesame accogliesse la decisione della Cassazione avrebbe chiesto l'immediato sequestro dei fondi.

Salvini: "Gli italiani sono con noi"
"Gli avvocati faranno le loro scelte: se vogliono toglierci tutto facciano pure, gli italiani sono con noi", ha dichiarato Salvini nel corso di una conferenza stampa. "Spero che la Procura di Genova si impegni sulla tragedia" di Ponte Morandi, ha sottolineato il leader della Lega, per poi concludere: "Io sono tranquillo, continuo a lavorare, i processi e le storie del passato che riguardano fatti di otto o dieci anni fa non mi appassionano". No comment del premier Giuseppe Conte: "Ne prendo atto ma non commento, da avvocato lo avrei fatto", ha risposto a chi gli chiedeva un parere sulla vicenda. "Prendo atto che ora per un partito politico sarà difficile svolgere attività politica", ha poi aggiunto.

Di Maio: "I fatti riguardano la Lega precedente a Salvini"
Anche l'alleato di governo di Salvini si dice tranquillo. "La sentenza fornisce ai magistrati tutti gli strumenti per reperire i fondi, come ho sempre detto, i fatti di cui viene accusata la Lega risalgono ai tempi di Bossi", ha detto Luigi Di Maio. E a chi gli ha chiesto se la questione imbarazzi il M5S, ha risposto: "No, i fatti riguardano il periodo antecedente alla gestione Salvini della Lega". Ha aggiunto che non ci sarà nessuna ricaduta sul governo: "Da parte nostra no. Sappiamo benissimo che c'è una sentenza, le sentenze si rispettano e si va avanti".

La Lega restituirà i 49 milioni in ‘rate’ da 600mila euro l’anno


L’inchiesta
L’inchiesta sui fondi della Lega affonda le sue radici nel 2012, quando un militante si presenta in procura e denuncia fondi pubblici investiti illecitamente dal suo partito in Tanzania e conti offshore a Cipro. Nel corso delle indagini, gli inquirenti scopriranno anche il vasto uso personale dei rimborsi elettorali fatto dall’allora leader del Carroccio Umberto Bossi e dal suo tesoriere Francesco Belsito, a partire dal 2008. Tra le altre cose, Bossi li avrebbe utilizzati per pagare la laurea in Albania al figlio Renzo e mantenere il resto della famiglia. Nel luglio 2017 vengono emesse le condanne in primo grado per il fondatore della Lega Bossi a 2 anni e 5 mesi, per Belsito a 4 anni e 10 mesi e per altre 5 persone (tre dipendenti del partito e due imprenditori). Il processo di secondo grado è attualmente in corso, nelle sue fasi conclusive, davanti alla Corte di Appello di Genova.

La Lega restituirà i 49 milioni in ‘rate’ da 600mila euro l’anno


Come farà la Lega a rimborsare i 49 milioni di euro della truffa dei rimborsi elettorali? In queste ore è arrivata una risposta a questa domanda. I legali del Carroccio, che trattano con i magistrati, hanno presentato un’istanza sulle modalità di esecuzione dei sequestri. «Non si tratta di un accordo, ma di un’istanza da parte della difesa che attiene alle modalità di sequestro preventivo ed eseguibile» e che è stata accolta dalla Procura, ha precisato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi.

La Lega e la restituzione dei 49 milioni: sequestro a ‘rate’ da 600mila euro l’anno
Nella proposta della Lega si parla, nel dettaglio di un sequestro di 100euro a bimestre, per un totale di 600mila euro l’anno. I 600mila euro rappresentano una soglia minima, ma se il partito dovesse incamerare di più, al netto delle spese della gestione ordinaria, la cifra prelevata dalla Procura aumenterebbe. I soldi della Lega dovrebbero essere messi a disposizione su un conto corrente dedicato, a disposizione della Guardia di Finanza. Al momento nelle casse del Carroccio, secondo quanto sostenuto dai legali del partito, ci sono 130mila euro che verranno subito acquisiti dalle Fiamme Gialle. «Abbiamo fatto – ha detto Cozzi – quello che viene fatto in altre procedure analoghe, laddove agiamo in esecuzione. È un meccanismo che la Procura ha già seguito per i crediti erariali, per cui una società può subire sequestro preventivo». «Credo – ha aggiunto il procuratore – che abbiamo raggiunto un punto di equilibrio e perseguito gli interessi dello Stato».

Lo stipendio ai dipendenti garantito
La via d’uscita arriva circa due settimane dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Genova (dello scorso 6 settembre) sul sequestro di 49 milioni di euro per la truffa sui rimborsi elettorali dell’era Bossi-Belsito. Del possibile accordo tra Procura e Carroccio (per garantire al partito guidato da Matteo Salvini di proseguire la sua attività senza la necessità di cambiare nome e simbolo) aveva già parlato il Corriere della Sera (articolo di Fiorenza Sarzanini). Il quotidiano riferiva in mattinata di trattativa Lega e pm riguardante un recupero dei fondi che sarebbero proventi della truffa, il rimborso dell’intera somma, garantendo nello stesso tempo il pagamento dello stipendio dei dipendenti.

Il conto dove far confluire tutte le entrate
Il partito, aveva anticipato il Corriere della Sera, metterebbe a disposizione dei magistrati un conto corrente dedicato dove far confluire tutte le entrate, compresi i rimborsi elettorali di marzo scorso. Da quel conto verrebbero poi prelevati i soldi da restituire fino a raggiungere quota 49 milioni, la cifra della truffa dei rimborsi elettorali non dovuti, avvenuta tra il 2008 e il 2010. Stando a quanto rivelato dal quotidiano, ieri era stata preparata una bozza di accordo con un dettaglio delle somme minime che la Lega dovrà versare ogni anno, in modo da stabilire un tempo massimo per raggiungere il risultato. Nel patto anche la comunicazione del numero di conto corrente dove far confluire il denaro.

Il ricorso in Cassazione
Intanto oggi gli avvocati della Lega Giovanni Ponti e Roberto Zingari hanno annunciato di aver depositato in Cassazione il ricorso contro la decisione del tribunale del Riesame per il sequestro dei 49 milioni.

Il Pd: «Il bottino sarà restituito in 80 anni»
Le reazioni politiche all’intesa tra Lega e Procura non si sono fatte attendere. «La #LegaLadrona – ha scritto su Twitter l’esponente Pd ed ex ministro per le Riforma Maria Elena Boschi – ha deciso di restituire i soldi spariti in comode rate. Ci metteranno più o meno lo stesso tempo di quello che impiegheranno per rimpatriare i clandestini: 80 anni». Il deputato Dem Andrea Romano, intanto, sempre su Twitter: «Quasi un secolo per restituire il bottino di una truffa ai danni degli italiani? Una furbata mai vista, una colossale presa in giro».


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