Dietro la tempesta che si è scatenata sull’euro martedì 2 ottobre, con la valuta unica che in una manciata di pochi, drammatici minuti è scivolata in area 1,15 sul dollaro, ci sono le parole di Claudio Borghi Aquilini, che ha paventato l’uscita dell’Italia dall’euro.
Non è la prima volta che Borghi, teorico del ritorno alla sovranità monetaria, mette in evidenza l’opportunità di dire addio alla moneta unica. Per l’economista è un po’ un cavallo di battaglia, un biglietto da visita che lo contraddistingue da quando fa politica. Questa volta però le parole di Borghi hanno avuto il peso di un macigno. Un po’ perché sono piovute in una fase, quale quella attuale, in cui la volatilità e il nervosismo dei mercati dopo la manovra 2019 prospettata dal governo giallo verde sono particolarmente accentuati. E un po’ perché il Borghi che afferma in un’intervista a Radio Anch’Io che «l’Italia avrebbe risolto i suoi problemi se avesse avuto la propria valuta», e che «il fatto di avere il controllo sui propri mezzi di politica monetaria è condizione necessaria ma non sufficiente per realizzare l’ambizioso ed enorme programma di risanamento», è, alla fine, la stessa persona che presiede la Commissione Bilancio della Camera. La sua uscita ha avuto un impatto tale che il premier Giuseppe Conte è dovuto intervenire per riportare la calma. «L’euro è irrinunciabile», ha chiarito il capo del Governo. Seguito, a ruota, dallo stesso Borghi: il programma di governo, ha messo in evidenza in un’intervista a Reuters, non contempla che l’Italia abbandoni la moneta unica. Insomma, «la mia dichiarazione sull’euro - scrive sul suo profilo twitter -
«è stata travisata, è lì da ascoltare, c’è la registrazione».
Ma chi è Claudio Borghi? E da dove nasce la sua proposta? Milanese ma residente a Como, 48 anni, è l’economista “no euro” della Lega, dal 2014 responsabile economico del Carroccio, ovvero una delle persone - l’altra è Alberto Bagnai, presidente della Commissione Finanze del Senato, anche lui euroscettico - che suggerisce al segretario federale Salvini, oggi vicepremier, le strategie di politica economica per rilanciare la crescita. A 19 anni lavora presso uno studio di agenti di cambio di Milano, quindi passa in Deutsche Bank, Merrill Lynch, torna in Deutsche Bank dove nel 2006 è Managing Director. «Sono stato vent’anni in borsa - racconta -, ho visto il 92, il 2000, l’11 settembre, il 2008... salite e discese che queste al confronto sono piatte come un tavolo di cristallo. Non ho mai visto un falò». Nel 2009 si dedica all’insegnamento, come docente a contratto della Cattolica.
Nel 2014, dopo un iniziale avvicinamento al Movimento 5 Stelle, scrive per conto della Lega Nord e Salvini il manuale “Basta Euro”. Il messaggio è chiaro: «L’euro, che doveva essere uno strumento per muoversi più facilmente all’interno dell’Europa senza dover cambiare moneta, è diventato uno strumento di dominio e sopraffazione sui cittadini. Pensare di cambiare rotta è doveroso».
Dalla stesura di quel testo è tutta politica. E la strada è tutta in discesa. A maggio 2014, alle elezioni europee, è candidato dalla Lega al Parlamento europeo, ma non passa. A ottobre diventa responsabile economico del Carroccio, abbandona l’insegnamento per dedicarsi del tutto alla politica. L’anno dopo è candidato come presidente della Regione Toscana, sostenuto dalla Lega e da Fratelli d’Italia: arriva secondo alle spalle di Enrico Rossi, oggi Mdp, ed è eletto consigliere regionale. Nel 2017 è Consigliere comunale a Como.
Alle elezioni politiche dello scorso marzo si candida alla Camera dei deputati, correndo come candidato del centrodestra nel collegio uninominale di Siena. Ha contro il candidato del centrosinistra, Piercarlo Padoan. Dopo un lungo testa a testa, il ministro dell’Economia uscente la spunta di misura, ma Borghi è “ripescato” nel listino proporzionale. Dopo le elezioni, è nel collegio degli esperti che si occupa di mettere già il contratto che fa nascere il “Governo del cambiamento” tra Cinque Stelle e Lega. A giugno la nomina alla presidenza della Commissione Bilancio di Montecitorio.
Tra le «semplici» regole che Borghi indica sul suo profilo twitter, la violazione delle quali fa scattare il blocco dell’account di chi legge, la sesta fa riferimento a un’osservazione “classica”, che gli viene fatta: «Eh, ma la Lega non è veramente contro l’Euro». Lui commenta: «È un’offesa al mio ruolo e alla mia intelligenza». Non ditelo ai mercati. Potrebbero non apprezzare.
Avete presente Claudio Borghi Aquilini, presidente della commissione bilancio della Camera, responsabile economia della Lega, autore dei libro Basta Euro, che si fa chiamare economista e professore senza essere nessuna delle due cose, che in foto di copertina sulla sua pagina fb ha una banconota da 10.000 lire con la sua faccia e la divisa di Napoleone, che da quando è assurto agli onori di Omnibus e degli altri talk di La7 non fa che dire che l'Italia deve uscire dall'euro, che esulta per lo spread perché così i bot pagano di più, che "il debito non è un problema in un paese che stampa moneta", che in un'intervista in video spiega "come vi porterò fuori dall'euro"?
Quello.
Oggi ha depositato in Consob un esposto contro Riccardo Puglisi, lui si professore ed economista, per turbativa di mercato a seguito di diffusione di notizie false. Riccardo avrebbe turbato il mercato chiedendogli se è vero che ha scritto che l'Italia abbandonerà l'euro quando la Lega avrà il 51%
Surreale vero?
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