Lega Nord
con i soldi
di Roma ladrona
È grazie ai generosi rimborsi elettorali che la Lega Nord, al pari degli altri partiti italiani, gode di ottima salute. Dallo stato centrale sono arrivati, da inizio legislatura, oltre 80 milioni di euro, fra rimborsi elettorali e contributi a La Padania. Non solo, la Lega Nord ha pensato di investire 13,5 milioni di euro in una serie di operazioni “off shore”: dalla Tanzania a Cipro. Intanto spunta tutta una serie di società in orbita leghista liquidate o in via di dissolvimento. A partire dalla banca CredieuroNord, il casinò di Pola e il villaggio vacanze in Istria.
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Settantacinque milioni di euro. É questa la somma che la Lega Nord ha avuto dall’odioso Stato centrale, da “Roma ladrona” per intenderci, dall’inizio della legislatura, quale rimborso delle spese elettorali. Un vero tesoretto, a cui vanno aggiunti i quasi 8 milioni di contributi, sempre di provenienza capitolina, finiti a La Padania, il giornale “celodurista” da tempo in crisi di vendite.
Perchè è grazie ai generosi rimborsi elettorali che la Lega Nord, al pari degli altri partiti italiani, gode di ottima salute, certificata “in house” anche nel 2010 da tre commercialisti di provata osservanza padana: Diego Sanavio, Stefano Aldovisi e Antonio Turci. Il primo è stato per la Lega Nord assessore al Comune di Milano nella giunta Formentini e in tempi più recenti in quella di Albertini; il secondo, già assessore al bilancio a Monza negli anni ‘90, è componente del collegio sindacale dell’azienda ospedaliera “Ospedale San Gerardo di Monza” e consigliere dell’Icci, la camera di commerci indiana per l’Italia; Turci, invece è stato membro del consiglio di amministrazione di Sogemi, la società del Comune di Milano che gestisce gli impianti annonari della città.
Che i conti della Lega Nord viaggino con il vento in poppa viene confermato dal bilancio 2010 – non presente nel sito web – che chiude con un avanzo pari a 8,1 milioni di euro, in crescita di circa 600mila euro sul risultato del 2009. Conseguentemente il patrimonio netto nel 2010 aumenta a quota 39,7 milioni di euro, contro i 31,6 dell’esercizio precedente. Tra i proventi della gestione caratteristica spiccano, come detto, i rimborsi elettorali, pari a 22,5 milioni di euro (contro i 18,4 del 2009 ed i 17 del 2008), ma sono degni di nota anche i contributi provenienti da persone fisiche, che salgono a 9,3 milioni di euro (erano 8,1 nel 2009). Le elargizioni liberali derivano per 3,6 milioni di euro dalla truppa di deputati e senatori eletti in Parlamento e da qualche consigliere regionale; rispetto alla restante parte, ossia 5,8 milioni nonché agli 800 mila euro di contributi da imprese, non sono noti i tanti benefattori padani, visto che le singole elargizioni non superano la quota di legge oltre la quale è previsto l’obbligo della cosiddetta dichiarazione congiunta. Le feste, perno della attività di proselitismo padano, fruttano poco meno di 2,6 milioni di euro, anche se né dal rendiconto né dalla nota integrativa si possono trarre gli elementi analitici per capire quanto costa la loro organizzazione.
Un dato che balza agli occhi è quello relativo agli automezzi con cui da Nordest a Nordovest si muovono gli uomini della Lega, valutati nel 2010 per 852mila euro; nonostante non sia stato possibile sapere quanti sono le auto ed i pulmini che compongono il non indifferente parco mezzi del movimento, quello che appare chiaro è il loro alto costo annuale, tra bolli, tagliandi e carburante: ben 91 mila euro.
I depositi bancari, altra voce importante del bilancio 2010, figli della “generosità” dello Stato nel rimborso delle spese elettorali, ammontano a 30,5 milioni di euro, in aumento di quasi 8 milioni rispetto al dato 2009. I soldi in banca, si sa, producono molte spese e pochi interessi e ciò viene confermato anche nel caso della Lega, che nel 2010 deve far fronte ad oneri bancari per 42.254 euro ed introita appena 71.716 euro di interessi. Sarà anche a causa dell’esiguità dei profitti generati dai depositi milionari, che Francesco Belsito, il tesoriere della Lega Nord di rigorosissima fede bossiana, ha pensato alla fine dello scorso anno di diversificare il portafoglio, destinando, sotto la supervisione di Banca Aletti (gruppo Banco Popolare) e come rivelato nelle scorse settimane dal Secolo XIX, quasi 13,5 milioni di euro in una serie di operazioni “off shore”: 4,5 milioni nella Purchase Investment Funds Tanzania (un fondo con base appunto in Tanzania, un paese ad alta rischiosità, come risulta dalla classifica stilata dall’Ocse), 1,2 milioni a Cipro, nel fondo Krispa Enterprise Ltd basato a Larnaca, città turistica dell’isola che fino a poco tempo addietro era nella lista nera dei “paradisi fiscali”, 7,7 milioni di corone norvegesi (pari a circa un milione di euro), al 3,5% di interessi. Un tasso questo, inferiore a quelli che garantiscono da tempo i principali istituti bancari italiani!
Scorrendo le diverse voci di costo del bilancio 2010 della Lega Nord non passano inosservate quella relativa ai rimborsi spese - che da 1.137.994 euro del 2009 aumentano a 1.371.810 euro – così come quella delle spese legali, che raggiungono la notevole cifra di 423.809 euro. La voce “altre spese”, per la quale non viene data alcuna spiegazione, ammontano a ben 691mila euro, in diminuzione rispetto al 1.412.594 euro del bilancio 2009, mentre i costi per “consulenti e collaboratori” raddoppiano (da 179.101 del 2009 a 380.748 del 2010) e le spese telefoniche crescono quasi del 100% (da 271.697 a 520.660 euro).
Diminuiscono invece i “contributi vari”, che nel 2010 sono pari alla comunque considerevole cifra di 3.287.433 e che costituiscono lo strumento con cui la Lega foraggia il circuito dell’associazionismo in salsa padana, come ad esempio la Padania calcio guidata dal “Trota”, figlio di Umberto Bossi, i Musicisti padani, i Padani nel mondo, i Volontari verdi, l’Automobile Club Padania, gli Orsetti padani o la scuola paritetica Bosina, dove insegna la moglie del Senatur.
La parte più interessante del bilancio 2010, rivelatrice delle modalità per certi aspetti singolari, ma soprattutto velleitarie, di gestione delle finanze leghiste, riguarda il capitolo delle partecipazioni. Queste ultime, riconducibili alla Pontida Fin srl ed alla Fin Group spa nonché ad un pacchetto di società controllate da quest’ultima, vengono iscritte nel rendiconto ad un valore pari a 7.603.239 e generano, per l’ennesimo anno, una perdita di poco inferiore a 100 mila euro (98.881 euro), nonché sopravvenienze passive per quasi 900 mila euro. Tale valore altro non rappresenta che la rinuncia a crediti verso la Fin Group spa, ossia nei confronti di quella che viene definita nel rendiconto come una “holding delle attività commerciali ed industriali”, sotto il cui cappello sono spuntate negli anni una serie di società, poi liquidate o in via di dissolvimento.
Come la Check-up srl, società che avrebbe dovuto occuparsi di sondaggi, prima liquidata e poi cancellata dal registro delle imprese il 21 luglio del 2010. O la Padania Viaggi srl, agenzia viaggi di riferimento per il popolo padano, svalutata completamente nel 2009 dopo aver inanellato una serie di perdite per centinaia di migliaia di euro, liquidata nel maggio 2010 e cancellata definitivamente a febbraio dello scorso anno. Stessa sorte dovrebbe toccare a due altre creature padane controllate dalla Fin Group, ossia la Media Padania srl e la Celticon srl, svalutate completamente nel 2010. Come si ricava dai rispettivi statuti, la Celticon srl, amministrata dal deputato leghista Davide Caparini e che aveva cominciato a scricchiolare nel 2009 sotto il peso di un debito verso Equitalia di 270mila euro fino a denunciare una perdita nel 2010 pari a 957mila 708 euro, avrebbe dovuto produrre film, programmi tv, video e cd rom; lo scopo sociale della Media Padania srl avrebbe invece dovuto esprimersi nell’organizzazione di fiere, manifestazioni artistiche e nello svolgimento di attività di pubbliche relazioni, raccolta pubblicitaria, produzione e vendita di cassette musicali. Sulla via del tramonto appare anche la Bicicletta Padana srl, ultima nata tra le società nell’orbita leghista, per la quale la controllata Fin Group ha deciso di svalutare quasi completamente il valore della partecipazione. Nel caso della società che punta a diffondere tra gli elettori leghisti amanti del ciclismo la bicicletta verde padania, pare che le vendite languano, nonostante la Bicicletta Padana abbia come testimonial d’eccezione il figlio di Umberto Bossi, ritratto in sella alla bici padana anche sul suo sito web.
La vera cassaforte della Lega è però la Pontida Fin, che gestisce le proprietà immobiliari del partito – iscritte nel 2010 per un valore pari a 13,1 milioni di euro – dall’immobile di via Bellerio, ad un appartamento in piazza Cinque Giornate a Milano, ad una cascina in provincia di Varese, fino al prato di Pontida, teatro del raduno annuale dei leghisti. Nonostante la profonda ristrutturazione a cui è stata sottoposta negli scorsi anni, i conti della Pontida non brillano: le perdite portate a nuovo sono quasi mezzo milione di euro, le perdite di esercizio sono pari a 90mila 267 euro, l’indebitamento ammonta a poco meno di 1,5 milioni di euro e dal bilancio risultano iscritte ipoteche verso istituti bancari per un importo pari a 3.340.007, peraltro in netta diminuzione rispetto al 6.438.748 euro del 2009.
Leggendo il rendiconto 2010 della Lega Nord e pensando a vicende finite, da un punto di vista finanziario, decisamente male – come quella eclatante di CredieuroNord, o del casinò di Pola e del villaggio vacanze in Istria – si ricava insomma l’idea di una certa vocazione avventuristica nel maneggiare denaro. «Peccato – come ci rivela un dirigente lombardo del Carroccio ormai disilluso – che tutti questi soldi siano in minima parte autogenerati e invece in misura nettamente prevalente di origine pubblica, ossia nostri!».
DI : Alberto Crepaldi
LEGGI I BILANCI DI ALTRI PARTITI QUI SOTTO
http://www.linkiesta.it/bilancio-lega-nord
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