Giustizia a cronometro
Finalmente una giustizia che va veloce. A urne ancora virtualmente ancora aperte, domenica i ballottaggi, la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sui voli di Stato. Una giustizia ad orologeria, direbbe il premier: l'inchiesta si apre alla vigilia del primo turno elettorale e si chiude alla vigilia del secondo, neanche due settimane per raccogliere prove. Giustizia a cronometro. Sarà un'eccezione, fidatevi. Fanno davvero sorridere quelli che ora gridano: era tutta una cagnara sollevata dall'opposizione, avete visto, non c'è reato. Ribadiamo, a costo di risultare ripetitivi, alcuni punti. 1) La vicenda Noemi, che ha portato poi ad occuparsi delle foto sequestrate da Ghedini, degli ospiti di villa La Certosa ed infine dei voli di stato usati come taxi per chitarristi ballerine di flamenco e cantanti cubane è stata sollevata dalla rivista di Fini e da Veronica Lario, in seguito spiegata nel dettaglio da Berlusconi medesimo in una serie di monologhi televisivi in prima serata. Questi sì in piena campagna elettorale e senza contraddittorio. L'opposizione politica è stata prudentissima, i giornali (pochi) hanno informato dei fatti. 2) Mai il premier ha risposto alle domande che riguardano la sua frequentazioni di ragazze minorenni, portate in villa con aerei elicotteri o altri mezzi anfibi di trasporto. 3) Il fatto che utilizzare l'Air Force One per trasferire nelle feste il suo privato night club (o, in alternativa, la flotta aerea Fininvest equiparata per l'occasione a volo di Stato) non sia un reato è apparso fin dal principio almeno dubbio data la vaghezza dei regolamenti vigenti, del resto continuamente modificati. Non è questo il punto. Molte cose non sono reato (dipende dai paesi, dai tempi) eppure sono censurabili: l'uso privato di beni pubblici, per esempio. Il sultanato. Il mondo intero ne parla. Berlusconi risolve sempre tutto dicendo che lui paga. Dove non può corrompere pagando taglia: i fondi della pubblicità a tutti tranne che ai suoi giornali e tv. Il vero rischio è quello dell'assuefazione e della rassegnazione. Non è normale, no. Non è inevitabile. E' una prepotenza padronale, è un abuso, è il principio di una deriva dispotica. Bisogna continuare a dirlo. Anche se non è reato, perchè poi le leggi se le scrive da solo.
Vedo poi che moltissimi si rallegrano per il fatto che il premier non abbia detto ad Obama, nelle quasi due ore (traduzione da e per l'inglese compresa) che ha passato con lui, che ora capisce come l'uomo discenda dalle scimmie o bongo bongo. In effetti non l'ha fatto. Immagino che glielo abbiano molto raccomandato. I suoi giornali titolano: «Omaba gli ha chiesto aiuto». L'intera stampa e le tv americane, viceversa, non dedicano un monosillabo all'incontro. Era prevedibile che Obama non volesse interrompere i rapporti diplomatici con l'Italia per il fatto che temporaneamente è rappresentata da costui. Anche il «Berlusconi mi piace personalmente», considerati i precedenti, suona come una giustificazione indotta dal suo contrario. Quando è vero non c'è bisogno di specificarlo. Noi ora possiamo gioire del fatto che per un paio d'ore il premier è stato composto alla Casa Bianca oppure occuparci degli sfollati d'Abruzzo che passeranno il prossimo Natale in tenda, G8 o non G8. Ieri erano a migliaia coi cartelli sotto palazzo Chigi. Vi parliamo di loro, cioè di noi.
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La provura di roma, apparentemente, ha ripreso ad essere ciò che è stato per decenni: il porto delle nebbie, dove tutto si insabbia. Prima, abbiamo avuto il non luogo a procedere sulla convrersazione telefonica B.-Saccà, ora altrettanto per i voli pagati dai contribuenti, purtroppo non riesco neanche a sorprendermi. Mi conferma nella mia ipotesi: che parti consistenti della magistratura facciano comunella con gli altri poteri...poveri noi!
RispondiEliminaSOB ,,,,,,,,,, SI E' COMPRATO TUTTI........
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