MAGHREB:
DOPO LA TUNISIA
LE PROTESTE SOCIALI ESPLODONO IN ALGERIA
E’ guerriglia in Algeria dove da martedì scorso è esplosa la rabbia della popolazione contro i vertiginosi rincari dei beni di largo consumo. Olio e zucchero, per esempio, hanno subito un aumento del 30%. Nessun bilancio degli scontri è stato diffuso da fonti ufficiali, ma la stampa locale parla di decine di feriti in tutto il paese. Epicentro della rivolta la capitale Algeri dove una violenta battaglia è in corso in uno dei quartieri centrali, tra Belcourt e Ruisseau, mentre a Bordj El Kiffan, nella periferia orientale, è stato incendiato il deposito della nuova linea tramviaria ancora in costruzione. Secondo testimoni oculari interpellati dalle agenzie di stampa, agli spari di lacrimogeni lanciati dalla polizia i manifestanti rispondono appiccando incendi e contrattaccando. Colonne di fumo si stanno alzando da varie zone della capitale. Gruppi di manifestanti, secondo testimoni principalmente giovanissimi armati di bastoni, coltelli e pietre, hanno tentato di dirigersi verso la centrale piazza Premier Mai ma sono stati respinti a più riprese dalla polizia. Resta alta la tensione anche in altri quartieri della capitale, come a Bordj El Kiffan, dove sono stati incendiati alcuni vagoni del tram. A Baraki, riferisce l’agenzia Aps, è stata devastata una fabbrica di televisori, mentre a Sidi M’Hamed è stato saccheggiato un museo. La polizia in tenuta anti sommossa sta presidiando le principali piazze e ha bloccato l’accesso a diverse zone della città.E scontri si registrano anche nel centro di Tizi Ouzou, capoluogo della Cabilia, regione dove da sempre è presente un forte sentimento antigovernativo. Qui gruppi di giovani, secondo El Watan Online, hanno bloccato il centro della città ed eretto barricate con cassonetti e blocchi di cemento. La polizia ha caricato ripetutamente i manifestanti al fine di disperderli. Anche ad Annaba intanto, principale città dell’est del paese, i manifestanti chesi trovano nel centro della città si stanno scontrando con la polizia. E anche qui gli agenti stanno sparando lacrimogeni per disperdere la folla.
Dopo la Tunisia quindi, l’Algeria: non si ferma nella sponda meridionale del Mediterraneo la protesta sociale che unisce in maniera un po’ confusa ma estremamente rabbiosa i giovani laureati senza futuro di Tunisi e i quartieri popolari di Algeri.Il servizio con Hamza Bahri, giornalista algerino del quotidiano libanese Mahar
Il servizio con Nasira Ben Ali, corrispondente in Italia del quotidiano algerino Al Watan
-
Nessun commento:
Posta un commento
Aiutiamoci e Facciamo Rete, per contatto ...
postmaster(at)mundimago.org