Perchè rapire Vittorio Arrigoni?
GAZA - Il corpo senza vita di Vittorio Arrigoni, l'attivista italiano rapito da islamisti a Gaza, è stato trovato in una casa abbandonata nella striscia di Gaza. Le fonti della sicurezza di Hamas hanno aggiunto che due uomini sono stati arrestati e che un numero imprecisato di altri sono ricercati. Arrigoni era stato sequestrato ieri mattina a Gaza city da un gruppo salafita ultra-estremista. I sequestratori avevano poi diramato un video del volontario italiano, in cui minacciavano di ucciderlo entro le 17 di oggi ora locale (le 16 in Italia) se non fossero statop rilasciati detenuti integralisti e il capo del gruppo, arrestato il mese scorso da Hamas.DRAMMA DURANTE TUTTO IL GIORNO Era apparso chiaro che la sorte dell'attivista italiano filopalestinese Vittorio Arrigoni, rapito oggi nella Striscia di Gaza da un gruppo ultraestremista salafita, era appesa a un filo. Il sequestro è avvenuto stamattina a Gaza City, dove Arrigoni - volontario dell'International solidarity movement (Ism), di casa da anni nella Striscia e votato con passione radicale alla causa palestinese - sembra sia stato catturato da tre miliziani armati. Ma la notizia si è diffusa solo qualche ora più tardi, quando i sequestratori hanno messo in giro un video, poi finito su Youtube, nel quale mostrano il rapito preso per i capelli, con gli occhi bendati, tracce di sangue sul volto ed evidenti segni di maltrattamenti.
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L'attivista viveva da anni a Gaza City, criticava la doppia dittatura di Hamas e di Israele sui civili della Striscia e non ricopriva ruoli di rilievo sul fronte diplomatico. Eppure è stato rapito, e morirà venerdì alle 17.00 se Hamas non libererà prima 30 prigionieri politici. Cosa sperano di ottenere i rapitori salafiti? Forse interferire su una nuova Freedom Flotilla.
"Sono degli stupidi, davvero stupidi. Chi può avere interesse a rapire un cooperante italiano che lavora in un contesto difficile come Gaza?" se lo chiede Marwan Barghouti, leader palestinese recluso nelle carceri israeliane, che attraverso il suo portavoce assicura: "ci muoveremo subito per capire cosa succede e perché". Forse cade dalle nuvole, ma lo stupore appare genuino. E in effetti la storia personale di Arrigoni lascia insoluta la domanda: perchè lui?
Vittorio, Vik per chi legge il suo blog di denuncia umanitaria "GuerrillaRadio", ha 36 anni e un passato da "santo della strada". Da 3 anni vive a Gaza City, al fianco di migliaia di civili chiusi nella più grande prigione a cielo aperto del mondo, la Striscia. Scrive sul blog le scene di vita quotidiana, gli eccidi, i bombardamenti che dal 2008 scuotono questo lembo di terra arida. Solo ieri, nel suo blog, segnalava la morte di 4 palestinesi nei tunnel che collegano la Striscia con l'Egitto, unico canale di rifornimento per la popolazione civile (dagli alimenti alle medicine, colpito dai caccia israeliani perchè sospettato di far passare anche le armi).
Collaborava con il Manifesto, con PeaceReporter e con AgoraVox Italia. Raccontava notizie di prima mano a chiunque lo stesse ad ascoltare, sempre difendendo la causa palestinese. Domenica ha pubblicato sul blog un video messaggio rivolto a Roberto Saviano: Vittorio criticava l'autore di Gomorra per la presa di posizione a suo dire "sionista", espressa durante un convegno a Roma avvenuto venerdì scorso. Insomma, Vittorio era una carta utile per la causa palestinese, un cooperante in gamba e appassionato - e soprattutto tenace. Perchè usarlo come ostaggio contro altri palestinesi?
Hamas conosceva bene Vik, e non lo aveva in simpatia. Spesso l'attivista dell'Human Solidarity Movement aveva denunciato la "doppia dittatura" subita dai civili a Gaza: da parte dell'esercito di Tel Aviv, che dispensa morte a casaccio, e da parte del governo di Hamas, che controlla in modo capillare la vita nella Striscia. Una dittatura che si è manifestata anche di recente, con le manifestazioni di civili palestinesi nelle strade di Gaza City, in protesta contro la "linea solitaria" di Hamas, separata da Fatah e dall'Olp. Nei cortei, scacciato a bastonate e percosse dagli stessi militanti di Hamas, c'era anche lui, Vittorio Arrigoni, nemico delle bombe di Israele quanto dei manganelli di Hamas.
Quindi, la domanda ritorna. Che senso ha minacciare Hamas di uccidere un suo contestatore, in cambio di prigioneri "politici"? Le azioni della neonata Brigata Mohammed Bin Moslama, autrice del video del rapimento, appaiono assurde. Ad aumentare l'incertezza, arriva la notizia che le altre due formazioni salafite presenti a Gaza si dissociano dal rapimento: Jund Ansar Allah e Tawhid wa Jihad, entrambe considerate vicine ad Al Qaeda e osteggiate da Hamas (che proprio ai seguaci di Bin Laden ha sempre negato asilo nella Striscia). Forse un colpo di testa di una piccola frangia, insoddisfatta e poco organizzata?
C'è un'altra pista. Vittorio Arrigoni lavorava da tempo alla preparazione di una Freedom Flotilla italiana da far arrivare a Gaza, rompendo il cordone restrittivo israeliano. Lo afferma un'amica di Vittorio, Maria Elena Delia, del Coordinamento nazionale della "Freedom flotilla" Italia. In un comunicato recapitato all'Agenzia Misna, la ragazza aggiunge che "Vittorio ha inviato per certo diverse mail fino a tarda sera", il 13 aprile: inoltre, "a breve sarebbe dovuto tornare in Italia. Non era preoccupato, non c'era niente che facesse intravedere un problema di questo tipo".
Rapire Vik, quindi, significava interrompere o compromettere la Freedom Flotilla. Una cosa che danneggia sicuramente Hamas, visto che ogni rifornimento è indispensabile, e che ogni scontro tra occidentali e Tel Aviv gioca a favore dei palestinesi. Forse era questo il punto di ricatto: forse Vittorio aveva ricevuto il benestare di Hamas per l'operazione e i qaedisti hanno tentato il coup per liberare i compagni reclusi.
Resta comunque un movente debole, una storia oscura. Hamas rivolta la Striscia per non perdere la faccia, ma Vittorio potrebbe esser già nel Sinai egiziano. Dovremo aspettare le prossime ore, sapendo che il nostro governo non si attiverà per salvarlo (con quali contatti, visto che non riconosce nè Hamas nè le altre formazioni palestinesi della Striscia?): speriamo negli stessi palestinesi. Che nel video pubblicato su Youtube scrivono: "la gente di Gaza è dispiaciuta per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio.http://www.dirittodicritica.com/2011/04/15/rapimento-vittorio-arrigoni-gaza-hamas-3792/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Dirittodicritica+%28Diritto+di+critica%29
Gravissime dichiarazioni di Berlusconi sulla Freedom Flotilla e il Medio Oriente |
Scritto da Coordinamento Nazionale Freedom Flotilla Italia |
Giovedì 14 Aprile 2011 10:41 |
Comunicato stampa tradotto in inglese e diramato in tutto il mondo Le agenzie israeliane riportano alcune gravissime dichiarazioni rilasciate da Silvio Berlusconi alla radio israeliana. Il Primo Ministro italiano ha affermato che intende lavorare “per impedire che una flotilla diretta a Gaza parta nelle prossime settimane”, aggiungendo di “essere guidato dalla convinzione che la flotilla non sta lavorando per sostenere la pace nella nostra regione”. Questa dichiarazione è di per sé estremamente grave, perché l’operato della Freedom Flotilla 2 si svolge nell’ambito della più stretta osservanza del Diritto Internazionale e del Diritto Umanitario, come ha evidenziato anche l’O.N.U. nei suoi rapporti relativi alla prima Freedom Flotilla, che venne aggredita in acque internazionali dall’esercito israeliano, che assassinò nove attivisti, ferendone decine ed arrestandone illegalmente centinaia. Con questa dichiarazione, Berlusconi punta a confermarsi come il più fedele alleato del governo israeliano di estrema destra, impegnato in un’offensiva diplomatica volta proprio ad impedire la partenza delle oltre quindici navi che, provenienti da venticinque Paesi di tutti i continenti, nelle prossime settimane porteranno nella Striscia di Gaza assediata aiuti umanitari e solidarietà. Ma Berlusconi ha superato sé stesso, dichiarando anche che la pace in Medio Oriente è più lontana che mai perché Israele non ha credibili partner per raggiungere la pace, offrendosi poi di organizzare lui stesso una conferenza di pace in Sicilia. Non contento di tali enormità, Berlusconi ha dichiarato che Israele è “il solo Paese del Medio Oriente di cui l’Occidente può fidarsi” e che Israele dovrebbe essere ammesso a far parte dell’Unione Europea. In un colpo solo, Berlusconi si è impegnato a violare la legalità internazionale ed ha delegittimato tutti i Paesi del Medio Oriente, eleggendo Israele al rango di unico Stato affidabile. Ci auguriamo che queste dichiarazioni vedano la reazione della società civile e di tutte le forze democratiche, rispettose del Diritto Internazionale ed impegnate per fare del Mediterraneo un mare di pace. Abbiamo chiesto ai governi di garantire il diritto della Freedom Flotilla 2 a raggiungere Gaza e di tutelare l’incolumità dei loro cittadini che saranno a bordo delle navi: è il minimo che possa fare un governo che abbia il senso dello Stato, della dignità nazionale e del rispetto della legalità internazionale. Dopo queste dichiarazioni, a maggior ragione rilanciamo l’appello a sostenere la Freedom Flotilla 2 ed a partecipare alla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma il prossimo 14 maggio. Il Coordinamento Nazionale della Freedom Flotilla Italiada www.freedomflotilla.it |
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