Il professore è una persona interna al
Partito Democratico,
ma ha il brutto vizio di non essere ricattabile.
Gli altri nomi che circolano, invece, sì.
Che il presidente della Repubblica rappresenti una garanzia, può essere una cosa bella o una cosa brutta: dipende chi, e cosa, garantisce. Come queste ore febbrili stanno dimostrando, nonostante quella italiana non sia una Repubblica presidenziale, l'elezione del Capo dello Stato è una operazione molto più impastata di politica e strategie (spesso inconfessabili) della formazione di un governo: un ministro si può sempre cambiare, il presidente della Repubblica siede al Quirinale per sette, lunghi, anni.
Inconfessabile: parola chiave in questa particolare partita di giro in parlamento. Lo dimostra il fatto che nessuno, né Bersani, né D'Alema - che dalle seconde file sta prepotentemente ritornando nelle prime - né Angela Finocchiaro - che è un po' come dire D'Alema - né Rosy Bindi, né i margheritini, hanno trovato due minuti di tempo per spiegare una cosa ai propri elettori: ma perché il Pd non può votare Stefano Rodotà? Qual è il problema di quest'uomo, fine intellettuale, presidente del Pds, da sempre fedele elettore del centrosinistra, uno che per le elezioni romane in arrivo a fine maggio - altra arena sanguinosa per il Pd - ha addirittura dato l'indicazione a votare Ignazio Marino, sostenuto dalle anime grige del Pd come Gianfranco Bettini. Che cos'ha Rodotà che non va? Una cosa: Stefano Rodotà non è una persona ricattabile. E questo è un problema. Paradossalmente, se qualcuno può mettere una buona parola sul professore, saranno i potentati internazionali, spaventati da quale potrebbe essere la reazione del paese a una nomina incomprensibile di un presidente delle Repubblica.
Per ora il nome si cerca. Pd e Pdl danno indicazione di votare scheda bianca. Un segnale in più della sicurezza che hanno sul fatto che Stefano Rodotà ha possibilità minime di raggiungere il quorum, nonostante ormai sia a 508 voti. In questo caso, nonostante interessi contrastanti in campo, sono sicuri che nessuno tradirà.
Si fa, insistentemente, anche se per adesso nessuno la "brucia", emerge da sola (ieri 78 voti) Annamaria Cancellieri. Un nome che, secondo questa logica, sarebbe perfetto: donna, profilo istituzionale, tutto sommato nessuno protesterebbe. Ma Cancellieri è una sicurezza. Intanto ha sempre dato prova di essere una "fedele", anche quando era commissario a Bologna, nella terra rossa ma anche "noir" per quanto riguarda le trame del Pd. In molti si chiedono come mai decise, lei che è un prefetto, rappresenta lo Stato, è fuori dalla politica (ufficialmente) di non mettere il naso in quel fattaccio di Hera Comm Mediterranea, la compartecipata di Hera, la potente società che fornisce energia elettrica e che è di salda matrice emiliana, e che rischia di essere una mina per il Pd. Infatti: da quattro-cinque anni si dice che la Hera Comm Mediterranea - che gestisce l'elettricità prodotta dalla centrale di Sparanise, in quel di Caserta - sia in affari niente meno che con la famiglia Cosentino. Nicola Cosentino dalla patrie galere tace. Per ora. Cancellieri ha anche problemi in famiglia, oltretutto. Si sa che il figlio, il giovane e brillante Piergiorgio Peluso, è finito su tutti i giornali per quella buonuscita da 3,6 milioni di euro da Fonsai dopo soli 14 mesi di lavoro (della serie: perché?). E ora è stato nominato direttore finanziario della Telecom, per carità, sarà uno che ha studiato, però...
Altro nome che circola sin dall'inizio e che pare essere (incredibilmente) ancora in lizza: Giuliano Amato. Del dottor Sottile molto si sa, ma molto anche si dimentica. Un altro piccolo problema del Pd è, come tutti sanno, la questione del Monte dei Paschi di Siena. Una mina, dalle potenzialità di una bomba. Giuliano Amato è da sempre uno degli uomini forti che organizzano le cordate dentro alla "banca rossa", in un ruolo che a volte lo ha visto opposto a D'Alema, ma, insomma, in ogni caso si gioca in casa (leggi qui).
Insistentemente si fa il nome proprio di Massimo D'Alema: senza dubbio è lui il principale fautore dello sfascio di ieri sul nome di Romano Prodi, che il presidente della Fondazione italiani europei non ha mai potuto vedere, per quella "visione" del professore di Bologna, modernista e popolaristica, per realizzare la quale sarebbe anche disposto a scoperchiare qualche pentolone, se necessario. Troppo inaffidabile, e oltretutto antipatico. Massimo D'Alema ha davvero qualche chance? Non si può mai dire, anche se sembra a tutti gli effetti un po' difficile. La piazza non starebbe a guardare. Tuttavia Gianni Letta, fedelissimo di Berlusconi, pare lavori proprio per Massimo D'Alema. L'ex segretario Ds comunque dispone di molti uomini e donne. Gente fidata, e questo è ciò che conta
di Cinzia Gubbini
http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=71935&typeb=0
Sosteniamo Stefano Rodotà - Marini e D' Alema fecero cadere Prodi
Il ruolo
del Presidente della Repubblica è una fondamentale garanzia
costituzionale e, proprio in quanto tale, è sempre più importante in un
contesto politico incerto.
Questa fase storica è, per la nostra Repubblica, particolarmente
complessa, perché il paese attraversa una trasformazione
importantissima, densa di difficoltà e di opportunità. A deciderne la
direzione saranno le scelte che verranno operate nei prossimi mesi e il
prossimo Presidente della Repubblica avrà in questo un'importanza
determinante.
Gli italiani si chiedono chi potrà svolgere con adeguata sensibilità questa importante funzione.
Tra i molti candidati citati in questi giorni, noi cittadini del mondo
delle professioni, della cultura, dell'associazionismo, dei movimenti,
uomini e donne di diversa fede politica, sosteniamo Stefano Rodotà.
Il ruolo
del Presidente della Repubblica è una fondamentale garanzia
costituzionale e, proprio in quanto tale, è sempre più importante in un
contesto politico incerto.
Questa fase storica è, per la nostra Repubblica, particolarmente complessa, perché il paese attraversa una trasformazione importantissima, densa di difficoltà e di opportunità. A deciderne la direzione saranno le scelte che verranno operate nei prossimi mesi e il prossimo Presidente della Repubblica avrà in questo un'importanza determinante.
Gli italiani si chiedono chi potrà svolgere con adeguata sensibilità questa importante funzione.
Tra i molti candidati citati in questi giorni, noi cittadini del mondo delle professioni, della cultura, dell'associazionismo, dei movimenti, uomini e donne di diversa fede politica, sosteniamo Stefano Rodotà. - See more at: http://www.nobavaglio.it/rodotapresidente/#sthash.6y7AcxSe.dpuf
Questa fase storica è, per la nostra Repubblica, particolarmente complessa, perché il paese attraversa una trasformazione importantissima, densa di difficoltà e di opportunità. A deciderne la direzione saranno le scelte che verranno operate nei prossimi mesi e il prossimo Presidente della Repubblica avrà in questo un'importanza determinante.
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Marini: io e D' Alema facemmo cadere Prodi
leggi tutto http://cipiri.blogspot.it/2013/04/sosteniamo-stefano-rodota-marini-e-d.html.
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