Documentario che racconta i rapporti di Berlusconi con la mafia. Ascoltate bene la giustificazione di
Confalonieri, che Berlusconi non conosce Mangano, e successivamente fate attenzione
all’intercettazione telefonica della Polizia dove Berlusconi invece conosce Mangano, e persino che
conosce anche il suo ”stile” e cioè quello di bombarolo, quindi conosce benissimo anche la sua carriera
mafiosa e il suo modo di agire. Dovete pensare che questo capo mafia è stato alla corte di Berlusconi
per 1 anno fino a che la Polizia ha scoperto la sua affiliazione mafiosa e a quel punto l’hanno mandato
via.
Cosa ci faceva un capo mafia a casa di Berlusconi?
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Protocollo Farfalla, Ingroia: “Lo Stato gestisce i poteri criminali” “L’accordo tra Sisde e Dap e la trattativa sono due facce della stessa medaglia”, ha detto l’ex pm intervenendo al dibattito organizzato a Palermo dalla rivista Antimafia Duemila di Giuseppe Pipitone “Il protocollo Farfalla e la Trattativa sono due facce della stessa medaglia che si inseriscono dentro un problema politico e di politica criminale che lo stato italiano ha sempre avuto e cioè di controllo e di gestione dei poteri criminali”. Con queste parole l’ex pm Antonio Ingroia ha cominciato il suo intervento al dibattito organizzato ieri pomeriggio a Palermo dalla rivista Antimafia Duemila. Tema del dibattito: il Protocollo Farfalla, cioè l’accordo segreto siglato tra il 2003 e il 2004 tra il Sisde guidato da Mario Mori e il Dap, all’epoca diretto da Gianni Tinebra, in base al quale i servizi potevano gestire in via esclusiva le informazioni provenienti dalle carceri di massima sicurezza. In più, tra i documenti acquisti nell’inchiesta sulla Trattativa, i pm della procura di Palermo hanno depositato anche alcuni appunti top secret, che contenevano la proposta dell’intelligence di mettere a libro paga alcuni boss mafiosi detenuti. “Lo Stato italiano – ha spiegato Ingroia – ha usato i poteri criminali. La mafia non è un corpo estraneo ed il rapporto mafia-Stato non è solo di contiguità e di collusione ma anche di penetrazione ed integrazione. Il Protocollo Farfalla si è reso necessario per mettere fine a quel momento di crisi che era dato dal proliferare dei pentiti che avevano iniziato a parlare dei rapporti mafia-politica e che fino a quel momento era stato contenuto. Si interviene per ripristinare quel regime che c’era in precedenza. Era necessario controllare ed indirizzare nuovamente le strategie criminali così come era accaduto nel corso della storia sin dai empi dell’unità d’Italia e di cui il 1992 è stata l’ultima appendice”. Al dibattito organizzato al centro Biotos, e moderato dal giornalista Giuseppe Lo Bianco, sono intervenuti anche Maurizio Torrealta e i parlamentari componenti della Commissione Antimafia Giulia Sarti e Claudio Fava. “Non c’è mai stata la volontà di prendere delle posizioni forti e dire la verità da parte della maggioranza delle istituzioni” ha detto la deputata del Movimento Cinque Stelle, mentre Fava ha sottolineato come sia “grave che da sei mesi, di fronte a tutte queste notizie sul Protocollo Farfalla siamo ancora senza un direttore al Dap”.
DA : http://www.loraquotidiano.it/2014/11/28/protocollo-farfalla-ingroia-lo-stato-gestisce-i-poteri- criminali_14741/
Cuffaro condannato, 60 mila euro per aver diffamato Antonio Ingroia Il Tribunale civile di Termini Imerese ha dato ragione all’ex pm per le dichiarazioni dell’ex presidente della Regione Siciliana durante una puntata di “Annozero” di Lorenzo Baldo Per Totò “vasa-vasa”, attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia per favoreggiamento a Cosa Nostra, probabilmente non sarà il pensiero principale, ma di sicuro questa notizia gli avrà provocato qualche fastidio. A distanza di otto anni dall’apertura della pratica il Tribunale civile di Termini Imerese ha dato ragione all’attuale commissario di “Sicilia e-servizi” Antonio Ingroia. Il 16 novembre del 2006 Cuffaro era stato ospite della trasmissione di Michele Santoro “Annozero” in onda su Rai2, in quella occasione aveva rilasciato pesanti dichiarazioni nei confronti dei pm Antonio Ingroia e Gaetano Paci. Il giorno seguente i due magistrati avevano dato mandato ai propri avvocati di agire per vie legali contro l’ex Governatore ritenendo “infamanti e gravemente lesive della dignità e correttezza professionale” le sue parole. Dal canto suo Paci aveva immediatamente smentito di avere “sottoscritto un manifesto a sostegno la candidatura di Rita Borsellino alle elezioni regionali del 2006” in occasione della presentazione a Palermo del Dvd “La mafia è bianca”. “E’ assolutamente falso – aveva replicato il pm – come del resto è stato ufficialmente comunicato in precedenza dal Procuratore della Repubblica”. Altrettanto “falsa”, secondo Ingroia, era la circostanza riferita dall’ex presidente della Regione di “una sua partecipazione ad una cena con l’ingegnere Michele Aiello (all’epoca sotto processo per mafia e successivamente condannato a 15 anni per associazione mafiosa, ndr) tre giorni prima dell’arresto di questi”. L’ex pm aveva ugualmente smentito “che il fatto sia stato riferito da un questore nel corso di un dibattimento penale”. Il Tribunale civile di Termini Imerese ha quindi concluso la pratica riguardante l’attuale Commissario straordinario alla Provincia di Trapani accogliendo in pieno le sue tesi difensive. Non ancora definita, invece, la causa intentata dall’attuale procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci.
DA : http://www.loraquotidiano.it/2014/11/06/cuffaro-condannato-60-mila-euro-per-aver-diffamato- antonio-ingroia_11329/ .
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