VITALIZI DI STATO: LA LISTA DEGLI INDECENTI
A metterli in lista è stato il Fatto Quotidiano. Leggere quei nomi – e quei numeri – tutti in una volta non fa certamente bene all’umore. Ma tant’è, la lista degli ex parlamentari condannati a reati penali e che ricevono comunque il vitalizio è lunga.
Sia chiaro, non si parla di spiccioli, ma di decine di migliaia di euro all’anno. In media, sono più 4.000 euro al mese. Non male, per un paese in cui il reddito medio supera di poco il migliaio di euro. Che i delinquenti di Stato godano ancora della qualifica di onorevole è vergognoso. Che questi individui ricevano un regolare vitalizio è insopportabile.
Il Parlamento ha cercato sporadicamente di porre fine a questa assurda distorsione, ma i disonesti hanno sempre prevalso sugli onesti e quindi qualsiasi legge a riguardo si è arenata nelle commissioni o, addirittura, nemmeno è stata calendarizzata.
Ad ogni modo, è bene conoscere nomi e cognomi dei ladri che tutt’ora la cittadinanza, sebbene depauperata, mantiene a sue spese.
Nella lista a spiccare è Marcello Dell’Utri. Considerato l’anello mancante tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, famoso per la celebre frase “Mangano è un eroe” (perché non ha parlato), riceve ogni mese qualcosa come 4.985 euro. Netti, ovviamente.
L’ex presidente di Forza Italia è in buona compagna. Tra i vip, infatti, va segnalato anche Gianni De Michelis, storica figura del Psi, personaggio che si è saputo più volte rinnovare in modo gattopardesco, attraversando varie epoche politiche praticamente indenne. Condannato a un anno e mezzo di reclusione per episodi di corruzioni nell’affare autostrade venete, percepisce la bellezza di 5.517 euro al mese.
E che dire di Pomicino, autentico cimelio della Prima Repubblica, compagno fedele di Andreotti. E’ stato condannato a un anno e otto mesi per finanziamento illecito ai partiti (insomma, ha preso la classica tangente) e a un anno e due mesi per corruzione nell’ambito dei fondi neri Eni. Il suo vitalizio consiste in 5.573 euro.
Ma c’è chi si deve accontentare di meno. Il “povero” Cesare Previti riceve infatti solo 4.235 euro. Per l’ex avvocato di Berlusconi si parla però di una signora condanna: corruzione in atti giudiziari.
Discorso simile per Arnaldo Forlani, storico leader della Dc. Condannato a due anni si reclusione per finanziamento illecito – ancora una volta, Tangentopoli, percepisce 4.029 euro al mese.
Il più paperone tra i paperoni è Alfredo Biondi. Lo storico segretario del Partito Liberale, parlamentare per 37 anni (quasi ininterrottamente) si è macchiato “solo” di evasione fiscale. Ha pure patteggiato. Sforzi di poco conto quando sai che ogni mese ti aspettano 6.939 euro senza praticamente fare nulla. Si deve accontentare solo di 1.645 euro Giorgio Calvagno (ex sindaco Asti ed esponente di Forza Italia), condannato per inquinamento di falde acquifere. Staccato, ma anche lui nel fondo della classifica, Aldo Brancher (sottosegretario per Berlusconi nei primi anni 2000), condannato per ricettazione e appropriazione indebita. Per lui solo 3.444 euro.
Questa lista si riferisce ai soli parlamenti. I beneficiari dei vitalizi “indebiti” (ammesso che ce ne sia qualcuno legittimo dal punto di vista morale) sono in verità molti di più. Quelli derivanti da attività politica nei consigli regionali non si contano certo nelle dita di una mano.
Giuseppe Briganti
DA : https://www.cosapubblica.it/
Abolizione vitalizi, M5S: “Ci avevamo visto giusto, dal Caso Cuffaro una spinta per cambiare la legge”
“I vitalizi sono un istituto indecente. Il MoVimento 5 Stelle da sempre chiede la loro abolizione. Il vitalizio a persone condannate è ancora più assurdo, lo conferma il parere dell’Avvocatura dello Stato sul caso Cuffaro”.
Lo dicono i deputati all’Ars e quelli della Commissione Affari Costituzionali della Camera.
“Ci avevamo visto giusto – dice Giancarlo Cancelleri, in rappresentanza del gruppo parlamentare a palazzo dei Normanni. Il pronunciamento dell’Avvocatura è il sigillo di qualità sulle nostre argomentazioni e mette definitivamente all’angolo le tesi di coloro che volevano smontarle”.
“Il parere sul caso Cuffaro dimostra che la battaglia dei portavoce regionali in Sicilia e nazionali del M5S era quanto mai corretta – spiega il deputato palermitano Riccardo Nuti – Noi continueremo a dare battaglia per estendere la revoca del vitalizio anche a persone condannate per reati non solo contro la Pubblica amministrazione”.
Sul tema il M5S si sta muovendo su due fronti. Da un lato la proposta di legge alla Camera a prima firma Nuti, ferma da maggio. Dall’altro le proposte in ufficio di Presidenza sia al Senato che alla Camera per inserire nei regolamenti parlamentari la revoca dei vitalizi.
“Continuiamo battaglia – proseguono i deputati M5S nazionali – per impedire in tutta Italia l’erogazione dei vitalizi a coloro che hanno subito condanne ma non interdizioni dai pubblici uffici. E’ una battaglia di civiltà nel rispetto di tutti i cittadini onesti”.
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