STRIKER DECLARATION #02: GARANZIA GIOVANI?
NO, QUESTA È PRECARIETÀ GARANTITA.
REDDITO, DIRITTI E WELFARE PER TUTTI
La Youth Guarantee dovrebbe essere la risposta europea alla crisi dell’occupazione giovanile, con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per i paesi membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%. Nel nostro paese il tasso di disoccupazione giovanile censito dall’ISTAT ha raggiunto il 44,2%. Il programma è rivolto ai cosiddetti “Neet” ovvero young people Not in Education, Employment or Training: definizione statistica diffusa a partire dai primi anni 2000 per classificare i giovani che non lavorano (disoccupati o inattivi) e non partecipano a nessun ciclo di istruzione o formazione.
Secondo il CNEL, dal 2008 i Neet sono aumentati esponenzialmente attestandosi a quota 2.4 milioni. Ma chi sono i Neet? Le classificazioni impediscono di vedere che dentro questa popolazione si cela un universo di precari che lavora nel sommerso, vive con lavori intermittenti e mal pagati ed è tutto fuorché inattivo. Lo spostamento di una quota importante di lavoro dai canali della regolarità a quelli dell’informalità testimonia come il “lavoro nero” abbia rappresentato negli ultimi anni di crisi una sorta di camera di compensazione funzionale alle difficoltà di un sistema in affanno. Non si dichiara, infatti, che senza il “lavoro irregolare” molte piccole e medie aziende avrebbero chiuso i battenti.
L’utilizzo frequente dei termini “inattività” e “neet” contrapposti ad “attivazione”, “produttività” e “competitività” serve alla governance, italiana ed europea, per produrre un cambio di paradigma, quello dello sfruttamento intensivo, del lavoro servile e del free job, il cui esempio emblematico sono gli oltre 18.500 mila volontari per l’Expo di Milano.
L’Italia mette a disposizione 1.5 miliardi in tre anni, distribuiti dal Youth European Initiative, il Fondo Sociale Europeo e il cofinanziamento nazionale. Il programma è partito 1 maggio del 2014, allargando il target di possibili beneficiari ai giovani compresi tra 15 e 29 anni. Al 9 ottobre si sono registrati a Garanzia Giovani 236.969 giovani, la maggior parte dei quali ancora in attesa del primo colloquio di informazione ed orientamento. Solo il 25% è stato preso in carico dai centri per l’impiego, a dimostrazione dell’enorme ritardo con cui le Regioni e il Ministero stanno gestendo il programma. In molte regioni non è partita alcuna misura, nonostante la scadenza obbligatoria preveda che entro 4 mesi dalla sottoscrizione del patto di servizio i beneficiari debbano ricevere delle offerte di politiche attive (lavoro, apprendistato, tirocinio, formazione, servizio civile).
Ad oggi, le opportunità di lavoro complessive sono in gran parte quelle pubblicate sul sito (http://www.garanziagiovani.gov.it/) e dall’inizio del progetto sono pari a 17.124, per un totale di 24.854 posti disponibili. Gli annunci sono spesso inseriti da agenzie interinali, senza nessun controllo da parte del Ministero del Lavoro su qualità e congruità delle offerte di lavoro. In Piemonte si sprecano le offerte di aiuto cameriere e cassiere di negozio, in Veneto si cercano baristi/banconieri, in Lombardia si ricerca un affilatore arrotino, mentre in Campania si propone un tirocinio per addetti a funzioni di segreteria. Oltre agli annunci, tra i progetti di servizio civile apprendiamo che la Regione Emilia-Romagna corrisponderà un assegno mensile di 360 euro per 25 ore settimanali (3.6 euro l’ora) ai giovani che svolgeranno il servizio civile in biblioteca.
Garanzia Giovani è una scatola vuota e i migliaia di beneficiari lo stanno comprendendo. Il programma rappresenta un vero e proprio “business della disoccupazione giovanile”. Attraverso il servizio civile e i bonus occupazionali si permetterà alle imprese di approfittare di “volontari”, stagisti ed apprendisti e di utilizzare manodopera precaria, gratuita (con i rimborsi dell’INPS) o a basso costo, estremamente ricattabile. Con gli avvisi pubblici per l’accreditamento dei privati il piano di attuazione italiano ci illumina sui reali beneficiari: le imprese, le agenzie interinali, gli enti privati di formazione e di orientamento, le agenzie tecniche della pubblica amministrazione. Lo scandalo avvenuto in Sicilia, tra luglio ed agosto, nella gestione dei tirocini formativi del Piano Giovani, è l’indicatore chiaro degli interessi economici che nascono dietro gli interventi. Visto che le risorse ci sono, vogliamo che tutti i fondi vengano redistribuiti ai reali beneficiari: precari e disoccupati. Vogliamo welfare universale, salario minimo europeo e la garanzia del reddito contro il ricatto della precarietà che ci costringe ad accettare lavori di merda o al nero con salari ridicoli. Vogliamo la garanzia del reddito perché non siamo disponibili a lavorare gratis, a svolgere stage, tirocini e apprendistati in cui veniamo sfruttati. Vogliamo reddito e diritti dentro ed oltre il lavoro per garantirci un futuro!
LA NUOVA STAGIONE DEI DIRITTI E' ALLE PORTE
#NONUNPASSOINDIETRO
#SCIOPEROSOCIALE
#14N
1) Per fermare il #JobsAct, per estendere (e non eliminare) i diritti previsti dallo #Statutodeilavoratori a partire dall’art.18. Per abolire la Legge Poletti, i suoi contratti a tempo determinato «acausali» e la liberalizzazione dell’apprendistato.
2) Per l’abolizione delle 46 forme contrattuali della #legge30. Contro la truffa e le discriminazioni del “#Contrattoatutelecrescenti”. Per un contratto unico a tutele immediate.
3) Per un #salariominimoeuropeo. Non siamo disposti a lavorare al di sotto di 10 euro l’ora.
4) Per un #redditodibaseuniversale, non condizionato all’accettazione di qualsiasi lavoro e finanziato dalla fiscalità generale. Servono subito 15-20 miliardi contro la truffa del Naspi, per il quale sono previsti 1,6 miliardi di euro, sufficienti per non più di 180.000 persone a fronte del 44% di disoccupazione giovanile.
5) Per la redistribuizione ai reali beneficiari (disoccupati, neet ed inoccupati) dei 1.5 miliardi di cofinanziamento europeo del programma #YouthGuarantee.
6) Per la retribuzione di tutti i lavori, che siano sotto forma di stage, tirocini, prove, volontariato o freejobs. No all’accordo sul lavoro per #Expo2015.
7) Per l’estensione del #dirittoallamalattia e alla #maternità ai lavoratori autonomi e contro l’aumento dell’aliquota della gestione separata INPS per i professionisti atipici.
8) Per la stabilizzazione delle e dei #precari nella scuola, nell’università, negli enti di ricerca, negli enti e nelle istituzione pubbliche.
9) Per la gratuità dell’istruzione, contro la #BuonaScuola di Renzi e l’entrata dei privati nei luoghi della formazione. Per la reale tutela del diritto allo studio, contro gli ulteriori 150 milioni di tagli previsti nel decreto Sblocca Italia.
10) Per un rilancio massiccio degli #investimentipubblici in formazione e ricerca, contro la privatizzazione del welfare, delle public utilities e dei beni comuni.
SCIOPERO SOCIALE : #SCIOPEROSOCIALE
#SCIOPERIAMOEXPO – ANCHE A MILANO INCROCIAMO LE BRACCIA, INCROCIAMO LE LOTTE.
Laboratorio Milanese
A Milano l’opposizione sociale organizza la protesta lanciando l’appello #ScioperiamoExpo: il mega-evento finanziato con miliardi sottratti alla risorse collettive, sostenuto da manodopera gratuita, sottopagata e sfruttata...
IO NON LAVORO GRATIS PER EXPO
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Andiamo a scuola e all’università tutti i giorni. Tutti i giorni proviamo ad impegnarci nello studio, nel seguire le lezioni, nell’imparare, nel chiedere e cercare cultura...
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“Il lavoro gratuito è fuorilegge in Expo per la semplice ragione che non rientra nelle fattispecie del volontariato previste e autorizzate dalla legge 266 del 1991 e confermate da importanti sentenze della magistratura. Expo non è una organizzazione no profit e i volontari non agiscono per ragioni di solidarietà sociale . Essi dovrebbero essere lavoratori retribuiti a tutti gli effetti, compresi quelli previdenziali e non basta un accordo sindacale per violare la legge”
Di seguito trovi l'esposto che denuncia la società Expo 2015 spa e Cgil-Cisl-Uil quali firmatari dell’accordo del 23.7.2013 che prevede l’utilizzo di 18.500 lavoratori reclutati come “volontari”:
Contattaci qui...
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