Non risarcirà il danno a Report. Salvato da una legge del 1965
Dopo avere perso la causa contro il programma di Rai3, l'allora goverantore lombardo fu condannato a pagare un risarcimento danni per 5mila euro. Ma grazie alla legge sull'indennità ai parlamentari non ci sarà alcun pagamento
Non ha fatto a tempo a cantare vittoria che il team di Report ha dovuto incassare il colpo: Roberto
Formigoni non pagherà alla redazione i 5mila euro di risarcimento dopo avere perso la causa contro il programma di Rai3. L’ex governatore aveva denunciato i cronisti guidati da Milena Gabanelli per
diffamazione, ma il giudice ha ritenuto che fosse una lite temeraria e per questo ha condannato lui.
Soldi che i giornalisti non potranno mai “incassare” perché lo impedisce una legge del 1965, la numero 1261 del 31 ottobre, che in materia di retribuzione dei parlamentari recita: “L’indennità mensile e la diaria non possono essere sequestrate o pignorate”.
Nella puntata di domenica 24 aprile, e poi sulla sua pagina Facebook, Report ha raccontato il seguito
della vicenda che, qualche anno fa, aveva portato l’allora presidente della regione Lombardia a
denunciare i giornalisti. “Bene – ha detto Milena Gabanelli duranta la puntata “Impignorabili” – la
settimana scorsa ci scrive il nostro avvocato, dicendoci che Formigoni non pagherà quei soldi e che
purtroppo, da un controllo effettuato presso la Banca Nazionale del Lavoro del Senato, risulta che non è titolare di conto corrente, per cui apparentemente non ha fondi aggredibili.
Firmato avvocato Caterina Malavenda”.
Intervistato dalla redazione di Report, l’avvocato Fulvio Pastore, membro del direttivo dell’Assocazione costituzionalisti, ha fornito qualche spiegazione in più sulla legge: la clausola sul pignoramento di indennità e diaria dei parlamentari è inserita “all’articolo 5. La ragione è quella di evitare che dei terzi creditori pignorino queste somme privando i parlamentari dei mezzi di sussistenza e in qualche modo ne vadano a condizionare la libertà e l’autonomia”. Ma poiché la legge è del 1965 ha anche aggiunto che
“oggi non c’è nessuna ragione storica oggettiva per mantenere questo privilegio“.
Eppure il senatore Formigoni non è il primo ad averne beneficiato: come ricordano da Report, prima di lui era toccato anche “al senatore Domenico Scilipoti, che doveva 200mila euro a un imprenditore
siciliano”, l’ingegnere Alberto Recupero. “E anche all’ex deputato Nicola Fornichella, braccio destro di Marcello Dell’Utri, in debito di 140mila euro con la società di comunicazione”, la 2B Team arl, mai stata pagata dopo avere lavorato a lungo per il Circolo Giovani di Roma, di cui l’onorevole era il legale rappresentante all’epoca dei fatti.
Per onorare il debito Milena Gabanelli ha così proposto di “prendere uno di quei quadri che sono stati portati a casa di Formigoni e metterlo, chessò, nella nostra umile redazione”. Il riferimento è ai quattro quadri che, acquistati da Ferrovie Nord Milano, alcune registrazioni tra il funzionario Fnm Andrea Franzoso e il presidente del collegio sindacale Carlo Alberto Belloni indicavano a casa dello stesso Roberto Formigoni.
“A meno che – prosegue la Gabanelli – non abbia già trasferito anche quelli”.
MA E' POSSIBILE CHE QUESTO POLITICO SE LA CAVI SEMPRE
DOPO TUTTI I DANNI CHE HA CAUSATO
NELLA REGIONE LOMBARDIA?
PER GLI UOMINI COMUNI VALE IL DETTO
PIù TIRI LA CORDA PRIMA O POI SI SPEZZA
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