Dunque era tedeschissimo, il killer solitario della strage di Monaco. Lo ha ammesso la stessa polizia bavarese nella conferenza stampa convocata a notte fonda.
Una figura di cacca: si può dire? L’hanno fatta i tanti leoni da tastiera che già sganciavano le loro bombe di plastica contro gli islamici. Ma l’hanno fatta anche i commentatori un tanto al chilo ( televisivi e non), che pochi minuti dopo la strage, purtroppo costata la vita ad almeno dieci persone, si sperticavano in pericolosissimi attacchi verbali sulla jihad , soffiando sul fuoco di un incendio che non si vuole e non si riesce a spegnere. Con il volto pieno di vergogna, poi, c’erano anche i tanti politici che si sono espressi sulla tragedia bavarese e , infine, l’opposizione interna di Germania che ha attaccato la Merkel. Merkel che, comunque vada, da questa triste vicenda ne esce con le ossa a pezzi.
Uno squilibrato di diciotto anni nato e cresciuto a Monaco, di lontane origini iraniane, che ha impugnato la pistola per uccidere i malcapitati del centro commerciale tedesco. Questo insomma l’identikit dell’assassino. ‘Nessuna analogia con il neonazista Breivik, con la terribile strage di Utoya di cinque anni fa’, si è affrettata a precisare la polizia bavarese. Nessuna. Se non che il neonazismo, di per sé, attecchisce in menti fragili, deviate. Malate. Come frasi doveva essere il neo maggiorenne tedesco che,
mentre sparava, urlava frasi xenofobe.
Ed è questo in fondo l’aspetto più preoccupante dell’intera vicenda. E cioè che c’è un forte spirito di emulazione, da Nizza in poi. Gente che non ha più nessuna ragione per vivere, cerca una morte eclatante per strappare quel quarto d’ora di celebrità che non si nega a nessuno, come diceva il buon Andy Warhol. In favore di telecamera e ad imperitura memoria. Punto.
Certo, se Breivik o l’assassino della strage di Monaco di Orlando o di Nizza , fossero stati seguiti dai servizi sociali, (che invece nella ferocia liberista stanno smantellando), forse oggi non piangeremmo così tanti morti. E forse non sentiremmo nemmeno cosi tante castronerie da parte di partiti nazionalisti che vivono questa ennesima strage come personale benzina elettorale.Gli unici quindi che godono per questa dissennata mattanza quotidiana sono i soliti padroni del vapore, la solita cabina di regia che ha creato e finanziato l’Isis, dandogli i connotati di una organizzazione seria, cercando di fomentare in tutti i modi il caos che stiamo vivendo. Un caos che destabilizza psicologicamente le persone poco lucide, rancorose, che attaccano a testa bassa l’islam . E che in altri tempi e su altre basi avrebbero attaccato i romanisti rosiconi o i napoletani che non si lavano, i crucchi
tedeschi o gli antipatici inglesi. Luoghi comuni dai quali sembra impossibile liberarsi.
Insomma, oggi il problema più grosso pare davvero quello di contenere l’ansia della gente, spaventata dalle stragi in serie e che ormai ha paura anche di andare a prendere la macchina in garage. Ma è chiaro che senza un’ammissione di colpa, la situazione è destinata a degenerare. Ed è altrettanto chiaro che le multinazionali e i venditori di armi, gli uomini della finanza internazionale che speculano sul disordine mondiale e i politici xenofobi che navigano fieri sulla prua del caos, non ammetteranno mai di essere i veri responsabili di questo disastro globale. Pensateci: se lo facessero, domani stesso si tornerebbe a respirare aria di pace e collaborazione. Ma ormai siamo ad un passo dal punto di non ritorno. O ci si ferma subito o la psicosi collettiva franerà sul mondo intero. In fondo, a ragionarci bene,
era esattamente quello che costoro volevano.
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