IO NON LAVORO GRATIS PER EXPO
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"In un paese con 4 milioni di precari e il 40% di disoccupazione giovanile, è inaudito lavorare gratis per l'EXPO e spacciare questo impegno come "lavoro" e/o come "volontariato".
Il volontariato lo si fa per aiutare gli altri,
non le multinazionali del cemento inquisite per associazione mafiosa".
"In un paese con 4 milioni di precari e il 40% di disoccupazione giovanile, è inaudito lavorare gratis per l'EXPO e spacciare questo impegno come "lavoro" e/o come "volontariato".
Il volontariato lo si fa per aiutare gli altri,
non le multinazionali del cemento inquisite per associazione mafiosa".
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“Il lavoro gratuito è fuorilegge in Expo per la semplice ragione che non rientra nelle fattispecie del volontariato previste e autorizzate dalla legge 266 del 1991 e confermate da importanti sentenze della magistratura. Expo non è una organizzazione no profit e i volontari non agiscono per ragioni di solidarietà sociale . Essi dovrebbero essere lavoratori retribuiti a tutti gli effetti, compresi quelli previdenziali e non basta un accordo sindacale per violare la legge”
Di seguito trovi l'esposto che denuncia la società Expo 2015 spa e Cgil-Cisl-Uil quali firmatari dell’accordo del 23.7.2013 che prevede l’utilizzo di 18.500 lavoratori reclutati come “volontari”:
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Sergio ha scritto un appello rivolto soprattutto ai giovani: il lavoro volontario per l'Expò di Milano non fa curriculum e non è dignitoso.
Ecco il testo dell'appello:
Mi chiamo Sergio. E’ un appello quello che vi sto per leggere.
L’ho scritto io. E’ rivolto ai cittadini milanesi, a tutti gli italiani ma soprattutto ai giovani.
Parla del lavoro gratuito per l’Expo di Milano.
Un vero schifo, una vergogna, in un Paese con più del 40% di disoccupazione giovanile e con almeno 4 milioni di precari che vivono in mezzo a mille difficoltà.
Ci promettono per questo evento migliaia di nuovi posti di lavoro ma il 70% è lavoro gratuito. Un lavoro a gratis non è un lavoro, ma non è nemmeno volontariato. I volontari sono persone che sacrificano la loro vita individuale per il bene altrui, per soccorrere persone e paesi in difficoltà, i volontari sono presenti dove ci sono guerre, epidemie, carestie. Fare il volontario all’Expo significa solo prestare la propria persona gratis a una grande operazione di speculazione immobiliare, a un progetto che continua a fare di Milano una città vetrina del nulla, città non più di uomini ma di manichini. Non più di intelligenze innovatrici, capaci di creare qualcosa per sé, per il Paese, ma di gente che non immagina altro destino se non aspettare i turisti, che lasciano pochi soldi e molti rifiuti.
L’Expo, come sapete, è un’asta, un concorso. Concorrono tante città metropolitane, chi offre di più vince. Questo qua ce lo hanno regalato Prodi e la Moratti, e nei requisiti per candidarsi, in concorrenza con altre città, hanno messo sul piatto le migliaia di volontari. La giunta Pisapia s’è trovata l’Expo tra i piedi, tirarsi indietro era impossibile. Ma gestire meglio la questione dei volontari era possibile. Come mai si cercano volontari per accogliere i turisti dell’Expo e invece per risanare quartieri, territori, per le mille emergenze di una grande città, non si fa lo stesso? Sarebbe più logico, si tratta di beni comuni. Sono forse meno importanti dell’Expo?
Nella condizione in cui versa l’occupazione giovanile oggi, creare occasioni di lavoro gratuito è una nefandezza. Addirittura si permette ai reclutatori di andare nelle scuole. Presidi, insegnanti: buttateli fuori! Cercano gente qualificata, che sa le lingue, molti ci cascano e non si rendono conto di portare via il lavoro a chi di mestiere fa questo per campare, interpreti, accompagnatori, guide turistiche.
Ragazzi, voi che state per cascarci o ci siete già cascati. Lavorare gratis non fa curriculum! Lavorare gratis significa accettare un’umiliazione. Vi dicono che conoscerete milioni di persone, che farete amicizia con il mondo, ma…fatemi capire..dovrete accogliere i visitatori o dovrete distribuire i vostri biglietti da visita e i vostri indirizzi mail per farvi contattare? Rischiate di prendervi qualche calcio negli stinchi. Pensateci bene, siete ancora in tempo.
E se invece volete provare questa esperienza, almeno cercate di salvare la vostra dignità. Come? Il primo giorno, il giorno d’apertura, piazzategli uno sciopero, tutti assieme incrociate le braccia! Vi assicuro: vi divertirete da pazzi solo a vedere la faccia di quelli che vi hanno reclutato.
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Andiamo a scuola e all’università tutti i giorni. Tutti i giorni proviamo ad impegnarci nello studio, nel seguire le lezioni, nell’imparare, nel chiedere e cercare cultura.
Tutti i giorni andiamo a scuola con l’obiettivo di iscriverci all’università e avere un buon lavoro dove guadagnare abbastanza per vivere.
Abbiamo le stesse intenzioni che bene o male avevano i nostri genitori.
Le loro intenzioni, però, sono diventate per noi illusioni. Viviamo con l’illusione di avere prima o poi una vita stabile, sappiamo che all’inizio potremmo avere dei problemi, ma poi questo futuro arriverà.
Le nostre sono illusioni perché è lo stesso sistema che si sta affermando ad essere una macchina di vane speranze: la precarietà non è di passaggio, non è un risultato della crisi. La precarietà è strutturale. Questo significa che per reggere il sistema in cui viviamo, dobbiamo essere sfruttati a vita: contratti a progetto, lavori solo a tempo determinato, stage non pagati o pagati una miseria…
Con l’avvento di Expo tutto ciò non solo non migliora, ma peggiora fino a legittimare come tipo di lavoro quello gratuito. Con Expo non sta passando una legislazione sul lavoro eccezionale! Fino al 2017 le norme vigenti in Expo varranno per il territorio nazionale per eventi legati ad esso, e fino a tempo indeterminato gli effetti di questo mega evento si sconteranno nel nuovo decreto Poletti, alias Jobs act.
Questo significa che noi studenti medi saremo reclutati e reclutate oggi per lavorare gratis e domani, e, magari già dall’università, per essere dei precari fatti e finiti e incastrabili a piacimento del sistema.
Nella paese del tasso di disoccupazione giovanile al 46%, nel paese dell’assenza di qualsiasi misura a sostegno del reddito (in Italia manca di fatto un reddito minimo garantito come in quasi tutti i paesi europei), nel paese dove se sei precario devi accettare qualsiasi forma di lavoro perché l’alternativa è restare senza, nel paese dove quindi il lavorare a tempo determinato è un ricatto per la vita, non solo chiedono a precari ed universitari di accettare stage mal pagati, apprendistati che non garantiscono assunzione e contratti determinati rinnovabili al 100%, bensì reclutano anche studenti per svolgere lavori non retribuiti, quegli stessi lavori che servirebbero a molte persone disoccupate per ricevere uno stipendio.
Qualcuno potrebbe pensare che questa sarà un’occasione per fare curriculum, allacciare contatti, imparare qualcosa di nuovo … Non è così!!Si verrà sfruttati e non seguiti se stagisti, non riassunti se apprendisti e si lavorerà gratis per Expo senza alcuna formazione né processo di arricchimento per il corso di studi che si sta seguendo. Non ci saranno grandi possibilità di allacciare contatti proficui per il lavoro futuro perché di fatto si accoglieranno i visitatori imparando un paio di frasi in diverse lingue, non ci sarà insomma nessun beneficio per noi studenti, ma solo per l’evento della corruzione (le inchieste per corruzione, turbativa d’asta e speculazione fanno venire la pelle d’oca se si pensa all’immagine che Expo vuole dare di sé).
Per questo diciamo IO NON LAVORO GRATIS PER EXPO. Perché vogliamo un’istruzione che si basi sullo sviluppo culturale e non sul “saper fare” pochi compiti lavorativi non spendibili in nessun altro campo; perché non possiamo essere dati “in prestito” per alcun lavoro, bensì siamo motore reale di crescita di un sapere laico, libero dalle esigenze di mercato e critico; perché diciamo no alla precarizzazione del nostro futuro fin dalla scuola e dall’università, perché non vogliamo essere i manichini della città vetrina.
Perché quello che serve al mondo della formazione non è privatizzazione o lavoro gratuito, non è il modello Expo, non è la dinamica della meritocrazia a discapito dell’equità. Servono riforme strutturali che migliorino le condizioni di vita di docenti e di noi studenti, servono delle basi culturali forti per affrontare dei veri lavori domani.
Se anche tu pensi che essere sfruttato non sia la giusta moneta per ripagare i tuoi sforzi e quelli di chi sostiene economicamente il tuo studio, se pensi anche tu di non voler essere un numero nella vita, se pensi che, in un periodo di crisi come questo dove lo stato sociale è inesistente, chiedere di lavorare gratis sia un ulteriore schiaffo…
Aderisci alla campagna IO NON LAVORO GRATIS PER EXPO e sostienila in diversi modi:
- con una foto con un cartello con scritto io non lavoro gratis per expo,
– con un video dove lo dici e magari spieghi perché..”io non lavoro gratis per expo, perché…?”
– comunicando informazioni importanti … per esempio se nella tua scuola o università è stato avviato il programma di reclutamento, o se expo ha contattato l’istituto e come..
– partecipando alle riunioni che verranno segnalate nella pagina Fb.
Dare un segnale importante è possibile. Fermiamo lo sfruttamento del lavoro gratis.
Anche per queste ragioni il 14 novembre sarà una data fondamentale del nostro percorso.
Ore 9.30, piazza Cairoli: ScioperiamoExpo!
Io non lavoro gratis per Expo
Contatti:
pagina fb: io NON lavoro GRATIS per EXPO
Mail: iononlavorogratisperexpo@gmail.com
Per approfondire:
- Io non lavoro gratis x Expo, Roberto Ciccarelli da Il Manifesto
- Il volontariato al tempo di Expo 2015, di Off Topic
- Expo 2015: il dispositivo che genera precarietà e speculazione, da Radio Onda d’Urto
- SEGUI LA DIRETTA su Radiopopolare
IL VOLONTARIATO A/L TEMPO DI EXPO 2015
Ricordate l’accordo sindacale di inizio estate e la campagna per la recluta di 18500 volontari all’interno della sgangherata kermesse di Expo 2015? Tutto archiviato, anzi riveduto e corretto. Di mese in mese, di pari passo al mancato interesse per un lavoro non stipendiato e non formativo, solo un terzo delle domande previste sono state presentate.
Di oggi la notizia che è “quasi fatta”: seimila domande (attenzione nemmeno il secondo colloquio è ancora stato ancora fatto!) su settemila posti da coprire. Praticamente un successo. Maldestramente celate le vecchie cifre, tanto sbandierare solo tre mesi fa, oggi Expo 2015 canta vittoria dopo aver convinto un terzo delle persone ipotizzate a lavorare 15 giorni gratis per indicare ai turisti cinesi dove si collocano i WC all’interno del sito.
Archiviato l’epicfail di #askExpo e ridimensionato sua sponte l’inganno del volontariato, Expo miete non grano ma diritti nel mondo del lavoro: da una parte i cantieri aperti venti ore al giorno (recentissimo il caso di incidente che ha coinvolto un operaio egiziano) indicano un inquitante ritardo nel cronoprogramma, dall’altra avanza la progressiva precarizzazione in salsa corruttiva dell’indotto del “bigevent” (senza dimenticare gli accordi Expo-sindacati-Regione-Comune validi fino al 2016 su sperimentazione di nuovi contratti a tempo determinato e in somministrazione).
A noi non resta che rilanciare verso il corteo dell’11 ottobre ribadendo #nofreejobs: non si lavora gratis per niente e nessuno! Specie per una società per azioni che ci ha già depredato di miliardi di euro pubblici e che si propone come laboratorio di prestazioni lavorative non stipendiate ammantate dalla retorica dell’esperienza, della formazione, dell’opportunità. Niente cash ma un tablet sgamuffo in cambio ve lo danno.
Perché #SCIOPERIAMOEXPO?
La sintesi del nuovo modello di società che ci aspetta si regge su tre pilastri: debito, cemento e precarietà in quantità sempre crescenti, e di questo Expo e le grandi opere diventano volano e simbolo, attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche per profitti privati.
Quartieri militarizzati per proteggere i cantieri; risorse, territorio, diritti sacrificati alle logiche del megaevento; lavoro gratuito spacciato per opportunità; una città sempre più vetrina, tra sgomberi, speculazioni e spartizioni; mafie che proliferano; dispositivi di governo del territorio e procedure speciali che diventano norma e modello su scala più ampia; corporations del biotech, OGM e marchi globali del cibo spazzatura, grande distribuzione e Eataly, questa la tragicomica marmellata con cui nutrire il Pianeta; numeri sparati a caso su benefici, turisti, biglietti venduti a fronte della concreta realtà di tagli, tasse e beni comuni scippati o privatizzati.
Perchè scioperiamo Expo?
1. Perché dei 70’000 posti di lavoro promessi, ne sono stati attivati quasi 1’000, compresi gli stage formativi. Non è stato in alcun modo preso in considerazione il contratto a tempo indeterminato e svuotato quello a termine dei suoi diritti (impossibilità di scioperare per tutta la durata dell’esposizione che coincide con i mesi di presidenza italiana dell’Unione Europea). Sfruttando il contesto della crisi viene proposto il precariato come unica via per l’ eccezionalità dell’ evento anche oltre la durata dello stesso.
2. Perché avrebbero dovuto essere impiegati 18’500 volontari solo per la gestione del sito di Expo, poi ridotti a 7’000, anche se non si sa chi svolgerà il lavoro delle 10’000 persone che sono state giudicate non necessarie. Sicuramente non sono stati diminuiti i numeri dei volontari per aumentare quello dei lavoratori a contratto. La campagna di reclutamento di giovani è basata sul concetto dell’ ampliamento del curriculum e delle capacità lavorative e ha come fine il rendere possibile la “conoscenza e fruizione del patrimonio sociale, culturale e civile della città ospitante” da parte dell’ affluenza di stranieri.
3. Perché Expo nella sua globalità costerà 1,3 miliardi di soldi pubblici, che arriveranno a 10 miliardi se consideriamo autostrade (pedemontana) e opere collegate (vie d’acqua), oltre alla manutenzione della stessa città.
4. Per la corruzione presente negli alti ranghi dirigenziali di Expo spa che ha dato il via ad una ventina di arresti per tangenti e alla segnalazione di più di 40 imprese implicate con mafia.
5. Per la gestione emergenziale dell’ evento a discapito dei diritti, tra cui la possibilità di muoversi al di fuori dei protocolli sindacali e la possibilità per i paesi stranieri di non rispettare la legislazione italiana all’ interno dei padiglioni.
6. Per l’uso del Commissario unico, con poteri speciali (che possono eludere la normale legislazione giocando sullo stato di emergenza) alla sovraintendenza del mega-evento. Una delle politiche al centro del decreto “sblocca Italia” di Renzi.
8. Perché la retorica del’Esposizione esalta il modello del successo e dell’iniziativa individuale rappresentato da start-up, microimprese e sacrifici. Salario, diritti e dimensione collettiva non sono più elementi costitutivi del lavoro.
9. Perché anche questo megaevento diventa canale comunicativo per riaffermare la dicotomia di genere, funzionale ad un sistema di crisi. Si normalizzano corpi, identità, favolosità, al solo scopo di creare fette di mercato “pink”, invece che decostruire ruoli ed identità statiche.
10. Perché dietro lo slogan vuoto “nutrire il pianeta” si confermano quelle politiche agroalimentari che negano accesso al cibo e all’acqua, impongono modelli alimentari utili solo alle multinazionali, tra i primi sponsor dei sei mesi dell’evento Expo 2015.
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11mila metri quadrati di EXPO 2015 saranno solo delle enormi scenografie a causa dei ritardi.
Venerdì 13 è partito un bando di gara del valore di 1.100.000 euro
per appaltare il “camouflage” delle zone incompiute...
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EXPO 2015 E' SOLO UN SET CINEMATOGRAFICO
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e 21 novembre al sud
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La tratta degli schiavi che lavorano
GRATIS E' FINITA
MANCA IL LAVORO MA NON MANCA
LA DIGNITA'
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MAI PIU' SCHIAVI DEL LAVORO
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SE CI VOLETE COSI'
NO GRAZIE
.. La tratta degli schiavi
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PREVISIONI 2015
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SESSO E ZODIACO
Conosci la personalita' di
ogni segno zodiacale
per capire la sua
SENSUALITA'
Conosci la personalita' di
ogni segno zodiacale
per capire la sua
SENSUALITA'
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del Nostro Sistema Solare
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