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giovedì 10 dicembre 2009

Editoria. Mediacoop: «Bonaiuti batta un colpo»

Editoria. Mediacoop: «Bonaiuti batta un colpo»

Mediacoop

Dopo l'agguato del ministro Tremonti, il sottosegretario Paolo Bonaiuti, formalmente competente sull'editoria, non ha ancora detto una parola.

All’interno del Governo il Sottosegretario on Paolo Bonaiuti ha la competenza specifica sul dipartimento dell’editoria e della informazione della Presidenza del Consiglio ma in tutta la vicenda che riguarda la Legge Finanziaria ed il Fondo per l’editoria non ha ancora detto una parola. Eppure gran parte dei media, in questi giorni, ne hanno diffusamente parlato.
Nei giorni scorsi il Ministro Tremonti ha presentato un emendamento che sopprime il carattere di diritto soggettivo dei contributi all’editoria. Approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, unitamente al maxiemendamento che riscrive la Legge Finanziaria è molto probabile che in queste ore, attraverso l’ennesimo voto di fiducia, venga definitivamente approvato. Si tratta di una decisione gravissima che mette a rischio di chiusura, sin dai primi mesi del prossimo anno, 95 testate – quotidiane e periodiche – con la perdita del lavoro per circa 2000 giornalisti e 2500 poligrafici. Generale e forte è stata la protesta delle testate cooperative, non profit, di partito, dei CDR delle testate,della Federazione nazionale della stampa, di Mediacoop e per certi versi della Fieg.
Il Ministro Tremonti – nel corso di una telefonata con il Presidente della Camera, on. Fini – riferiscono alcuni giornali – «ha condiviso la necessità di recuperare questo diritto, con uno strumento legislativo che il Governo sceglierà. Il ripristino non sarà indiscriminato. il Governo valuterà i casi più macroscopici di abuso».
Se rappresenta un fatto positivo il ripensamento del Ministro dell’economia c’è da chiedersi, però, come sia possibile che in una materia così delicata il governo possa attribuirsi una competenza specifica fino ad oggi riservata al Parlamento, possa decidere con un decreto legge ignorando il lavoro ed i provvedimenti in itinere. Da circa un anno, infatti, sono intercorse audizioni parlamentari dei diretti interessati, il Sottosegretario Bonaiuti ha redatto il testo del regolamento di cui all’articolo 44 del decreto legge 112/98, il Governo lo ha approvato ed in questi giorni è all’esame del Consiglio di Stato. Detto regolamento provvede a riscrivere criteri di ammissibilità ai contributi, specifica i soggetti ammissibili e, anche se ancora in modo insufficiente, inizia un’opera di rigore e pulizia. Per uscire da questa situazione, che rischia di assestare un colpo ferale al pluralismo ed alla dimensione del sistema della informazione italiano, che di debba: 1] ripristinare il diritto soggettivo; 2] avere di fronte il 2010 per redigere una nuova legge di riforma dell’editoria; 3] portare il regolamento, una volta esaminato dal Consiglio di Stato, nelle commissioni di merito di Camera e Senato; 4] stanziare le risorse necessarie per l’erogazione dei contributi.
Sarebbe ingiusto, sbagliato ed incostituzionale che il governo decidesse nella sua autonomia e solitudine le testate che devono sopravvivere e quelle che devono chiudere.

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