Manovra, spunta norma blocca risarcimento Mondadori
La bozza di manovra finanziaria appena sottoposta al vaglio del Quirinale non smette di riservare sorprese. Dopo i vituperati tagli alle pensioni e agli incentivi sulle fonti energetiche rinnovabili, la querelle si concentra su un articolo alquanto sospetto, una norma che si potrebbe definire “ad personam”.
Il decreto riguardante “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria” contiene, infatti, all’interno dei 39 articoli di cui si compone, una norma che sembra cucita addosso ad una vicenda giudiziaria che non può non turbare il sonno del premier in questi giorni. Il riferimento è al cosiddetto “lodo Mondadori”, la causa civile in corso tra la Cir di Carlo De Benedetti e la Fininvest, il cui primo grado si è concluso con la condanna dell’azienda della famiglia Berlusconi ad un maxirisarcimento pari a 750 milioni di euro a favore di De Benedetti per danno patrimoniale derivante da “perdita di possibilità”.
La sentenza d’appello è attesa per il 9 luglio ma, con una tempistica sorprendente, ecco intrufolarsi nel testo della manovra finanziaria la seguente modifica al codice di procedura civile: “Il giudice è obbligato a sospendere l’esecutività della condanna nel caso di risarcimenti superiori ai 20 milioni di euro in appello e a 10 milioni in primo grado, se la parte istante presta idonea cauzione”.
In sintesi, la “manovra” processuale modificherebbe il principio della immediata esecutività delle sentenze quando superano un certo importo, consentendo di posticipare il risarcimento, a fronte della prestazione di una congrua cauzione. Tra i beneficiari di tale “dilazione” di pagamento, rientrerebbe a pieno titolo Fininvest, condannata alla restituzione di ben 750 milioni di euro.
Furiose le reazioni dell’opposizione a quella che giudicano l’ennesima prova della forzatura a fini privati di atti legislativi
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SI STA ''tutti'' SBAGLIANDO. A prescindere da quel totem di berlusca, questa norma, se applicata a tutti i cittadini senza preordinati limiti d'importo, avrebbe una civile quanto popolare verità di fondo a tutela delle persone comuni che si trovano stritolati da noti sistemi dai connotati ‘’associativi’’ fatti di magistrati, avvocati, consulenti, società di cessione e recupero crediti, ecc., che risaputamente serpeggiano nei nostri tribunali distrettuali, con cui si isolano singoli, soprattutto se benestanti oppure piccoli e medi artigiani, commercianti e imprenditori, ecc. che vengono risucchiati dentro un tritacarne giudiziario che li porta spesso al fallimento e quindi all’esproprio dei propri beni e pertanto all’annichilimento della propria esistenza sia personale che spesso pure familiare, così molti addirittura finiscono alla caritas o sotto i ponti, per poi a distanza di anni, quando è sostanzialmente troppo tardi, rivedersi abilitati da una sentenza di Cassazione, la quale ultima non mi risulta a vero, come sostengono alcuni propagandisti politici, che non entra nel merito (caso mai il problema è trovare i molti soldi per il ricorso) in quanto persino la stessa procedura di ricorso alla S.C. prevedendo una eventuale inammissibilità richiede la ricostruzione analitica e dettagliata dei fatti sulla scorta dei documenti già prodotti o se sopravvenuti dopo la sentenza di secondo grado.
RispondiEliminaPREMESSO KE CI SARA' LA SENTENZA IN SETTIMANA ( MONDADORI ), LA NORMA INSERITA E' STATA TOLTA , E RIGUARDAVA SOLO 36 CASI IN ITALIA , NON TROVO GIUSTO KE IL SIG . B . USI IL PUBBLICO PER SALVARE IL SUO PRIVATO ,,,
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